domenica 14 agosto 2022

Roberto Piumini racconta La gatta Cenerentola e altre fiabe di Giambattista Basile

"Roberto Piumini racconta La gatta Cenerentola e altre fiabe di Giambattista Basile" è una raccolta fiabe scritte da Roberto Piumini basandosi su quelle di Giambattista Basile, un letterato, scrittore e funzionario pubblico italiano di epoca barocca, nato nel 1566, primo a utilizzare la fiaba come forma di espressione popolare.
Il volume è accompagnato dalle illustrazioni di David Pintor, che aveva illustrato anche l'edizione "Merlino, Artù e i cavalieri della Tavola Rotonda" scritta da Sara Marconi delle edizioni Lapis.

Sopra: La copertina mostra un'illustrazione di David Pintor che ritrae una scena che accade nella fiaba di "Viso".
 
Come scritto nell'introduzione: "Giambattista Basile, letterato napoletano della prima metà del Seicento, scrisse Locunto de li cunti, overo lo trattenimiento de' peccerelle, noto anche come Pentamerone, tra il 1620 e il 1630. L'opera, una raccolta di cinquanta fiabe in dialetto napoletano, era pensata per essere letta durante la "conversazione": il momento in cui, sparecchiando le tavole, i commensali assistevano  a vari spettacoli...". 
Come spiega Piumini, egli ha scelto 25 storie del Pentamerone e ha operato quella che lui definisce una "triduzione", cioè un alleggerimento lessicale e sintattico e "una resa in italiano fruibile, anch se, quando necessario, poeticamente trasgressivo". L'opera di Basile presenta infatti uno sfrenato uso del gioco linguistico, linguaggio che non è il nostro italiano corrente ma il napoletano del Seicento che "per ricchezza lessicale e morfologica equivale a una lingua straniera".
Oltre a ciò Piumini ha avuto inoltre la necessità di adattare i testi in modo che fossero godibili per un pubblico di lettori giovani: "Le due direttive che ho seguito sono state, da una parte conservare l'energia espressiva e inventiva del lessico, il ritmo folgorante di Basile, dall'altra trovare la linea che, nel Pentamerone, divide la quantità/qualità linguistica fruibile dal lettore contemporaneo da quella esageratamente barocca del testo originale".
Piumini ha quindi riproposto ai lettori, in quest'opera, 25 fiabe di Basile, tra cui la più famosa è quella di "Gatta Cenerentola", una versione antenata delle più famose versioni di "Cenerentola" dei Grimm e, in seguito, di Perrault. Oltre a questa fiabe la raccolta comprende anche racconti quali: "Faccia di capra", "La mortella", La cerva fatata", "Verdeprato", "Viola", "Cagliuso" (una vecchia versione di "Il gatto con gli stivali", dal finale però più amaro e disilluso), "La foresta di agli", "i 3 re bestie", "Le sette cotennine", "La superba punita", "Sole, Luna e Talia" (un'antica versione di "La bella addormentata nel bosco")....

Sopra: Ogni nuovo capitolo è accompagnato da un'illustrazione che non presenta nessuno sfondo. Qui ad esempio potete vedere le pagine iniziali della fiaba "La gatta Cenerentola" che è anche il racconto che viene citato nel titolo della raccolta, in quanto uno tra i più famosi scritti da Basile.

Il racconto è accompagnato da numerose illustrazioni di David Pintor, artista con molta esperienza alle spalle, il quale ha lavorato per molti scrittori ed editori diversi (tra cui Lapis e Mondadori).
Pintor è un artista con uno stile abbastanza particolare e facilmente riconoscibile, che a me ricorda molto quello di Quentin Blake, disegnatore britannico ricordato soprattutto per aver illustrato i libri dello scrittore Roald Dahl quali: "La fabbrica di cioccolata", "Il GGG", "Matilde", "Gli sporcelli", "Streghe", "Furbo il signor Volpe", "La magica medicina", "James e la pesca gigante"...
Pintor infatti, come Blake, disegna i personaggi con un tratto "tremolante", poco preciso e molto sbarazzino, rapido e leggero. 
I volti dei personaggi sono molto semplici, con poche righe che tratteggiano gli elementi principali della faccia come occhi (a volte costituiti solo da due semplici puntini), naso, bocca e sopracciglia. Nonostante la semplicità, questi volti risultano sempre molto espressivi e comunicativi, anche se non mi verrebbe da definirli propriamente "belli" da guardare.


Sopra: Le illustrazioni di David Pintor hanno un tratto "tremolante", poco preciso e molto sbarazzino, molto rapido e leggero. La maggior parte delle scene appaiono molto dinamiche e anche piuttosto dettagliate, con una certa attenzione per i paesaggi e gli elementi di sfondo. Da notare i colori caldi intensi delle de illustrazioni.
 
