lunedì 30 settembre 2024

Medievalmania di Emma Giuliani e Carole Saturno

"Medievalmania" di Emma Giuliani e Carole Saturno è il nuovo e recentissimo capitolo della serie denominata "Storiomania" per ora composta da tre libri, di cui il primo uscito nel 2017: "Egittomania" (2017) e l'altro è "Grecomania" del 2020 (attualmente il più costoso della serie, col suo prezzo di 28 euro).
Ognuno di questi libri affronta una delle grandi società o un periodo storico del passato, e in questo caso si parla del Medioevo, il tutto con tante finestrelle e pop-up.
 
 Sopra: La bella e grande copertina ritrae, sullo sfondo drato, un cavaliere in sella al suo cavallo bianco.
 
Il Medioevo, a differenza di quanto si può pensare, è tutt'altro che un’epoca triste e buia. Accanto a guerre ed epidemie, il Medioevo vide il fiorire di invenzioni e di progressi in tutti gli ambiti della vita sociale. Questo grande libro animato da tante finestrelle e pop-up incuriosirà gli storici in erba facendoli viaggiare attraverso le terre dei feudatari, assistere a un torneo davanti al castello, ammirare il cantiere di una cattedrale e seguire Marco Polo sulla Via della seta... 
Questo libro vuole quindi essere una guida, sebbene sicuramente non esaustiva, sul Medioevo, che tratta molteplici informazioni e argomenti riguardo,il periodo medievale con la sua società, la sua cultura e le sue scoperte.
Il volume inoltre si apre con un'introduzione che spiega quale periodo storico si intende con "Medioevo" e alcune sue caratteristiche; viene mostrata inoltre una mappa geografica di quali erano allora i confini dell'Europa e dei vari stati dell'epoca ed è presente anche una linea del tempo che scandisce i principali eventi accaduti. 
Successivamente gli argomenti affrontati sono:
  • La società feudale, divisa principalmente in coloro che pregavano e quelli che combattevano.
  • Il castello, con la sua struttura e le sue varie parti.
  • I cavalieri e l'ideale cavalleresco, nonchè l'arte dei tornei.
  • Le città medievali
  • La vita nel Medioevo nelle case di città e nelle botteghe
  • Le chiese, e come venivano costruite, e la religione
  • Come si viaggiava nel Medioevo e quali erano le mete.
  • L'eredità come: invenzioni, l'araldica, la nascita delle Università, i bestiari medievali, la leggenda di Re Artùe le grandi figure del Medioevo.
 
 Sopra: Le pagine dedicate a spiegare il castello, del quale si possono aprirevarie parti in modo da esplorarlo anche all'interno.
 
L'intera opera è accompagnata da un ricco apparato di immagini e illustrazioni opera di  Emma Giuliani. Queste sono realizzate con uno stile molto particolare che ricorda quello dei disegni medievali, un po' stilizzato ma molto curato e ricco di dettagli.
L'aspetto dei disegni, oltre ad essere bidimensionale, risulta quindi all'apparenza semplice, con figure dai tratti netti e definiti; nel loro insieme però le illustrazioni sono piuttosto ricche, con tanti piccoli particolari, e sicuramente affascinanti.
Così come lo stile di disegno, anche la scelta dei colori risulta peculiare. Sebbene l'opera risulti molto colorata in realtà l'artista ha deciso di utilizzare solo alcune tinte quali: il bianco, il nero, il marrone, il celeste, il verde, l'arancione, il rosso, il giallo ocra.
Tutti i colori, dai toni chiari, intensi e brillanti, sono stati stesi in maniera decisa e netta, monotonale, senza sfumature o ombreggiature. Essi sembrerebbero inoltre avere lo scopo di differenziare le varie sezioni in cui sono divise le pagine visto che anche gli sfondi sono colorati e dato che, essendo di grandi dimensioni, ogni pagina tratta un argomento suddvidendolo in sottoparagrafi
Come ho accennato sopra l'intero libro è inoltre ricco di elementi interattivi quali: fogli che di possono sollevare o alzare (tipo il ponte levatoio che si può tirare giù sorretto da delle cordicelle, finestrelle che si aprono e chiudono, figure che si possono alzare tipo pop up.
 

 

 
Sopra: Alcune delle pagine interne che trattano temi come la religione, la società, le città e l'eredietà del Medioevo; da notare i colori accesi e brillanti stesi in maniera uniforme e senza sfumature.
 
