mercoledì 17 settembre 2025

Ollie e il gattino sperduto di Nicola Killen e Isabella Polli

Oggi vi parlerò di un titolo abbastanza conosciuto e che fa parte di una serie piuttosto apprezzata anche qui in Italia, quella di Ollie, che in inglese è chiamata in due diversi modi: inizialmente è stata chiamata "Ollie adventures" e poi "My little animal friends".
Attualmente la serie conta sei titoli (sette in inglese), anche se io vi parlerò del terzo volume della collana: "Ollie e il gattino sperduto" scritto da Nicola Killen e illustrata da Isabella Polli. Ogni libr della serie è ambientato durante una festività o un determinato evento in cui Ollie, la protagonista, incontra un certo animale. In questo caso il libro si ambienta durante il periodo di Halloween, dove Ollie incontra un gattino nero.
 
Sopra: La splendida copertina (il titolo e le foglie sono metallizzate) sui toni del nero e dell'arancione, dove vediamo la protagonista assieme al gattino che si menziona nel titolo.

"Era una bella mattina d'autunno e Ollie stava per uscire a giocare insieme al suo gatto Zucca". Questo l'incipit con cui comincia questa storia che vede per protagonista questa bambina che decide di uscire a giocare col suo gatto quando, mentre Ollie e Zucca giocano insieme, all’improvviso Ollie sentenze fruscio e vede un mucchio di foglie che si muovono e dalle quali compare un gattino. Gattino che sembra essersi perduto così Ollie lo scalda e poi si mettono tutti e tre (compreso il gatto Zucca) a giocare assieme.
Mentre gioca col gattino Ollie finisce nel bosco e vede che gli alberi sono tappezzati di manifesti col l'immagine del micetto: "I due nuovi amici arrivarono nel cuore del bosco e Ollie vide che c'erano avvisi dappertutto. Guardò meglio e vide un musetto familiare...
Era quello del gattino: qualcuno lo stava cercando! 
"Devo riportarti a casa" sussurrò Ollie."
Ollie riuscirà a risolvere la situazione e ad aiutare il suo nuovo amico a ritrovare la strada di casa?

 
Sopra: Un paio di pagine dove Ollie, mentre giocava con il suo gatto trova un piccolo gattino nero che sembra essersi perso.
 
I testi, piuttosto minimali, sono accompagnati dalle belle illustrazioni di Isabella Poli, le quali hanno uno stile piuttosto originale e un tratto facilmente riconoscibile. Sono dei disegni abbastanza semplici ma comunque curati, estremamente graziosi, delicati e piacevoli da guardare.
Lo stesso personaggio di Ollie è immediatamente riconoscibile perchè l'artista la veste ogni volta con un diverso costume, di cui di Ollie vediamo solo la faccia e le mani. In questo libro ad esempio la bambina ha un costume da gatto nero, in quello di Natale è vestita invece da renna,  in quello di Pasqua da coniglio ecc... Ollie ha un fisionomia abbastanza bassa e tozza, con le mani e i piedi molto piccoli e una testa molto grande e grossa, che le conferisce un aspetto tenero e simpatico, mentre i tratti facciali sono molto minimali: solo un paio di puntini neri per gli occhi, un trattino pe la bocca, un semicerchio per il naso, e poi due cerchietti rosati per le guance.
Lei inoltre è anche l'unico personaggio umano del libro, poiché non si vedono altre persone, come se durante il tempo della sua avventura la bambina vivesse in un altro mondo. 
Un'altra coa che caratterizza l'arte della Isabella Polli è la scelta dei colori: alla base dei suoi disegni l'artista utilizza solo il nero e il bianco, a cui poi aggiunge alcuni elementi di una tinta più accesa e brillante, in questo caso l'arancione. Colore con cui ha dipinto elementi tipicamente autunnali come le foglie che cadono dagli alberi e le zucche che troviamo qua e là, oppure i balconi delle finestre delle case. Un dettaglio interessante è che in alcune pagine le foglie hanno una patina arancione metallizzata che le impreziosisce. L'arancione è intenso e acceso, e spicca proprio rispetto al bianco e nero del resto dell'immagine, anche perchè anche il nero è sempre steso dall'artista in maniera piuttosto delicata, mai eccessivamente intensa, ma più come una sfumatura a matita, infatti non ci sono mai zone completamente nere all'interno delle sue tavole, in compenso possono invece esserci elementi lasciati completamente bianchi (tipo la porta o i muri di una casa o il fumo che esce dal camino).
Dei disegni davvero graziosissimi e piuttosto particolari e originali, facilmente riconoscibili  e dolcissimi. Sono dei disegni in cui poi bisogna soffermarsi sui dettagli per avere un quadro completo della storia. Inoltre le ultime pagine del libro contengono un riferimento al precedente libro ("Ollie e il coniglietto magico") un anticipo del contenuto del successivo volume della serie (a tema natalizio), il che è una chicca molto carina.
 
 
  
 
Sopra: Alcune delle pagine all'interno del libro, di cui potete notare subito l'uso e la scelta dei colori, in quanto la maggior parte dei disegni sono in bianco e nero, con alcuni elementi di un arancione brillante (soprattutto le foglie).
 
"Ollie e il gattino sperduto" di Nicola Killen è un libro con una storia molto semplice, ma a suo modo poetica e intrigante, infatti il libro è adatto anche per bambini molto piccoli, a partire già dai 3 anni, proprio grazie alla semplicità e brevità della storia, anche se i piccoli lettori rimarranno sicuramente colpiti più che altro dalle illustrazioni di Isabella Polli. Essendo un albo illustrato sono infatti le illustrazioni quelle che hanno il ruolo maggiore e che la fanno da padrone in questo volume, con gli sfondi in bianco e nero e questi tocchi di arancione acceso e brillante, davvero incantevole.
Come dicevo all'inizio ci sono vari libri di Ollie, e tutti sono ambientati durante una certa festività (Pasqua, Halloween, Natale, San Valentino) oppure un evento particolare (l'inizio della scuola, il compleanno di Ollie) e in tutti compare un animale (un coniglio, una renna, un gatto, un orso, un cane, una tigre). Questo connubio tra festività/evento e animale si è rivalto essere una formula semplice ma vincente a quanto pare, visto che la serie sta continuando (il prossimo titolo sembra riguardare le api). D'altronde credo che la combinazione di questo libro, con gattino nero e Halloween/autunno, sia particolarmente azzeccata e avvincente.
Un albo illustrato davvero carino e con delle splendide illustrazioni, ottimo per il periodo di Halloween o in generale per il periodo autunnale (d'altronde in realtà la festività di halloween non è mai menzionata esplicitamente e capiamo che si tratta di quel periodo solo per la costante presenza di zucche che si vedono qua e là). Nelle pagine del libro inoltre sono stati inseriti anche degli inserti arancione metallizzato oltre a dei buchi nelle pagine per creare semplici giochi cartotecnici ma comunque molto d'effetto, i quali vanno ad approfondire ulteriormente il libro.
Un volume che gioca molto sull'atmosfera, in quanto i lettori si sentono trasportati quasi in un altro modo (senza nessun adulto, e trovo questa cosa molto affascinante) solo con la protagonista, i suoi animali e la sua piccola avventura, in quanto la storia di per sè è molto semplice, anche se graziosa, però non banale. Ad esempio inizialmente sembra che l'autrice non dica di chi sia questo gattino sperduto, visto che esso torna a casa ma Ollie si perde e quindi non ne conosce il proprietario o la proprietaria. Nell'ultima pagina però, mentre la bambina è a casa sotto le coperte assieme al suo gatto Zucca furi dalla finestra vediamo il gattino nero mentre solca il cielo notturno... a cavallo di una scopa assieme a una strega! 
 