La maggior parte delle scene appaiono molto dinamiche e anche piuttosto dettagliate, con una certa attenzione per i paesaggi e gli elementi di sfondo. Le illustrazioni possono essere sia a pagina intera oppure a doppia pagina e mostrano al lettore scene descritte nelle fiabe, come il momento in cui Zezolla/Cenerentola prova la scarpa, oppure quello in cui il principe e Talia abbracciano contenti i loro figli mentre la moglie del re viene fatta bruciare per aver tentato di uccidere Talia e i suoi figli (che Talia ha avuto con il re, anche se nel momento del concepimento lei in realtà era addormentata).
Rappresentando ciò che viene descritto nelle storie può capitare che vi siano illustrazioni che rappresentano scene anche piuttosto cruente (orecchie tagliate, tentativi di aggressione e percosse con bastoni e coltelli, persone ferite) e lo stile ironico dei disegni di Pintor contribuisce a rendere le scene meno crude, anche se le immagini mostrano comunque la violenza (che non viene censurata), con presenza anche di sangue se necessario.
Le immagini sono colorate con tinte calde e intense, talvolta brillanti (come nel caso del rosso) e altre volte più sbiadite o cupe (come accade per il verde di vestiti o vegetazione).
 
 
Sopra: I disegni possono essere sia a tutta pagina (come le illustrazioni qui sopra) che a doppia pagina (come le immagini che ho riportato in precedenza) e servono a mostrare al lettore alcune scene e personaggi descritte nella storia. A a sinistra vediamo ad esempio il momento in cui Zezolla indossa la scarpa persa al ballo, mentre il disegno a destra è tratto dalla fiaba di "Viola". Come dimostra l'immagine qui a destra l'artista non si è tirato indietro nel mostrare anche scene violente e sanguinarie.

"Roberto Piumini racconta La gatta Cenerentola e altre fiabe di Giambattista Basile" è una bella raccolta di fiabe di Basile riscritte da Piumini con un linguaggio più comprensibile per un pubblico moderno. L'autore fornisce, nell'introduzione, anche un esempio di come ha tradotto un pezzo scritto da Basile e devo dire che, seppur comprensibile, il napoletano del Seicento è piuttosto ostico da leggere e comprendere ai giorni nostri, inoltre ci sono alcune parole che sono proprio incomprensibili.
Nonostante il linguaggio "modernizzato" esso rimane comunque molto ricco, elaborato e colorito, ad esempio leggete che termini usa questa Masella per rimproverare il figlio sfaticato: "Che fai qui in casa, rubapagnotte? Levati, pezzo di zero, macabeo! Sprofonda, piantalagne! Spariscimi daglio occhi scolacastagne!". Oppure ecco come un orco si rivolge ad un ragazzo: "Chi mi tiene di cavarti un occhio, golacciafradicione, perepepè, tu che non tieni un cece in corpo, boccasciolta, zeppe d'aria che non sei! Se stavi zitto con quell'oste, non ti capitava!". O ancora, quando la regina convoca Talia, dopo aver scoperto che questa ragazza ha avuto due figli da suo marito, la apostrofa con queste parole: "Benvenuta, madama donnaccia! Sei dunque tu quello straccio, quella malerba che piace a mio marito? Sei tu la cagna che mi fa sbattere la testa qua e là? Benvenuta al purgatorio, qui sconterai i danni che mi hai fatto!".
E' bello inoltre che tra tanti volumi di fiabe dedicati a Perrault, Andersen o ai Grimm la Mondadori abbia deciso di pubblicarne uno dedicato a Basile, di cui in italiano (e non in napoletano) esistono effettivamente poche edizioni, forse anche per il fatto che le sue storie non sono esattamente adatte ai bambini. Nonostante infatti la ritraduzione di Piumini molte delle fiabe qui contenute contengono una discreta dose di violenza, oltre che di ironia ed elementi comici. Ad esempio nella fiaba "Sole, Luna e Talia" la regina, moglie del re, chiede al cuoco di sgozzare i due figli che il marito ha avuto con un'altra donna (Talia); in "Gatta Cenerentola" Zezolla uccide la matrigna (su consiglio della maestra che sposerà così il padre della ragazza) rompendogli il collo con il coperchio di un panca; oppure c'è Viola che taglia le orecchie alla zia con un paio di forbici. Nella fiaba "Verdeprato" una ragazza di nome Nella invece uccide due orchi "facendone un macello", cioè squartandoli e prendendo dai corpi il loro grasso, che ha capacità curative; senza contare i vari casi di personaggi picchiati o condannati a morte.
Per questi motivi infatti la lettura è consigliata a partire dagli 11 anni, nonostante le fiabe siano tutte illustrate. Le immagini di David Pintor hanno un tratto "tremolante", poco preciso e molto sbarazzino, molto rapido, leggero e ironico. A differenza della raccolta da lui illustrata su Re Artù della Lapis, trovo che il suo stile si presti bene a illustrare queste fiabe di Basile, che presentano molti elementi comici e violenti, caratteristiche che Pintor riesce a catturare perfettamente con le sue illustrazioni frizzanti.

L'opera è stata pubblicata nel 2020 dalle Mondadori Editore, è dotata di una copertina rigida con sovracopertina, ha 232 pagine, misura 22,5 cm d'altezza e 14,5 cm di lunghezza e costa 17 euro. 

Tutti i diritti appartengono ai legittimi proprietari, non vi è alcun intento di infrangere il copyright. Le immagini e i testi sono utilizzati a scopo puramente informativo.

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