Altro appuntamento in cui vi parlo di libri che ho letto ma che non contengono illustrazioni, per cui ve ne parlerò raggruppandone diversi assieme. Finora in questi speciali vi ho parlato soprattutto di romanzi di genere giallo, horror, mistery... questa volta invece ho raggruppato un po' di libri che nelle intenzioni dell'editore sono indirizzati prevalentemente ad un pubblico di bambine/ragazzine e che trattano di problemi quotidiani, senza elementi soprannaturali (tranne uno che presenta qualche contenuto legato alla magia e alle streghe). Sono, insomma, dei brevi romanzi di formazione pensati per attirare soprattutto un giovane pubblico femminile, trattando i suoi problemi e le sue difficoltà di crescita.
"Il potere dell'ombra" fa parte della collana Salani "Le linci" cioè i "libri che vedono lontano", proprio come le linci; mentre "La sfida di Lizzie" fa parte della collana "Gaia Junior" della Mondadori: "Avventure al femminile in romanzi che parlano di problemi e dei sogni delle giovanissime d'oggi, scritte dai migliori autori contemporanei. Per chi ha superato la soglia degli 11 anni."
In particolare gli ultimi tre titoli di cui vi parlerò fanno parte di una collana specifica che andava molto agli inizi degli anni Duemila: "IL CLUB DELLE BABY-SITTER" una serie di brevi romanzi, scritti da Ann M. Martin e pubblicati da Scholastic tra il 1986 e il 2000, che hanno venduto 180 milioni di copie. Martin scrisse circa 60-80 romanzi della serie mentre i titoli successivi sono stati scritti da ghostwriter, anche se sempre sotto la supervisione dell'autrice originale.
Come indicato alla fine di ogni libro la serie fa parte dei "Libri per ragazze: le più belle storie al femminile per le bambine, le ragazzine, le quasi-donne che amano riconoscersi in quello che leggono."
I libri parlano di un gruppo di amiche dodicenni (dopo dodici anni arrivano a compiere tredici) che vivono nella fittizia cittadina suburbana di Stoneybrook, nel Connecticut, e che gestiscono un servizio di babysitter locale chiamato "The Baby-Sitters Club" (in italiano "Il club delle baby-sitter"). I quattro membri originali sono Kristy Thomas (fondatrice e presidente), Mary Anne Spier (segretaria), Claudia Kishi (vicepresidente) e Stacey McGill (tesoriere), ma il numero dei membri varia nel corso della serie. I romanzi sono raccontati in prima persona e trattano questioni come la malattia, il trasloco, l'amore, il rapporto con i genitori e gli amici, il divorzio, il matrimonio.
La serie originale conta più di 200 titoli, mentre in italiano furono tradotti i primi 72, arrivati ben 13 anni dopo la pubblicazione in patria, come collana da affiancare ad altre, sempre edite dalla Mondadori, che spopolavano negli anni Novanta. Probabilmente la casa editrice cercava una collana che facesse da compendio a quella inaugurata nel 1996 di "Le Ragazzine", indirizzata sempre ad un pubblico femminile ma più adolescenziale (mentre per i maschi esistevano i "Piccoli Brividi"). "Il club delle baby-sitter" è infatti stata creata (abbastanza a tavolino) per soddisfare le esigenze letterarie di un target di lettrici di 9-11/12 anni (quindi un pubblico preadolescenziale, pubblico difficile, di cui è complicato trovare titoli specifici).
