Sopra: La copertina del libricino di "Bianvaneve e i sette nani" edito dalla Jaca Book.
Partiamo intanto col dire che questo libricino illustrato appartiene a una collana chiamata "Minifiabe", tanto che il testo si apre con un'introduzione la cui fine è questa: "Queste minifiabe sono veloci scorribande in un universo narrativo destinate a farne assaporare l'atmosfera: un primo sguardo, in vista di una più prolungata attenzione." Mi aspettavo, quindi, che la fiaba fosse stata modificata e riadattata, e che alcune parti fossero state tolte, tuttavia credo che l'adattamento dei testi non sia uno dei migliori.
Analizziamo quindi il testo. Intanto la storia del libro si apre subito parlando della matrigna di Biancaneve e del suo specchio, saltando quindi la parte in cui al lettore veniva presentata la madre della protagonista la quale diceva le famose parole: "Vorrei una bambina (o bambino nella versione originale dei Grimm del 1857) bianca come la neve, rossa come il sangue e nera come il legno della finestra". In questo volume non viene neppure menzionato il padre di Biancaneve e il fatto che si fosse risposato con la malvagia regina, in realtà non ci viene presentata neppure la protagonista, il testo parte subito in questo modo: "La matrigna di Biancaneve aveva avuto in eredità uno specchio magico che parlava se interrogato, ma diceva solo e sempre la verità".
L'adattatore di questa versione della fiaba, inoltre, ha ripreso le parole magiche che la regina rivolge al suo specchio dal film di Biancaneve della Disney: "Specchio, specchio delle mie brame, chi è la più bella del reame?", tuttavia almeno ha inventato quelle che lo specchio rivolge invece alla matrigna: "Credi a me, credi a me non c'è donna al mondo più bella di te".
La storia ovviamente procede con lo specchio che un giorno dice alla regina che la più bella non è lei e questa fa chiamare un suo fedele scudiero (e non il cacciatore come nella versione originale) dicendogli: "Prendi Biancaneve e portala nel bosco più fitto, e che non viva più". Da notare come, in questo testo, gli ordini della matrigna siano più vaghi, mentre in quello originale erano ben precisi, in quanto l'antagonista chiede al cacciatore di uccidere la fanciulla e portarle il fegato e i polmoni. Questa modifica, come altre che vedremo, è stata fatta probabilmente sia per ridurre il racconto che per evitare particolari ritenuti troppo macabri.
Come sappiamo lo scudiero (che avrebbe dovuto essere il cacciatore) disubbidisce agli ordini e lascia fuggire la protagonista che arriva alla casa dei nani.
Sopra: Biancaneve entra nella casa dei nani. Da notare come su alcuni mobili che si vedono nell'illustrazione siano stati scritti i nomi di alcuni dei sette nani del cartone della Disney del 1937 (Eolo, Pisolo e Dotto). Anche il titolo di questo libro in effetti richiama a quello del film della Disney che si intitolava proprio "Biancaneve e i sette nani", mentre quello della fiaba sarebbe solo "Biancaneve".
Quando i nani tornano dal lavoro "cantando", come sottolinea questo testo, il quale deve essersi ricordato del cartone della Disney, appena vedono Biancaneve dicono queste parole: "Chi è questa grande donna? Teniamola come mamma. Sarà nostra sorella". Questa è, a mio parere, la parte che è stata adattata nel modo peggiore per diversi motivi:
1) Nel testo originale si cercava di creare una certa suspance, che qui non si percepisce minimamente invece, facendo domandare ai nani chi avesse mangiato, bevuto, usato la loro forchetta ecc... e poi facendo scoprire loro la presenza della protagonista.
2) Appena i nani vedono Biancaneve in questo libro si chiedono "Chi è questa grande donna", una reazione legittima, infatti anche nell'originale questi, dopo il risveglio della fanciulla le chiedono chi sia e da dove venga, ma il fatto che l'adattatore abbia voluto mettere l'aggettivo "grande" mi stona un po', in quanto così fa quasi sembrare che i nani non abbiamo mai visto una donna umana (di normali dimensioni) in vita loro, dando al lettore l'impressione che siano un po' troppo ingenui, impressione che verrà poi confermata subito dopo.
3) La parte peggiore però per me è quella subito successiva in cui affermano, così di punto in bianco, "Teniamola come mamma", che non ha senso come frase detta dai nani in quanto questi sono uomini adulti e maturi e non bambini, come sembrerebbe che voglia far sembrare l'adattatore. Tra l'altro subito dopo affermano "Sarà nostra sorella" e ciò è insensato in quanto subito prima avevano detto di volerla tenere come mamma. La frase avrebbe avuto un po' più di senso, almeno dal punto di vista logico, se a dire questa e la precedente fossero stati nani differenti, ma dal testo si capisce che siano state dette da tutti contemporaneamente.
Sopra: I nani hanno appena scoperto Biancaneve mentre dorme sui loro letti e la guardano con aria sorpresa.
Andando avanti, nel resto della storia, non ci sono più dialoghi diretti e questo fa sembrare la parte fanale di questo libro più un riassunto che una narrazione: "Ma lo specchio della regina raccontò la verità, e una vecchia apparve all'uscio di Biancaneve con un cesto di mele bellissime. La povera Biancaneve non riconobbe la matrigna così travestita e accettò il dono. Le mele erano avvelenate e lei cadde a terra al primo morso". Per stringere il testo l'adattatore ha per di più saltato uno dei dialoghi più importanti e famosi della fiaba: quello in cui la regina convince la ragazza a mangiare la mela.