"Medievalmania" di Emma Giuliani e Carole Saturno è un albo illustrato molto bello, dal formato importante, con poche pagine ma molto ricche di elementi interattivi e di informazioni. Potrebbe non sembrare, dato l'abbastanza esiguo numero di pagine, ma in realtà ogni pagina contiene un buon numero di notizie, scritte in modo semplice (che non manca però di un lessico specialistico), chiaro e preciso.
Come scritto sul retro di copertina: "Tra oratores, bellatores e laboratores, stemmi, leggende e antichi mestieri, i bambini scopriranno con vivo divertimento dei secoli spesso trascurati o poco noti, ricchi di un fermento giunto fino a noi, aiutati da una mappa storica e da una linea del tempo per collocare e memorizzare gli eventi principali.
Le immagini giocano un ruolo importante all'interno dell'opera, aiutando il lettore a immergersi nel mondo e nell'iconografia medievale e sono essenziali per mostrare ai lettori tutto ciò di cui parlano i testi: la struttura del catello, come erano fatte le città medievali o le chiese, com'era la società dell'epoca, come si vestivano le persone, cosa facevano, ecc... I disegni non si limitano solo ad accompagnare i testi, ma sono parte integrante di questi, anche perchè non si può ignorare il lavoro di ingegneria cartografia che si cela in ogni pagina, per cui lettore, per scoprire tutte le informazioni che una pagina contiene dovrà girare varie finestrelle, ciascuna accompagnata dal proprio disegno e contraddistinta da un proprio colore.
Un'opera molto curata, ricca di informazioni, visivamente molto bella e accattivante, che non può non suscitare un "effetto sorpresa", che sorprenderà il lettore e in cui quest'ultimo può perdersi tra i testi (e arricchire le sue conoscenze) e i disegni, entrando in un mondo nuovo, antico e meraviglioso. Un ottimo libro per introdurre i bambini, a partire dagli otto anni anche in lettura autonoma (anche dai 5/6 in lettura condivisa se i bambini si mostrano interessati all'argomento), al Medioevo, argomento affascinante e complesso di cui mi rendo conto non esistono molti libri per bambini a riguardo (mentre quelli sugli Egizi, i Greci e i Romani si sprecano).
 
L'opera è stata edita originariamente in francese nel 2023 dalla Des grandes personnes editions col titolo "Médievalmania", ed è poi stato pubblicato in italiano nel 2024 da L'Ippocampo Edizioni. Ha 20 pagine, misura 40,3 cm d'altezza e 28,3 cm di lunghezza e costa 25 euro.
 
Tutti i diritti appartengono ai legittimi proprietari, non vi è alcun intento di infrangere il copyright. Le immagini e i testi sono utilizzati a scopo puramente informativo.

venerdì 27 settembre 2024

La maledizione della miniera di lacrime di Diego Cajelli

"La maledizione della miniera di lacrime" scritto da Diego Cajelli e con le illustrazioni di Lucrezia Bugané è un libro ambientato in America nel 1665, con protagonista Jackie, un ragazzino di origini francesi emigrato in America, il suo amico Scott, di origini metà francesi e metà inglesi, e la loro nuova amica Niabi, una indiana irochese. Una banda di ragazzini che dovranno vedersela con dei grandi pericoli: una ciurma di pirati senza scrupoli, un nobiluomo che schiavizza bambini, una tribù di indiani pericolosi e spietati, e un mostro terrificante.
 
Sopra: Al centro della copertina spicca il titolo scritto con lettere bianche e posto dentro quello che dovrebbe essere il tronco di un albero, mentre tutto intorno vediamo gli altri alberi della foresta e i tre ragazzini protagonisti della vicenda.
 