Certo, a pensarci oggi fa un po' strano pensare a queste ragazzine di 12 anni che si assumo la responsabilità di badare a dei bambini a pagamento, visto che in Italia la legge non permetterebbe di lasciare da solo un bambino/a al di sotto dei 14 anni (poi ovviamente molti genitori lo fanno, soprattutto se si tratta per poche ore), quindi tecnicamente pure per loro servirebbe una baby-sitter. Dall'altro lato comunque è interessante e bello vedere come delle ragazzine così giovani si impegnino già a questa età a trovarsi un lavoro che comunque implica una grande responsabilità, come penso sappiano molte figure educative che lavorano con i bambini. Anche perché effettivamente le ragazzine, per quanto giovani, si dimostrano piuttosto serie e responsabili, prendendo sul serio il loro lavoro di baby-sitter e impegnandosi per affrontare al meglio tutte le varie situazioni. Le si vede inoltre imparare a guadagnarsi dei soldi e a gestirseli (ad esempio ognuna sa che ogni settimana deve pagare un dollaro di quota al club), oltre a imparare ad organizzarsi e a incastrare i vari impegni tra lo studio, la scuola, il lavoro, gli amici e gli interessi personali.
La serie anche in Italia riscosse una buona popolarità negli anni Duemila per poi finire un po' nel dimenticatoio, comunque non è rimasta nell'oblio troppo a lungo, in quanto già nel 2020 la Mondadori ha ripubblicato alcuni titoli con delle copertine diverse più moderne (a seguito di una serie tv Netflix uscita in quegli anni), e poi nel 2022 la casa edirice Il Castoro ne ha tratto una serie di fumetti.
Dei tre titoli di cui vi parlerò due li ho scelti perchè contenevano qualche elemento misterioso (fantasmi, case infestate) mentre uno mi ispirava per i rapporti sociali presi in causa (ragazza nuova che si deve scontrare con ragazze snob del luogo).
Ogni volume comunque è dedicato a un diverso membro del club, che racconta la storia dal proprio punto di vista, per cui la serie alla fine presenta una certa coralità di voci e punti di vista. I volumi vanno letti preferibilmente in ordine, in quanto si vede un'evoluzione di eventi, anche se si prestano pure ad essere letti singolarmente, in quanto i lettori non ci mettono molto a comprendere il contesto generale in cui si svolge una determinata situazione, anche perché nei primi capitoli di solito viene fatto in ogni volume un riassunto della situazione fino a quel momento. In ogni volume ci possono essere riferimenti a cose accadute in volumi passati, ma questo rende la lettura più piacevole per le lettrici più costanti, senza rovinare l'esperienza per quelle nuove.
Comunque una lettrice potrebbe anche decidere di leggere prima tutti i volumi dedicati ad un certo membro del club. Ad esempio devo dire che mi incuriosiscono quelli dedicati a Mary Anne, la quale è la prima a trovarsi un ragazzo e infatti molti dei libri a lei dedicati parlano di questioni amorose, e sarei curiosa di vedere come sono state trattate, anche perchè per molte bambine a partire dai 9/10 anni sono questioni di grande interesse (cosa che ho potuto riscontrare di persona lavorando come insegnante nelle classi quarte e quinte della primaria).
Penso quindi che più avanti magari mi recupererò anche questi volumi a tema "amoroso": "Mary Anne si innamora" (n.10), "Mary Anne e la scomparsa di Tigger" (n.25), "Mary Anne rivuole la sua libertà" (n.41), "Mary Anne soffre di nostalgia" (n.46).
"IL POTERE DELL'OMBRA" di Jacqueline Wilson, con 266 pagine, edito nel 1994 (poi riedito in copertina rigida nel 2009) dalla Salani Editore (costo della vecchia edizione 16.000 LIRE e di quella nuova 14,50 euro. Titolo originale: "The power of the shade", 1987).
May,
adolescente timida che, orfana di entrambi i genitori, vive con i nonni
e una vecchia zia, è attratta dalla sua coetanea Selina, molto
spigliata e diversa da lei, che sostiene di essere una strega e vorrebbe
trasformarla in sorella di magia.
"Ho sospettato Selina di molte cose, ma non di magia, anche se so con certezza che sa afare incantesimi e fatture. Mi ha sempre intimorita. Quando l'estate scorsa siamo diventate amiche non riuscivo a crederci."
