giovedì 18 dicembre 2025

Le memorie di Papà Mumin di Tove Jansson

I Mumin sono personaggi di finzione creati dalla scrittrice ed illustratrice finlandese (di lingua svedese) Tove Jansson. Sarebbero dei troll, ma hanno un aspetto simile ad ippopotami bianchi, abitano nella valle omonima, luogo tranquillo e sicuro, e le loro storie narrano degli eventi che accadono nella valle.
Come scritto nell'introduzione: "i Troll comuni sono piccoli esseri pelosi, selvatici e piuttosto maleducati, I Troll Mumin, invece, e le famiglie più o meno imparentate con loro, sono molto più civili e istruiti. Inoltre, a differenza dei comuni Troll che sbucano solo di notte, i Mumin hanno un grandissimo amore per il sole.
Compaiono in una serie di romanzi e libri illustrati per bambini scritti e disegnati da Tove Jansson fra il 1945 e il 1993. I romanzi vennero originariamente pubblicati in svedese per essere tradotti in una cinquantina di lingue. 
Nel corso degli anni sono stati riadattati in fumetti, cartoni animati, serie televisive, spettacoli teatrali, videogiochi e tanto altro.
Quest'anno (2025) la Salani ha ristampato alcuni loro titoli in una nuova edizione in occasione degli 80 anni dalla loro creazione. Dopo avervi già recensito un altro paio di volumi di questa serie oggi vi parlerò di un altro romanzo  dedicato ai Mumin, (che la Salani ha ripubblicato di recente): "Le memorie di Papà Mumin"
 
    
Sopra: A sinistra la copertina della nuova edizione del 2025, con i bordi  verdi, al centro un'edizione del 2020 e a destra quella del 2007.
 
Un giorno Papà Mumin si prende un raffreddore e finisce a letto malato: "Era la prima volta in vita sua che si ammalava, e la situazione gli parve drammatica." Mentre si trova a letto egli si rende conto di una cosa: "<<Pensa se fossi morto stamattina di raffreddore! Nessuno aveva idea della storia del vagoncino, e lo stesso vale per le altre storie importanti. Non ho fatto che parlarvi della mia gioventù, ma avete dimenticato tutto>>." Mamma Mumin allora suggerisce al marito di mettersi a scrivere un libro con le proprie memorie, così poi potrebbe leggerlo al figlio e ai suoi amici.
Papà Mumin infatti non è sempre stato il capo della sua piccola famiglia e la figura più autorevole di tutto il gruppo di amici della valle in cui vive: papà Mumin è stato anche un piccolissimo troll Mumin, abbandonato in fasce davanti all'orfanotrofio gestito dall'Emula. E poi è stato un giovane dalla vita avventurosa e movimentatissima. 
Ecco ad esempio l'inizio delle sue memorie: "Padre di famiglia e marito affettuoso, ricordo con tenerezza la mia tempestosa gioventù che mi accingo a descrivere mentre la penna della memoria vibra incerta nella mia zampa. [...]
Ora, mi arrendo alle insistenze della ma famiglia e alla tentazione di raccontare la mia storia perchè, lo ammetto, l'idea che essa venga letta in tutta la Valle dei Mumin mi attrae enormemente."
Tutto è iniziato il giorno in cui Papà Mumin ha deciso di abbandonare l'orfanotrofio e diventare famoso, un famoso avventuriero. All'inizio del suo viaggio ha incontrato degli amici importanti, due dei quali sono diventati i padri dei due amici del piccolo Mumin Sniff e Tabacco. 
La prima persona incontrata da papà Mumin è stata Fredikson, il quale gli ha fatto conoscere suo nipote Girotondo (padre di Sniff) e l'amico Carabattola (padre di Tabacco). Assieme a loro ha deciso di partire e intraprendere un viaggio su una barca fluviale costruita dal Fredikson, che è un inventore, dando così inizio a un viaggio emozionante pieno di imprevisti e di bizzarri personaggi.
E poi è stato un innamorato e la sua innamorata se l'è sposata ed è diventata Mamma Mumin. 
E poi…e poi è tutto conservato nelle sue Memorie, scritte durante un terribile raffreddore perché il clima nordico è fatto di notti stellate piene di lucciole ma anche di vasti cieli nuvolosi e freddi ,mari in tempesta su cui combattere (e vincere) epiche battaglie.
 
