lunedì 22 febbraio 2016

Carlo alla scuola per draghi di Alex Cousseau e Philippe-Henri Turin

"Carlo alla scuola per draghi" è un libro illustrato pubblicato nel 2010 in francese e tradotto in italiano l'anno successivo. I testi sono di Alex Cousseau mentre le splendide illustrazioni sono opera di Philippe-Henri Turin.

Sopra: La copertina di "Carlo alla scuola per draghi", pubblicato in italiano nel 2011 dalla Motta Junior.

L'inizio di questa storia ci porta in una giornata nebbiosa del 1821, più precisamente il 9 aprile, il giorno in cui nascerà il nostro protagonista: Carlo, un draghetto con dei piedi enormi e delle ali gigantesche. I genitori comunque non ne fanno un problema, anzi, lo considerano il più bel draghetto del mondo, e amano ascoltare le poesie del figlio, perché Carlo è dotato anche di una grande immaginazione, e ama la poesia, soprattutto quella triste.

Sopra: Carlo mentre declama versi poetici davanti ai genitori, che lo amano molto. In questa illustrazione il draghetto è veramente il protagonista e il centro della scena, egli è infatti stato posto perfettamente in posizione centrale, col sole alle sue spalle e i genitori da un lato e dall'altro.

Dopo tre anni però anche Carlo deve affrontare il primo passo verso l'indipendenza, e la prima separazione dei genitori: la scuola. Eh già, perché, proprio come tutti i bambini (guarda te il caso), anche i piccoli draghi devono andare a scuola per imparare, nel loro caso, a volare e sputare fuoco.
Tuttavia , nonostante tutti i draghetti siano effettivamente molto diversi gli uni dagli altri, nessuno di loro ha le ali e i piedi grandi come quelli del nostro protagonista, e nemmeno la sua immaginazione. Diciamo che Carlo comunque non si dimostra fin da subito molto affabile, tanto che risponde subito a uno dei suoi compagni così:
"Sono solo un drago in un corpo di gazzella
Osserva le mie ali, odi la mia favella
Ammira i miei piedi, sono come due pietroni
Con cui puoi vedere le stelle, se ti pesto i pollicioni".
Per ciò non sorprende che gli altri lo classifichino come quello che parla in modo strano e che schiaccia i piedi a tutti. Inoltre mentre gli altri imparano giorno dopo giorno a sputare fuoco e a volare Carlo, non riuscendo a fare nessuna delle due cose, preferisce rimanersene in disparte a scrivere poesie.

Sopra: Carlo si tiene in disparte, concentrandosi sul suo quaderno, in cui scrive poesie, invece di bruciarlo. Da notare come l'artista abbia posizionato tutti i draghi nella parte sinistra del foglio, compreso il nostro protagonista, che tuttavia è stato posto al di fuori dei contorni dell'illustrazione, mentre dà le spalle agli altri compagni, come a voler dire che lui, con gli altri, non vuole proprio averci niente a che fare.

Anche quando ormai manca poco alla fine della scuola per il nostro protagonista la situazione non è cambiata, finché, fuggito vicino a un vulcano, quest'ultimo erutta e, quando pensa che sia ormai la fine, una piccola mosca riesce a farlo volare. E mentre l'insegnante, i compagni e i genitori lo vedono librarsi nell'aria Carlo si allontana all'orizzonte sentendosi pronto per affrontare il mondo.

Sopra: Ecco l'immagine con cui l'artista ci mostra la scena in cui tutti vedono che il draghetto poeta ha finalmente imparato a volare, e le sue ali sono così grandi da coprire la luce del sole. La prospettiva è dal basso verso l'alto, in questo modo l'illustratore ci mostra il punto di vista di tutti i draghi che stanno assistendo a quell'incredibile spettacolo. Inoltre, se nella metà in basso del foglio sono presenti i draghi, la metà in alto è lasciata tutta a Carlo.