"Selina è la ragazza più irruenta della classe e ce la mette tutta per mantenere la propria fama. E' anche la più carina. Oggi lo è più del solito perchè si è fatta una pettinatura nuova. Le ragazze che portano i capelli lunghi sono tenute a legarli per bene dietro la testa, a treccia o a coda di cavallo, ma la maggior parte degli insegnanti ha rinunciato a rimporverare Selina. Io sono l'unica della classe, oltre a lei con i capelli lunghi. La nonna me li pettina ancora all'indietro in una grossa treccia rossa che mi lega con nastro verde. Come se avessi quattro anni, anzichè quattordici. Invece Selina dimostra molti anni di più. Si è raccolta i capelli lunghi e neri sulla testa e li ha legati con fermaglio rosa e con molti spilloni di madreperla. Con la sua faccia da geisha e gli occhi scuri a mandorla sembra una giapponese."
Selina è una compagna di scuola di May e all'inizio del nuovo anno scolastico la protagonista viene invitata a casa sua così da farle copiare i compiti: "Con il suo vestito nero nuoco dimostrava almeno diciott'anni. Aveva una strana collanina intorno al collo e si era legata da una parte i capelli, che portava lunghi, con una sciarpa di chiffon rosso. Mi ha abbraccita, disinvolta, e io ho sentito il suo profumo di gelsomino, quello costoso."
Dopo aver copiato i compiti Selina confessa di essere stat iniziata all'arte della stregoneria da sua madre e che potrebbe far diventare anche May una strega: "<<Posso farti diventare una strega, se vuoi>> mi ha sussurrato.
<<E come?>> ho gracidato io.
<<Posso iniziarti. Non dovrei farlo, veramente. Non ho pieni poteri, se venisse a saperlo mia madre monterebbe su tutte le furie, ma... non lo saprà, non è vero? Non glielo diremo>>.
<<Cosa.. cos'è che devo fare?>>
<<Vediamo. Renderemo tutto più semplice>> ha mormorato Selina sorridendo a un suo gioco segreto."
May è una ragazza molto timida e introversa, le piace leggere, scrivere e dipingere, ma fa fatica a dimostrare le sue doti, anche perché spesso è messa in ombra dall'amica, più vivace e spigliata. May si aspetta che la stessa cosa accada anche quando a scuola giunge uno scrittore contemporaneo di libri per ragazzi, Robin Campbell, chiamato per tenere un seminario di scrittura fino a fine luglio. L'insegnante invece si dimostra abbastanza interessato agli elaborati di may e ai suoi interventi. Secondo lui lei potrebbe diventare una brava scrittrice, nonostante il sogno di May sia quello di dipingere. Ma in realtà forse non è veramente un suo desiderio, ma più un qualcosa che ha deciso di farsi carico in quanto la mere, morta al momento della sua nascita, era proprio una pittrice. Purtroppo invece sembra che May non sia così talentuosa nella pittura, sebbene i suoi parenti, nonni e zia, credano il contrario.
Questi ultimi non sono cattivi, ma essendo anziani faticano a capire quali sono le esigenze di una ragazzina di quattordici anni e tendono a essere con lei piuttosto rigidi e restrittivi, oltre che iperprotettivi a causa della precoce morte di entrambi i genitori di Maya.
Le cose peggiorano poi quando, poco dopo l'arrivo del professore, il nonno di Maya muore, colui che era il meno rigido e il più affettuoso, mentre la nonna inizia ad andare un po' via di testa, perdendo il senso della realtà e scordandosi le cose, confondendo gli eventi.
In questo clima difficile Maya sente di essersi innamorata del professor Robin Campbell e crede che anche lui la ricambi visto che si complimenta con lei per come scrive e inizia a invitarla nel suo mini appartamento per fare merenda. I due iniziano anche a raccontarsi fatti intimi delle rispettive vite; Maya parla della morte dei genitori e della vita assieme agli anziani parenti, mentre Campbell le parla delle difficoltà dei rapporti con la figlia tredicenne e con la moglie, con cui non è più molto legato.
