Sopra: La copertina di "Pinocchio prima di Pinocchio" ci mostra questo ramoscello, progenitore di Pinocchio, mentre corre assieme a un gatto e una volpe.
"C'era una volta un pezzo di legno, direte voi lettori. Invece no! C'era una volta l'universo". Questa è la frase con cui inizia questo libro, frase che rende ovviamente omaggio all'inizio dell'opera di Collodi, ma il Pinocchio di cui questo silent book parla non è quello di Collodi, ma uno molto più antico, un suo progenitore, un Pinocchio… prima di Pinocchio.
La nostra storia infatti inizia con uno squarcio di universo blu, azzurro, bianco e pieno di stelle, uno squarcio che presto si trasforma in un bellissimo cielo stellato, in cui si vede cadere un stella, la quale, schiantandosi sulla terra in un'esplosione di sfumature bianche, rosse, arancioni e gialle che squarciano il blu della notte, dà vita a un albero (probabilmente il primo, l'albero della vita). Un alberello che, col passare del tempo, cresce e si rafforza finché, durante una tempesta, un fulmine rosso, che squarcia il cielo, colpisce uno dei suoi rami, spezzandolo e separandolo dalla pianta. Ed ecco che nasce così questa specie di Pinocchio: poco più di un ramo magrolino, con dei rametti che gli fungono da braccia e da gambe. Gambe che però corrono veloci e leggiadre, gambe con cui questo rametto può divertirsi a scoprire il mondo. Ed è proprio mentre lo vediamo correre, giocare e fare capriole che questo incontra due personaggi che ci potrebbero risultare familiari: un gatto e una volpe. Due nuovi compagni che decide di seguire e che lo conducono all'ingresso di un bosco, bosco in cui incontrerà altri come lui, ma in cui conoscerà anche il fuoco, un fuoco che, assieme agli alberi della foresta e al blu del cielo, si trasformerà in una figura simile a Mangiafoco.
E dopo? Oh, dopo incontrerà ancora altri personaggi: un gufo, un grillo, un serpente, un pescecane e anche il suo albero/genitore. Vedremo questo allegro ramoscello vivere esperienze straordinarie finché da quest'ultimo non cominceranno a nascere delle foglie, e allora anche il vivace ramo capisce che è ora di fermarsi e di mettere radici, crescendo e diventando un grande albero dalla folta chioma, nelle cui foglie si possono scorgere delle sagome: quelle di un gatto, di una volpe, di un grillo, di un gufo e di un burattino dal naso lungo.
E, alla fine del libro, questa frase: "Così inizia la storia di un pezzo di legno".
Sopra: Ecco che, nelle fronde di questo ramoscello, divenuto alla fine un albero, possiamo vedere i personaggi del celebre romanzo di Collodi.
Le illustrazioni ad acquerello di Sanna, vera meraviglia di questo albo, sono le assolute protagoniste di quest'opera, anche perché si tratta di un silent book, cioè un libro senza parole, ad eccezione di quelle due frasi che vi ho riportato sopra nel riassunto della storia, poste una all'inizio e una alla fine.
Sanna ha utilizzato lo spazio delle pagine in differenti modi a seconda di cosa voleva trasmettere e rappresentare: troviamo così illustrazioni a doppia pagina, altre che riempiono un'intera facciata, ed altre ancora, più piccole, poste l'una accanto all'altra in un'unica pagina per mostrare al lettore una sequenza di eventi.
Gli acquerelli dell'autore sono eccezionali: colorati, vibranti, vividi, dinamici, suggestivi e poetici; non potrete non rimanerne rapiti o incantati. Sono illustrazioni che giocano molto sull'uso dei colori e delle forme, forme semplici, accennate, poco più che silhouette, elementi rappresentati nei loro tratti fisici essenziali, che però riescono a comunicare molto, anche senza l'uso di parole.
