Sopra: La copertina di "Biomechanical circus" mostra una delle creature del circo realizzate da Finamore, in questo caso un clown meccanico.
All'inizio di questo silent book troveremo una (nonché unica) frase che recita: "Programmate per esibirsi in spettacolari compiti e attrazioni, le macchine sono presenza quotidiane dal cigolio sinistro"
L'opera è divisa in due parti: nella prima il lettore verrà invitato dal padrone del circo, con un gesto del braccio, ad entrare nel tendone per assistere allo spettacolo, mentre l'uomo lo fissa dall'alto in basso con uno sguardo freddo e duro, metallico.
Ciò a cui assisteremo girando le pagine di questo libro sarà in effetti uno spettacolo circense, con un annunciatore, musicisti, clown, artisti ed animali che si esibiscono … Ma i personaggi che prenderanno parte allo spettacolo sono tutte creature in parte uomini (o animali) e in parte meccaniche: esseri dalla pelle grigiastra i cui corpi sono fusi a parti meccaniche. Abbiamo ad esempio l'annunciatore che viene rappresentato come un uomo con cappello a cilindro senza gambe e con al posto della bocca un megafono; un'intera band di musicisti i cui strumenti fanno parte del loro corpo (talvolta essi SONO addirittura il loro corpo); clown che al posto delle gambe hanno apparati meccanici e dai cui corpi escono cavi elettrici; maghi che, nonostante l'aspetto simile a un essere umano, in realtà non sono altro che robot e bambole meccaniche; perfino gli animali sono creature costituite da cavi e parti metalliche ….
Sopra: Il proprietario del Biomechanical Circus invita il lettore, guardandolo dall'alto verso il basso con uno sguardo gelido, ad entrare nel suo tendone (percorso da tubature) per assistere allo spettacolo in cui si esibiranno presentatori, equilibristi, musicisti, clown, maghi, fachiri, comatosi di leoni, lanciatori di coltelli, e molti altri personaggi tutti composti da parti meccaniche. La scimmia che in questa immagine compare accanto all'uomo sarà proprio l'ultima ad esibirsi nello spettacolo, suonando un organetto.
Il lettore potrà così assistere, come già detto, a uno spettacolo composto da molteplici esibizioni ad opera di diversi artisti e animali: band di musicisti, un equilibrista, una contorsionista, un fachiro, clown, un mago, un ipnotizzatore, un uomo forzuto, un mangiatore di spade, un domatore di leone, l'uomo che si spara col cannone, un lanciatore di coltelli, elefanti, tigri, leoni, cavalli e anche una scimmia che suona l'organetto.
Finito lo show principale inizia la seconda parte del volume, intitolata "Industrial freak show", come se l'autore, dopo aver fatto assistere il lettore allo spettacolo, lo portasse ora a visitare un'altra attrazione del circo: il freak show (o sideshow), appunto, come quelli che si trovavano accanto ai Luna Park nell'Ottocento (in voga soprattutto negli Stati Uniti), in cui la gente poteva ammirare i cosiddetti "scherzi della natura".
In questa parte verranno mostrati al lettore una serie di persone, anche in questo caso composte da parti meccaniche, che nell'Ottocento comparivano in questo genere di spettacoli: gemelli e gemelle siamesi, la donna cannone, la donna barbuta, e un uomo elefante (con un chiaro riferimento al protagonista affetto dalla sindrome di Proteo del film biografico Elephant Man del 1980).
Sopra: Questo personaggio dell' "Industrial freak show" di Finamore è chiaramente ispirato al protagonista del film biografico del 1980 Elephant Man, affetto dalla sindrome di Proteo.
Questi personaggi meccanici dalla pelle grigiastra si stagliano nella maggior parte dei casi su sfondi neri, nei quali talvolta si intravede qualche sprazzo di sfondo (costituito dal tendone a righe del circo e dai cavi e dalle tubature che lo percorrono).
Come ho già detto i protagonisti di quest'opera sono creature con corpi deformi, nella maggior parte dei casi mutilati, e fusi a parti metalliche e tecnologiche che diventano parte integrante di loro. Non a caso, in un'intervista (questa), l'autore spiega appunto che "Il tema principale delle mie elaborazioni è il rapporto simbiotico tra l'uomo e la tecnologia, spinto verso estremi scenari verso cui il corpo e la macchina si uniscono in ibridi cibernetici. La Biomeccanica è appunto la forma estrema, l'ultimo stadio metamorfico e potentemente allucinatorio di questo rapporto". Ciò che Finamore vuole mostrare è il legame tra l'uomo e la macchina, e in particolare la visione dell'uomo come macchina "Programmata a svolgere determinate funzioni nel contesto sociale", fino a restare intrappolato, in alcuni casi, dal lavoro, dalla burocrazia, dal consumismo "E reso in tutto e per tutto assimilabile ad un meccanismo metallico o ad un circuito elettrico". Come l'autore continua a spiegare "La diversità delle varie attrazioni circensi rappresenta lo spettacolo della varietà (il varietà) di persone cerebralmente e fisicamente programmate in azioni ed esibizioni nel corso della vita di tutti i giorni".