Ecco tutti i titoli della saga di Ollie scritta da Nicola Killen:
  1. "Ollie e il coniglietto magico" del 2019 ("Ollie's magic bunny" [2019]): Un vento magico spira nell'aria di primavera... e trasforma Bunny, il coniglietto di pezza di Ollie, in un vero coniglio! Quando la tempesta aumenta, Bunny si ritrova nei guai e Ollie avrà bisogno di tutto il suo coraggio per riportarlo a casa sano e salvo.
  2. "Ollie e il gattino sperduto" del 2020 ("Ollie's lost kitten" [2020]): Che cos’è questo fruscio...? Una bella mattina d’autunno, mentre Ollie e Zucca giocano insieme, all’improvviso compare un gattino. Si è sperduto! Ollie riuscirà a risolvere la situazione e ad aiutare il suo nuovo amico a ritrovare la strada di casa?
  3. "Ollie e la renna di Natale" del 2021 ("Ollie's Christmas reindeer" [2016]): È la vigilia di Natale. Ollie è appena andata a dormire, quando si sveglia all'improvviso. Che cosa sarà quel suono? Ollie esce nella neve e lo segue. Una nuova avventura sta per cominciare… Sarà un Natale indimenticabile!
  4. "Ollie e l'orso vanno a scuola" del 2022 ("Ollie and the lost kitten" [2019]): La sera prima dell’inizio della scuola, Ollie si sente nervosa. Quando finalmente riesce ad addormentarsi, viene svegliata all’improvviso da un gufo fuori dalla sua finestra. Seguendolo nel bosco, vede un corteo di molti altri animali! Ma dove staranno andando tutti?
  5. "Ollie e un amore di cucciolo" del 2025 ("The Little puppy" [2024]): Quando la nonna la lascia col suo nuovo cagnolino Milo, Ollie è felicissima: passeranno una giornata fantastica insieme! All’inizio non va proprio tutto per il verso giusto... Ma lì vicino c’è il bosco, un luogo magico, dove le avventure capitano quando meno te le aspetti: lo scoprirà anche Ollie, grazie al suo nuovo amico Milo!
  6. "Buon compleanno Ollie" del 2025 ("Ollie's Birthday surprise" [2023]): Quando la più grande nuvola di palloncini che abbia mai visto passa fuori dalla sua finestra, Ollie non può fare a meno di seguirla. Ma dov’è diretta e quale sorpresa l’attende? Unisciti a Ollie e ai suoi amici animali in una nuova, indimenticabile, avventura di compleanno!
 
      
 
    
 Sopra: Le copertine degli altri titoli della serie di Ollie.
 
Quest'opera è stata pubblicata originariamente nel 2020 dalla Simon & Schuster Childrens Books col titolo "Ollie's lost kitten", ed è stato edito in italiano sempre nel 2020 dalla Nord-Sud Edizioni. Il volume ha 32 pagine, la copertina rigida, misura 25,5 cm d'altezza e 25,7 cm di lunghezza e costava 12,90 euro (ora invece costa 13,90 euro).
 
Tutti i diritti appartengono ai legittimi proprietari, non vi è alcun intento di infrangere il copyright. Le immagini e i testi sono utilizzati a scopo puramente informativo.

lunedì 15 settembre 2025

Fratelli Grimm tutte le fiabe a cura di Brunamaria dal Lago Veneri

L'altro giorno sono stata a fare un giro al Mercatino dell'Usato della mia città e ho deciso di prendere una raccolta di fiabe che ormai vedevo lì da tre mesi: "Fratelli Grimm tutte le fiabe" a cura di Brunamaria dal Lago Veneri. È una raccolta completa di tutte le fiabe dei Grimm e che faceva parte di una collana che usciva in edicola i primi anni del Duemila.
 
  
Sopra: A sinistra la copertina dell'edizione che ho trovato al mercatino, di una collana intitolata "Le più belle fiabe del mondo", a destra un'edizione normalmente in commercio del 2005.
 
Come leggiamo nell'aletta del libro: "Pubblicate per la prima volta tra il 1812 e il 1822, le fiabe dei fratelli Grimm sono tra el opere più tradotte, ristampate, diffuse e conosciute della letteratura mondiale e un autentico, intramontabile classico della letteratura per l'infanzia. La loro atemporalità, il loro situarsi in una dimensione trasfigurata dove i pericoli più spaventosi vengono superati, il male punito, la virtù ricompensata, sono probabilmente i motivi di tanto successo, e risiedono nella stessa figura-archetipo dell'infanzia. Tuttavia l messaggio di queste fiabe non è ricolto solo ai bambini: la rivisitazione dle mito si presenta infatti oggi come un'eccezionale stratagemma per esorcizzare gli incubi sepolti nell'inconscio personale e collettivo, per placare le inquietudini, per imparare a leggere il reale con un po' d'ironia."
All'inizio del volume è presente un'introduzione che ci spiega come la tradizione del racconto popolare abbia dei precedenti illustri, per poi parlare dell'importanza che hanno avuto, per il popolo tedesco (ma non solo) le raccolte di fiabe dei Grimm, con cui i Grimm volevano creare un senso di unità nazionale. D'altronde le fiabe servono anche a "metabolizzare le angosce per renderle pensabili e rappresentabili.", rendendola un racconto non solo per bambini, ma universale e collettivo. Dopo aver spiegato un po' in generale l'importanza e il significato delle fiabe c'è un focus su quelle dei fratelli Grimm, viste come la ricerca di un passato remoto, originario, una ricerca dell'universalmente umano e come una ricerca della radice nazionale, per ritrovare una nuova identità culturale, linguistica e storica.
Infine c'è una nota sulla traduzione, che spiega: "La presente traduzione è stata eseguita sull'edizione, curata nel 1936, da Otto Ubbelohde, che illustrò anche le fiabe dei Grimm."
Le fiabe riportate in questo volume sono tutte versioni integrali e contiene effettivamente tutte le fiabe dei Grimm. Ho confrontato questa edizione con quella "Fiabe" della Einaudi (del 1951) e le fiabe sono esattamente le stesse, suddivise in tre libri e numerate allo stesso modo, senonchè l'edizione Newton Compton ha aggiunto anche un'altra sezione, alla fine, dedicata alle leggende per bambini.
La traduzione delle fiabe tuttavia è diversa, sebbene il significato rimanga sempre quello, tuttavia adesso vi riporterò alcuni pezzi di alcune fiabe di entrambe le edizioni, così potrete confrontare le traduzioni:
 
1. Versione "Biancaneve" Ed. Einaudi (1951): "Una volta, nel cuore dell'inverno, mentre i fiocchi di neve cadevano dal cielo come piume, una regina cuciva, seduta accanto a una finestra dalla cornice d'ebano. E così, cucendo e alzando gli occhi al cielo per guardar la neve, si punse un dito, e caddero nella neve tre gocce di sangue. Il rosso era così bello su quel candore, ch'ella pensò: <<Avessi una bambina bianca come la neve, rossa come il sangue e dai capelli neri come il legno di questa finestra!>> 
Poco dopo diede alla luce una figlioletta bianca come la neve, rossa come il sangue e dai capelli neri come l'ebano; e la chiamarono Biancaneve. E quando nacque la regina morì.
Dopo un anno il re prese un'altra moglie: era bella ma superba e prepotente, e non poteva sopportare che qualcuno la superasse in bellezza".
 
1. Versione "Biancaneve" Ed. Newton Compton (2003): "Una volta, in inverno inoltrato, mentre i fiocchi di neve cadevano dal cielo come piume, una regina cuciva, cuciva seduta accanto a una finestra dalla cornice d'ebano. E, mentre cuciva e alzava gli occhi per guardare la neve, si punse un dito e tre gocce di sangue caddero nella neve. Il rosso era così bello su quel candore, ch'ella pensò fra sé: <<Avessi un bambino bianco come la neve, rosso come il sangue e nero come il legno della finestra!>> 
Poco tempo dopo diede alla luce una bambina bianca come la neve, rossa come il sangue e con i capelli neri come l'ebano; e, per questo, la chiamarono Biancaneve. E quando nacque la regina morì.
Dopo un anno, il re prese di nuovo moglie: era donna bella, ma superba; non poteva tollerare che qualcuno la superasse in bellezza". 
 
2. Versione "Cappuccetto Rosso" Ed. Einaudi (1951): "C'era una volta una cara ragazzina; solo a vederla le volevano tutti bene, e specialmente la nonna, che non sapeva più cosa regalarle. Una volta le regalò un cappuccetto di velluto rosso, e, poiché le donava tanto ch'essa non volle più portare altro, la chiamarono sempre Cappuccetto Rosso. 
Un giorno sua madre le disse: -Vieni, Cappuccetto Rosso, eccoti un pezzo di focaccia e una bottiglia di vino, portali alla nonna; e debole e malata e si ristorerà..." 
 
2. Versione "Cappuccetto Rosso" Ed. Newton Compton (2003): "C'era una volta una bambina tanto carina e dolce che solo a vederla, tutti se ne innamoravano, e specialmente la nonna, che non sapeva davvero più cosa darle. Una volta le regalò un cappuccetto di velluto rosso, e poiché le stava tanto bene e lei non voleva mettere che quello, tutti la chiamavano Cappuccetto Rosso. 
Un giorno sua madre le disse: - Vieni Cappuccetto Rosso, qui c'è una bella fetta di dolce e una bottiglia di vino, portali alla nonna. È ammalata e debole e queste cose le faranno bene." 
 
 
 Sopra:
 
Il volume contiene anche delle illustrazioni tratte dal volume "Kinder-und Hausmarchen gesammelts durch die Bruder Grimm". Sono dei disegni in bianco e nero probabilmente delle incisioni, dall'aspetto elegante e ricco di dettagli, con tratteggi sottili e con alcune zone più scure di altre, mentre altre sono state lasciate completamente bianche creando dei bei giochi di luce e ombra.
Le immagini sono spesso a pagina intera, ma non mancano anche disegni più piccoli, grandi un terzo o metà pagina. Essi rappresentano scene tratte dalla storia, con personaggi che svolgono delle azioni in determinati ambienti (come gli animali addormentati nel cortile del castello in "Rosaspina", una donna che raccoglie dell'acqua ad un ruscello, Biancaneve nel castello della regina, ) a volte invece sono stati ritratti solamente i paesaggi. 
Le illustrazioni comunque sono belle, graziose e delicate e aggiungono al libro un tocco in più, rendendolo più speciale.
 