 
 Sopra: Le pagine iniziali dove vediamo anche un disegno che mostra papà Mumin mentre inizia a scrivere le sue memorie.
 
I testi sono riccamente corredati dalle illustrazioni in bianco e nero opera della stessa Tove Jansson, le quali sembrano essere delle incisioni molto carine e graziose, anche molto ricche di dettagli.
Molto interessante ad esempio l'aspetto dei protagonisti da cui la serie prende il nome: i Mumin, i quali non sono rappresentati per nulla come i classici troll, ma sembrano essere proprio una specie a parte. Il loro aspetto infatti è quello di piccoli ippopotami bianchi capaci di camminare in posizione eretta, con lunghe code sottili che terminano con un ciuffetto di pelo (tipo quelle dei leoni), grandi occhi rotondi e cordi dall'aspetto tutto tondeggiante, il che conferisce loro un aspetto molto coccoloso e divertente. Non sorprende che abbiano ottenuto un grande successo, oltre che in madrepatria, in Cina, Corea del Sud e in Giappone.
In questo volume troviamo, oltre ai disegni che mostrano singoli personaggi, più che altro immagini che mostrano più personaggi che interagiscono, oppure vere e proprie scene descritte nei testi, con personaggi in mezzo a precisi ambienti (boschi, tra le onde del fiume o del mare...): vi è ad esempio la scena che mostra Papà Mumin mentre parla da piccolo con la Emula dell'orfanotrofio; oppure quella in cui vediamo papà Mumin camminare nel bosco di notte; quella in cui Girotondo sta dipingendo la barca seduto sul ramo di un albero; quella del Dragonato che si siede nel fiume provocando un'inondazione, ecc...
Le immagini, che mostrano quasi sempre scene ad ampio respiro, si caratterizzano per i personaggi, tracciati con semplici linee precise e nette, dall'aspetto carino ma anche un po' bizzarro, quasi mai propriamente umano, o comunque con esseri umani un po' sproporzionati e non dall'aspetto eccessivamente realistico. La presenza delle illustrazioni a volte può essere di grande aiuto per i lettori, sia per supportarli nella lettura e nella comprensione dei testi, che per mostrare loro l'aspetto delle bizzarre e stravaganti creature che abitano il mondo dei Mumin, di cui l'autrice fornisce poche informazioni scritte, dato che è come se desse per scontato che, visto che i personaggi dl suo libro le conoscono allora valga lo stesso anche per i lettori. Il rapporto tra testo e immagini quindi è piuttosto stretto, in quanto se i disegni venissero omessi si farebbe fatica a comprendere alcune cose.
E' interessante anche come l'artista utilizza il bianco e nero, unici colori a comparire in queste tavole. Alcuni elementi ad esempio appaiono completamente bianchi, tipo i personaggi come i Mumin, Fredikson, Sniff, Tabacco (con il suo cappello a punta e il giaccone), ma a volte anche la schiuma delle onde, l'intero corpo del fantasma, ecc... Questi elementi così bianchi creano un contrasto visivo con il resto dell'immagine che invece ha delle zone anche molto scure, completamente nere, ed altre tratteggiate con dei piccoli tratteggi neri sopra lo sfondo bianco. 
I disegni comunque risultano originali, veramente molto carini e graziosi, incantevoli, ma a modo loro anche bizzarri, con alcuni elementi (tipo gli stessi Mumin) dall'aspetto carino, puccioso e coccoloso ed altri decisamente più oscuri e minacciosi, come il folto della foresta, o qualche creatura mostruosa e terrificante.
  
 
 

   
Sopra:  Alcune pagine illustrate dalla stessa autrice, che solitamente alternano testo e illustrazioni, sebbene ci siano anche alcuni disegni a pagina intera ogni tanto.
 
