lunedì 28 marzo 2016

La Valle dei Mulini di Noelia Blanco e Valeria Docampo

Valeria Docampo è un'artista argentina che dal 2006 si dedicata ai libri per l'infanzia, tra cui il più conosciuto, scritto da Agnes de Lestrade,  è "La grande fabrique de mots" del 2009, tradotto in 20 lingue, compreso l'italiano.  Oltre a questo libro sono state tradotte in italiano anche altri suoi lavori quali: "La Valle dei Mulini" del 2013, "Domani Inventerò" del 2014 e "Cenerentola" del 2015.
In questo post ho deciso di parlarvi de "La Valle dei Mulini", un'altra opera molto amata e apprezzata di questa illustratrice, scritta da Noelia Blanco ed edita in italiano da Terre di Mezzo Editore.

Sopra: La copertina de "La Valle dei Mulini" di Noelia Blanco e Valeria Docampo. I capelli della protagonista in questa immagine sono molto ammalianti, tanto che questa illustrazione è, in effetti, una delle più belle del libro.

Nella Valle dei Mulini, dove vivevano persone simili a tutti gli altri, arrivarono un giorno le Macchine Perfette, grazie alle quali bastava schiacciare un bottone affinché tutto fosse perfetto. Gli abitanti così smisero di sognare, dimenticandosi anche dei mulini e del Vento che li faceva girare, così quest'ultimo smise di soffiare, ma i paesani non si accorsero nemmeno della sua scomparsa.
Non tutti però hanno smesso di sognare, c'è ad esempio Anna, la sarta del paese, che da quanto sono arrivate le Macchine Perfette non cuce più abiti, ma si deve accontentare di effettuare qualche piccolo ritocco. Lei, tuttavia, desidera ancora potersi sbizzarrire e creare abiti favolosi.
L'occasione arriverà quando, durante una passeggiata notturna, mentre tutti sono stati addormentati dalle Macchine, Anna incontrerà l'Uomo-Uccello, un uomo che desidera volare, ma che non possiede ancora le ali per farlo. Così la sarta, contenta di aver trovato qualcun altro che ha conservato i propri sogni, si offre per cucirgli un abito che possa realizzare il desiderio dell'uomo.

Sopra: Il primo incontro di Anna con l'Uomo-Uccello. E' interessante notare come l'artista abbia scelto gli stessi colori sia per la protagonista  che per questo personaggio, ciò le uniche persone all'interno della storia che hanno ancora dei sogni.

L'impresa però non si rivela affatto facile, così Anna decide di recarsi nel Giardino dei Soffioni, un luogo ormai dimenticato, in cui gli abitanti del villaggio formulavano i propri desideri prima che arrivassero le Macchine Perfette, quando c'era ancora il Vento. Così la sarta, una volta giunta nel Giardino, coglie un soffione ed esprime il proprio desiderio, ma il Vento si leva e trasporta il soffione lontano. Anna lo insegue fino a giungere in cima a una montagna in cui sono presenti una serie di rocce alte e strette chiamate Pettine di Vento. Il Vento, riversandosi in mezzo a queste rocce, vi lascia molti capelli impigliati, così  la sarta capisce quale materiale potrà utilizzare per cucire l'abito dell'Uomo-Uccello.

Sopra: Questa immagine rappresenta Anna di fronte al Pettine del Vento, nel quale si possono vedere dei capelli di Vento impigliati. La scena ha un'ampia visuale, tanto che la ragazza appare molto piccola in proporzione al resto dell'immagine, ella però spicca comunque grazie ai colori dell'abito e dei capelli (blu e rosso) che si distaccano molto da quelli del paesaggio (marrone e bianco).

Il giorno dopo il Vento ritorna a soffiare e a far muovere le pale dei mulini, spandendo per le vie del villaggi i desideri dimenticati, così gli abitanti cominciano a ricordarli e le Macchine Perfette si spengono una dopo l'altra. Nel frattempo la nostra protagonista ha finito di cucire l'abito e lo porta all'Uomo-Uccello che finalmente può realizzare il suo sogno: volare, mentre tutti gli abitanti festeggiano il ritorno del Vento.

