lunedì 17 giugno 2019

Good faeries/Bad faeries di Brian Froud

Brian Froud è un famoso pittore e illustratore inglese, di cui avevo precedentemente recensito una delle sue opere più famose (se non la più famosa), arrivata in Italia nel 1979 con titolo di "Fate". Oggi vi parlerò di un'altra sua opera: "Good faeries/Bad faeries", anche se forse meno famosa della precedente, nonostante ne sia il seguito.

 
Sopra: Siccome questo volume è diviso in due parti, una che tratta delle fate buone e l'altra di quelle cattive, anche il libro è stato letteralmente diviso in due parti, fornendo a ciascuna una differente immagine. Così a sinistra potete vedere la copertina della parte che tratta delle fate buone, mentre a destra quella che tratta delle fate cattive.

Questo volume è diviso in due parti, come suggerisce anche il titolo: la prima tratta delle "fate buone" e l'altra delle "fate cattive". Come ci ha infatti insegnato Brian Froud, e come ci ricorda tramite quest'opera, "faeries aren't all sweetness and light" ("Le fate non sono tutte dolcezza e luce"), ma nel loro mondo vi possiamo trovare sia soggetti benevoli sia malvagi, così come nel mondo umano. Bisogna innanzitutto prima specificare, come fa l'autore all'inizio, che egli considera "fate" tutte le creature del piccolo popolo, tra cui anche i boggart, i bogles, i brownies, le banshees ... solo per citare i più conosciuti. Le "fate" quindi ci possono apparire in molteplici forme, proprio perché esse non hanno un corpo fisso, ma un corpo, al contrario, facilmente mutabile. Per Froud le fate, nella loro assenza, sono "abstract structures of flowing energy (energia fluente), formed of an astral matter (materia astrale) that is so sensitive as to be influenced by (da essere influenzata da) the emotion and thought (pensiero)". Nella loro forma primaria noi quindi le percepiamo come forze pulsanti di luce radiante, con un centro luminoso situato nelle regioni della testa o del cuore. Esse rispondono sia a modelli mitologici sia ai pensieri umani, assumendo forme che riflettono la natura umana, animale, vegetale e perfino minerale. La natura delle fate possiede varie sfaccettature: guardiane, madrine, muse... tutte figure che verrano esplorate in questo libro.
Dopo la prefazione vi è un'introduzione che tratta dell'esistenza delle fate, all'uso che l'autore fa del termine "fate", i vari nomi con cui esse vengono chiamate, della loro classificazione, della loro fisiologia, della loro scienza e delle loro forme di comunicazione.
Dopodiché vengono finalmente presentate le fate buone, le quali sono l'incarnazione delle energie curative che fluiscono attraverso la natura e attraverso noi stessi . Tali fate sono in grado di rivelarci segreti nascosti delle nostre anime e tra di esse vi troviamo le fate madrine, quelle della gioia, le guardiane delle spade, le Ondine, i Pan, le donne verdi, gli gnomi, i Pixies...
Per andare a scoprire l'altra parte del libro bisogna proprio girare quest'ultimo e, una volta girato, vi possiamo leggere un'altra introduzione, la quale, questa volta, ci parla dei pericoli di morte legati alle fate, il loro lato oscuro, i loro difetti, la loro musica e di alcune protezioni contro le fate.
Infine possiamo fare la conoscenza delle fate cattive, creature talvolta anche solo maleducate, oppure esseri che possono arrivare anche  provare piacere nella semplice e pura malvagità. Sono quelle fate che si nascondono dietro ai vari problemi delle persone, da quelli più banali (quando non trovi qualcosa) a quelli più profondi e oscuri (come essere responsabili di sentimenti ed emozioni negative).

 
Sopra: Queste immagini ci mostrano un paio delle creature fatate presenti nel volume. Quella a sinistra rappresenta una fata buona (una Primrose Faery), mentre a sinistra possiamo vedere una fata cattiva (un Pang of regret).

Le illustrazioni realizzate da Brian Froud sono molto belle, curate, dettagliate e posseggono uno stile unico e assolutamente riconoscibile. Ciò che contraddistingue le fate di questo artista è l'originalità con cui egli le ha disegnate e rappresentate, riuscendo a creare un nuovo immaginario, insolito, legato a queste figure fantatiche. In effetti l'artista ha scritto che: "I discovered much about faery nature in a dalily, very personal way", e in effetti il suo modo di vedere e concepire le fate è sicuramente molto personale, tanto da affermare che il lettore, sfogliando questo libro, guardando queste immagini, sta guardando le fate attraverso gli occhi dell'artista e il suo cuore. L'artista infatti afferma: "I see my picture as maps of the journeys (viaggi) I've taken through the realms of the soul (regni dell'anima). And I hope that these maps will lead (condurre) you to find (trovare) faery pathways (percorsi fatati) of your own".
Quando dipinge egli non è interessato a dare chissà quale illusione della profondità o creare chissà quale prospettiva, i suoi quadri sono "like tapestries (arazzi): flat surfaces (superfici piatte) woven (intrecciate) with the threads (fili) of ideas and emotions". Sotto le figure vi è però uno strato nascosto di geometrie, una struttura che collega ciascun elemento dell'immagine, andando a formare quasi una mappa. Per l'artista i suoi quadri sono come degli scorci del reame fatato, pieni di simboli, di cui ogni spettatore può cogliere un diverso significato simbolico ed emotivo, per cui il vero significato di questi dipinti si rivela solo individualmente e può essere diverso per ciascun lettore. Froud comunque afferma che egli cerca di dare a ogni suo dipinto una molteplicità di significati, creando delle immagini che consentano a chi le guarda di impegnarsi in un dialogo personale, il quale può anche variare nel corso del tempo.