"Le memorie di Papà Mumin" di Tove Jansson è un'opera piuttosto interessante all'interno della saga dei Mumin poiché racconta della gioventù di papà Mumin, un personaggio che è sempre presente nella vita del protagonista degli altri volumi (il piccolo troll Mumin), ma che è sempre stato un personaggio secondario, lasciato un po' ai margini della storia.
In questo caso invece lui diventa il protagonista del libro, il che consente al lettore, per la prima volta, di conoscere anche il suo punto di vista, anche se a volte, come lui stesso ammette, quando narra le proprie avventure tende a farsi prendere un po' la mano e aggiungere qualche particolare un po' fantasioso, ma non perchè egli voglia abbellire la verità, ma perchè è dotato di una così grande immaginazione che a volte lui stesso si convince che ciò che ha immaginato sia vero. Ad esempio al'inizio dell'avventura egli si immagina di construire una casa, la immagina nei minimi particolari, e ad un certo punto si comporta come se l'avesse costruita veramente, tanto che chiama una vicina per mostrargliela, mentre l'unica cosa che trovano è un disegno fatto sulla sabbia della casa: "Cerca di capirmi, caro lettore. Avevo vissuto così intensamente l'idea della casa che pensavo di averla costruita davvero. E' segno di una vivacissima fantasia, una qualità che in futuro avrebbe distinto la mia vita e al tempo stesso quella di chi mi era vicino." 
Dalla narrazione emergono anche altri tratti della personalità di papà Mumin che prima probabilmente i lettori non avevano colto, tra cui una grande sicurezza e stima di se stesso. Egli infatti ci narra di come, fin da piccolo, sapesse di essere diverso dagli altri piccoli troll dell'orfanotrofio e di essere destinato a compiere grandi imprese, essendo nato sotto degli astri favorevoli: "Subito l'Emula, che aveva fondato l'orfanotrofio e si interessava di astrologia a uso domestico, osservó attentamente gli astri che guidavano il mio arrivo sulla terra. Indicavano la nascita di un troll Mumin molto singolare e dotato, l'Emula temette subito di essersi messa nei guai. Il fatto è che i geni vengono comunemente considerati spiacevoli, ma la cosa a me non ha mai dato fastidio.
Arriva però ad un certo punto anche un momento di crisi, dovuta al fatto che il troll smette di viaggiare e inizia a vivere in una casa da lui costruita, e sente di aver iniziato a essere diventato schiavo dell'abitudine, di aver smesso di viaggiare, mentre lui vorrebbe vivere altre avventure, eppure dall'altro lato si sente adagiato in una vita tranquilla e quotidiana: "La notte di Mezza Estate giunse e sparì [...] e i fiori sbocciarono e si trasformarono in mele e tante cose da mangiare e io slittai, non so come, in un pericoloso trantràn, al punto  che piantai delle rose di velluto sul ponte di comando della casa galleggiante e comincia a giocare a bottoni con Girotondo e l'Autorè. Non accadeva nulla di nuovo. [...].
Quando mi passavano davanti schiere di fungarelli sullo loro barche a vela, piombavo in una profonda malinconia che mi durava fino al giorno dopo." Tale parte in realtà non è molto apprezzata dal piccolo Mumin e dai suoi amici, ma, come spiega mamma Mumin al marito un po' sconsolato: "<<È la parte migliore del libro>> disse la mamma del troll Mumin. <<È molto più toccante un brano in cui il protagonista non si vanta. I bambini sono troppo piccoli per capirlo.[...]>>"
Naturalmente nel libro ci sono anche tante avventure che papà Mumin ha vissuto in barca assieme ai suoi amici e poi quando è sbarcato su una terra sconosciuta, e durante le quali ha incontrato diversi personaggi bizzarri tra cui i fungarelli, i tassi di roccia, Mimla, l'Autoré, un Dragonato, un fantasma e perfino la stessa Emula che l'ha cresciuto all'orfanotrofio! (Emula che lui stesso ha salvato dalla Morra).
Una storia davvero carina e avvincente, ricca di avvenimenti e avventure (e pure un periodo di crisi del protagonista) e che ci narra della gioventù di papà Mumin, prima che diventasse papà e addirittura prima che incontrasse mamma Mumin. Una storia in cui conosciamo inoltre anche i papà degli amici del piccolo troll Mumin, di cui prima non avevamo mai saputo niente, e in cui veniamo a conoscenza del primo incontro tra papà Mumin e la sua futura moglie.
Un libro che offre il punto di vista di un altro personaggio della saga dei Mumin e ci permette di approfondirlo, tanto che anche lo stile di scrittura, quando a narrare è papà Mumin, è un po' differente dagli altri libri, più "elevato", con uno di parole un po' più ricercate e frasi più complesse: "Padre di famiglia e marito affettuoso, ricordo con tenerezza che mi accingo a descrivere mentre la penna della memoria vibra incerta nella mia zampa.. Ma mi sostengono le sagge parole che ho letto nelle memorie di un'altra insigne personalità e che qui ripeto: "Tutti colore che, qualunque sia la loro condizione, hanno realizzato al mondo qualcosa di pregevole o che perlomeno sembri loro buona, dovrebbero, se sono leali e amano la verità, narrare di persona la propria vita, avviando però questa nobile impresa non prima dei quarant'anni"."
Un volume sicuramente consigliato, anche se continuo a preferire quello di "MUMIN: Caccia alla cometa", mentre ho preferito di più questo rispetto a quello di "Magia d'inverno" che ho trovato più monotono, sebbene l'idea di partenza fosse interessante. In questo volume dedicato a papà Mumin invece l'avventura non manca e dalle sue memorie apprendiamo che essa non verrà mai a mancare: "In pochi minuti l'alba prese il posto della notte e tutto potè ricominciare dall'inizio.
Una porta aperta verso l'incredibile, il Possibile, un nuovo giorno in cui tutto può accadere se nib ha niente in contrario.
 
