Eccoci a parlare di un altro classico della letteratura, anche se probabilmente molto meno conosciuto rispetto ad altri titoli (molti di voi probabilmente non lo avranno mai sentito nominare), in quanto in effetti rientra in una branca abbastanza specifica. "Il castello di Otranto" di Horace Walpole è infatti un romanzo edito nel 1764 ed è considerato il primo romanzo gotico.
Tale volume presenta inoltre una storia editoriale abbastanza interessante, in quanto inizialmente fu pubblicato come la traduzione di un manoscritto stampato a Napoli nel 1529. L'opera quindi era, inizialmente, una finzione letteraria. Solamente nella seconda edizione (e poi nelle successive) il vero autore, Walpole, dichiarò la paternità dell'opera.
L'edizione di cui vi parlerò adesso ha il pregio di essere illustrata da Andrea Oberosler.
Sopra: La semplice ma elegante copertina marrone richiama alcune caratteristiche dei tomi medievali. Su di essa è inoltre possibile vedere i volti di tutti i personaggi più importanti del romanzo.
Il volume presenta ben 2 prefazioni: la prima è di Paolo di Orazio che parla di questa edizione e della traduzione di Marco Mancinelli, che ha tradotto il romanzo "prestando molta fedeltà all'originale, alterando ad arte, ovverosia con finezza impercettibile, quella sontuosità lessicale italiana dedicata all'interpretazione dei testi del XVIII secolo fino ai primi del Novecento. [...] Questa versione mantiene intatta gli ambienti, gli arredi e le personalità degli attori in scena, la piena atmosfera della vita feudale proprio grazie a un lavoro di svecchiamento prudente e rispettoso".
La seconda prefazione è invece quella scritta dall'autore: Horace Warpole, che spiega come tale storia sia tata trovata "nella biblioteca di un'antica famiglia cattolica nel nord dell'Inghilterra" e che fu stampata a Napoli nel 1529. L'autore afferma inoltre che il manoscritto fu probabilmente stato scritto tra il 1095 e il 1243. L'autore afferma inoltre che, nonostante i nomi siano fittizi e anche la storia sia frutto di fantasia, egli è convinto "che la base della storia abbia qualche fondamento di verità".
La storia parla di Manfredi, principe d'Otranto, il quale ha due figli: Matilda e Corrado, il suo
prediletto, che dovrebbe sposare Isabella, la figlia del marchese di Vicenza.
Proprio il giorno delle nozze, però, Corrado viene schiacciato da un
enorme elmo identico a quello della statua di Alfonso, un precedente
principe della signoria d'Otranto. Nonostante la tragedia, la sera stessa Manfredi, che dalla moglie Ippolita non è riuscito ad avere altri
eredi maschi, propone a Isabella di sposare lui, ma Isabella scappa....
Sopra: La prima illustrazione del volume mostra i fatti avvenuti all'inizio della storia. Si vede ad esempio l'elmo gigante che ha schiacciato Corrado, che Manfredi guarda con timore. Sotto l'elmo si vede invece la scena della fuga di Isabella, aiutata da un giovane bracciante.
Un'altra particolarità che caratterizza questa edizione è la presenza delle illustrazioni di Andrea Oberosler.
In realtà nell'edizione non sono presenti molte immagini (ve ne sono in totale 5 per tutto il romanzo, una per capitolo), tuttavia esse sono belle, molto graziose, con personaggi ritratti con uno stile semplice ma espressivo e coinvolgente.
Le immagini sono tutte in bianco e nero e, oltre a rappresentare una scena principale narrata nei testi, poi ne includono anche altre, sempre nella stessa illustrazione. Un espediente (molto funzionale se si considera che si ha un solo disegno per capitolo) che ha permesso all'artista di includere in un'unica immagine più scene appartenenti allo stesso capitolo.
Le immagini presentano infatti tutte la medesima struttura, in cui vi è una banda a sinistra che rappresenta in certi spazi alcuni momenti della storia (focalizzandosi soprattutto sulle reazioni dei personaggi, ma non solo), e nella parte destra qualcosa che funge da ponte, su cui si svolge la scena principale, mentre al di sotto compaiono altri personaggi intenti a interpretare altre scene. In questo modo l'artista ha potuto rappresentare e raccontare più storie all'interno di un'unica tavola.
Si vede che l'artista si è ispirato all'arte medievale, tra cui quella dei manoscritti miniati, per dare vita alle sue illustrazioni.
"Il castello di Otranto" di Horace Walpole è un bel romanzo, interessante e ricco di sviluppi sorprendenti. Oltre all'ambientazione affascinante (il castello di Otranto), ciò che rimarrà scolpito nella memoria dei lettori sono i personaggi. Primo fa tutti il "protagonista", nonché in un certo senso anche antagonista della storia: il principe Manfredi, un uomo collerico, egoista, facilmente irritabile, insensibile (anche la morte dell'"amato" figlio Corrado alla fin fine non lo tocca più di tanto), che ama spadroneggiare sui suoi sottoposti e i suoi cari (soprattutto nei confronti delle donne, prime fra tutte la moglie Ippolita e la figlia Matilda, che tratta con sufficienza e disprezzo). Il principe è un personaggio così negativo che l'autore ironizza spesso su di lui, così anche quando vuole elogiarlo in realtà non fa altro che sottolinearne i lati negativi: "Egli si sentì perfino in vena di perdonare chi non aveva commesso nessun crimine. Manfredi non era uno di quei tiranni spietati che cedono alla crudeltà, anche se non provocata [... ]; e le sue virtù erano sempre pronte a operare, quando l'ira non oscurava la ragione".
Per compensare un personaggio tanto antipatico il romanzo è ricco di altre persone decisamente più buone e positive: Ippolita, Matilda e Isabelle sono tre donne virtuose, di cui le prime due sopportano e tollerano amorevolmente il carattere di Manfredi, giudicandolo inoltre più virtuoso di quanto in realtà non sia. Vi è poi un giovane bracciante, Tolomeo, (inizialmente accusato ingiustamente da Manfredi senza motivo) che aiuta Isabella nella fuga dal castello d Otranto, proteggendola così dal principe che la voleva prendere in moglie (ripudiando la povera consorte Ippolita). Anche il prete Girolamo è un personaggio positivo, che vorrebbe poter fare le scelte giuste, anche se spesso non si ritrova nelle condizioni per poterle mettere in atto come vorrebbe (solitamente per colpa di Manfredi).
Gli elementi "gotici" o comunque soprannaturali all'interno del romanzo in realtà non sono molti, in quanto le vicende sono incentrate soprattutto riguardo cosa fanno e cosa decidono i personaggi (primo fra tutti il principe Manfredi, il quale è la causa della maggior parte dei problemi all'interno del romanzo), tuttavia anche i pochi elementi presenti donano un tocco di originalità e un pizzico di sorpresa e meraviglia all'intera storia, destando la curiosità del lettore. Inoltre è proprio da un evento incredibile e soprannaturale che parte tutta la faccenda narrata nel romanzo; esso è infatti la scintilla che fa mettere in moto la vicenda.
Ne risulta un romanzo carino, piacevole, molto scorrevole, di cui il punto di forza sono i personaggi e le relazioni che intrecciano tra loro, mentre gli aspetti soprannaturali e "gotici" rimangono in secondo piano.
Il volume è stato pubblicato da Bakemon Lab Edizioni nel 2020; misura 21,5 cm d'altezza e 15,3 cm di lunghezza, ha 202 pagine, e costa 16,50 euro.
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