La consapevolezza di questi nuovi sentimenti spinge la protagonista, che è sempre stata molto ubbidiente e timida, a iniziare un po' a ribellarsi alle imposizioni della zia, e anche un po' a quelle di Selina, sebbene dopo ogni litigata May torni ancora da lei.
Maya è affascinata da Selina, sebbene spesso la invidi per la sua spigliatezza, libertà e bellezza, anche se se ne sente talvolta intimorita. L'amica comunque continua a guidarla nell'arte della stregoneria, facendole compiere piccoli rituali e formule magiche: la convince perfino a fare sette giri nuda attorno a un albero del giardino di casa, in inverno, per realizzare il desiderio del cuore di Maya (conquistare il signor Campbell).
"Esco a passo solenne, benché gli stivali e il vino mi facciano traballare. Sento la risata stridula e forzata di Selina. Le farò vedere io. Eseguirò questo stupido rito alla perfezione. Riuscirò ad avere il Desiderio del Mio Cuore. Lo sai, Robin Campbell? Mi stai pensando? Mi penserai tra un minuto. Non riuscirai a cacciarmi via dalla tua testa. Ci rimarrò dentro fino a farti impazzire."
Una lettura scorrevole e molto interessante, che spinge il lettore a proseguire per vedere come si evolverà la storia, il rapporto tra May e Robin Campbell, gli scontri con la prozia Win, l'amicizia con Selina.
Devo dire che mi aspettavo che nel romanzo l'amicizia con Selina fosse più centrale, invece, pur ricoprendo un ruolo importante a volte viene messa un po' da parte e il legame che c'è tra loro è meno stretto di quanto si faccia presagire inizialmente. Forse perchè come l'autrice fa capire al lettore il personaggio di Selina è piuttosto vuoto: Selina può essere anche bella d'aspetto e ammaliante in un primo momento, ma è una persona dentro vuota, qualcuno che non ha nulla di concreto di offrire agli altri. Non ha interessi, se non fare shopping ogni tanto comprandosi abiti striminziti e alla moda, ma in realtà non si interessa a nulla di concreto: non si impegna nello studio, non è brava a scuola, non sa scrivere, non è sportiva, non sa pitturare o disegnare, non le interessa la musica, non è brava con le arti manuali, non legge, non le interessa approfondire qualche argomento, acculturarsi riguardo a qualcosa, e non è neppure particolarmente intelligente o furba. Infatti tende a sminuire sempre gli interessi e le competenze altrui: la passione e gli studi del suo ragazzo sull'arte sono solo una noia una seccatura, le fiabe scritte da May inizialmente pensa che siano state copiate, per poi definirle delle sciocche storielle e che scriverle sia una perdita di tempo (come se lei impiegasse il suo tempo a fare qualcosa di più utile o produttivo). L'unica cosa che la fa essere interessante, e su cui sembra avere una certa conoscenza, sono i suoi discorsi dulle streghe, appresi da sua madre ... ma anche in questo caso l'autrice lascia al lettore il dubbio che anch'essi non siano nient'altro che uno specchietto per le allodole, tanti rituali con tante parolone e formule e invocazione alle Dee che però non rappresentano nulla di concreto, se non un gioco (e magari anche un modo per prendersi gioco della protagonista).
Un romanzo intrigante, che consiglio a partire dai 13/14 anni, che offre uno spaccato di vita di una ragazza quattordicenne che sta cercando di capire se stessa e di crescere, di scoprire cosa vuole fare da grande, di capire cos'è l'amore, di chi è meglio fidarsi oppure no.
"LA SFIDA DI LIZZIE" di Rhea Beth Ross, con 168 pagine, edito nel 1990 dalla Mondadori Editore (costo di 10000 LIRE. Titolo originale: "The Bet's On, Lizzie Bingman!", 1988).