Quest'opera è stata pubblicata originariamente nel 1968 dalla Moomin Characters col titolo "Muminpappas Memoarer" ed è stata edita in italiano nel 2007 dalla Salani Editore. L'edizione che ho io è la terza ristampa del 2023, la quale ha 176 pagine, la copertina flessibile e misurando 18,8 cm d'altezza e 12,5 cm di lunghezza e costa 12,00 euro.
A settembre del 2025 la Salani ha ristampato questo libro in un diverso formato (più piccolo), in un'edizione sempre con 176 pagine, la copertina flessibile ma che misura 16,6 cm d'altezza e 11,2 cm di lunghezza e costa 9,90 euro. 
 
Ecco i romanzi della serie, in ordine cronologico:
  • "Il piccolo troll e la grande pioggia" (Småtrollen och den stora översvämningen, 1945), trad. Alessandro Storti, Salani, 2025
  • "Caccia alla cometa" (Kometjakten, 1946), trad. Annuska Palme Larussa Sanavio, Salani, 2002
  • "Il cappello del Gran Bau" (Trollkarlens hatt, 1948), trad. Donatella Ziliotto e Annuska Palme Larussa Sanavio, Salani, 1990
  • "Le memorie di papà Mumin" (Muminpappans bravader, 1950), trad. Annuska Palme Larussa Sanavio, Salani, 2007
  • "Magia d'estate" (Farlig midsommar, 1954), trad. Donatella Ziliotto e Maria Hellström, Vallecchi, 1978 poi come Magia di mezz'estate, Salani, 1990
  • "Magia d'inverno" (Trollvinter, 1957), trad. Donatella Ziliotto, Vallecchi, 1978 poi Salani, 1992
  • "Racconti dalla valle dei Mumin" (Det osynliga barnet, 1962), trad. Donatella Ziliotto e Annuska Palme Larussa Sanavio, Salani, 1995
  • (Pappan Och Havet, 1965, inedito in italiano)
  • (Sent I November, 1970, inedito in italiano)
 
       
 
    
 Sopra: Le copertine dei  romanzi dedicati ai Mumin; la prima,la secoda e la sesta sono quelle della nuova edizione del 2025.
 
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