lunedì 11 marzo 2024

Il rossetto di Tass Imache

"Il rossetto" di Tass Imache è un altro volume (precedentemente vi avevo parlato di "La notte dei fantasmi" di Julien Green) che fa parte di una colla chiamata "Brivido", edita tra il 1990 e 1995 dalla casa editrice Sonda. La serie riuniva dei libri di genere giallo/horror, con caratteri grandi e illustrazioni, opera di vari autori, per cui ogni volume della collana è indipendente e autonomo.
Come cita la breve presentazione questa serie doveva essere: "La prima collana di libri gialli per bambini dai sette agli undici anni che non hanno paura di avere paura".
Ogni volume è illustrato da un disegnatore differente, in questo caso l'artista è Anne Tonnac.

 Sopra: Le copertine di tale collana si caratterizzano per disegni dai colori vivaci che spiccano su uno sfondo nero, così come accade per questo titolo, in cui vediamo la protagonista a sinistra mentre  guarda la bobina di un film tenuto in mano da una donna straniera che ha incontrato all'hotel del padre.
 
 La storia è raccontata da una bambina, che non riferirà mai il suo nome, anche se il padre la chiama "cerbiattino" perché, come dice lui: "Sembri un cerbiatto con quelle gambette sottili e gli occhi grandi così".
La vicenda è ambientata a Poggioli, dove il padre della bambina possiede un albergo, dove un giorno arriva una giovane donna bagnata fradicia in cerca di una camera, ma la stagione è finita, così viene mandata presso una camera in affitto. 
Il giorno dopo la bambina è sola in casa perché il padre è andato a caccia. La bambina sa che, se dovessero arrivare tre uomini da una collina lei deve uscire di casa di nascosto e andare a nascondersi nel ripostiglio. Queste persone a quanto pare sono gente losca con cui il padre della bambina aveva svolto un lavoro due anni fa e che "non hanno mai voluto che mi ritirassi in questo posto tranquillo, con te."
Quel giorno qualcuno apre la porta: è la donna del giorno prima, peccato che poi arrivino all'albergo anche i tre uomini pericolosi.
 
 Sopra: La prima illustrazione che troviamo nel libro, la quale mostra la giovane protagonista, nonché narratrice, mentre sta leggendo un libro in poltrona.
 
I testi sono accompagnati dalle illustrazioni di Anne Tonnac, che sono in bianco e nero, con delle forti zone di contrasto tra quelle chiare e quelle scure, in effetti ci sono alcune parti delle immagini che sono molto scure e in ombra.
 Lo stile della Tonna, artista algerina, sono abbastanza particolari, anche se hanno sicuramente un asoetto più realistico rispetto a quelle che abbiamo trovato in "La notte dei fantasmi", realizzate da Michelangelo Iaffaldano. A colpire subito il lettore è appunto il forte contrasto tra le zone chiare e i punti bui. Inoltre, sebbene i volti dei personaggi siano disegnati abbastanza chiaramente, con delle linee nette e ben visibili, il resto degli elementi è creato al contrario con tratti più "tremolanti" e rapidi, oppure a a volte la coproreità di certi elementi è data proprio dal contrasto tra bianco e nero più che per delle vere e proprio linee tracciate a segnarne i contorni.
Sebbene nei disegni gli elementi principali siano sempre ben visinili e identificabili (soprattutto le persone e i loro volti) nell'insieme, a primo impatto, i disegni danno una sensazione un po' confusionaria, come se ci fossero tanti elementi mischiati insieme, trasmettendo a volte (soprattutto nelle immagini a pagina intera) una sensazione un po' di pesantezza visiva.
Nonostante questo esse rimangono delle buone e valide illustrazioni, sicuramente dotate di un loro fascino, che hanno lo scopo di rappresentare ciò che viene descritto nei testi, riproducendo delle scene della storia e mostrando anche i personaggi coinvolti (la narratrice, suo padre, la straniera, i tre malviventi). Cinsiderando però che il libro è rivolto a una fascia d'età a aprtire dai sette anni non so quanto bambini di questa età apprezzerebbero dei disegni simili, perlomeno i bambini di adesso (il libro è stato pubblicato agli inizi degli anni Novanta invece), abituati a disegni dai tratti netti, semplici e precisi, molto colorati con tinte accese e brillanti.
 
 

 
 Sopra: Alcune delle illustrazioni in bianco e nero di Anne Tonnac presenti all'interno del libro.
 
