"Mio piccolo mio" è un libro scritto da Astrid Lindren (autrice famosissima per "Pippi Calzelunghe") uscito nel lontano 1954 e giunto in Italia solo alla fine degli anni Sessanta grazie alla casa editrice Vallecchi, poi entrato a far parte della storica collana degli Istrici della Salani.
L'edizione di cui vi parlerò oggi però non è quella edita in questa collana, ma una illustrata con grandi tavole a colori da Johan Egerkrans, pubblicata a ottobre del 2025.
Sopra: Sull'elegante copertina spicca una delle splendide illustrazioni di Egerkrans, in cui vediamo Mio (con il mantello rosso e i capelli biondi) e il suo amico Ium-Ium (col mantello blu) in groppa al bianco destriero Miramis.
Il piccolo Mio ha sempre pensato di essere orfano perché vive con
certi zii che non gli vogliono affatto bene, come lui stesso ci narra: "Gli zii mi hanno preso in affidamento quando avevo un anno. Prima di allora stavo in orfanostofio. E' lì che la zia Ella è venuta a prelevarmi. Per la verità avrebbe preferito una femminuccia, ma non ce n'erano, perciò ha preso me. Ma a lei e a zio Sixten i maschietti non piacciono. Perlomeno, non quando raggiungono l'età di otto o nove anni. Dicevno che facevo troppo chiasso, e che portavo in casa troppa sporcizia dopo essere stato ai Giardinetti Tegnér. E che lasciavo i vestiti dappertutto, e che parlavo e ridevo troppo forte. Zia Edla malediceva sempre il giorno in cui ero venuto a stare da loro. Zio Sixten, invece, non diceva niente. Anzi, a volte diceva. <<Uè, tu, togliti di torno, così non ti vedo>>."
Poi un giorno, mentre la zia lo ha mandato a comprarle delle fette biscotate, riceve in
dono una mela d’oro, trova un genio in una bottiglia di birra e in un
battibaleno si ritrova nel magico paese di Lontania dove scopre che suo
padre è nientedimeno che il Re.
Mio trascorre giorni molto piacevoli e felici assieme a suo padre, al suo destriero bianco dalla criniera dorata Miramis, e al suo nuovo amico Ium-Ium. La tranquillità però non dura a lungo
quando scopre di avere una missione da compiere, liberare il mondo dal
male: da secoli infatti si aspetta il giorno in cui il figlio del re cavalcherà traverso giorno e
notte su un bianco cavallo per sconfiggere il perfido Cavalier Kato.
Mio viene quindi sbalzato di colpo in un universo magico, dove tutti
attendono ch'egli liberi il mondo dal male.
Mio è un eroe piccolo e
incerto che troverà la sua vittoria solo dopo molta trepidazione e
paura, perchè Mio ha coraggio e cuore: tutte le armi necessarie per
affrontare la battaglia finale con il temibile Cavalier Kato.
Sopra: Un'illusttrazione all'inizio del libro che mostra Mio solo, mentre aspetta su una panchine del parco con in mano una mela d'oro.
La storia è accompagnata dalle splendide illustrazioni a pagin intera di Johan Egerkrans un illustratore svedese famoso per il suo stile oscuro e imaginifico, che spesso incorpora elementi folcloristici e mitologici. Uno stile perfetto che questa storia effettivamente ricca di elementi fiabeschi, basti guardare l'immagine del piccolo Mio in sella al maestoso destriero bianco Miramis.
Le illustrazioni sono veramente esplendide, crete con un mix di tecniche tradizionali e digitali, sono immagini che mostrano scene importanti descritte nei testi come: Mio da solo seduto su una panchina del parco con la sua mela d'oro in mano, Mio in braccio al genio che lo trasporta nella terra di Lontania, Mio in sella Miramis, Mio in sella a Miramis mentre cavalcano sul Ponte dell'Aurora, il crudele cavaliere Kaito con in mano la spada sottratta a Mio, ecc...