 
  
 Sopra: Alcune delle illustrazoni in bianco e nero che si possono trovare all'interno del testo.
 
"Fratelli Grimm tutte le fiabe" a cura di Brunamaria dal Lago Veneri è un bel volume, uno dei pochi che raccoglie effettivamente tutte le fiabe dei fratelli Grimm, proprio come quello dell'Einaudi. Questo però ha anche il vantaggio di essere illustrato, inoltre è scritto più grande di quello Einaudi ed è meno in formato tascabile, con copertina rigida e sovracopertina. Essendo la prima uscita di una collana in edicola aveva dalla sua anche il vantaggio del prezzo, pensate che sul retro di copertina è segnato che costava solo 2,10 euro! Un prezzo imbattibile per un tomo da 550 come questo.
Ancora oggi c'è una raccolta delle fiabe dei Grimm in edizione della Newton Compton, ma adesso costa 9,90 euro, e non ha immagini interne.
In realtà tutta la collana aveva dei titoli interessanti, tra cui quelli su Capuana e la Perodi, fiabe difficili tra trovare.
Purtroppo attualmente questo volume non si trova più in vendita, se non nel mercato dell'usato a prezzi ben più alti di 2,10 euro (io l'ho trovato ad un mercatino scontato a 3,30 euro perchè ormai era in vendita da più di due mesi). Se vi capita di vederlo comunque è una buona edizione, sia dal punto di vista della traduzione che della completezza dei testi, molto carina con delicate e graziose illustrazioni in bianco e nero che lo abbelliscono.
 
 Sopra:Le copertine (prese da un annuncio su internet di qualcuno che vende questi libri) dei primi 12 volumi della collana di cui faceva parte anche questa raccolta di fiabe dei Gri, che come potete vedere era la prima uscita, mentre poi abbiamo fiabe di Andersen (in due tomi), di Perrault, di Capuana, della Perodi, le Mille e una Notte, favole, racconti di Dickens e di Collodi.
 
I testi di quest'opera sono stati tradotti da un'edizione pubblicata originariamente nel 1984 col titolo "Kinder-und Hausmarchen". Questa edizione italiana invece stata edita nel 2003 dalla Newton Compton Edizioni. Il volume ha 554 pagine, la copertina rigida con sovracopertina, misura 23 cm d'altezza e 16 cm di lunghezza e originariamente costava 2,10 euro, essendo la prima uscita di una collana in edicola.
 
Tutti i diritti appartengono ai legittimi proprietari, non vi è alcun intento di infrangere il copyright. Le immagini e i testi sono utilizzati a scopo puramente informativo.

venerdì 12 settembre 2025

Il Sole e i pianeti di Patricia Geis

"Il Sole e i pianeti" di Patricia Geis è un libro divulgativo dedicato al sole e al nostro sistema solare, corredato da alette da aprire e sollevare per rendere l'esperienza di scoperta ancora più interessante.
 
 Sopra: La copertina ha uno sfondo nero, nero come lo spazio, su cui vediamo alcuni puntini dorati che sarebbero le stelle, mentre la O della parola "Sole" che compone il titolo dell'opera è un sole stilizzato.
 
Un libro divulgativo che vuole rispondere a domande come: Cos'è il Sole? Di cosa sono fatte le stelle? Come funziona il sistema solare? Quali sono i pianeti del nostro sistema solare? Quali sono gli effetti sulla  Terra? Perchè ci sono il giorno e la notte? Come funzionano gli equinozi e i solstizi? Cos'è la Luna e perchè esistono le eclissi? Cos'è l'astronomia? Cosa sono le galassie e cos'è la Via Lattea?
Ad esempio per spiegare l'alternanza tra il giorno e la notte il libro dice: "La Terra fa un giro su se stessa ogni 24 ore. Ogni giorno completa un giro attorno al proprio asse: per questo abbiamo il GIORNO e la NOTTE. Quando la Terra è dalla parte del Sole, ne riceve la luce, quindi è GIORNO, quando è nel lato opposto è NOTTE. Tra giorno e notte esistono due one di penombra: l'alba e il tramonto.
Un libro con spunti di attività pratiche per sperimentare e mettersi alla prova come un vero astronomo! L'ideale per iniziare a orientarsi guardando il cielo per scoprirne tutti i segreti. 
 
Sopra: Queste pagine, in cui vediamo molte alette che si aprono e si sollevano, vediamo la spiegazione sulla rotazione della Terra attorno al Sole e quindi la conseguente alternanza tra giorno e notte e dell'esistenza di equinozi e solstizi.

Essendo un libro divulgativo per bambini a partire dai 5 anni ovviamente le pagine, oltre ai testi con le spiegazioni, sono accompagnate da moltissime illustrazioni, le quali hanno lo scopo di supportare i lettori nella comprensione dei testi e delle spiegazioni su cos'è una ceta cosa o come funziona un certo concetto.
Lo stile dei disegni si distingue per essere semplice, quasi essenziale, fatto di forme semplici come cerchi o rettangoli. Ad esempio tutti i pianeti e le stelle (Terra e ole compresi) sono proprio dei cerchi, così come le teste dei personaggi umani che compaiono qua e là, mentre i loro corpi e gli arti sono dei rettangoli. 
Il bello di queste illustrazioni sono però i colori, i quali sono stesi in maniera monocromatica, senza sfumature, ma le tinte sono molto vibranti, intense e brillanti; inoltre spesso c'è un bel contrasto tra gli sfondi neri della pagina (il nero dello spazio) e i colori di stelle e pianeti (tipo il giallo del Sole, l'azzurro e il verde della Terra, ecc..).
I testi sono inoltre corredati da Pop-up, alette, fustelle e meccanismi cartotecnici che facilitano la comprensione dei movimenti dei corpi celesti, aiutano a riconoscere le costellazioni e tanto altro... per un universo in 3D che prende vita sotto i nostri occhi.
 
 

Sopra: Alcune pagine interne, che come vedete sono molto colorate e ricche di spiegazioni, ma anche di alette e meccanismi cartotecnici che le supportano.

"Il Sole e i pianeti" di Patricia Geis è un libro divulgativo molto bello e interessante, adatto già a partire dai 5/6 anni in quanto cerca di spiegare dei concetti anche complessi in maniera semplice, ma non banale o scorretta, e anche pratica, grazie anche all'ausilio di meccanismi cartotecnici. Vi è ad esempio una pagina in cui si parla delle fasi lunari in cui al centro c'è un pezzo di carta tondo con attaccata su un lato una piccola luna che ruota, e con al centro una piccola terra che si puo sollevare e far stare dritta. Ruotando il cerchio sulla pagina si possono vedere i disegni delle varie fasi lunari, le quali si possono pure riprodurre sulla pagina grazie all'uso di una torcia, posizionandosi in una stanza buia e vedendo le ombre che la Terra di carta riflette sulla Luna di carta.
Il libro comunque risponde a tante domande  riguardanti lo spazio e il nostro sistema solare, parlando della Terra, delle stelle, del Sole e della Luna, delle fasi lunari, di come si susseguono il giorno e la notte, di cosa sono i solstizi e gli equinozi e perchè di verificano, dell'astronomia, delle costellazioni, dei vari pianeti del Sistema Solare e dei loro satelliti... Il tutto accompagnato da delle belle e colorate illustrazioni, oltre ad alette da aprire e da sollevare.
Il volume pur non avendo molte pagine è ricco di informazioni, spiegate in modo corretto ed accattivante, che grazie ai disegni e ai meccanismi cartotecnici inclusi, i quali sono sicuramente di supporto ai lettori nella comprensione delle spiegazione, permettendo loro di vedere anche in modo concreto e pratico alcuni concetti. Secondo me quindi può essere un volume valido per accompagnare anche gli alunni di quinta che di solito all'inizio dell'anno in scienze si ritrovano a studiare lo spazio e il sistema solare.
 
Quest'opera è stata pubblicata nel 2019 dalla Combel Editorial col titolo "El Sol y los planetas" ed è stata edita in italiano nel 2020 da Franco Cosimo Panini Editore. Il volume è dotato di una copertina rigida, ha 15 pagine, misura 30,5 cm d'altezza e 22,0 cm di lunghezza e costa 19,50 euro.