Sebbene la storia non sia originalissima rimane comunque sempre attuale, dopotutto bambini che inizialo la scuola ce ne sono sempre, così come i bambini che devono imparare a gestire la propria diversità, o quelli che devono capire che per raggiungere degli obbiettivi a volte bisogna crederci davvero, e ancora quelli che stanno cominciando ad conquistare la propria autonomia. Insomma questo libro parla di molte questioni che molti bambini si ritrovano a dover affrontare: il primo giorno di scuola, che segna l'ingresso in un mondo diverso da quello familiare, un mondo in cui venire accettati e amati incondizionatamente non è più così scontato (e che proprio per questo segna il primo passo verso l'autonomia), un mondo in cui bisogna imparare anche a gestire le relazioni con gli altri (anche se questo può essere difficile), in cui bisogna saper accettare le proprie diversità e imparare a sfruttarle al meglio, utilizzandole come una risorsa ...
Parlando invece del protagonista, Carlo, nel libro rappresenta il diverso sotto molteplici aspetti: ha delle diversità fisiche, come le sue enormi ali e i suoi grandi piedi; caratteriali, poiché è infatti una di quelle persone (o draghi in questo caso) che amano la solitudine, stare soli con se stessi (tra l'altro spesso anche questo tipo di bambini tendono a venire isolati dai compagni) e ha pure degli interessi, delle passioni, diverse da tutti gli alti, ciò la poesia, caratteristica che ben pochi assocerebbero a un drago. Inoltre fino alla fine Carlo fallisce in tutte quelle cose che invece ai suoi compagni riescono così bene (volare e sputare fuoco).

Sopra: Alla fine dell'anno scolastico Carlo non ha ancora integrato coi compagni, anzi, la sua situazione di isolamento si è aggravata ancora di più, come ci mostra anche l'immagine qui sopra. L'artista ha infatti rappresentato il protagonista in un angolo della pagina, mentre dà le spalle agli altri, intento a scrivere nel suo quaderno, quasi completamente all'esterno dei margini dell'illustrazione che racchiude invece tutti gli altri draghi.

Insomma, Carlo, per certi versi, mi ricorda un po' la figura di Dumbo, il quale era un elefante nato con delle orecchie troppo grandi e, proprio come quest'ultimo, anche Carlo imparerà a volare, anche se il nostro draghetto aveva la possibilità e le capacità di farlo fin dall'inizio, doveva solo credere maggiormente in sé e provarci davvero. Non è un caso che, quando finalmente riesce a spiccare il volo, egli lascia cadere il suo quaderno di poesie, che erano tutte poesie tristi, riuscendosi finalmente a librarsi nell'aria.
Infatti Carlo, a differenza di Dumbo, contribuisce egli stesso alla sua solitudine, mostrandosi fin da subito non troppo gentile con i compagni (a cui schiaccerà un piede), e rimanendosene da solo per tutto il tempo con i suoi quaderni di poesie (che alla fine dell'anno diventeranno 18), grazie a un carattere piuttosto chiuso e scostante. Carlo infatti non è un tipo molto positivo, anzi, tende a vedere più spesso il lato triste e negativo delle cose (il bicchiere mezzo vuoto insomma), ad esempio, quando arriva la primavera il draghetto scrive:
"I canti degli uccelli bucano le orecchie
i fiori tappano le narici, il sole brucia gli occhi
i colori accesi mi paiono fetecchie
questa felicità fasulla è solo per i pidocchi."
Non molto simpatico vero? E neppure positivo.
Insomma, Carlo lasciando andare il suo quaderno di poesie tristi, nel momento in cui finalmente riesce a volare,  lascia andare, in un certo senso, anche buona parte del suo pessimismo, aprendosi così al mondo e compiendo un importante passo: crescere.

Sopra: Ecco il momento in cui Carlo impara finalmente a volare, dopo aver lasciato cadere il suo quaderno di poesie tristi.