Per gli abitanti di Granby l’estate del 1914 è soprattutto quella in cui
l’elettricità arriva alle loro case. Per Lizzie Bingman, che a Granby è
nata e cresciuta, la medesima estate segna invece il passaggio
dall’infanzia all’adolescenza, accompagnato da un fuoco d’artificio di
avventure. Perché Lizzie ha deciso di dimostrare ai suoi tre fratelli
che le donne non sono creature deboli e “inferiori”, ma sanno cavarsela
come e meglio dei maschi…
Come spiega Lizzie: "Avevo quattordici anni e andavo per i quindici. Mio fratello maggiore, Jack, ne aveva quasi diciassette; poi seguiva Edman, aveva tredici anni, ma ne dimostrava cinquantadue, e George, di nove, ma sembrava averne tre."
Suo padre gestisce una compagnia che si occupava del lavoro di fonderia per le miniere più piccole che circondavano la città, visto che Granby è una cittadina mineraria, dalle cui miniere si estrae piombo. È un uomo grande e grosso, di almeno 90 chili, con delle "braccia robuste come rami di quercia e un temperamento irlandese ancora più focoso del colore dei suoi capelli, rosso acceso."
In una cittadina mineraria americana di inizio secolo
Lizzie, 14 anni, nel nobile intento di dimostrare che le donne sanno
cavarsela come e meglio degli uomini si trova coinvolta in un bel po' di
guai! La famiglia di Lizzie è di tipo patriarcale e sua madre è la prima a cercare di insegnargli tali concetti: "Da noi le cose erano sempre andate così: io e mia madre avevamo papà e i ragazzi che ci proteggevano dal male e dal disonore, come diceva lei. Io, invece, non ero per niente convinta di volere tutto ciò.
Ero stufa di crescere attorniata da fratelli con i capelli rossi che si occupavano di me e mi trattavano come un fenomeno da circo di secondaria importanza. D'altra parte, mia madre era stata come una bambola dalla testa di porcellana, messa su una mensola in un parco divertimenti, in attesa che un uomo, grande e forte, la vincesse in premio. Ma quello stare su un piedistallo non corrispondeva alla mia idea di condurre l'esistenza."
Quando il fratello Jack fa un discorso sul suffragio delle donne e sulla loro non eguaglianza alla gara di oratoria, Lizzie lo sfida a dare un patto: "Scommettiamo che per tutta l'estate potrò fare senza il tuo aiuto o quello di chiunque altro?".
Nel frattempo arriva a casa di Lizzie anche sua cugina Hannah, di un anno più grande, la quale dovrebbe mostrarle come si comporta una vera signorina (ma sotto sotto si comporta da carogna), cosa a cui Lizzie non è molto interessata.
E da quel momento non le mancheranno le
emozioni: tra fughe, travestimenti, incendi, esplorazioni, la ragazzina
finisce per essere testimone di un delitto e per rischiare addirittura
la vita…
Mentre si sta nascondendo dai fratelli, dopo aver visto uno spettacolo (a cui non poteva assistere) travestita da maschio, le capita di assistere a un omicidio. Sconvolta lo dice al fratello, ma quest'ultimo non le crede, soprattutto dopo che l'altro testimone nega tutto.
Fino a quel momento Lizzie aveva cercato di vincere la sfida con i fratelli in modo abbastanza scanzonato, cercando di fare quello che facevano loro, a volte anche sbagliando (ha anche provato a fumare, rischiando di dare fuoco al fienile) o combinando piccoli pasticci, che nella maggior parte dei casi finivano per farla bisticciare con i fratelli e far arrabbiare la madre.
Lizzie in effetti vorrebbe dimostrare l'indipendenza delle donne, ma essendo ancora una ragazzina non ha ben idea di come fare e procede un po' per tentativi ed errori. Pure i suoi fratelli non sono delle cattive persone, il più piccolo è ancora immaturo e al massimo un vero monello, il secondo è in realtà un tipo tranquillo e fa più che altro quello che gli dice il maggiore, mentre quest'ultimo, Jack, crede che le donne siano delicate e abbiano bisogno di essere protette perché nella sua famiglia gli hanno sempre insegnato così e non riesce ad ammettere che non tutte le donne abbiano bisogno di protezione, e nemmeno che in realtà anche gli uomini a volte ne hanno bisogno.