Tutti i diritti appartengono ai legittimi proprietari, non vi è alcun intento di infrangere il copyright. Le immagini e i testi sono utilizzati a scopo puramente informativo.

mercoledì 10 settembre 2025

WINNIE PUH: C'era una volta un orsetto. Quando tutto ebbe inizio... di Jane Riordan e Mark Burgess

"WINNIE PUH: C'era una volta un orsetto. Quando tutto ebbe inizio..." ispirato da A.A. Milne ma scritto da Jane Riordan e illustrato da Mark Burgess è una sorta di prequel dell'opera di "Winnie Pooh" scritta da Milne nell'ormai lontano 1926, nel quale ci viene raccontato come Winnie e gli altri pupazzi sono entrati in possesso di Christopher Robin.
 
 Sopra: La deliziosa ed elegante copertina dallo sfondo blu scuro con scritte e disegni dorati, che conferiscono al libro un aspetto prezioso.
 
Tutto ha inizio mentre Christopher Robin e Puh se ne stanno distesi a guardare le nuvole, finchè non arrivano Tigro e gli altri, e Tigro si ricorda della volta in cui è arrivato nel osco dei Cento Acri e ha conosciuto tutti, così chiede anche al bambino come ci sia arrivato: "<<Tu come sei arrivato, Christopher Robin?>> Domandò tutto esaltato.
<<Nel Bosco? >> chiese Christopher Robin, un po' sorpreso della domanda. <<Oh, io ci sono sempre stato>>.
In quel momento Coniglio fece u passo avanti. <<Ma deve esserci stato un Prima>> esclamò, con tono autorevole. <<C'è sempre un Prima>>.
Christopher Robin non era del tutto convinto di questa cosa, aleno non per se stesso. 
<<Il Prima>> intervenne Gufo, solenne, <<da non confondere con Anteriormente o Dinanzi, è un Fatto Concreto. Sarebbe a dire che è Vero e Reale. Dovresti trovare i tuo Prima, Christopher Robin, e raccontarlo a tutti noi.>> [...]
Fu così che, tenendo le bollicine in equilibrio sul naso e soffiandole via, Christopher Robin chiese a Puh di raccontargli di Prima, tanto tempo Prima del suo arrivo nel Bosco. Prima che lui conoscesse Winnie Puh, se un Prima esisteva, e Prima che Christopher Robin fosse abbastanza grade da aver dato a Puh il suo nome.
Decisero allora che era il momento di raccontare quelle storie, e che Puh dovesse chiamarsi già Puh, perchè senza un nome non si sarebbe sentito davvero lì dentro.
Ed ecco quelle storie..."   
Ed è così che Puh inizia a raccontare a Christopher Robin del Prima, prima che loro due si incontrassero, quando Puh non aveva ancora il suo nome.
Prima, c’era soltanto un Orsetto tutto pancino e niente gambe sullo scaffale di un grande magazzino, in attesa di essere acquistato. Poi, quando Winnie Puh e Christopher Robin si sono incontrati, le loro meravigliose avventure hanno avuto inizio, fra tesori da seppellire, tane da costruire e vasetti pieni di miele… 
L’Orsetto più amato dai lettori di tutto il mondo e i suoi amici sono i protagonisti di un romanzo inedito, ispirato alle storie di A.A. Milne
 
 Sopra: Le pagine iniziali del libro, dove  destra vediamo l'inizio del primo capitolo e sinistra un'illustrazione in cui vediamo Puh e Christopher Robin.
 
La storia è accompagnata dalle carinissime illustrazioni di Mark Burgess, le quali ricordano molto come stile quelle originali di Shepard, l'artista britannico che illustrò i volumi di Winnie Pooh. Il tratto di Burgess infatti è molto delicato e raffinato, ricco di dettagli, con personaggi e oggetti tracciati con tratti sottili ma precisi e puliti, poi colorati con acquerelli dai toni delicati ma brillanti e accesi.
Le immagini mostrano ai lettori alcune scene che sono narrate all'interno dei testi, supportando quindi i lettori nella comprensione della storia, a volte mostrando proprio delle sequenze di azioni che i personaggi compiono. Queste ultime sono disegni di piccole dimensioni che accompagnano i testi, così da poter supportare al meglio il lettore nella lettura. 
Ma non tutte le immagini sono così piccole, in quanto ce ne sono anche alcune a tutta pagine, le quali di solito vogliono mostrare al lettore, e mettere in risalto, un momento particolare della storia, tipo quello in cui vediamo Puh in vendita assieme ad altri orsetti di peluche sullo scaffale di qualche negozio, oppure Puh assieme a Christopher Robin mentre guardano assieme un libro nella stanza del bambino.
 
 
 
 
 
  
Sopra: Alcune pagine con disegni in mezzo ai testi e altre con disegni a pagina intera, illustrazioni davvero dolci e graziose.

"C'era una volta un orsetto: Quando tutto ebbe inizio..." ispirato da A.A. Milne ma scritto da Jane Riordan e illustrato da Mark Burgess è un romanzo molto carino, in realtà composto da una serie di racconti dove Puh narra a Christopher Robin cose accadute quando lui era ancora troppo piccolo per ricordarsene. 
Eventi quali, ad esempio, l'arrivo di tutti i suoi pupazzi preferiti, tra cui ovviamente lo stesso Puh (abbandonato da una bambina molto ricca e viziata in una pasticceria), poi l'asinello Isia (arrivato putto bagnato per posta), di Porcelletto (infilato nella cassetta delle lettere da un vicino di casa), oppure di gite al museo o allo zoo, di giornate piovose passate a costruire rifugi nella propria cameretta, di quando sono giunti al Bosco dei Cento Acri e hanno conosciuto Coniglio e Gufo, ...
E poi, in ogni capitolo, c'è Christopher Robin che cresce pian piano, anche se Winnie e i suoi amici non ci hanno fatto subito caso: "E ogni giornata era accogliente e gioiosa e piuttosto simile alla precedente. Ma anche se Puh non se ne accorse, Qualcosa stava cambiando, e Quel Qualcosa era Christopher Robin. Si sa, se stai a guardare una cosa giorno dopo giorno non la vedi cambiare, ma se te ne vai e poi ritorni, d'un tratto, potresti trovarla molto diversa dalla prima volta. Ed è esattamente quel che accadde con Christopher Robin.
Lo stile di scrittura dell'autrice è piuttosto singolare e accattivante e cedo riprenda il modo di scrivere anche di Milne. Riordan utilizza infatti moltissime parole con la lettera maiuscola, come per dare loro un'importanza e una rilevanza particolare, come ad esempio "Prima", perchè qui non si intende solo qualcosa accaduta in precedenza, si parla di IL prima per eccellenza, cosa è successo prima che tutto avesse inizio e e che ha segnato l'inizio di tutto. Anche altre parole come "Bel Gesto" e "Ammesso", "Cosa Gusta Da Fare" sono tutte scritte con la lettera maiuscola sebbene non siano nomi propri, eppure così in qualche modo lo diventano. Nel testo ci sono anche diverse parole inventate tipo "tigrata" e "codata" per riferirsi alla coda di Tigro, oppure "sabbiatopo", quando Isaia rovescia della sabbia che gli esce dalle orecchie su un topolino, o "balzellando" per indicare il movimento di scendere le scale con il sedere ... A volte è pure lo stesso autore a mettere in dubbio l'esistenza di alcuni termini, dicendo: "ammesso che esista un animale con questo nome."
Ci sono anche alcuni giochi di parole come sul fatto che una storia, per essere tale deve avere un inizio, uno svolgimento e una fine e Isaia commenta: <<Uno sconvolgimento. Be', questo la dice lunga>>; oppure frasi come: "Ma era un bracolamento tutto diverso, perchè a via di bran e di colare Christopher Robin si spostava di quà e di là...
E poi c'è Puh che spesso ama recitare qualche poesia inventata da lui stesso sul momento, come quella creata quando Christopher Robin aveva l'influenza: "Se la gola ti fa male e l'affanno senti in petto, / se la fronte poi ti scotta e ti senti un po' acciaccato, / se ruggisce stranamente quel tuo sogno nel cassetto / ecco che improvvisamente sei già inflù-leonizzato. Fatti un mondo sul lenzuolo, con gli amici tutti in festa, / il cuscino una collina, e un mare mosso il letto. / Le ginocchia son montagne, e il sole è la tua testa / Con Puh, Christopher Robin e Porcelletto."
E' un tipo di scrittura molto simpatica, in cui l'autore cerca di entrare in contatto col lettore, strizzandogli l'occhio, coinvolgendolo emotivamente nella scrittura, facendo in un certo senso sentire la sua presenza , una presenza simpatica e rassicurante, che promette di narrare tante belle e simpatiche storie. 
Una raccolta di storie semplici e quotidiane, ma simpatiche, con personaggi piacevoli e facili da identificare, adatte ad essere lette già a partire dai 4/5 anni
 
Tale libro illustrato è stato edito originariamente nel 2021 da the Trustees of the Winnie the Pooh properties and the Estate of E.H. Shepard col titolo "WINNIE-THE-POOH: Once there was a bear. Tales of befor it all began", ed è stato pubblicato in italiano nel 2022 dalla Nord-Sud Edizioni (un marchio Adriano Salani Editore). Ha una copertina rigida, misura 21,5 cm d'altezza e 14,3 cm di lunghezza, ha 144 pagine e costa 15,90 euro.
 