Sopra: I musicisti del circo (una delle molteplici attrazioni offerte durante lo spettacolo) di Finamore hanno corpi deformi, fusi con i loro strumenti, che diventano parte di loro. Questi personaggi sono persone/macchine che possono svolgere alla perfezione un'unica funzione (cioè suonare un determinato strumento), quella per cui sono stati costruiti.
In questo circo però, come ho già detto, non sono presenti solamente persone, ma anche animali, nei quali la componente meccanica è ancora più evidente rispetto ai personaggi umani. Comunque, le illustrazioni che rappresentano tutti i protagonisti di questo spettacolo circense sono state realizzate con una gran cura per i dettagli (basta osservare ad esempio alcune parti meccaniche) e per i giochi di luci ed ombre, prestando attenzione a fondere le parti biologiche e quelle meccaniche con precisione, in modo che apparissero il più possibile realistiche.
I colori utilizzati dall'illustratore sono solamente: il nero (delle ombre e degli sfondi), il grigio, e il bianco (dei punti luce e dei riflessi sui corpi e sulle parti meccaniche), che contribuiscono a creare un'atmosfera e delle illustrazioni cupe, anche se molto suggestive.
Sopra: Non solamente gli umani appaiono fusi a parti meccaniche in questo circo, ma anche, e soprattutto, gli animali, come nel caso di questo cavallo. Notare inoltre la cura per i dettagli nel rappresentare tutte le varie componenti meccaniche della bestia e l'utilizzo di soli tre colori (bianco, nero e grigio).
I disegni di Finamore si ispirano, come lui stesso ha spiegato durante un'intervista, alle opere di Hans Ruedi Giger, d'ispirazione simbolica e surrealista, a Hieronymous Bosch ed ad altri pittori e illustratore che hanno avuto a che fare col grottesco e la poetica dell'immaginario, tra cui Johann Heinrich Fussli, Mauritus Cornelis Escher, Edvard Munch ecc...
Quest'opera si distingue sicuramente tra i libri illustrati e i silent book per le sue atmosfere e i disegni cupi, nonché per le tematiche. In questo albo l'autore, come lui stesso spiega, ha voluto rappresentare il rapporto simbiotico la l'uomo e le macchine, fino a fonderli insieme. Un rapporto che mostra come anche l'uomo, proprio come una macchina, sia costretto (consapevolmente o meno), programmato, a svolgere determinate mansioni dettategli dal contesto sociale, intrappolato (talvolta anche schiavizzato) dal lavoro, dalla burocrazia e dal consumismo. L'illustratore ha deciso di rappresentare questa simbiosi, questa associazione tra l'uomo e la macchina attraverso l'allegoria del circo, luogo in cui artisti di vario tipo, durante lo spettacolo, entrano in scena per esibirsi nel loro numeri. Finamore rappresenta quindi questi personaggi come "Persone cerebralmente e fisicamente programmate in azioni ed esibizioni nel nel corso della vita di tutti i giorni". Nel freak show industriale della seconda parte l'autore ha poi voluto evidenziare, come sempre lui spiega, "In modo ancora più estremo la natura umana che possiede sin dalla nascita caratteri primordiali ed artificiali, un senso di mostruosità che alcuni portano dentro di sé ancora prima di nascere".
Il punto di vista dell'autore, il quale esprime attraverso la metafora del circo un rappresentazione dei ruoli dell'uomo in rapporto alla società in cui vive, e del suo rapporto con le macchine e la tecnologia, è molto interessante ed era già stato trattato fin dagli inizi del Novecento. Pirandello, ad esempio, parlava di come l'uomo, nonostante il flusso continuo della vita fosse un un continuo divenire, cercasse di cristallizzarsi in forme fisse nel quale potersi riconoscere, finendo per legarsi a delle maschere, dei ruoli sociali, nelle quali era costretto a identificarsi per dare un senso alla propria esistenza, impossibilitato a fuggire dalle convenzioni della società (se non tramite la follia). Questa concezione di Pirandello si legava al relativismo psicologico, secondo cui gli uomini nascono liberi, ma, crescendo in una società precostituita, a ciascuno di loro viene assegnata una parte secondo la quale comportarsi; ciascuno è quindi obbligato a seguire il ruolo e le regole che la società gli impone (così come gli artisti del circo di Finamore devono eseguire il loro numero, quello che gli è stato assegnato e per il quale sono stati costruiti, durante lo spettacolo).