Ed è questo che Lizzie e Jack capiranno, come lei ammette di aver bisogno della sua famiglia, Jack spiega che: "Sia tu che io ci sbagliavamo, Lizzie. Tu hai imparato che tutti abbiamo bisogno dell'aiuto degli altri e io ho imparato che tutti abbiamo il bisogno della libertà di fare le cose a modo nostro, sia che Dio ci abbia fatto uomini... o donne. È solo una questione di giustizia il fatto che tu debba essere trattata pari a noi, è solo una questione di giustizia che tu ti assuma le tue responsabilità, come tutti gli altri"
Una buona storia "femminista", di quelle però che non insegnano come le femmine siano migliori dei maschi, ma di come sia importante l'uguaglianza tra maschi e femmine, senza che uno prevarichi sull'altro.
Una storia molto scorrevole e piacevole da leggere, che cresce di intensità, intrecciandovi anche degli elementi storici quali: il fatto che per andare a fare il bagno le ragazze andassero praticamente vestite (a quanto pare indossano un costume da bagno sopra le braghe e la camiciola), che nella città di Lizzie non ci fosse ancora l'elettricità (i cavi e l'impianto elettrico sarebbero stati portati quell'anno), di come le donne andassero ancora in giro con le gonne, si cita poi, nell'epilogo, come Lizzie e sua madre poterono andare a votare alle elezioni presidenziali nel 1920, quando Lizzie avrebbe compiuto 21 anni (in Italia il diritto di voto per le donne arriverà solo diversi anni più tardi).
Sopra: Tre copertine differenti, di cui quella a sinistra del 1990, per la collana Gaia Junior, quella centrale del 1996 e infine l'ultima, più recente, del 2002 (anche in questo caso la copertina non rientra nei miei gusti, con questa foto di un viso troppo ravvicinato, volto tra l'altro di una donna che non sembra avere 14 anni).
2 - "IL CLUB DELLE BABY-SITTER: Claudia e il fantasma del telefono" di Ann M. Martin, con 155 pagine, edito nel 1999 dalla Mondadori Editore (costo di 7900 LIRE/4,08 euro, alzate poi a 8900/4,60 euro. Titolo originale: "Claudia and the phantom phone calls", 1986).
Claudia è un'appassionata di racconti del mistero, ma non avrebbe
mai immaginato di doverne risolvere uno vero! Lei e le sue amiche del
Club delle baby sitter - Kristy, Mary Anne e Stacey - cominciano a
ricevere strane chiamate: il telefono suona, ma all'altro capo non
risponde nessuno. E se fosse il famigerato fantasma del telefono, il
ladro che da qualche tempo imperversa nella zona? Una cosa è certa: il
club deve entrare subito in azione per proteggere i bambini... con risultati a volte esilaranti!
Il club delle baby Sitter è un club fondato da Kristy, la quale: " ... ci ha proposto di metterci insieme e formare un gruppetto di baby-sitter, così ci siamo fatte pubblicità, abbiamo stabilito giorni e orari in cui i clienti ci potevano trovare e abbiamo cominciato."
Claudia è una ragazzina asiatica con la passione per la moda (soprattutto i vestiti molto colorati e un po' stravaganti), una sorella con un altissimo quoziente intellettivo (mentre lei odia fare i compiti), che ama mangiare merendine e che adora i gialli. In particolare adora le avventure di Nancy Drew, collana di libri pubblicato dalla Mondadori negli anni Settanta.
Ad un certo punto Mary Anne legge sul giornale la notizia del "fantasma del telefono", un ladro che telefona a casa dei possibili obiettivi per verificare se in casa c'è qualcuno e, in caso, fare un furto. Il ladro non parla mai, si limita a riagganciare appena sente che qualcuno risponde. Una cosa da poco pensano le ragazze del club, fin quando Claudia si ricorda che: "Quando mercoledì scorso ero dai Marshall, il telefono ha squillato due volte e ho risposto sempre io, ma hanno sempre riappeso senza dire neanche una parola."
