lunedì 25 aprile 2022

La Divina Commedia di Arianna Punzi e Desideria Guicciardini

"La Divina Commedia" di Arianna Punzi è una riscrittura dell'opera più famosa di Dante, raccontata con "precisione e leggerezza", e accompagnata dalle illustrazioni di Desideria Guicciardini.
 
Sopra: Sulla copertina si vede un'illustrazione della Guicciardini che raffigura Dante perso nella selva oscura.
 
Il volume inizia con una breve biografia sulla vita di Dante e con una prefazione in cui si spiega come Arianna Punzi, l'autrice, sia riuscita a creare "un'empatia con i lettori e tener viva la loro curiosità ed attenzione, con una precisione linguistica che non è facile raggiungere". 
Tale volume infatti si propone come una versione "semplificata" della Divina Commedia, e per semplificata intendo che propone al lettore tutte le tre cantiche (Inferno, Purgatorio e Paradiso) e i canti (34 per l'Inferno e 33 per Purgatorio e Paradiso) di quest'ultima in prosa e in modo più accessibile ai ragazzi. L'intento dell'autrice è proporre l'opera di Dante in una narrazione accattivante con un'interpretazione chiara e affabile.
Il volume è diviso in tre parti, che corrispondono alle tre cantiche, a loro volta suddivise in capitoli. Ogni capitolo può riassumere due canti oppure anche solo uno, questo comunque viene indicato nella prima pagina in alto a sinistra. Per vedere come Punzi ha riscritto i versi di Danti vi metto a confronto la parte iniziale di entrambe le opere, fino al momento in cui Dante incontra le 3 fiere:

Versione di Punzi: "Cara lettrice e caro lettore, tutti gli esseri umani raggiungono l'età in cui bisogna fare scelte importanti. Così fu anche per me. Ma trovandomi in un momento di confusione e smarrimento interiore mi persi in un bosco fitto e oscuro, forse per stanchezza o per distrazione, senza riuscire a trovare la strada per tornare indietro. Smarrito e spaventato vagai senza meta per per tutta la notte, disperando di riuscire a riprendere la via giusta. All'alba mi ritrovai ai piedi di un colle. Un poco rassicurato mi guardai intorno cercando di orientarmi con le prime luci, ma tre feroci animali mi sbarrarono la strada: una lonza dal corpo snello e agile, un leone che avanzava con la testa alta e una lupa magra dall'aria famelica".

Versione di Dante: "Nel mezzo del cammin di nostra vita,
mi ritrovai in una selva oscura,
che la diritta via era smarrita.
Ah quanto a dir qual era è cosa dura
esta selva selvaggia e aspra e forte
che nel pensier rinnova la paura!  [...]
Io non so ben ridir com'io v'entrai:
tant'era pien di sonno a quel punto
che la verace via abbandonai.
Ma poi ch'io fui al piè d'un colle giunto,
la dove terminava quella valle
che m'aveva di paura il cor compunto,
guardai in alto, e vidi le sue spalle
vestite già de' raggi pianeta
che mena dritto altrui per ogni calle.
Allor fu la paura un poco queta [...]
Poi ch'ei posato un poco il corpo lasso,
ripresi via per la piaggia diserta,
sì che'l piè fermo sempre era 'l più basso.
ed ecco, quasi al cominciar de l'erta,
una lonza leggiera e presta molto,
che di pel maculato era coverta;
e non mi si partìa dinanzi al volto,
anzi impediva tanto il mio cammino,
ch'io fui per ritornar più volte volto. [...]
ma non si che paura non mi desse
la vista che m'apparve d'un leone:
questo parea che contra me venesse
con test'alta e con rabbiosa fame,
sì che parea che l'aere ne temesse;
e d'una lupa, che di tutte le brame
sembiava carca ne la sua magrezza"

I testi della Punzi sono in effetti fedeli al testo di Dante, ma riscritti in modo più comprensibile, eliminando i versi e le rime, sotto forma quindi di narrazione. Una narrazione snella e coinvolgente, in cui non ci si limita a paragrafare semplicemente i versi del poeta, ma si cerca di costruire una storia vera e propria, dotata anche di dialoghi (quindi non un mero e noioso riassunto dei canti).
Per ogni capitolo è presente un titolo che ne illustra il contenuto e sono pure riportati dei versi, quelli più significativi di un certo canto, scritti da Dante.
Alla fine del volume è presente anche un ricco glossario che spiega le parole, i termini, ma anche i personaggi (come Achille, Adamo, Beatrice, Cacciaguardia, Carlo d'Angiò, Costanza d'Altavilla, Ulisse, Enea, Giasone e tanti altri) e luoghi.
 
