lunedì 6 febbraio 2017

In bocca al lupo di Fabian Negrin

L'albo illustrato di "In bocca al lupo" di Fabian Negrin rivisita la famosa fiaba di "Cappuccetto Rosso" proponendone una diversa prospettiva: quella del lupo. Ma non di un lupo cattivo, bensì quella di un tranquillo animale che vive nel bosco e che uccide sì altri animali, ma non per cattiveria, ma solamente perché è nella natura dei lupi.

Sopra: La copertina di "In bocca al lupo", opera che rivisita la fiaba di "Cappuccetto Rosso", ci mostra la protagonista della fiaba, vestita con un curioso abito rosso, mentre avanza nel fitto bosco ricco di verdi.

Come ho detto all'inizio questa storia di Cappuccetto Rosso è scritta, in prima persona, dal punto di vista del lupo, il quale si rivolge direttamente al lettore. Quest'opera, infatti, inizia con questa frase: "Mi chiamo Rodolfo, e sono un lupo."
Rodolfo, quindi, ci parla un po' della vita nel bosco e di come, un giorno, abbia incontrato una bella creatura, vestita di rosso, che non aveva mai visto prima. Per conoscerla meglio, senza spaventarla col suo aspetto, il lupo si traveste da foresta e le chiede che cos'è e dove sta andando, e la bambina gli risponde che sta andando dalla nonna a portarle uno specchio. Il lupo, pensando che la nonna dovesse essere ancora più bella della bambina, corre alla casa della vecchia per vederla, ma, quando si trova danti a una creatura così brutta, vecchia e rugosa, decide di mangiarla in un boccone per non averla più davanti agli occhi.
Quando la bambina bussa alla porta il lupo si traveste con i vestiti della nonna e si infila nel letto. La bambina dopo essere entrata ed aver appeso il nuovo specchio, vede il lupo travestito da nonna con le sue vere sembianze, ma non si spaventa, purtroppo, però, inciampando nelle ciabatte della nonna finisce in bocca all'animale e poi nel suo stomaco, senza che il lupo possa far nulla.
Il lupo, allora, passa le notti a disperarsi ma, quando vede un'altra bambina, con i baffi, un cappello e un bastone di metallo con un buco, gli va incontro pensando che possa aiutarlo a liberare la bambina che aveva nella pancia. Il cacciatore, però, gli spara, e poi tira fuori la ragazzina dalla sua pancia, così ora Adolfo non è più solo un lupo, ma un angelo-lupo.

Sopra: In una delle ultime tavole del libro si vede la bambina portata in salvo dal cacciatore e, nell'angolo a destra, il lupo Adolfo diventato un angelo-lupo.

Le immagini di questo albo illustrato, realizzate da Fabian Negrin, sono molto belle e originali. Sono illustrazioni ricche di particolari, dai toni caldi e brillanti, tra cui spiccano i verdi della foresta, casa del nostro lupo, e dell'abito rosso della bambina (il rosso e il verde, inoltre, sono colori complementari, cioè colori che messi l'uno accanto all'altro si esaltano a vicenda). Vi sono però anche un paio di tavole, che rappresentano i momenti più drammatici della storia (quello in cui il lupo si dispera per aver mangiato a bambina e quella in cui il cacciatore gli spara), in cui a predominare sono invece colori più scuri.

  
Sopra: In quest'opera di Negrin predominano tavole dai colori accesi e brillanti, in particolare quelle in cui sono presenti i rossi e verdi (come nel caso dell'immagine a sinistra), tuttavia vi sono anche un paio di casi (di cui uno riportato qui sopra a destra, in cui il lupo ulula alla luna il suo dolore per aver ingoiato la bambina) in cui predominano tinte più scure, per rappresentare le scene più drammatiche.

In quest'opera, inoltre, l'artista ha adottato alcune scelte rappresentative interessanti: ad esempio, quando il lupo, dopo aver incontrato la bambina, decide di prendere una scorciatoia per arrivare prima alla casa della nonna, viene rappresentato dall'artista mentre attraversa la pagina del libro, per poi sbucare, attraverso un buco, nella pagina successiva, in cui giunge alla casa della vecchia.

  
Sopra: In queste pagine, in cui il lupo decide di prendere una scorciatoia per arrivare prima alla casa della nonna, l'artista rapprenda l'animale mentre attraversa la pagina per poi riapparire, dalla pagina stessa, in quella successiva.

Anche la rappresentazione dell'incontro tra la bambina e il lupo travestito da nonna è alquanto interessante, in quanto Negrin ha rappresentato la scena ponendo il lettore davanti al letto della nonna, il quale però non ci viene mostrato interamente, ma un po' spostato di lato.  Cappuccetto Rosso, invece, è posta di spalle rispetto al lettore, intenta a guardare la nonna nel letto, la cui vera identità viene però rivelata dall'immagine riflessa nello specchio appeso su una parete accanto al letto.

Sopra: Interessante il modo in cui l'artista ha rappresentato il momento in cui la bambina si confronta con il lupo travestito da nonna. In questa tavola infatti la protagonista (di cui si può apprezzare il singolare abito rosso dal cappuccio appuntito e con una sorta di strascico) dà le spalle al lettore, mentre il letto della nonna, e la nonna/lupo stessa, sono stati posti ad un lato dell'illustrazione, mentre, sulla lato destro, lo specchio appeso alla parete rivela la vera identità del lupo.

Questo albo illustrato di Fabian Negrin è un'opera che rivisita la fiaba originale di "Cappuccetto Rosso" per stravolgerne i ruoli comuni, d'altronde, come riportato anche sul blog di Orecchio Acerbo (qui), la storia presente in quest'opera vuol essere "Un invito a non a scolare il suono di una sola campana, a ricercare sempre le ragioni degli altri. Un invito di un autore solito a riflettere, e a fra riflettere, sui luoghi comuni". Certo, il fatto di presentare uno stravolgimento di ruoli, specialmente in una fiaba, non è una cosa nuova (vedere, ad esempio, "Versi perversi" di Roal Dahl del 1982, oppure "Favole a rovescio" di Gianni Rodari, illustrato da Nicoletta Costa, del 2008 ), tuttavia le illustrazioni dell'artista, oltre che la storia, fanno di questo libro un'opera sicuramente degna di nota. Inoltre, una cosa che la differenzia rispetto ad altri titoli che presentano un'idea simile (la rivisitazione di una fiaba con un stravolgimento dei ruoli), è il fatto che nella storia scritta in questo libro la bambina non venga mai chiamata "Cappuccetto Rosso", ma sempre e soltanto "bambina". E' quindi interessante constatare come nella fiaba raccontata in questo albo il lupo possegga un nome proprio, mentre quella che dovrebbe essere la protagonista possegga solo un appellativo generico (così come accadeva d'altronde con la figura del lupo, antagonista della vicenda, nella fiaba originale).

Quest'opera è stata pubblicata nel 2003 dalla Orecchio Acerbo; ha 28 pagine e misura 27 cm d'altezza e 20 cm di lunghezza. Costa 9,50 euro.

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