Tutti i diritti appartengono ai legittimi proprietari, non vi è alcun intento di infrangere il copyright. Le immagini e i testi sono utilizzati a scopo puramente informativo.  

lunedì 8 settembre 2025

L'orrore di Abbot's Grange di Frederick Cowels

"L'orrore di Abbot's Grange" è una raccolta di racconti scritti da Frederick Cowels, il quale fu un bibliofilo, antiquario, conferenziere e soprattutto scrittore di ghost stories, non è oggi famoso quanto M.R. James o Algernon Blackwood, ma il suo contributo al genere del racconto soprannaturale inglese è stato nondimeno importante e merita un posto di rilievo nella storia della letteratura del terrore.
Di questa casa editrice avevo già parlato di un'opera simile: "Racconti del terrore" a cura di Sergio Bissoli.
 
Sopra: La copertina riprende quella originale della prima edizione inglese del 1936.

Come scritto sul retro di copertina questa raccolta: "Offre per la prima volta in italiano una raccolta ampia e articolata della narrativa di Frederick Cowles (1900-1948), autore britannico che seppe coniugare la passione per il folklore con la scrittura di storie insolite piene di misteri e fantasmi. Oltre ai racconti qui inclusi, tratti dal meglio della sua produzione, quest’edizione comprende un raro scritto introduttivo dallo stesso Cowles, attraverso il quale i lettori potranno avvicinarsi direttamente all’origine della sua scrittura, e un approfondito inquadramento critico finale che ne analizza il contesto, le influenze e l'originalità. Questa operazione editoriale si configura quindi come un’occasione importante per scoprire in modo organico il talento di un autore classico dell’horror ancora poco conosciuto in Italia."
Nel libro sono presenti sia un'introduzione che un'appendice. Nella prima lo stesso autore ci racconta di come il suo interesse per i fantasmi sia stato suscitato da un monaco benedettino, che a diciassette anni lo convinse a leggere i libri di Blacwood, per poi passare ad autore come Le Fanu, Middleton, Summers e Stoker, finché anche lui stesso non ha iniziato a scrivere dei racconti di paura, poiché lo divertiva scriverli.
Nell'appendice troviamo invece una biografia di Cowels oltre a un'analisi della sua produzione, concentrandoci in particolare sulle sue raccolte di racconti di paura, venendo ad esempio a sapere che esse sono tre, di cui le prime due pubblicate  nel 1936 e nel 1938, mentre l'ultima usci postuma alla sua morte, dato che nessuna casa editrice si offrì di pubblicargliela quando egli era ancora vivo, a causa di un cambiamento del clima editoriale.
Le storie contenute in questa raccolta sono: "L'orrore di Abbot's Grange", "Il castello nella foresta", "Il custode", "La casa nella palude", "La chiesa stregata", "Le stregonerie di Lyonesse", "La paura cammina nella notte", "La torre infinita", "L'amante dei morti", "La Cosa che uscì dal mare", "Lisheen" e "Il cadavere del vescovo Louis". 
 
 Sopra: Le pagine che mostrano la fine del racconto "La casa nella palude" e l'inizio di "La Chiesa Stregata"
 
Il volume contiene anche alcuni disegni in bianco e nero, alcuni (di piccole dimensioni) posti sopra al titolo, all'inizio del racconto, mentre altri a pagina intera. 
Le illustrazioni poste all'inizio di ciascun racconto servono ad anticipare un po' al lettore di cosa tratterà la storia che egli si appresta a leggere, poiché raffigurano un elemento significativo del racconto: nel racconto "L'orrore di Abbot's Grange" vediamo appunto questa villa enorme anche se dall'aspetto abbandonato; in "Il castello nella foresta" vediamo uno scorcio di questo castello in rovina che si affaccia sul mare; in "La casa nella Palude" c'è una dimora (che in realtà sembra più una chiesa, con accanto delle lapidi e uno scheletro; in "La strega di Lyonesse" vediamo una donna nuda con le braccia alzate che tiene in alto tra le mani una sfera, mentre ai suoi piedi ci sono dei piccoli uomini sofferenti; in "La cosa che uscì dal mare" troviamo il fantasma di una donna vicino a una finestra e a delle scale; ecc...
Molte delle immagini rappresentano degli edifici, dato che effettivamente anche molti titoli dei racconti fanno riferimento a qualche edificio o luogo (castelli, case, paesi, torri...), ma non mancano neppure quelle che mostrano creature spettrali, demoniache o soprannaturali. Ad esempio nel caso in cui i disegni siano stati posti sopra al titolo essi non hanno grandi dimensioni  e rappresentano dei paesaggi, solitamente dei manieri inquietanti sperduti in mezzo ai boschi.  I disegni a pagina intera mostrano anch'essi dei luoghi, ma anche creature, sebbene comunque poste all'interno di specifici ambienti tipo cimiteri o una qualche stanza.
Alla fine del libro inoltre c'è una sezione che ci mostra le copertine dei libri, in inglese, scritti da Cowels, ad oggi difficilmente reperibili. 
A dire il vero qualcuna delle immagini sembra essere un po' sgranata, o comunque non sempre stampata in modo molto nitido o chiaro, probabilmente perchè di tratta di immagini prive di copyright recuperate su internet. A differenza dell'altra raccolta comunque qui abbiamo abbiamo i nomi degli autori di alcune di esse: Maurice Greiffenhangen, Fair Eleonor, Pierre benoit, Virgil Finlay, Louis Moe e Paul Grendes.
È comunque carino che l'autore abbia voluto aggiungere queste immagini piuttosto che lasciare le pagine bianche.
 
  

  
Sopra: Alcune delle immagini, in bianco e nero, presenti all'interno del libro, solitamente collocate all'inizio di ogni racconto. Qui sopra potete vedere i disegni dei racconti di "Il castello nella foresta", "La torre infinita", "La paura cammina nella notte" e "L'amante dei morti"
 
"L'orrore di Abbot's Grange" di Frederick Cowels è una bella raccolta di racconti di fantasmi, anche se in realtà, pur venendo definita così, a volte si tratta più in generale di non-morti, in quanto in realtà molti racconti trattano ad esempio la figura del vampiro. La stessa storia che dà il titolo al libro vede come antagonista una creatura più simile a un vampiro che non a un fantasma, in quanto pur essendo mota è immortale e si nutre del sangue dei vivi.
Come spiegato anche in appendice, i racconti scritti da Cowel mostrano alcune tematiche ricorrenti che riflettevano gli interessi dell'autore come: il folklore popolare (diversi racconti prendono spunto o si basano su leggende del folklore inglese) tanto da ambientare le sue storie in scenari rurali; l'interesse per le tradizioni zingare; il fascino per l'occultismo e la magia nera, che viene spesso usata per spiegare molti fenomeni soprannaturali nelle sue storie (come nel casi di racconti come "L'orrore di Abbot's Grange", "La casa nella palude", "La chiesa stregata", "Le stregonerie di Lyonesse", "La paura cammina nella notte", "Lisheen", in cui troviamo sempre uno o più praticanti delle arti oscure); il vampirismo, dato che, sebbene non sempre definiti con questo nome, diverse creature che compaiono nei suoi racconti possono essere facilmente ricondotti a questo tipo di mostro; la stregoneria e il satanismo, in quanto per Cowels le streghe non sono altro che donne che hanno venduto la loro anima al Diavolo e ne abbiamo alcuni esempi in racconti come "Le stregonerie di Lyonesse" e "Lisheen".
Un'altra cosa che accomuna molti dei racconti di Cowels è il fatto che sono raccontati da qualcuno all'interno della storia che giura essere delle vicende reali e realmente successe, e a cui il narratore ha assistito o che ha sentito a sua volta raccontare da una persona che lui ha conosciuto. D'altronde i personaggi dei suoi racconti sono solitamente persone comuni, abitanti del lugo, viaggiatori, nuovi inquilini o dei nuovi proprietari "che si trovano a confrontarsi con orrori radicati nella storia o nel folklore locale.", sempre per rimanere in tema col la sua passione per il folklore.
Come scritto sul retro del libro: "La sua produzione letteraria spaziò con disinvoltura dalle classiche storie di fantasmi ai racconti intrisi di occultismo, stregoneria e vampirismo, fino ai diari di viaggio ricchi di aneddoti storici e folkloristici; ma tutti i suoi scritti riflettono una passione viscerale per l’insolito, per il lato nascosto e spesso inquietante della realtà, e una ricerca incessabile per l’ignoto."
A differenza comunque di altri autori di fantasmi della sua epoca lo stile di Cowels presentava un approccio piuttosto personale all'orrore, come scritto anche nell'appendice: "Il suo stile era generalmente più diretto, più viscerale e, si potrebbe dire, più popolare nel senso migliore del termine. Faceva infatti ampio uso di descrizioni vivide e dettagliate, spesso non risparmiando elementi macabri e grotteschi, puntando a creare atmosfere cariche di tensione quasi fisica e cercando un coinvolgimento più immediato ed emotivo nel tettore." Probabilmente è anche questa sua caratteristica che mi ha fatto apprezzare i suoi racconti, in quanto se un tempo descrizioni più vivide ricche di particolari macabri poteva quasi sconvolgere una parte del pubblico oggi forse si fanno più vicine ai gusti di un pubblico contemporaneo, abituato alla violenza anche grazie ai film horror. 
Mi sono piaciuti tutti i racconti, anche se quelli che ho preferito sono stati: "L'orrore di Abbot's Grange", in cui mi è piaciuta questa peculiare versione del vampiro, frutto di magia nera e di un animo corrotto e malvagio; "La casa nella palude", in quanto ho trovato la storia interessante e mi sono piaciuti i particolari macabri in essa descritti, con le vittime sacrificali a cui viene estratto il cuore per essere divorato; "Le stregonerie di Lyonesse", in cui vediamo un giovane prete che si lascia corrompere dal Diavolo e sedurre da Lilith; "L'amante dei morti", in cui un uomo giunge ad una casa che scopre essere in realtà abitata da orrendi zombie; "Il cadavere del vescovo Louis", in cui un archeologo decide di indagare su una tomba di un vescovo che fu murata e nascosta diversi anni prima, attirando su di sé una maledizione. 
Sebbene questi racconti possano non spiccare per originalità tematica sicuramente l'autore è stato in grado di conferire loro una certa dignità in quanto: "anche all'interno dei confini del racconto di genere, Cowels era capace di momenti di autentica prosa trascendente e di invenzioni sorprendenti", creando qualcosa capace ancora oggi di coinvolgere, stupire e affascinare i lettori, con le sue atmosfere cupe, i temi ancestrali, ma una sensibilità narrativa più moderna. 
Un'edizione da avere se siete amanti dei classici racconti di fantasmi o di paura, dato che questo autore è molto difficile da trovare tradotto in italiano, come viene spiegato anche alla fine del libro in appendice. Prima di questa edizione era comparso solo qualche racconto, la maggior parte portati in italia dalla ABEditore, per cui: "Questa operazione editoriale si configura quindi come l'occasione più importante finora presentatasi per riscoprire in modo più completo e organico il talento narrativo di uno scrittore classico del genere horror che, purtroppo, nonostante i recenti sforzi, rimane ancora troppo poco conosciuto presso il grande pubblico." Questa raccolta, arricchita di uno scritto introduttivo dello stesso autore e da un approfondimento critico finale di Pietro Guarriello, è quindi un ottimo modo per recuperare questo autore e per conoscerlo.
 