"Il rossetto" di Tass Imache narra una storia raccontata in prima persona attraverso gli occhi della bambina protagonista, la quale vive in un tranquillo paese di montagna dove un giorno arriva questa donna straniera. Il titolo del libro si riferisce al fatto che tale donna, quando arriva all'hotel, non porta il rossetto, mentre le sue labbra sono violette per il freddo e la pioggia. E' la bambina a chiederle (senza sapere neanche lei perchè) se ha il rossetto, e la donna le risponde "No, mai  in primavera, mai. Invece in inverno metto un rossetto rosa e in estate quello rosso". Quando la bambina le chiede come mai mai in primavera la donna risponde: "E beh, in primavera, sai, vado in giro, certe volte mi perdo e prendo freddo, proprio come stasera, allora mi vengono le labbra violette da sole, senza metterci niente".
Anche questo libro racconta una storia abbastanza particolare, ma se "La notte dei fantasmi" era particolare perchè amnientata nel mondo dei sogni e dell'immaginazione, questa storia invece è particolare per la sua crudezza e per il realismo. Essa infatti riporta dei fatti storici, in particolare si fa riferimento alla guerra combattuta per la liberazione dell'Algeria dal dominio coloniale francese, che terminò nel 1962, con l'Ageria che ottenne finalmente l'indipendenza, seppure a caro prezzo.
La donna infatti era una delle vittime di questa guerra, tornata per vendicarsi di uno dei soldati che avevano provocato lo sterminio della sua famiglia, di cui lei è l'unica sopravvissuta. È stata lei ad assoldare i tre uomini, anche se poi, dopo aver conosciuto la bambina si pente del suo gesto.
Una storia abbastanza cruda quindi, seppur molto breve, narrata dal punto di vista della bambina che, come i lettori, è all'oscuro di tutto ed è convinta che il padre sia un bravuomo, capace di uccidere solo pernici, anche se alla fine il padre le promette di raccolntarle tutta la verità a proposito della guerra in Algeria.
La storia quindi è abbastanza cruda come dicevo, sebbene molto breve, illustrata e scritta con caratteri grandi e ben leggibili, che a prima vista parrebbero adatti ad essere letti anche da un settenne, mentre la storia per essere affrontata e compresa forse richiede dei lettori di almeno 8/9 anni. Anche le illustrazioni di Anne Tonnac d'altronde sembrano adatte per essere apprezzate da un pubblico più maturo rispetto a dei settenni, nonostante esse siano piuttosto numerose all'interno dei testi e di dimensioni abbastanza grandi.
Dopotutto l'età indicata per i volumi di questa collana è dai 7 agli 11 anni, una fascia d'età un po' strana poiché molto ampia se si pensa che essa si rivolge a dei bambini, le cui competenze e conoscenze cambiano tantissimo nel giro di poco tempo: c'è un'enorme differenza tra le competenze di lettura e comprensione del testo e le capacità di elaborazione emotiva e cognitiva di un settenne e quelle di un undicenne. Se nel precedente volume il formato del libro (lunghezza dei testi, grandezza dei caratteri, presenza di illustrazioni) e la storia poteva anche coincidere, in questa invece non molto, in quanto la storia è adatta ad un pubblico di lettori più maturi che però, vedendo l'aspetto del libro (piccolo e molto sottile, con tante immagini e con una scrittura grande e ariosa), raramente penso che lo prenderebbero in mano, a meno che non si tratti di lettori con delle scarse competenze di lettura e che quindi potrebbero essere attratti dalla speranza di una lettura molto rapida.
Per curiosità sono andata a guardarmi il titolo originale, e ho scoperto che esso era inserito in una collana (che continua anche attualmente) edita in Francia dalla Syros col titolo "Souris Noir", secondo la descrizione francese la collana "chiamata così in omaggio alla celebre “Série Noire”, è stata lanciata da Joseph Périgot e pubblica i più grandi autori del romanzo noir francese fin dalla sua creazione (nel 1986!). Lì troviamo investigatori sagaci e perspicaci, detective che si mettono sistematicamente nelle situazioni peggiori e persino eroi loro malgrado... Ma tutti vogliono che sia fatta giustizia!". Qui potete trovare il sito della casa editrice con i suoi titoli più recenti riguardo a questa collana.

     
Sopra: Le copertine originali francesi della collana "Souris Noir", la prima a sinistra è proprio quella di "Il rossetto".
 
Quest'opera è stata edita in originale dalle Syros nel 1988 col titolo "Le rouge à lèvres" ed è stata pubblicata in italiano nel 1992 dalle Edizioni Sonda, ha 34 pagine, la copertina flessibile e misura 20,5 cm d'altezza e 13 cm di lunghezza e costava 9000 LIRE.

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