  Sopra: Due pagine interne del libro, in cui a destra vi sono i testi e a sinistra un'illustrazione della Guicciardini. In questo caso si tratta proprio di quelle pagine iniziali, quelle del primo capitolo, che si intitola "Dove Dante si smarrisce e incontra Virgilio". In alto a sinistra, sotto il titolo, compaiono anche tre versi della Divina Commedia, che recitano: "Nel mezzo del cammin di nostra vita, / mi ritrovai in una selva oscura, / che la diritta via era smarrita."
 
I testi di Punzi sono accompagnati dalle illustrazioni di Desideria Guicciardini, artista italiana con molta esperienza alle spalle, la quale ha lavorato per molti scrittori ed editori diversi. Artista che tra l'altro aveva già illustrato alcuni classici della letteratura riadattati e riproposti per un pubblico più giovane come : "Odissea" di Nicola Cinquetti (2014) e "Iliade" di Nicola Cinquetti (2015).
Direi che questa Divina Commedia è un'opera in cui l'artista ha potuto sfoggiare e mettere alla prova la sua duttilità, andando a creare delle immagini potenti e di impatto, potendosi cimentare in un libro destinato non ai bambini troppo piccoli ma ai ragazzi (quindi non un pubblico troppo infantile, anche se la casa editrice propone questo testo a partire dagli 8 anni).
La cosa interessante è che l'artista ha adattato il proprio stile, cambiandolo, ad ogni cantica, e la differenza che c'è tra Inferno e Paradiso è veramente notevole (sembra quasi che l'autore non sia neppure lo stesso).
I canti dell'Inferno infatti hanno delle illustrazioni molto cupe, oscure, cruente, addirittura raccapriccianti, con alcune scene create appositamente per far rabbrividire il lettore e incutere timore e, perfino, un senso di disgusto di fronte al male che si sta vedendo. Qui l'artista ha rappresentato scene di sofferenza e dolore fisico, con fiumi di sangue bollente, alberi che sanguinano, persone arse vive nelle fiamme o ferite e squartate. 
Qui i colori utilizzati sono molto scuri e cupi, cosa che fa risaltare ancora di più la brillantezza del rosso, unico colore non cupo utilizzato per l'inferno. Questa tinta è utilizzata per trasmettere sensazioni di pericolo e di aggressività, in quanto usato per tingere ad esempio il sangue, il fuoco o comunque elementi che indicano sofferenza e patimento.


Sopra: Le illustrazioni dell'Inferno sono molto cupe, oscure, cruente, addirittura raccapriccianti, con alcune scene create appositamente per far rabbrividire il lettore e incutere timore e, perfino, un senso di disgusto. Come potete vedere qui prevalgono molto il rosso, nero e il grigio.
 
Spostandosi nel Purgatorio i colori si fanno più gentili, tenui e delicati, anche se rimangono comunque poco brillanti. In questa cantica il nero scompare, mentre il rosso diminuisce e si attenua di intensità, fondendosi meglio con gli altri colori quali il violetto, il grigio chiaro e il marrone. Qui non ci sono più scene troppo crude (non compaiono più sangue e fuoco), sebbene si incrocino ancora scene di sofferenza, come quella in cui vediamo delle anime (dei superbi) trasportare sulla schiena dei pesanti massi.
 
 
Sopra: Nel Purgatorio i colori si fanno più gentili, tenui e delicati, anche se rimangono comunque poco brillanti, e prevalgono i grigi, il marroncino e il violetto.

Infine in Paradiso i colori mantengono le tonalità delicate e tenui, facendosi però talvolta anche più intense, vivaci, accese e brillanti. Come tinte maggiormente presenti troviamo il rosso (che ritorna ad essere acceso e brillante), il giallo, l'arancione, l'azzurro, il blu e il violetto.
Qui ovviamente non troviamo più scene di sofferenza, ma solo di beatitudine oppure immagini delicate ma solenni, che mostrano la magnificenza e la bellezza dei cieli, con le sue schiere di beati, angeli e santi.