Come avrete capito questa è una di quelle storie che vuole spingere la gente a continuare a sognare e a credere nei propri sogni, e lo fa con un racconto bello, delicato e a suo modo profondo. Certo, l'autrice non fornisce al lettore tutti i particolari, soprattutto non racconta come e da dove siano sbucate le Macchine Perfette, perché questo non è un fatto rilevante per Blanco; al lettore deve bastare sapere che un giorno queste Macchine sono arrivate in questa Valle cambiando la vita degli abitanti.
Il fatto di attribuire alle macchine la perfezione è un po' uno stereotipo, ma in questo caso è una cosa voluta in quanto, proprio perché queste evocano solitamente nella mente umana questa idea, il lettore sarà subito portato ad associare, grazie a un impatto immediato, l'idea "macchina" e "perfezione", e in questo modo terrà presente questa associazione più facilmente durante la lettura.
Bisogna infatti considerare che questo libro illustrato è indirizzato a lettori a partire dai 3 anni, per cui, sfruttando un'idea comune, anche se forse un po' stereotipata, vuole probabilmente aiutare i piccoli (ma non solo, in quanto i nostri stereotipi ci accompagnano fino alla morte) a cogliere in maniera più immediata l'idea della perfezione, una cosa che può essere difficile da descrivere e da rappresentare se non si usano metafore chiare e comprensibili.
Inoltre le macchine, oltre a dare l'idea della perfezione, sono anche viste solitamente come cose non dotate di sentimenti, insensibili, incapaci di provare emozioni e, in questo racconto, perfino idee. In effetti una delle grandi sfide dell'umanità è proprio quella di creare robot capaci di provare sentimenti e pensieri simili a quelli di un essere umano, superando un limite fin'ora invalicabile. Moltissime opere, letterarie e cinematografiche, hanno trattato questo dilemma, ma non è questo il caso del libro della Blanco e della Docampo, il quale invece vuole sfruttare un'idea comune a proprio vantaggio, per far arrivare al lettore un altro tipo di messaggio.
Il fulcro di questa storia non sono infatti le Macchine, sulle quali in effetti ci si sofferma poco, limitandosi a descriverne l'unico tratto essenziale (il fatto che sono perfette, esse ed ogni cosa che fanno), senza approfondire ulteriormente l'argomento. Basta pensare al fatto che non ci viene nemmeno spiegato da dove vengono, da chi o come sono state create o anche semplicemente come sono giunte proprio in questo villaggio. Nulla di tutto questo, al lettore deve bastare sapere che sono, appunto, Macchine Perfette, e le conseguenze che il loro arrivo ha avuto; sono semplicemente un mezzo narrativo, non il fine.

Sopra: Questa scena rappresenta il giorno in cui arrivarono nella Valle le Macchine Perfette. Il fatto interessante, che si può evincere solamente tramite le illustrazioni, è che queste macchine non sono veri e propri robot, ma sono come degli abiti con dei caschi che le persone devono indossare, rinchiudendosi al loro interno. Dietro a quello che dovrebbe essere il generatore che alimenta o carica le Macchine possiamo vedere la nostra protagonista, immediatamente riconoscibile dai suoi capelli. Come è facile vedere le tinte presenti sono il bianco e il marrone, poi il blu/azzurro e infine il rosso, visibile in un unico elemento.

Un particolare a cui prestare attenzione è la scelta dei nomi all'interno di questo libro: ad esempio il nome delle Macchine Perfette indica ciò che queste sono, niente più e niente meno.
Più interessante è invece quello dell'Uomo-Uccello, il quale, in questo caso, indica non ciò che è ma ciò che sarà, si riferisce al futuro, al suo destino. Potrebbe essere interessante chiedersi da dove derivi questo nome, se glielo hanno dato alla nascita (come una sorta di nome profetico) o se se lo è scelto lui stesso dopo aver scoperto il suo desiderio più grande. Comunque sia, anche non conoscendo il passato di questo personaggio, il suo nome contribuisce a far intendere al lettore qual è il suo desiderio, e quindi lo scopo a cui si vuole arrivare, fornendo quindi, in modo immediato e chiaro, il suo ruolo nella storia.
Dopotutto, le prime cose che vengono in mente (specialmente ai bambini) quando si pensa ad un uccello sono: ha le ali e quindi vola. Tuttavia questo Uomo-Uccello non ha le ali, e infatti non può volare, quindi non sarebbe più un Uomo-Uccello, ma solamente un uomo, per cui è immediato, se non ovvio, pensare che il desiderio, lo scopo di vita, di questo personaggio sia quello di costruirsi un paio d'ali per poter volare.
Anche il nome "Pettine del Vento", riferito a delle rocce alte e strette in fila l'una accanto all'altra, esprime, anche se in modo più metaforico, ciò a cui si riferisce: questa serie di rocce, pur non essendo un vero e proprio pettine (come quelli che noi usiamo per pettinarci i capelli) hanno però una caratteristica tipica di questo oggetto: trattengono i capelli che si impigliano nei loro denti. Anche in questo caso, quindi, l'autrice ha sfruttato un nome per assegnare a un elemento una caratteristica propria e facendo così in modo che questa venga capita immediatamente dal lettore.
Lo stesso discorso può valere anche per il nome della Valle (la Valle di Mulini) o per il Giardino dei Soffioni: questi nomi descrivono, riportano e contengono, le caratteristiche di ciò a cui si riferiscono.
L'unica eccezione è il nome della protagonista: Anna, il quale è infatti  l'unico presente nel libro che fa riferimento a uno esistente anche nel nostro mondo. Esso significa grazia, o graziosa, misericordia, pietà e, secondo la tradizione, chi lo possiede è una persona con un forte senso di giustizia e di ordine.