Il volume è stato pubblicato nel 2025 dalla Dagon Press, ha 244 pagine, una copertina flessibile, misura 19,7 cm d'altezza e 12,7 cm di lunghezza e costa 15,90 euro.

Curiosità: nel 2024 anche la casa editrice ABEditore ha deciso i pubblicare un paio di racconti di questo autore, in un libro di sole 100 pagine, tra cui anche quello che dà il nome alla raccolta della Dagon Press: "L'Orrore di Abbot's Grange" e "Il Vampiro di Kaldenstein": "In entrambe le narrazioni il vampiro è assai affine al mostro che ben riconosciamo - ormai si può considerare una figura canonizzata dal successo di Dracula e dalle successive rappresentazioni sempre più iconiche. I racconti sono infatti datati 1936 e 1938, ovvero in una fase di pieno consolidamento e sedimentazione del topos, arricchito invero anche dalle stimolazioni visive delle prime rappresentazioni teatrali e cinematografiche. È dunque in questo contesto che Cowles agisce e dipinge i suoi vampiri, certamente influenzati ma innegabilmente plasmati sapientemente in figure e situazioni pregne di terrificante vita. Due narrazioni brevi ma cariche di atmosfere spaventose e coinvolgenti, personaggi tragici e malvagi e promesse di incubi futuri."
 
 Sopra: La copertina dell'edizione edita nel 2024 dalla ABEditore.

Tutti i diritti appartengono ai legittimi proprietari, non vi è alcun intento di infrangere il copyright. Le immagini e i testi sono utilizzati a scopo puramente informativo.

venerdì 5 settembre 2025

Winnie the Pooh: Ora abbiamo sei anni di A.A. Milne e E.H. Shepard

"Winnie the Pooh: Ora abbiamo sei anni" è una raccolta (la seconda) di poesie scritte da A.A. Milne e accompagnate da più di cento illustrazioni a colori di E.H. Shepard.
 
Sopra: Sulla copertina vediamo un'illustrazione di Shepard in cui si vedono Christopher Robin e Winnie the Pooh.
 
Era il 1926 quando Winnie the Pooh fece la sua prima comparsa, e da allora le storie e le filastrocche del suo creatore, A.A. Milne, sono state apprezzate da intere generazioni. 
"Winnie the Pooh. Ora abbiamo sei anni", pubblicato per la prima volta nel 1927, è il terzo libro per bambini dell'inventore dell'orsetto più famoso di sempre e la sua seconda raccolta di poesie per i più piccoli. In questa edizione le divertenti filastrocche di Milne sono accompagnate da più di cento illustrazioni originali di E.H. Shepard, colorate dall'artista Mark Burgess. 
Come scritto nell'introduzione "Ci sono voluti circa tre anni per scrivere questo volume. Abbiamo iniziato quando eravamo molto piccoli... e ora abbiamo sei anni", e come potete vedere l'autroe parla al plurale perchè l'altra persona di cui sta parlando è Christopher Robin, che quindi si fa co-autore del testo in questione. Molte poesie infatti riguardano proprio lui e la sua quotidianità. 
Le poesie trattano vari temi: alcune sono delle vere e proprie storie dove seguiamo le vicende di qualche personaggio fantastico, come: "Il Natale di Re John" che vede per protagonista questo Re John il quale "non era un uomo gentile" ma che desidera ricevere un regalo per Natale; "Il cavaliere che non scricchiolava" racconta invece del cavaliere di Appledore il cavaliere con un'aratura che non fa rumore; "Il vecchio marinaio" narra invece la stroia di un vecchio marinaio naufragato su un'isola in mezzo al mare; ecc...
 
Il cavaliere che non scricchiolava
"Fra tutti i cavalieri di Appledrore,
Sir Thomas Tom era il più saggio:
con la tabellina del quattro faceva furore,
in ogni calcolo era in vantaggio
e scriveva lettere senza un errore.
 
Nessun altro cavaliere nel regno
era un tale campione d'ingegno.
Lucidava le spade alla perfezione
e sapeva, con certezza e precisione,
che rimedio un cavaliere doveva utilizzare
quando la sua rmtura iniziava a scricchiolare.
 
Non combatteva un granchè,
ma questo non accadeva perchè
ai duelli non er interessato:
lui era soltanto preoccupato
che il suo cervello pregiato
d fendenti potesse essere danneggiato.
 
...
 
Altre invece raccontano della quotidianità e della vita dell'ifanzia, in particolare quella di Christopher Robin, come ad esempio la prima poesia, dove si parla della solidutine, oppure "Impegnato" dove seguiamo un bambino durante i suoi giochi, in "Etciù" troviamo un Christopher Robin ammalto, in "Noi due" vediamo Christopher Robin mentre gioca con Pooh, in "Perdono" la tata di Chritopher apre una scatola di fiammiferi dove dentro il bambino aveva racchuso un scarafaggio, in "Vieni fuori con me" Christopher esplora, senza che nessuno lo accompagni, la Fattoria della Rotonda...
 
Solidutine
"C'è una casa dove posso andare
quando la gente non voglio incontrare.
C'è una casa dove posso andare
dove nessuno potrà mai entrare. 
C'è una casa dove posso andare
dove mai un "no" dovrò ascoltare,
dove nessuni vuole parlare,
così solo io ci potrò abitare."
 
Etciù 
"Christopher Robin
tossiva
e starnutiva,
e avvolto come un pargoletto,
lo sistemarono
nel letto.
Gli diedero lo sciroppo
contro tosse e naso rosso,
e una medicina fresca,
per calmare il mal di testa.
Ma la tosse onella
si trasforma forse
in varicella? 
..." 
 
Le rime delle filastrocche, così come la lunghezza dei versi, sono abbastanza irregolari, anche se in tutte le poesie compare almeno qualche verso che presenta delle rime baciate oppure alternate. Alcune poesie sono molto lunghe, soprattutto quelle dove l'autore ci narra delle storie di buffi personaggi, mentre alltre sono abbastanza corte.
 
Sopra: Due pagine in cui vediamo la poesia "Vieni fuori con me", con a sinistra i testi e a destra un'illustrazione di Shepard.
 