 

Sopra: In Paradiso troviamo tonalità delicate e tenui, che sono però affiancate anche da colori più intensi, vivaci, accesi e brillanti. Qui troviamo spesso il rosso (che ritorna ad essere acceso e brillante), il giallo, l'arancione, l'azzurro, il blu e il violetto.
 
"La Divina Commedia" di Arianna Punzi è un bel libro, che propone la Divina Commedia ai ragazzi (ma anche agli adulti che non hanno la tenacia, la forza, il tempo o semplicemente il desiderio di leggersi la versione originale in versi che, ammettiamolo, non è certo di facile lettura e interpretazione) in forma più "leggera", come una normale narrazione, senza versi, metafore o strani giri di parole. Tra i vari riadattamenti dell'opera di Dante destinati ai ragazzi e ai bambini, questa (nelle sue quasi 260 pagine) è probabilmente quella più fedele, in quanto i testi sono stati sì semplificati e riassunti, ma rispettando il materiale originario e riproponendolo in un formato più semplice, è vero, ma anche più scorrevole e sicuramente più coinvolgente per un giovane o comunque per una persona dei nostri tempi. Il volume è perfetto per un pubblico di ragazzi a partire dalle medie, ma può essere adatto anche a lettori abbastanza forti e non troppo impressionabili di 9/10 anni (la casa editrice propone il libro a partire dagli 8 anni, ma forse è un po' prestino, anche perché alcune immagini dell'Inferno non sono per nulla edificanti), magari da proporre in lettura condivisa.
Ovviamente si perde la musicalità e l'unicità dei testi (con tutto il loro sistema metrico, le rime e le varie figure retoriche), tuttavia è carino che l'autrice abbia comunque posto a inizio di ogni capitolo alcuni versi dell'opera di Dante, in modo che non proprio tutto andasse perso. Molto utile anche il glossario/vocabolario finale, molto ricco e completo.
A supportare i testi vi sono anche le straordinarie illustrazioni di Desideria Guicciardini, che supportano il lettore nella loro comprensione, cambiando stile in base alle cantiche che vanno a rappresentare. Si parte così con le immagini cupe, tenebrose, violente e raccapriccianti dell'Inferno, quelle più tranquille, dolci, tenui e delicate del Purgatorio, fino ad arrivare a quelle chiare, vivaci, brillanti e solenni del Paradiso. Ho apprezzato particolarmente questa scelta di cambio di stile in base alle cantiche (lo stesso Dante cambia il suo stile in base alle cantiche, partendo da uno stile più basso fino ad arrivare a quello più aulico e sublime), e soprattutto il fatto che l'Inferno sia stato reso in modo così oscuro, spaventoso e violento, così come esso dovrebbe essere, mentre in molte rivisitazioni per bambini e ragazzi si tende a renderlo visivamente meno spaventoso.
Questo volume è un ottimo tentativo di avvicinare un testo complesso come la Divina Commedia ai giovani, o comunque a tutte quelle persone che non se la sentono di approcciarsi al testo originale data la sua difficoltà (per comprenderlo appieno bisognerebbe comunque affidarsi a un'edizione con note e commenti che lo spieghino, soprattutto per quanto riguarda il Paradiso). Perché comunque Dante è l'autore più tradotto di tutto il mondo, la cui grandezza risiede nella "capacità di raccontare vita intima, la storia, le emozioni, la sua fede e la politica non solo con gli occhi di un uomo nato alla fine del '200 ma rendendo esemplare ciò che racconta. (...) Come nessun altro è riuscito a fissare in immagini e in versi folgoranti sentimenti e sensazioni che sono ancora nostri", come scritto nell'introduzione dalla Punzi.
 
L'opera è stata pubblicata nel 2021 dalle Edizioni Lapis, è dotata di una copertina flessibile, ha 258 pagine, misura 21,3 cm d'altezza e 14,8 cm di lunghezza e costa 14,90 euro. 
A novembre del 2021 è uscita anche un'edizione delux, dal formato più grande, in copertina rigida e con 376 pagine, dal costo di 23 euro.

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