Storia abbastanza adrenalinica in quanto le ragazze si sentono tutte sotto pressione e spaventate per via del ladro e che potrebbe venire a rubare in qualche casa mentre i padroni sono fuori e magari dentro ci sono solo loro a badare ai bambini. C'è chi sobbalza al minimo rumore, chi crea dei sistemi dall'arme rudimentali, chi attende con ansia che il telefono squilli, chi cerca di distrarre se stessa e i bambini con attività divertenti ...
Il tutto mentre le ragazze sono in subbuglio per essere invitate al ballo di Halloween dai ragazzi a cui sono interessate, mentre Claudia cerca di parlare di più ed entrare maggiormente in sintonia con la sorella maggiore, e mentre sperano che il padre di Mary Anne, che è molto rigido e severo, non proibisca alla figlia di venire al club.
Racconto molto carino, adrenalinico, con qualche elemento giallo e qualche mistero da risolvere, in cui le ragazze hanno a che fare con un problema serio (dover fronteggiare un possibile ladro), oltre a dover fronteggiare i piccoli problemi quotidiani.
Sopra: Due copertine differenti, di cui quella a sinistra edita
Mondadori del 1999, mentre quella a destra è una nuova edizione del 2020.
11 - "IL CLUB DELLE BABY-SITTER: Kristy e le ragazze snob" di Ann M. Martin, con 153 pagine, edito nel 1999 dalla Mondadori Editore (costo di 8900/4,60 euro. Titolo originale: "Kristy and the snobs", 1988).
Kristy, presidentessa del Club delle baby-sitter, nel Connecticut,
racconta i suoi difficili rapporti con le coetanee del quartiere snob
dove si è trasferita.
"Se c'è una cosa che non sopporto, sono le persone snob. Be' se devo essere sincera, ci sono in sacco di cose che non sopporto, come gli stupidi, il sangue, e quello che masticano a bocca aperta. Ma gli snob sono decisamente in testa alla classifica."
Nel nuovo quartiere dove Kristy si è trasferita dopo il matrimonio della madre con Watson Brewer la ragazza non riesce a legare con nessuno: "mi sembra di vivere in un'isola deserta: non riesco a legare con nessuno... figuriamoci fare amicizia!"
Fino a questo momento Kristy non ha avuto opportunità di conoscere le ragazze del quartiere, almeno fin quando il suo autobus non arriva in ritardo e non inizia a fare delle passeggiate con Louis, il vecchio collie, che ha l'artrite. Allora incontra Hanno Louisa Kilbouene e Amanda Delaney, due sue vicine di casa che però Kristy non trova per nulla simpatiche e pensa che abbiano la puzza sotto il naso, e in effetti Shannon la chiama sempre stracciona.
Kristy ha poi l'opportunità di fare da baby-sitter ai due figli di alcuni suoi vicini di casa, i Delaney, ma i bambini si dimostrano poco educati, impertineti e poco collaborativi.
Libro molto carino, in cui Kristy imparerà a non fermarsi alle apparenze, e scoprire che anche Shannon dopotutto non è così male, facendola diventare pure socia non ufficiale del club. Pure i bambini una volta presi nel modo giusto si dimostrano meno malvagi di come sono stati all'inizio.
Come pensa Kristy alla fine: "... pensai che forse ero stato un po' prevenuta verso i nostri vicini di casa e che in futuro avrei fatto qualche sforzo per andare oltre le apparenze."
Nella storia si affronta inoltre anche l'invecchiamento e la morte del cane di Kristy, Louie, che la famiglia dovrà fare sopprimere, con grande dolore di tutti i familiari, perché soffriva troppo ormai. Shannon tuttavia fa un gesto molto carino nei confronti di Kristy e dei suoi famigliari, che li aiuterà a risollevarsi il morale e che la farà diventare amica di Kristy.