Si tratta quasi sempre di illustrazioni a pagina intera, che mostrano scene di ampio respiro, così da far ammirare al lettore gli splendidi paesaggi della terra di Lontania, oppure quelli tristi e desolati delle terre del cavaliere Kaito. Anche quando vediamo ritratto Mio in groppa a Miramis non possiamo non constatare come sia piccolo in confronto a tutto ciò che lo circonda. Certe volte comunque alcune tavole mostrano semplicemente dei paesaggi, oppure vogliono mettere in risalto un certo personaggio, mostrandolo per bene e in modo ravvicinato (tipo la tessitrice, il Mastro Spadaio oppure lo stesso cavaliere Kato).
Sebbene la maggior parte delle illustrazioni sia a pagina intera ve ne sono anche alcune di più piccoline inserite in mezzo ai testi, che rappresentano un elemento una situazione particolare, tipo il pozzo che sussurra storie, Mio che canta su un masso dentro una caverna o una Vedetta (gli scagnozzi del cavaliere Kato) in sella mentre cerca Mio e il suo amico.
Le illustrazioni sono davvero magnifiche e ricche di dettagli, dai tratti delicati ma decisi, che hanno un che di fiabesco ma anche di moderno, anche se ciò che porbabilmente più colpisce l'osservatore sono i colori, sempre intensi, a volte dalle tinte accese e brillanti, mentre altre più cupe (in caso siano ritratte ad esempio le terre del cavaliere Kato), per distinguere nettamente l aprte "buona" da quella "cattiva", come è tipico nelle fiabe.
Sopra: Alcune delle illustrazioni di Egerkrans che mostrano scene, personaggi e paesaggi trattati all'interno della storia, da notare i colori a volte brillanti e accesi e altre volte più cupi e scuri, per indicare il contrasto tra il bene e il male.
"Mio piccolo mio" di Astrid Lindren è una storia molto carina ricca di elementi fiabeschi, basta pensare solo all'inizio della storia, con il protagonista orfano che viene adottato da due zii che però non lo vogliono e quindi non gli vogliono neppure bene. Sebbene non lo maltrattino fisicamente o apertamente gli fanno ben capire di non essere il benvenuto nella loro casa e che la sua presenza arreca loro solo fastidio e disturbo. Il classico inizio fiabesco insomma dell'orfano adottato e bisfrattato dai genitori adottivi, che ha bisogno di una rivalsa.
E questa rivalsa avviene tramite un elemento magico: una mela che diventa d'oro per provare la sua natura pricipesca e un genio che viene madato a prelevarlo per portarlo in una terra lontana dove il bambino scopre essere un principe, il figlio del re. C'è poi il fatto che il protagonista sia un predestinato (elmento tipico del fantasy) in quanto si scopre che un'antica profezia ha predett che il figlio del re avrebbe divuto partire per sconfiggere il nemico: <<E' quello che dice la profezia: un bambino di sangue reale, in groppa a un cavallo bianco dalla criniera d'oro, e accompagnato da un'amico, uno solo. E' stato deciso milgliaia e migliaia di anni fa, e non ci si può fare niente>>."
Qui parte il classico viaggio dell'eroe, che qui viene accompagnato dal suo amico Ium-Ium, un bambino figlio del giardiniere del palazzo con cui Mio ha stretto subito amicizia. Non mancano, come nelle fiabe, gli aiutanti e neppure gli oggetti magici, di cui Mio scoprirà di averne ben 3: un mantello che lo rende invisibile, una spada fimmeggiante in grado di tagliare la pietra e un cucchiao che non smette mai di essere pieno di cibo.
Spesso abbiamo anche situazioni che si ripetono (il protagonista e il suo amico vengono salvati per cinque volte da lementi naturali che permettono loro di nascondersi quando si avvicnano le forze malvagie) nonchè la ripetizione di alcuni frasi in diverse parti della storia, proprio come spesso accade nelle fiabe: "Forse l'intera Selva Morta detestava il cavaliere Kato ed era ben contenta di aiutare chi veniva a combatterlo. O magari, una volta, quall'albero morto era stato un albero giovane e sano, ... (pag.85). [...]
Forse perfino il suolo detestava il cavaliere Kato ed era ben contenta di aiutare chi veniva a combatterlo. O magari, una volta su questa terra cresceva unerba soffice e verde... (pag.88). [...]