Le tavole di quest'opera suggeriscono molto, essendo ricche di significati e di riferimenti, non solo a Pinocchio, ma anche ad altre opere (si possono trovare citazioni anche ad altri libri, come, ad esempio "Bastoncino" di Axel Scheffler, oppure, la figure del serpente può far pensare, oltre a quello di Adamo ed Eva, anche a quello de "Il piccolo principe" di Antoine de Saint-Exupéry; si possono poi trovare rimandi nell'opera anche a figure della storia dell'arte, come Mark Rothko), perché questo, più che un libro incentrato esclusivamente sulla figura di Pinocchio è un'opera che vuole mostrare ciò che è avvenuto prima, l'inizio, la genesi.
Qui le immagini danno vita al racconto, un racconto in cui ritroveremo figure ben note e conosciute, ma, allo stesso tempo, diverse, più elementari forse: un Pinocchio che non è ancora niente più che un ramoscello (ma in esso si possono ben distinguere quei tratti, quel carattere allegro e libero del protagonista dell'opera di Collodi); il gatto e la volpe non sono ciechi o zoppi, sono due semplici animali che il nostro protagonista deciderà di seguire, il Mangiafoco qui non è una nemmeno una persona, è una figura nata dall'unione di differenti elementi (fuoco, alberi, cielo) …
Non si può poi non parlare dei colori di quest'albo, che, assieme alle figure dei vari personaggi, giocano un ruolo essenziale, perché attraverso essi, se ben usati, si può trasmettere moltissimo. D'altra parte questo silent book comincia con quella che potrebbe essere una semplice macchia di colore, al centro del foglio, una macchia blu, coperta di puntini bianchi, che sfuma verso l'interno nell'azzurro e nel bianco. Andando avanti nel sfogliare il libro, incontreremo moltissime altre sfumature: dal blu e dal bianco del cielo stellato si arriva a un'esplosione di bianco, rosso, rosa e arancione; a un lampo rosso; a un'alba rosa e arancio, per poi passare alle tinte più fredde di un paesaggio innevato e di un cielo azzurro, a quelle più cupe dell'interno del bosco. Ma ecco che, dal blu e dal marrone scuro della foresta, nascono i rossi e i gialli del fuoco, quello che rischierà di bruciare anche il nostro protagonista. E poi, ancora, connubi di tinte calde e fredde; di azzurri e di bianchi; di azzurri, bianchi e verdi e, poi, di tutti i colori, fino a vedere nell'ultima pagina un grande albero e un parto verdi, con alle spalle un cielo dalle sfumature rosse, gialle e arancioni.
Che poi, in realtà, quest'opera non si chiude con la suddetta immagine, ma con due pagine bianche, su cui una vediamo le figure di un uomo e di un asino che trasporta sulla schiena quelli che potrebbero essere dei pezzi di legno, e sull'altra quelle del gatto e della volpe mentre corrono (dove? probabilmente verso il futuro, verso la storia che deve ancora essere narrata).
"Pinocchio prima di Pinocchio" è un silent book bellissimo, che si presta a molti rimandi e a molte interpretazioni, l'autore, per esempio, in un'intervista (qui) dice che ciò che voleva raccontare con questo libro è la fragilità del bambino, in particolare quello in condizioni di vita costretta, in ospedale. Sempre per l'autore, comunque, questo libro è anche una metafora dell'essere artista: "Con il serpente che mangia tutti e poi sputa dal sedere e anche con il pescecane che mangia tutti e rimette al mondo dalla bocca tutti i personaggi. Tutti noi siamo digeriti medium che buttano fuori, da ogni orifizio possibile, il conosciuto e il vissuto", come spiega lui stesso.
Vi sono, poi, ovviamente, molti rimandi al Pinocchio di Collodi, ma questa figura di Pinocchio è qualcosa di più embrionale, una figura quindi ancora più libera, meno vincolata.