I testi delle poesie sono accompagnati dalle illustrazioni, a colori, di E.H. Shepard, un artista e illustratore britannico famoso per aver illustrato libri per bambini come quelli della serie "Winnie the Pooh" e "Il ventro tra i salici".
I disegni solitamente accompagnano i testi, a volte circondandoli o venendo posti accanto ad essi; in questi casi le immagini non sono molto grandi ed ne è presente più di una per ciascuna poesia. In questi casi le immagini rappresentano varie scene che vengono narrate nelle filastrocche. Ad esempio nella poesia "L'ingegnere" vediamo Christopher legare ad un trenino una spago per farci un freno ("Io ho un treno, nella mia stanza lassù. / Ha anche un freno, / che cosa voglio di più? / L'ho costruito io, con uno spago / e un progetto tutto mio."), in un altra immagine l'artista ci fa vedere come il "freno" non funzioni tanto bene ("... funziona un po' sì / e un po' così così. perchè, se per caso tiro la molla, / all'improvviso il treno crolla."), mentre in un altro disegno ancora il bambino stringe tra le mani un trnino un po' rotto. Nel frattempo i disegni ci raccontano anche un'altra vicenda, non narrata nei testi, in quanto vediamo Pooh e i suoi amici prendere il biglietto del treno e aspettare, invano, che arrivi.
Nella poesia "Noi due" vediamo invece dei disegni che mostrano Pooh andare con Christopher e aiutarlo a fare dei calcoli matematici. In "Il cavaliere che non scricchiolava" subito vediamo un'immagine che ci mostra il suddeddo cavaliere, poi una in cui lo vediamo intento a scrivere, poichè i testi prima recitano: "... con la tebellina del quattro faceva furore / in ogni calcolo era in vantaggio / e scriveva lettere senza un errore.", in un'altra vediamo il cavaliere che aspetta sulla torre del suo castello, scrutando l'orizzonte, in accordo con i versi che dicono: "... e se di giorno non c'era umidità, / restava sulla torre tutta la mattina,"; e così via fino alla fine della poesia.
I dosegni sono molto carini e graziosi, dalle stile delicato, nonostante spesso le scene raffigurate non siano molto grandi sono ricche di dettagli, con personaggi e ambienti vivi e immaginifici. Queste immagini sono inoltre a colori, con delle tinte ad acquerello delicate come i tratti dei disegni, dalle tonalità brillanti e accese, anche se mai troppo intense, capaci di catapultare il lettore in un mondo a volte intimo, fatto di giochi in casa e serate a letto, mentre altre volte più aperto, in mezzo ai prati soleggiati della campagna inglese.

 
 
  

  

 Sopra: Alcune delle illustrazioni di Shepard, alcune piccoline inserite in mezzo ai testi, emntre altre a pagina intera.
 
"Winnie the Pooh: Ora abbiamo sei anni" di  A.A. Milne è una raccolta di 35 poesie molto graziose e davvero carine, nelle quali l'autore ci narra l'infanzia oppure buffe e simpatiche avventure di bizzarri personaggi, avventure che sicuramente i bambini apprezzeranno in quanto sanno essere divertenti e simpatiche, oltre che essere molto orecchiabili.
Se queste storie sono divertenti è invece molto interessante far caso a come l'autore riesca a offrirci, con semplicità e con un sorriso, una fedele descrizione dell'infanzia, che nonostante il passare degli anni non cambia mai, facendo rimanere questo libro sempre attuale e piacevole anche per i lettori moderni. D'altronde, come anticipato nell'introduzione, l'autore vuole sottolineare come non abbia scritto queste filastrocche da solo, ma insieme a Christopher Robin, quindi assieme ad un bambino, ed infatti molte poesie raccontano appunto della sua vita e della sua quotidianità.
A redere ancora più piacevole e attraente questo volume sono le illustrazioni di Shepard, qui colorate dall'artista Mark Burgess, davvero carine, graziose e delicate, le quali aiutano anche a supportare l'attenzione e la comprensione dei giovani lettori, o ascoltatori, dato che questo volume lo consiglio a partire dai quattro anni.
Una raccolta di poesie in rima per i lettori più giovani, che scopriranno il mondo attraverso gli occhi del piccolo Christopher Robin, del suo compagno d'avventure Winnie the Pooh e dei suoi amici, nonchè un ritorno alla magia dell'infanzia per i più grandi.
 
Tale libro illustrato è stato edito originariamente nel 1927 da Methuen & Co. col titolo "Now We are six", ed è stato pubblicato in italiano nel 2018 dalla Mondadori Electa Kids, ha una copertina rigida con sovracopertina, misura 26,00 cm d'altezza e 22,00 cm di lunghezza, ha 112 pagine e costa 19,90 euro.
 
Tutti i diritti appartengono ai legittimi proprietari, non vi è alcun intento di infrangere il copyright. Le immagini e i testi sono utilizzati a scopo puramente informativo.  

mercoledì 3 settembre 2025

Il ciuco di Melesecche di Renato Fucini e Pietro Malvani

"Il ciuco di Melesecche" è una vecchia  raccolta (originariamente venne pubblicata nel 1922) di storielle e filastrocche in rima scritte da Renato Fucini e illustrate da Pietro Malvani, un noto figurinaio italiano.
 
    
 Sopra: Tre diverse copertine di alcune edizioni uscite per questo volume, di cui la prima è del 1975, quella centrale è del 1939 e quella a destra è l'edizione più recente, del 2023.
 
Renato Fucini (Monterotondo Marittimo 1843 – Empoli 1921) laureatosi in agraria si trasferì a Firenze, dove cominciò a comporre versi in vernacolo pisano nello scomparso Caffè dei Risorti: componimenti poi pubblicati nel 1871 con il titolo Cento sonetti in vernacolo pisano. Si dedicò quindi all’insegnamento, e contestualmente a scrivere novelle prevalentemente ambientate in Maremma: "Le veglie di Neri" (1882); "All’aria aperta" (1897); "Nella campagna toscana" (1908), mentre "Il ciuco di Melesecche" è del 1922.
Novelle e filastrocche che con divertita ironia, fra apologhi moraleggianti e scanzonati nonsense, ci tramandano un mondo venato di nostalgia e di concreta saggezza: una cultura incolta secondo il comune metro accademico, eppure capace di straordinarie illuminazioni, di epifanie salaci, di logica semplice e pungente.
Abbiamo ad esempio la prima storia, quella che dà il titolo alla raccolta, che vede il padrone di un asimo lamentarsi e struggersi per la morte del proprio asino, a cui, come lui stesso dichiara, negli ultimi giorni lo aveva abituato... ad non aver più bisogno di mangiare. 
Oppure vi è quella di due bambini che vanno a fare campeggio in un bosco e uno dei due si vanta del proprio coraggio, ma quando arriva un orso è il primo che abbandona l'amico e scappa su un albero, mentre l'altro si finge morto. O quella in cui una madre chioccia avvisa i suoi pulcini di tornare da lei appena sentono un certo richiamo che li avverte di un pericolo in arrivo, ma due pulcini che stanno litigando non ci fanno caso e così vengono catturati da un falco.
Oltre a queste brevi narrazioni vi sono poi diverse storie in rima, scritte in versi alternati (AB AB) o in rima baciata (AA BB). Sono filastrocche piuttosto lunghe, ma composte da versi abbastanza brevi che le rendono molto orecchiabili e piacevoli da ascoltare, mentre la loro natura ironica e pungente, talvolta anche un po' violenta, le rende divertenti.
 
La Regina di cuori 
"La Regina di Cuori,
un bel giorno d'estate
rinunziando, per caldo, ad andar fuori,
restò a casa a impastar delle schiacciate.
 
M quel birbante del fante di cuori,
senza curarsi punto dei calori,
senza pensar che s'era d'estate,
rubò quelle schiacciate.
 
Il Re di cuori fe' chiamare il Fante,
e lo trattò di ladro e si birbante
e dalla rabbia, persa la ragione,
gli fracassò lo scettro sul groppone.
..." 
 
La cazone di un soldatino
"[...]
Eran ventiquattro ed eran merli;
ed il cuoco del Re, da cuoco esperto, 
appena nelle man potette averli,
 per cavarsi più presto dall'impiccio,
senza ammazzarli,
senza pelarli,
li cosse in un pasticcio.
 
Fin qui tutto va in regola; ma quando
il pasticcio fu aperto,
volaron via, cantando.
 
Non pare a voi, come pare anche a me,
degna pietanza questa per un Re?
 