Sopra: La matrigna di Biancaneve travestita da vecchia rappresentata mentre consegna la mela avvelenata alla protagonista. In questa immagine sono presenti colori piuttosto freddi e cupi, probabilmente per lasciar presagire la tragica fine della vicenda.
Anche il pezzo successivo (in cui i nani tornando dalla miniera trovano la giovane morta, costruiscono la bara di cristallo e poi arriva il principe) dà l'idea di essere molto affrettato. Il modo in cui Biancaneve si risveglia dalla morte è però stato rispettato (devo confessare con mia sorpresa) in quanto la protagonista non si sveglia a causa del bacio del principe ma perché il morso di mela che le era rimasto incastrato in gola esce, anche se in effetti il testo non si spiega molto bene in quanto dice: "Il carro lungo il percorso traballò e il morso di mela, che era rimasto in gola a Biancaneve, cadde a terra".
Nella versione originale sono i servitori che inciampando su un arbusto fanno sobbalzare la bara così da far uscire dalla gola il boccone avvelenato alla fanciulla, mentre in questo testo è bastato che la bara "traballasse" (ciò fosse fatta oscillare, vacillare, barcollare) per far cadere il morso di mela a terra. Non credo che il verbo usato renda molto bene l'idea di come il pezzo di frutto avvelenato sia stato fatto uscire, almeno il verso sobbalzare indica un urto, una scossa dal basso. Che poi, se Biancaneve era nella bara, come ci riferisce poco prima il testo: "(Il principe) Volle trasportare la bara al suo castello ma il carro...", come fa il pezzo di mela a finire a terra? Considerando che la bara è stata fatta praticamente solo oscillare, non è che le si è aperto il coperchio a causa di un urto.
Alla fine, comunque, la protagonista si sposa con il principe e questo libro si chiude con i due che organizzano una gran festa per tutto il popolo. E la regina malvagia? Niente, nel testo non viene più menzionata, facendo intendere che probabilmente è ancora viva e vegeta nel suo regno e che della figliastra forse non gliene importa più nulla, anche se continua ad essere più bella di lei. Non mi aspettavo che la morte della strega venisse riportata in modo corretto in quanto molti testi tendono a modificarla a causa della cruenza del modo in cui viene uccisa, tuttavia non far proprio menzione della fine che fa quest'ultima lascia il testo un po' incompleto, facendo percepire che manca qualcosa. In altri libri, per esempio, per non riportare il decesso violento dell'antagonista, la fanno morire di colpo per l'invidia che questa prova appena vede Biancaneve così bella e felice al matrimonio, per cui, pur non rispettando la fiaba originale, almeno danno un finale accettabile e soprattutto completo.
Sopra: Ecco l'ultima illustrazione del libro che ci mostra il matrimonio di Biancaneve col principe, senza far più alcun accenno alla matrigna.
Parliamo ora dei disegni realizzati da Glenda Sburelin, il motivo per cui avevo acquistato questa fiaba in quanto della stessa artista possiedo un altro libro illustrato (intitolato "Il tempo della collana") che avevo molto apprezzato , poiché queste illustrazioni, a differenza del testo, sono invece di qualità in quanto sono originali e sono state realizzate con lo stile personale dell'illustratrice (nonché pittrice e ceramista).
La Sburelin disegna tutti personaggi del libro frontali oppure a tre quarti, solitamente quando gli artisti rappresentano i loro soggetti in questo modo è per presentarli al lettore come una sorta di icone e/o per fargli capire più facilmente i loro stati emotivi.
Il tratto della Sburelin si distingue per le linee morbide e ondulate, tanto che a volte i volti sembrano essere un po' deformati, risultando comunque molto espressivi.
Per quanto riguarda l'uso dei colori in alcune illustrazioni dominano colori più freddi come il verde, il blu, l'azzurro e il viola o poco allegri, come il marrone, mentre in altre (come quella che ho riportato sopra di Biancaneve nella camera da letto dei nani) son presenti colori più accesi e caldi.
Le piccole dimensioni del volume sembrano avere un po' limitato l'illustratrice in quanto, come si può vedere anche dalle immagini precedenti che ho messo, i personaggi raffigurati nelle sue illustrazioni tendono ad venire spesso tagliati dai margini del foglio.
Sopra: In questa illustrazione in cui la malvagia regina rivolge le parole magiche al suo specchio, dominano colori più freddi come il verde, il blu e l'azzurro, anche se sono presenti colori più accesi e caldi come l'arancione, il giallo e il rosso. Da notare la forma sinuosa del volto e di come il personaggio sia stato disegnato frontalmente, nonostante stia guardando in direzione dello specchio.
Per quanto riguarda l'edizione italiana essa ha la copertina rigida ed è stata pubblicata nel 2003 dalla Jaca Book al costo di 4,80 euro. Le dimensioni di questo libro sono piuttosto ridotte, esso infatti ha 24 pagine e misura solamente 18,8 cm d'altezza e 11,4 cm di lunghezza.
Tutti i diritti appartengono ai legittimi proprietari, non vi è alcun intento di infrangere il copyright.
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