In questa storia possiamo leggere il ciclo della vita (partendo dalla sua origine, nientemeno che dalla genesi): la nascita del ramoscello dall'albero genitore, il distacco, l'allontanamento e l'emancipazione da quest'ultimo per vivere diverse esperienze e per crescere, il momento in cui al ramoscello iniziano a crescere le foglie, segno che ora anche per lui è tempo di fermarsi e di mettere radici (letteralmente) per poter crescere ancora e diventare, piano piano, un albero sempre più grande e rigoglioso. Alla fine poi dell'albo vediamo un uomo (probabilmente un taglialegna) insieme ad un asino che trasporta dei ciocchi di legno, provenienti dall'albero che un tempo era solo un vivace ramoscello, e il lettore sa che, da uno di quei ceppi, nascerà il burattino più famoso del mondo, destinato a rivivere, almeno in parte, le esperienze già sperimentate dal genitore.
Un'opera, questa, molto profonda, emozionante e ricca di riferimenti, che si presta a più livelli di interpretazione, con poetiche immagini con mille colori vividi e vibranti, ma che dicono molto (più delle parole), capaci di toccare l'anima.
Sanna ha utilizzato lo spazio delle pagine in differenti modi a seconda di cosa voleva trasmettere e rappresentare: troviamo così illustrazioni a doppia pagina, altre che riempiono un'intera facciata, ed altre ancora, più piccole, poste l'una accanto all'altra in un'unica pagina per mostrare al lettore una sequenza di eventi.
Sopra: Come vi mostrano queste pagine qui sopra, alcune illustrazioni dell'artista sono piccole e messe una accanto all'altra per mostrare una sequenza di eventi (in questo caso questo ramoscello che gioca e si diverte e che poi incontra un gatto e una volpe), mentre altre, come nel caso dell'illustrazione più a destra, occupano da sole un'intera pagina.
Gli acquerelli dell'autore sono eccezionali: colorati, vibranti, vividi, dinamici, suggestivi e poetici; non potrete non rimanerne rapiti o incantati. Sono illustrazioni che giocano molto sull'uso dei colori e delle forme, forme semplici, accennate, poco più che silhouette, elementi rappresentati nei loro tratti fisici essenziali, che però riescono a comunicare molto, anche senza l'uso di parole.
Le tavole di quest'opera suggeriscono molto, essendo ricche di significati e di riferimenti, non solo a Pinocchio, ma anche ad altre opere (si possono trovare citazioni anche ad altri libri, come, ad esempio "Bastoncino" di Axel Scheffler, oppure, la figure del serpente può far pensare, oltre a quello di Adamo ed Eva, anche a quello de "Il piccolo principe" di Antoine de Saint-Exupéry; si possono poi trovare rimandi nell'opera anche a figure della storia dell'arte, come Mark Rothko), perché questo, più che un libro incentrato esclusivamente sulla figura di Pinocchio è un'opera che vuole mostrare ciò che è avvenuto prima, l'inizio, la genesi.
Qui le immagini danno vita al racconto, un racconto in cui ritroveremo figure ben note e conosciute, ma, allo stesso tempo, diverse, più elementari forse: un Pinocchio che non è ancora niente più che un ramoscello (ma in esso si possono ben distinguere quei tratti, quel carattere allegro e libero del protagonista dell'opera di Collodi); il gatto e la volpe non sono ciechi o zoppi, sono due semplici animali che il nostro protagonista deciderà di seguire, il Mangiafoco qui non è una nemmeno una persona, è una figura nata dall'unione di differenti elementi (fuoco, alberi, cielo) …
Sopra: Questa illustrazione mostra il momento in cui il Pinocchio di quest'opera prende vita (e forma), separandosi dall'albero genitore. Un Pinocchio che non è niente più di un ramoscello che del Pinocchio di Collodi ha solamente pochissimi tratti molto essenziali (naso escluso).