Per quale motivo quelle onde così furiose e schiumanti si fossero poi acquietate non lo capivo. Forse anche loro detestavano il cavalier Kato ed erano ben contente di aiutare chi veniva a combatterlo. Forse c'era stato un tempo in cui il Lago Morto er un ridente laghetto azzurro... (pag.104 e 106).
Forse perfino quell'aspra rupe detestava il cavaliere Kato ed era ben contenta di aiutare chi veniva a combatterlo. (pag.107)"
Oppure questa frase che viene ripetuta più volte in diverse situazioni da Ium-Ium: " <<Se solo non fosse così folta, questa selva...>> mormorò Ium-Ium. <<Se il buio non fosse così nero... E se noi non fossimo così piccoli e soli...>> (pag.83) [...]
<<Se solo non fosse così spaventosa questa montagna>> disse Ium-Ium. <<Se le gallerie non fossero così nere... E se noi non fossimo così piccoli e soli...>> (pag.91) [...]
<<Se solo non fosse così piccola questa barca>> mormorò Ium-Ium. <<Se il lago non fosse così profondo, e con correnti tanto forti... E se noi non fossimo così piccoli e soli...>> (pag.103) [...]
<<Se solo non fosse così ripida questa rupe...>> sospirò Ium-Ium. <<Se la notte non fosse così buia... E se noi non fossimo così piccoli e soli...>> (pag.107) "
Nonostante gli elementi fiabeschi si tratta comunque di un vero e proprio romanzo breve, raccontato dal punto di vista del protagonista, che comunica ai lettori i propri pensieri e le proprie emozioni: ci dice ad esempio quando è felice oppure quando si sente spaventato, triste e scoraggiato, in più di un'occasione infatti Mio si spaventerà all'idea di dover affrontare un nemico così temibile oppure piangerà dallo sconforto a causa della difficile impresa. La stessa frase ripetuta più volte da Ium-Ium è come se cercasse di sottolineare come i protagonisti siano in una situazione di svantaggio e precaria, e di come loro siano piccoli rispetto al problema che devono risolvere.
"<<Sì, ma io ho una tale paura...>> balbettai, mettendomi a piangere. Già, perchè solo in quel momento mi resi conto di quanto fssi spaventato. Mi aggrappai a un suo braccio e dissi <<Ium-Ium, non ne ho il coraggio. Come mai mio padre. il Re - vuole che ci vada proprio io?>>" oppure: "Non piansi? Veramente sì, piansi eccome. Rimasi dietro il macigno, con la fronte appoggiata alla dura terra, e piansi più che in tutto il resto della mia vita. I bravi cavalieri devono anche dire la verità. E la verità è che piansi. Per Miramis. Piansi, piansi, e quando pensai al suo sguardo fedele piansi ancora di più."
I giovani lettori possono quindi facilmente entrare in empatia con il protagonista, pur non essendo dei principi, capendo che anche agli eroi capita di sentirsi trsti, spaventati o scoraggiati, ma che poi l'importante è farsi coraggio e affrontare la situazione cercando di fare del proprio meglio.
Una storia ricca di elementi fiabeschi e piena di dolcezza, che racconta il percorso di un bambino che
cresce senza perdere l'innocenza. Un romanzo ben scandito, con colpi di
scena e lieto fine. Un classico dell'infanzia adatto ad essere letto autonomamanete a partire dagli 8 anni, oppure ad essere ascoltato a partire dai 6.
Quest'opera è stata edita originariamente nel 1954 dalla con il titolo "Mio, min Mio". In italiano ne esitono varie edizioni, di cui la prima risale al 1968 per le edizioni Vallecchi, mentre questa illustrata da Egerkrans è stata pubblicata originariamente in svedese nel 2020 sempre col titolo "Mio, min Mio" dalla Rabén & Sjogren. Tale edizione è stata poi edita in italiano nel 2025 dalla Salani Editore; il volume ha 160 pagine, la copertina rigida, misura 24,00 cm d'altezza e 17,00 cm di lunghezza e costa 18 euro.
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