Sopra: Tre copertine differenti, di cui quella a sinistra edita Mondadori nel 1999, quella centrale è quella del fumetto edito nel 2022 dalla casa editrice Il castoro, mentre l'ultima è un'edizione del inglese, edizione Scholastic.
35 - "IL CLUB DELLE BABY-SITTER: Stacey e la casa dei misteri" di Ann M. Martin, con 155 pagine, edito nel 2001 dalla Mondadori Editore (costo di 8900 LIRE. Titolo originale: "Stacey and the mistery of Stoneybrook", 1990).
Stacey, che nel Club delle baby-sitter riveste il ruolo di tesoriere,
racconta le affannose ricerche sue e delle altre socie per scoprire cosa
si nasconde dietro una vecchia, inquietante casa in demolizione di
Stoneybrook.
Visto che questo è il trentacinquesimo volume della serie il libro si apre con una presentazione di Stacey che aggiorna il lettore (che non è detto abbia letto tutti i libri precedenti) sulla sua situazione attuale per cui ci spiega che: lei ha il diabete, che i suoi genitori si sono separati e che attualmente sta tornando a Stoneybrook dopo in weekend passato col padre a New York, che lavora là mentre sua madre ha deciso di rimanere a Stoneybrook. "Forse, a questo punto, avrete indovinato che la ragione per cui faccio la spola fra Stoneybrook e New York è che i miei genitori sono divorziati. Al momento della separazione io e la mamma ci siamo trasferite a Stoneybrook, mentre papà è rimasto in città."
Stacey spiega anche come è nato il club: "Il club era stato un'idea di Kristy. Cioè Kristy Thomas, la presidentessa del club. Lei ha sempre ottime idee, ma questa è la migliore che ha avuto. Tutto era iniziato quando ravano all'inizio della seconda media." Kristy in pratica aveva notato la difficoltà della madre divorziata nel trovare qualcuno che badasse al figlio minore (il quarto) così aveva deciso di fondare un club di baby-sitter a cui tutti i genitori potessero fare riferimento.
Durante una riunione del club Mallory comunica alle altre che vogliono demolire una vecchia casa alla fine di Elm Street. Intanto viene deciso che Stacey ospiterà a casa propria Charlotte, la figlia della dottoressa Johanssen, per un'intera settimana visto che i genitori devono andare ad assistere il nonno che deve operarsi.
Per Charlotte il soggiorno a casa di Stacey non si rivela subito piacevole, in quanto la bambina è preoccupata per il nonno, così la ragazza cerca di distrarla. Le propone anche si fare una passeggiata, durante la quale si imbattono nella vecchia casa che sta per essere demolita e vi entrano, visto che la porta di ingresso è stata rimossa. Una volta dentro però sentono dei suoni ritmati e un "Oooooooh", così Stacey decide di fuggire fuori con Charlotte a gambe levate.
Mentre guarda tra dei vecchi libri del padre Kristy si rende conto che la casa è stata costruita su un luogo sacro: "Da quello che riusciva a vedere su questa mappa incredibilmente vecchia, Kristy intuì che l'intera città di Stoneybrook sorgeva su un vecchio cimitero. E la casa che stava per essere demolita sorgeva proprio sul posto più sacro di tutti!"
Così il club delle baby sitter si mette a indagare sulla faccenda, prima di tutto cercando di capire quanto possa essere vecchia la mappa e cercando di rintracciare il/la proprietario/a della casa.
Una storia carina e piuttosto avvincente, legata ad una casa in cui sembrano esserci dei fantasmi... ma sarà veramente così, come appare in un primo momento, oppure è solo la fantasia che gioca brutti scherzi?
Sopra:
Tre copertine differenti, di cui quella a sinistra edita Mondadori del 2001, mentre le altre due sono edizioni inglesi della
Scholastic edite nel 1992 e nel 1993.
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