Sopra: La sarta Anna sta esprimendo il suo desiderio nel Giardino dei Soffioni. Anche in questa illustrazione si possono notare le tinte che l'artista ha scelto di adottare per questo libro: il marrone del terreno (nella parte bassa dell'immagine), il bianco dei soffioni, il blu/azzurro dell'abito della protagonista e del cielo, e il rosso (l'unico colore acceso presente nella scena) dei capelli della giovane. 

Passando ad analizzare i disegni, realizzati dalla Valeria Docampo, ci si può accorgere che, oltre ad essere molto graziosi e belli, essi presentano anche alcune caratteristiche interessanti. Ad esempio, come potete vedere anche dalle immagini che ho riportato sopra, gli unici personaggi colorati con tinte che spiccano (il blu e soprattutto il rosso), sugli sfondi bianchi e marroni sono l'Uomo-Uccello e la protagonista.

Sopra: In questa immagine, con una prospettiva dall'alto,  si può chiaramente notare come la protagonista sia l'unica persona del villaggio ad essere stata dipinta con colori differenti dai toni del marrone, che invece hanno tutti gli altri abitanti.

In questo libro predominano, infatti, solo alcuni colori: il bianco e le sfumature del marrone, a cui l'artista contrappone il blu del cielo notturno e dell'abito della protagonista, ed elementi dal colore rosso, come i capelli di Anna e i pantaloni dell'Uomo-Uccello.
Sopra alcuni disegni, inoltre, la Docampo traccia dei tratti e dei segni bianchi che rappresentano elementi particolari delle illustrazioni, come ad esempio i soffioni o le ali fatte con i capelli del Vento dell'Uomo-Uccello. Questi tratti si differenziano nettamente dallo stile delle immagini del libro, essendo più semplici e meno curati, volutamente più simili a degli schizzi veloci, oppure ai disegni che farebbe un bambino.

Sopra: In questa scena, in cui l'Uomo-Uccello ha finalmente realizzato il suo sogno grazie all'aiuto della sarta, si possono vedere gli elementi bianchi realizzati con uno stile differente rispetto al resto delle illustrazioni.

Questa è un'opera con dei bei disegni, dai tratti morbidi e toni caldi, che vuole ricordare alle persone l'importanza e la bellezza dei propri sogni e la forza dei propri desideri. Sarebbe inoltre interessante chiedersi quale sia il legame, in questa storia, tra il Vento, i sogni e le Macchine Perfette. Infatti gli abitanti smettono di sognare quando scoprono queste ultime, le quali avverano tutti i loro desideri e soddisfano tutti i loro bisogni. Il Vento smette invece di soffiare quando gli abitanti si dimenticano dei loro mulini, ma ritorna quando Anna vuole soffiare su un soffione per esprimere un desiderio e, il giorno dopo, esso ritorna a far girare le pale dei mulini nella Valle, riportando agli abitanti i loro desideri dimenticati, facendo così spegnere le Macchine Perfette.

Questo libro è stato pubblicato nel 2012 dalla Alice Editions col titolo  "La Valleé des Moulins", è giunto in Italia l'anno successivo edito dalla Terre di Mezzo Editore. Ha 40 pagine e misura 25,5 cm d'altezza e 24,3 cm di lunghezza, il suo prezzo e di 15 euro.

Tutti i diritti appartengono ai legittimi proprietari, non vi è alcun intento di infrangere il copyright. Le immagini e i testi sono utilizzati a scopo puramente informativo.

Nessun commento:

Posta un commento