Sopra: La copertina de "Il sussurro degli dei" mostra Pah (la dea Pawnee della luna), Nut (la dea egizia del cielo) e l'uovo che contiene Pan'Ku (il creatore del mondo secondo una leggenda cinese). Dalle illustrazioni e dai colori dell'immagine di copertina di può intuire l'atmosfera poetica e mitica del libro.
In quest'opera non si ha più a che fare con fate, ma con dei, dee, eroi e muse, provenienti da miti e leggende di tutto il mondo.
Il libro si apre, come di consuetudine quando si tratta di temi come questi, con una preghiera alle Muse, nella quale vengono nel contempo presentate tutte e nove: Calliope, Clio, Polimnia, Euterpe, Tersicore, Erato, Melopomene, Talia e Urania.
Dopodiché si entra nel corpo centrale dell'opera, diviso in quattro parti: la prima tratta della creazione del mondo, la seconda della guerra, la terza dell'amore e l'ultima parla degli eroi.
Nella prima parte vengono riportati miti legati alla creazione del mondo: come quello aborigeno del serpente Waagal (conosciuto anche come Wagyl) e quello cinese di Pan'Ku; oppure miti legati al giorno e alla notte, come quello di Nut (la volta celeste dell'Egitto), di Pah (la dea Pawnee della luna), o quello di Amaterasu (la dea giapponese del sole).
Nella seconda parte, quella che tratta della guerra, troviamo il dio nordico Thor, il dio romano Marte, la protettrice dei samurai Marishi-Ten o l'azteco Huitzilopochtli. La terza, sull'amore, parla delle divinità indiane Parrati e Shiva, della dea egizia Iside, della dea romana delle bellezza Venere, mentre la quarta (degli eroi) di Elena di Troia, re Artù, il greco Eracle, l'eroe della Mesopotamia Gigamesh ecc….
Racconti, insomma, provenienti un po' da tutto il mondo: dalla Cina e dal Giappone, dall'Impero Romano, dalla Grecia, dall'Africa, dall'Egitto, dall'India, dalla Polinesia, dall'Irlanda, dalla Mesopotamia e dagli Aztechi.
Questi miti naturalmente non sono stati riportati integralmente nella loro lunghezza originaria, ma la Galliez non si è neppure solamente limitata a farne un mero riassunto: per ognuno di essi la scrittrice ha adottato uno stile poetico, a vari livelli.
Leggete ad esempio questi stralci di testo:
"Questa storia viene dall'Irlanda, ha il profumo dei trifogli, parla del mistero degli elfi,
di ciò che non si vede. Conoscete le fate, conoscete le magie,
ma avete anche sentito parlare delle BANSIDH?
Pochi uomini possono vantarsi di averle incontrate."
(dal racconto di Bansidh, l'amore appassionato dell'Irlanda)
"Brilla.
Brilla al di sopra del suo sposo.
Geb, il dio della Terra.
Brilla con mille e mille stelle:
lei è il cielo dell'Egitto che si svela."
(dal racconto di Nut, la volta celeste dell'Egitto)
Sopra: Un'illustrazione della Delanssay che rappresenta Nut, la dea del cielo (nonché volta celeste dell'Egitto), e Geb, il dio egizio della terra.
Sopra: Un'illustrazione della Delanssay che rappresenta Nut, la dea del cielo (nonché volta celeste dell'Egitto), e Geb, il dio egizio della terra.
Seppur riscritti e rivisitati, questi miti conservano comunque la loro sostanza e la storia che in essi viene tramandata, talvolta con qualche lieve cambiamento. Ad esempio in un antico racconto su Amateratsu, la dea giapponese del sole, questa si nasconde in una grotta per l'imbarazzo causatole dal fratello, dio della tempesta, Susanoo, il quale aveva distrutto gli argini delle risaie della sorella, ostruendone i fossati. Nella storia riportata dalla Galliez, Amateratsu si nasconde invece nella grotta in quanto offesa dal fatto che Susanoo abbia soffiato sul suo giardino in fiore, e che non abbia voluto scusarsi con lei per questo, ma che, anzi, ne rideva.
Il volume si conclude, infine, con la preghiera a Ganesha, dio della religione induista dalla testa di elefante e con quattro braccia, simbolo di colui che ha scoperto la divinità in se stesso.
Il volume si conclude, infine, con la preghiera a Ganesha, dio della religione induista dalla testa di elefante e con quattro braccia, simbolo di colui che ha scoperto la divinità in se stesso.
Le illustrazioni realizzate dalla Delanssay, che ci mostrano delicate e soavi fanciulle, belle e potenti dee, nobili eroi e dei furiosi, sono poetiche (proprio come i testi di questo libro), molto graziose, delicate e colorate. E' interessante vedere come l'artista ha interpretato alcuni personaggi, più o meno celebri, appartenenti a miti e leggende di tutto il mondo, ispirandosi talvolta a un'iconografia più classica e altre lasciandosi guidare maggiormente dal proprio immaginario.
Sopra: Qui sopra ho messo a confronto l'illustrazione della Delanssay (quella più in basso) rappresentante Ganesha, con un'immagine che lo raffigura normalmente. Come si può vedere, in questo caso, l'aspetto del dio indiano rappresentato l'illustratrice è stato mantenuto molto simile a quello originale.
Sopra: Per rappresentare Marishi-Ten, invece, l'artista si è presa una certa libertà, come l'osservatore può immediatamente notare confrontando l'illustrazione più in basso, realizzata appunto dalla Delanssay, con alcune raffigurazioni classiche di questa dea (una che la vede adirata e un'altra pacifica) che ho riportato sopra. Marishi-Ten (o Marici) è infatti solitamente rappresentata come una donna (ma a volte anche come un uomo) con tre (o più) teste, sei (o più) braccia e tre occhi (per ciascuna testa).
E' bella l'idea di raccogliere alcuni di questi miti, gradevolmente accompagnati dalle incantevoli illustrazioni della Delanssay, provenienti da luoghi e culture differenti, per farli conoscere ai bambini, ma anche agli adulti, anche se con una forma e un linguaggio diversi, ovviamente, rispetto ai testi originali: un libro che può far scoprire un po' della bellezza e della ricchezza del mondo, e dell'umanità.
Questo libro è stato pubblicato originariamente in francese nel 2007 col titolo "Le murmure des dieux" dalla Balivernes Editions, ed è arrivato in Italia nel 2011 edito dalla Macro Junior. L'opera ha 70 pagine, la copertina rigida imbottita, misura 27,5 cm d'altezza e 24,6 cm di lunghezza e l'edizione italiana costa 10,80 euro, mentre quella francese ne costa 15.
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