Alcune filastrocche inoltre sono divertenti perchè giocano sulla ripetizione di frasi o situazioni, come quella di "I tre allegri cacciatori" dove vediamo tre amici che escono a caccia e incontrano animali, oggetti e persone scambiandoli sempre per qualcos'altro, e nel frattempo, tra una strofa e l'altra vengono ripetuti i versi "E strombettando e urlando se n'andavano / e, andando, strombettavano e urlavano." In "Il garzone del contadino" invece vediamo essere ripetuta, all'inizio di ogni strofa, la frase: "Quand'ero contadino, / o, piuttosto, garzon d'un contadino / io, da onesto garzone ..."
Mentre la filastrocca "La casa di Bastiano" viene ripetuta in continuazione la frase "nella casa di Bastiano", visto che la poesia ha una struttura simile a quella di "Alla fiera dell'Est".
 
La casa di Bastiano
"Questa è la talpa che ha mangiato il grano
che era nella casa di Bastiano.
 
E questo è il gatto che mangiò la talpa
la quale aveva mangiato tutto il grano
che trovò nella casa di Bastiano.
 
E questo è il cane che noiava il gatto,
quel bravo gatto che mangiò la talpa
la quale aveva mangiato tutto il grano
che trovò nella casa di Bastiano.
 
Questa è la vacca con un corno torto
che, a cornate, ridusse quasi morto
quel brutto cane che noiava il gatto,
quel bravo gatto che mangiò la talpa
la quale aveva mangiato tutto il grano 
che trovò nella casa di Bastiano ..."
 
 
Sopra: Due pagine che provengono dalla storia, in rima, "I bambini nel bosco", in cui a sinistra vediamo un'illustrazione a tutta pagina e a destra la fine del testo.
 
 
Le storie e le filastrocche sono accompagnate dalle illustrazioni di Pietro Malvani, uno dei vecchi figurinai italiani, tanto da essere citato anche da Antonio Faeti nel suo saggio "Guardare le figure: Gli illustratori italiani dei libri per l'infanzia". Faeti descrive Malvani come: "il figurinaio più coerentemente capace di collegarsi al contenuto del volume. Malvani sa, come l'autore delle filastrocche, mantenersi in bilico, tra le opposte sollecitazioni che provengono dai vari ambiti nei quali si insinua il volume. Egli riesce ad essere crudele, limpido, sentenzioso, secondo le allusioni che, sottilmente, sono reperibili nelle varie pagine." (Faeti Antonio, Guardare le figure: Gli illustratori italiani dei libri per l'infanzia, Donzelli Editore, Roma, p. 378)
Le immagini sono molto numerose all'interno di quest'opera e ve ne sono di vario tipo: ad esempio c'è sempre un disegno che accompagna il titolo e che serve come decorazione per quest'ultimo, poi vi sono dei piccoli disegni che accompagnano i testi e che li interrompono ogni tot di strofe per mostrare cosa sta succedendo nella storia; infine vi sono le immagini a pagina intera, le quali mostrano una scena particolare che viene raccontata nella storia o nella poesia. In quest'ultimo tipo di disegni Malvani rappresenta anche il paesaggio circostante, mentre in quelli posti in mezzo ai testi vengono rappresentati solo i personaggi, intenti a compiere qualche azione, senza nessun accenno allo sfondo.
I disegni appunto mostrano personaggi è vicende narrate nelle storie, tratteggiate con tratti netti e molto puliti, dall'aspetto realistico e anche molto curato e attento ai dettagli, soprattutto nelle illustrazioni a pagina intera 
 
  

 
  
  
  
Sopra: Alcune delle illustrazioni presenti all'interno del libro provenienti dalle storie di "Il ciuco di Melesecche", "La canzone da un soldino", "Il garzone del contadino", "Prepotenza umiliata" e "Gian Carlo". 

"Il ciuco di Melesecche" di Renato Fucini e Pietro Malvani è un testo che ho scoperto poiché l'ho trovato citato nel saggio di Faeti "Guardare le figure: Gli illustratori italiani dei libri per l'infanzia", dove ne parla come delle filastrocche che prendono esempio dal repertorio inglese: "Sono spesso veri e propri racconti, novelle in versi, saggiamente assurde, ma anche violente e misteriose, oppure dense di un'insopprimibile tristezza che il loro ritmo di canzoncine non riesce a spegnere. [...]
Fucini riprese i termini dell'assurdo anglosassone e li collocò entro un nostro contesto, non solo in senso linguistico, ma anche per l'insieme dei riferimenti usati, e soprattutto per l'atmosfera complessiva cui rivestì il libro.
Nel Ciuco di Melesecche si allude ad un'anedottica popolare, sulla quale, sottilmente, si ironizza, senza però abbandonare del tutto il tono di ragguaglio inesatto, di cronaca menzognera che si ritrovano nell'esposizione del cantastorie.
I fondo, nelle filastrocche di Fucini, un imbonitore, forse convintamente bugiardo, ma anche sinceramente folle, analizza, a modo suo, un'ipotetica società e guarda ad alcune emblematiche vicende per ricavarne una morale, che, in quanto assurda, può riuscire utilissima, soprattutto in senso pedagogico." (Faeti Antonio, Guardare le figure: Gli illustratori italiani dei libri per l'infanzia, Donzelli Editore, Roma, p. 376)
Un esempio lampante dell'assurdità, della tristezza, dell'ironia e della stranezza di questi racconti è proprio la prima novella, quella che dà anche il titolo alla raccolta dove Melesecche trova il suo asino morto nella stalla e, disperato per la propria perdita, si mette a elencare tutte le qualità dell'asino, le quali sono infatti assurde e portate all'estremo: "Le bastonate parevano che fossero la sua consolazione; il sole d'agosto se lo godeva come un rinfresco; i ghiacci d'inverno lo riscaldavano tutto; la pioggia, la grandine e la neve s'era abituato a succhiarsele come benedizione del cielo ..." Infine l'uomo si lamenta del fatto che il ciuco gli sia morto proprio quando lo aveva finalmente "avvezzato a non aver più bisogno di mangiare!" E il padrone sembra proprio convinto di ciò, così com'era convinto di tutto ciò che aveva detto in precedenza riguardo al suo ciuco, ma quanto ci sarà di vero nelle sue parole? I lettori saranno più portati a vederci la "cronaca menzognera" di cui parlava Faeti, in quanto a quale animale piacerebbe essere picchiato, o piacerebbe trasportar pesi nel caldo di agosto, o esser indifferenza al freddo, alla pioggia, alla grandine?
Vi è poi la filastrocca del fante che ruba le schiacciate alla Regina e viene picchiato dal Re; quella del re cuoco che cucina in un pasticcio 24 merli senza ucciderli e senza spennarli, così quando apre il pasticcio essi volano via e uno di loro porta via alla regina un pezzo di naso; o quella di un cane che morde un uomo molto buono e generoso: "Ed incontrando il suo benefattore / (uh, che orrore, che orrore; uh, che mondaccio!), / gli s'avventò, lo morse e gli strappò / mezzo chilo di ciccia da un polpaccio. / [...] Vista la gran ferita sanguinosa, / ognun la giudicò pericolosa. / E mentre lo fasciavano e pensavano / che quel cagnaccio era di certo idrofobo, / dissero tutti, e l'affermò anche il medico, / che, senza dubbio, dentro un tempo corto, / l'uomo darebbe morto. / Sapete un po'? Dentro due settimane, / l'uomo era vivo, ed era morto il cane!".
Come vedete sono tutte storie che conservano al proprio interno una certa dose di violenza, sebbene il tono generale delle filastrocche sia divertente e ironico, in esse inoltre si percepisce anche alcuni elementi fiabeschi, come gli uccelli che escono vivi dal pasticcio nonostante vi siano stati cotti dentro, o l'uccello che stacca un pezzo di naso alla regina mentre un altro glielo ricucisce senza che questa si accorga di nulla, ...
Una raccolta di storie e filastrocche che secondo me anche adesso risulta molto carina e in gran parte proponibile da leggere anche a bambini a partire da 5/6 anni in lettura condivisa, altrimenti dagli 8, sebbene sarà necessario che il lettore adulto spieghi al bambino (o che quest'ultimo vada a ricercarsi) qualche termine che ormai risulterebbe desueto nella lingua italiana. Termini come: "scortichino" (colui che cava la pelle agli animali morti, (p.3), "lo avevo avvezzato" (p.3), "curarsi punto" (p.7), "mi vedrai al cimento" (p.11), "sbuzzarli" (p.18), "rimpaciati" (p.24), "empiendola" (p.46), "cotone fenicato" (p.46), "strapanato" (p.52), "smargiassi" (p.57), "a lui gli ci piaceva poco l'agro di limone" (p.57), "arcifanfano" (p.60), "rintuzzò" (p.81),"core" (p.83), ...
 
Quest'opera è stata pubblicata nel 1922 anche se l'edizione che ho io è quella edita nel 1975 da Einaudi Editore. Il volume ha 116 pagine, la copertina flessibile, misura 24,00 cm d'altezza e 17,00 cm di lunghezza e costava 12.000 LIRE.
 
Tutti i diritti appartengono ai legittimi proprietari, non vi è alcun intento di infrangere il copyright. Le immagini e i testi sono utilizzati a scopo puramente informativo.