 
Sopra: Le illustrazioni realizzate da Brian Froud, come quelle che potete vedere qui sopra, sono molto belle, curate, dettagliate e posseggono uno stile unico e assolutamente riconoscibile. In particolare qui sopra a sinistra potete vedere la regina delle Fate Cattive, mentre a destra  troviamo una fata buona , una Gwenhwyfar.

Le creature fatate di Brian Froud presentano una gran varietà di forme e di sembianze, e può essere sicuramente interessante per il lettore cercare di interpretarne l'aspetto. Molto spesso queste fate non sono semplicemente belle ragazze dotate di ali di farfalla, talvolta sembrano esseri fatti di luce e senza una forma precisa (se non appena abbozzata), altre volte le proporzioni dei loro corpi, anche umani, sono volutamente sproporzionate, presentando magari visi, mani, arti ed occhi molto allungati. Molte altre volte, invece, gli esseri rappresentati da Froud ricordano solo  lontanamente delle figure umanoidi, fino ad assomigliare più a degli animali, a degli alieni o a dei mostriciattoli.

 

 
Sopra: Le creature fatate di Brian Froud presentano una gran varietà di forme e di sembianze: qualche volta possono somigliare a belle ragazze dotate di ali da farfalla (come nel caso della fata dell'immagine in alto a sinistra); altre volte, pur avendo un aspetto umano, le proporzioni dei loro corpi sono volutamente sproporzionate (come nel caso della fata nell'immagine in alto a destra). Talvolta gli esseri rappresentati da Froud ricordano solo  lontanamente delle figure umanoidi, fino ad assomigliare più a degli animali o a dei mostriciattoli (come quello dell'immagine in basso a sinistra), alcuni invece sembrano esseri fatti di luce e senza una forma precisa (se non appena abbozzata), come le creature dell'immagine in basso a destra.

L'aspetto più interessante delle fate di Brian Foud è quello di possedere una natura al contempo benevola, malevola e soprannaturale. Anche le fate con l'aspetto più bello si vede che appartengono a un mondo diverso da quello umano, un universo soprannaturale appunto.
Tale natura soprannaturale viene espressa dall'artista, oltre che attraverso l'aspetto, anche tramite i colori che egli utilizza per le sue creature fatate. Le sue fate, infatti, molto spesso non hanno una pelle rosa, come quella degli essere umani, ma vengono ritratte con una pelle bluastra, che sembra emanare una luce propria. Il blu è in effetti uno dei colori che Froud utilizza maggiormente nei suoi lavori, a volte aggiungendovi qualche tocco di bianco (per dare l'effetto della luminosità), di rossiccio o giallo. In alcuni quadri invece l'artista utilizza anche colori più caldi, tra cui il marrone o il rosso. I colori utilizzati dall'artista risultano comunque sempre piuttosto cupi e mai eccessivamente vivaci o brillanti.

 

 
Sopra: L'aspetto più interessante delle fate di Brian Foud è quello di possedere una natura al contempo benevola, malevola e soprannaturale. Anche le fate con l'aspetto più bello (come la maggior parte di quelle qui sopra) si vede che appartengono a un mondo diverso da quello umano, un universo soprannaturale appunto.

"Good faeries/Bad faeries" è un bellissimo volume, che tutti gli amanti delle fate o, più in generale, delle creature del folclore e del mondo magico sarebbero contenti di avere e di sfogliare. A differenza del suo predecessore ("Fate"), il quale si concentrava sulle fate del passato, di vecchi racconti Britannici, questo volume presenta al pubblico "the magic in our lives today", collegando le fate del passato a quelle del presente e del futuro.
Questa, insomma, è un'opera ricca di informazioni e che presenta molte creature del popolo fatato, alcune anche creative, innovative e molto originali, dipingendole con un aspetto innovativo e insolito, capace di risaltare la natura soprannaturale di queste creature, nonché il loro lato benevolo ma anche oscuro e malvagio.

Quest'opera è stata pubblicata nel 1998 dalla Simon & Schuster, ha 192 pagine, la copertina rigida dotata di sovracopertina, misura 31 cm d'altezza e 21,5 cm di lunghezza e costa 30$.

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