Tanto che infatti il libro alla fine si conclude con il protagonista, che ha anche imparato a sputare fuoco oltre che a volare, col cuore pieno di gioia, che si allontana nell'orizzonte ricco di promesse, ormai abbastanza cresciuto per andare nel grande mondo.
Naturalmente Carlo non compie il grande passo tutto da solo, sarà una mosca (un essere così piccino e spesso insignificante, specialmente se confrontato con un drago) a fargli capire che, con quelle enormi ali per librarsi in cielo e quei grandi piedi per virare, non c'è proprio nulla che possa impedirgli di volare, dopotutto se lei con delle ali così piccole riesce a farlo e pure a compiere acrobazie perché lui no?
Il protagonista non è quindi il solito bambino (o draghetto) che viene bullizzato ed isolato senza aver fatto nulla di male, la solita "pecora nera" in mezzo a un gregge di bianche (anzi anche tutti gli altri graghetti sono tutti diversi tra loro), ma è un personaggio ben più sfaccettato e complesso, che presenta lati positivi e negativi.
La scelta inoltre di ambientare il tutto in un mondo abitato da draghi è molto azzeccata, in questo modo infatti ogni lettore può identificarsi meglio coi personaggi del libro, in effetti questo espediente è molto utilizzato nei libri per l'infanzia, che spesso propongono come personaggi degli animali (ad esempio topi o maiali in special modo). Anche se i draghi non sono utilizzati molto spesso in questo senso, questo libro riesce benissimo nell'intento, dopo tutto questi animali fantastici posseggono una grande attrattiva, a tutte le età.
E non bisogna certo dimenticare le tavole dell'illustratore Philippe-Henri Turin, che sono davvero splendide e perfette per questa storia. Esse sono magnifiche, molto dettagliate (il lettore potrà distinguere ogni tipo di drago presente nel libro, e sono davvero tantissimi e tutti diversi tra loro), coloratissime, con un interessante uso degli spazi e delle prospettive, e di grande impatto. Quest'ultimo elemento è contribuito anche dalle dimensioni del volume, che è tra i più grandi (se non proprio il più grande) che io abbia mai visto: 40,5 cm d'altezza e 28,5 di lunghezza. Se poi contate il fatto che questo libro è un prodotto destinato sopratutto ai bambini pensate quanto deve risultare enorme ai loro occhi. Dopotutto un libro che parla di draghi non avrebbe avuto lo stesso impatto se lo avessero realizzato in piccole o medie dimensioni, i bambini sanno che i draghi solitamente sono belli grandi.

Sopra: L'isolamento di Carlo inizia fin dal primo giorno di scuola, in questo caso tutti i draghi sono collocati nell'angolo in basso a destra, mentre il protagonista in quello in alto a sinistra. Da notare inoltre la ricchezza dei particolari e la varietà con cui sono stati rappresentati i vari draghetti, che sono tutti diversi l'uno dall'altro.

Sopra: Anche in questa immagine, in cui a differenza delle altre predomina il bianco della neve, ci si può lasciare incantare dai particolari e dal sapiente uso dei colori. In questo caso gli unici punti colorati sono i draghetti, posti nella porzione alta del foglio, mentre Carlo è in basso, verso destra. Provate a immaginarvi questa illustrazione delle sue dimensioni reali: più di 40 cm d'altezza e più di 55 cm di lunghezza.

I testi sono in prosa, tuttavia ogni tanto sono presenti anche delle rime, quelle di Carlo appunto, di cui vi ho già riportato qualche esempio sopra.

Per quanto riguarda l'edizione "Carlo alla scuola per draghi", in originale "Charle à l'école des dragons" è stato pubblicato in francese nel 2010 dalla Seul Jeunesse e in italiano nel 2011 dalla Motta Junior. Il libro ha 44 pagine e misura, come ho già detto, 40,5 cm d'altezza e 28,5 di lunghezza. I costo è di 20 euro per l'edizione francese e 18,50 per quella italiana.
Ho scoperto, inoltre, che la Seuil Jeunesse ha ripubblicato questo libro nel 2014 (e il suo seguito nel 2015), ma in un formato tascabile, più piccolo (19 x 15 cm)  e più economico (5,90 euro).

P.S. Di questo libro esistono  anche due seguiti: il primo intitolato "Carlo e il ciclope Polifemo", in originale "Charles, prisonnier du ciclope" del 2012; e il secondo "Charles amoreux d'une princesses" pubblicato in francese nell'ottobre del 2015.

Tutti i diritti appartengono ai legittimi proprietari, non vi è alcun intento di infrangere il copyright. Le immagini e i testi sono utilizzati a scopo puramente informativo.

Nessun commento:

Posta un commento