Non si può poi non parlare dei colori di quest'albo, che, assieme alle figure dei vari personaggi, giocano un ruolo essenziale, perché attraverso essi, se ben usati, si può trasmettere moltissimo. D'altra parte questo silent book comincia con quella che potrebbe essere una semplice macchia di colore, al centro del foglio, una macchia blu, coperta di puntini bianchi, che sfuma verso l'interno nell'azzurro e nel bianco. Andando avanti nel sfogliare il libro, incontreremo moltissime altre sfumature: dal blu e dal bianco del cielo stellato si arriva a un'esplosione di bianco, rosso, rosa e arancione; a un lampo rosso; a un'alba rosa e arancio, per poi passare alle tinte più fredde di un paesaggio innevato e di un cielo azzurro, a quelle più cupe dell'interno del bosco. Ma ecco che, dal blu e dal marrone scuro della foresta, nascono i rossi e i gialli del fuoco, quello che rischierà di bruciare anche il nostro protagonista. E poi, ancora, connubi di tinte calde e fredde; di azzurri e di bianchi; di azzurri, bianchi e verdi e, poi, di tutti i colori, fino a vedere nell'ultima pagina un grande albero e un parto verdi, con alle spalle un cielo dalle sfumature rosse, gialle e arancioni.
Che poi, in realtà, quest'opera non si chiude con la suddetta immagine, ma con due pagine bianche, su cui una vediamo le figure di un uomo e di un asino che trasporta sulla schiena quelli che potrebbero essere dei pezzi di legno, e sull'altra quelle del gatto e della volpe mentre corrono (dove? probabilmente verso il futuro, verso la storia che deve ancora essere narrata).
Sopra: Alcune delle illustrazioni del libro che mostrano la varietà di tinte che l'artista ha utilizzato in quest'opera. Nell'immagine in alto a sinistra possiamo vedere il blu scuro del cielo notturno squarciato da un'esplosione di bianco, rosa, rosso, arancione; in alto a destra i colori freddi di un cielo blu e di un paesaggio innevato; e in basso il verde dell'erba e dell'albero che si staglia contro i colori caldi (rosso arancione e giallo) del cielo.
"Pinocchio prima di Pinocchio" è un silent book bellissimo, che si presta a molti rimandi e a molte interpretazioni, l'autore, per esempio, in un'intervista (qui) dice che ciò che voleva raccontare con questo libro è la fragilità del bambino, in particolare quello in condizioni di vita costretta, in ospedale. Sempre per l'autore, comunque, questo libro è anche una metafora dell'essere artista: "Con il serpente che mangia tutti e poi sputa dal sedere e anche con il pescecane che mangia tutti e rimette al mondo dalla bocca tutti i personaggi. Tutti noi siamo digeriti medium che buttano fuori, da ogni orifizio possibile, il conosciuto e il vissuto", come spiega lui stesso.
Vi sono, poi, ovviamente, molti rimandi al Pinocchio di Collodi, ma questa figura di Pinocchio è qualcosa di più embrionale, una figura quindi ancora più libera, meno vincolata.
In questa storia possiamo leggere il ciclo della vita (partendo dalla sua origine, nientemeno che dalla genesi): la nascita del ramoscello dall'albero genitore, il distacco, l'allontanamento e l'emancipazione da quest'ultimo per vivere diverse esperienze e per crescere, il momento in cui al ramoscello iniziano a crescere le foglie, segno che ora anche per lui è tempo di fermarsi e di mettere radici (letteralmente) per poter crescere ancora e diventare, piano piano, un albero sempre più grande e rigoglioso. Alla fine poi dell'albo vediamo un uomo (probabilmente un taglialegna) insieme ad un asino che trasporta dei ciocchi di legno, provenienti dall'albero che un tempo era solo un vivace ramoscello, e il lettore sa che, da uno di quei ceppi, nascerà il burattino più famoso del mondo, destinato a rivivere, almeno in parte, le esperienze già sperimentate dal genitore.
Un'opera, questa, molto profonda, emozionante e ricca di riferimenti, che si presta a più livelli di interpretazione, con poetiche immagini con mille colori vividi e vibranti, ma che dicono molto (più delle parole), capaci di toccare l'anima.
Questo silent book è stato pubblicato nel 2015 dalla Orecchio Acerbo, ha 64 pagine, la copertina rigida e misura 31 cm d'altezza e 22,2 cm di lunghezza e costa 17,50 euro.
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