Per quanto riguarda l'idea di Pirandello riguardo al rapporto tra l'uomo e la macchina (affrontato nel suo romanzo pubblicato nel 1916 col titolo "Si gira..." e poi nel 1925 col titolo "I quaderni di Serafino Gubbio operatore"), egli vedeva l'uomo schiavo di quest'ultima, alienato da se stesso, servo di ciò che avrebbero dovuto essere solo degli strumenti al suo servizio. Questo rapporto ha fatto perdere all'uomo la propria identità e la meccanizzazione ha tolto all'uomo la possibilità di dare un senso al fluire della vita, riducendolo ad una macchina. Finamore, a tale proposito, sempre nella stessa intervista, parla di come "L'uomo diventa assimilabile alla macchina, il soggetto dell'oggetto, fino ad un iperbolico senso di sostituzione. (…) Le macchine un tempo erano state concepite per aiutare l'uomo. L'uomo quindi ricorre alla tecnologia per estendere il suo potere sulle cose, ma rischia sempre più spesso di abbandonarsi e di perdere il controllo sul suo stesso corpo, che può arrivare beffardamente a tradirlo".
Le idee espresse da Pirandello e da Finamore, comunque, sono solo alcune delle molteplici opinioni riguardo al rapporto uomo-macchina che, fin dalla fine dell'Ottocento e dagli inizi del Novecento, hanno cominciato a svilupparsi, idee che poi si ricollegano anche ad altri temi (alcuni citati anche da Finamore nella sua intervista) come l'alienazione (trattata anche dall'espressionismo tedesco), i ruoli sociali, il consumismo, la mercificazione.
Insomma, questo silent book può rappresentare anche un'interessante punto di partenza e uno spunto per una complessa ed articolata riflessione su uno dei temi più interessanti che l'uomo si pone da tempo: il rapporto uomo-macchina, tema, ancora ai giorni nostri, sempre molto attuale e significativo.
Il punto di vista dell'autore, il quale esprime attraverso la metafora del circo un rappresentazione dei ruoli dell'uomo in rapporto alla società in cui vive, e del suo rapporto con le macchine e la tecnologia, è molto interessante ed era già stato trattato fin dagli inizi del Novecento. Pirandello, ad esempio, parlava di come l'uomo, nonostante il flusso continuo della vita fosse un un continuo divenire, cercasse di cristallizzarsi in forme fisse nel quale potersi riconoscere, finendo per legarsi a delle maschere, dei ruoli sociali, nelle quali era costretto a identificarsi per dare un senso alla propria esistenza, impossibilitato a fuggire dalle convenzioni della società (se non tramite la follia). Questa concezione di Pirandello si legava al relativismo psicologico, secondo cui gli uomini nascono liberi, ma, crescendo in una società precostituita, a ciascuno di loro viene assegnata una parte secondo la quale comportarsi; ciascuno è quindi obbligato a seguire il ruolo e le regole che la società gli impone (così come gli artisti del circo di Finamore devono eseguire il loro numero, quello che gli è stato assegnato e per il quale sono stati costruiti, durante lo spettacolo).
Per quanto riguarda l'idea di Pirandello riguardo al rapporto tra l'uomo e la macchina (affrontato nel suo romanzo pubblicato nel 1916 col titolo "Si gira..." e poi nel 1925 col titolo "I quaderni di Serafino Gubbio operatore"), egli vedeva l'uomo schiavo di quest'ultima, alienato da se stesso, servo di ciò che avrebbero dovuto essere solo degli strumenti al suo servizio. Questo rapporto ha fatto perdere all'uomo la propria identità e la meccanizzazione ha tolto all'uomo la possibilità di dare un senso al fluire della vita, riducendolo ad una macchina. Finamore, a tale proposito, sempre nella stessa intervista, parla di come "L'uomo diventa assimilabile alla macchina, il soggetto dell'oggetto, fino ad un iperbolico senso di sostituzione. (…) Le macchine un tempo erano state concepite per aiutare l'uomo. L'uomo quindi ricorre alla tecnologia per estendere il suo potere sulle cose, ma rischia sempre più spesso di abbandonarsi e di perdere il controllo sul suo stesso corpo, che può arrivare beffardamente a tradirlo".
Le idee espresse da Pirandello e da Finamore, comunque, sono solo alcune delle molteplici opinioni riguardo al rapporto uomo-macchina che, fin dalla fine dell'Ottocento e dagli inizi del Novecento, hanno cominciato a svilupparsi, idee che poi si ricollegano anche ad altri temi (alcuni citati anche da Finamore nella sua intervista) come l'alienazione (trattata anche dall'espressionismo tedesco), i ruoli sociali, il consumismo, la mercificazione.
Insomma, questo silent book può rappresentare anche un'interessante punto di partenza e uno spunto per una complessa ed articolata riflessione su uno dei temi più interessanti che l'uomo si pone da tempo: il rapporto uomo-macchina, tema, ancora ai giorni nostri, sempre molto attuale e significativo.
L'opera è stata edita nel 2012 dalla Logos Edizioni; ha 74 pagine, la copertina rigida, misura 23,5 cm d'altezza e 23,6 cm di lunghezza e costa 17 euro.
Tutti i diritti appartengono ai legittimi proprietari, non vi è alcun intento di infrangere il copyright. Le immagini e i testi sono utilizzati a scopo puramente informativo.
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