Nuova Francia, 1665. "Jackie Trudeau ha solo undici anni ma ha già capito una cosa: quando gli adulti si mettono in testa delle idee assurde, poi le realizzano. Come, per esempio, andare a vivere dall'altra parte del mondo," nelle Americhe. Così, dopo aver attraversato l'oceano, Jackie e i suoi genitori arrivano a Saint-Fernand, non più di quattro case in mezzo a una foresta circondata dalle terre dei nativi americani. 
Suo padre è un maniscalco e il capo villaggio gli ha dato il permesso di costruire una bottega proprio sulla strada principale: "Nestore passava quindi le sue giornate a segare assi e piantare chiodi. Era molto felice perché, una volta finita la bottega sarebbe stato il solo maniscalco si Saint-Fernard, l'unico per miglia e miglia.
Intanto, poco dopo essere giunto al villaggio Jackie salva dalla corrente di un fiume una cagna, che diventerà la sua prima compagna di avventure: "Era una femmina di circa quattro anni, un misterioso incrocio tra un lupo e un cane domestico: del primo aveva mantenuto la forma, ma non le dimensioni, del secondo aveva preso la confidenza verso gli umani. Il pelo era del colore del grano maturo e la coda era molto folta. Il muso, quello da lupo, con gli occhi vivaci e il tartuy nero. La lotteria degli incroci le avevano fatto vincere due orecchie piuttosto grandi, un po' sproporzionate rispetto alla testa, ma a lei non importava."
Lì la vita sembra scorrere tranquilla e Jackie passa le giornate tra gli insegnamenti del suo precettore e le scorribande con gli amici Scott e Niabi. 
Poco distante, però, un galeone attende nascosto. Il capitano Black Bill sta per imbarcarsi in una missione molto più pericolosa delle sue solite incursioni per mare, e quando i tre ragazzi si mettono sulle tracce del fratellino di Niabi scomparso, le strade di tutti finiranno inevitabilmente per incrociarsi nella Miniera di Lacrime. Temibili nemici, sciamani dal potere straordinario e una misteriosa creatura a guardia di un oscuro segreto attendono nel ventre della montagna...
 
 Sopra: Due delle prime pagine dove a destra c'è il prologo e asinistra una mappa dell'oceano Atlantico, di parte dell'Europa e di parte delle Americhe.
 
La storia è accompagnata dalle illustrazioni in bianco e nero di Lucrezia Bugané, le quali non sono i classici disegni che si aspetta di trovare all'interno di un libro per ragazzi.
La Bugané infatti non illustra scene del testo particolarmente memorabili o significative, n'è personaggi e ambientazioni. Le sue illustrazioni rappresentano solo e unicamente delle mappe, grandi di solito una pagina (tralle la prima mappa che è grande due pagine). Tra l'altro mappe con sfondo nero e con i vari elementi ritratti con il bianco.
Le mappe comunque non sono neppure così numerose all'interno del libro, che ha più di trecento pagine, ce ne saranno tipo 5 o 6. Questo poichè ogni mappa è inserita non a caso, ma seguendo l'andamento della storia, in base a dove si trovano e come si muovono i protagonisti: ad esempio una delle prime mappe che troviamo è quella del villaggio dove vive il protagonista, poichè è il primo posto che il lettore conosce e di cui deve capirne la topografia; quando uno dei bambini rapiti racconta della sua esperienza nelle miniera di lacrime, compare la mappa, ravvicinata, della miniera e delle tre montagne vicino ad essa; ecc...
Oltre alle mappe gli unici altri disegni presenti nel libro sono degli scheletri di teste di cervo posti sotto il numero che indica ogni capitolo, piazzati lì a scopo decorativo.
 
 
 
 
Sopra: Alcune delle mappe presenti nel libro, stampate su sfondo nero, In alto a destra l'inizio di un capitolo in cui sotto il numero del capitolo si vede il disegno della testa del Wendigo.

La storia inizialmente segue vari personaggi, le cui vicende si andranno a sviluppare e a intersecare man mano che si procede.
In realtà il narratore si sposta spesso da una scena all'altra, narrando le vicende di varie persone, anche se quelle a rimanere costanti sono soprattutto due: quella di Jackie e quella del pirata Black Bill.
Abbiamo la vicenda principale che riguarda Jackie, il quale scopre, assieme al suo nuovo amico Scott (figlio del birraio) un'isoletta nel fiume Saint-Francois, su cui i due decidono di costruire una capanna, seguendo le indicazioni del precettore di Jackie, il signor De Vannes. Più avanti si unirà a loro anche Niabi, una ragazzina indiana che appartiene al popolo degli Uroni e il cui fratello è stato rapito da un mostro.
Niabi è una ragazza coraggiosa e determinata: "<<... Niabi vuol dire "piccola cerbiatta".>>
<<Davvero? E perché ti hanno dato questo nome?>> Jackie era davvero interessato alla questione.
<<Perché si sono sbagliati! Anche gli anziani possono sbagliarsi, sai? Io non mi sento piccola e non mi sento nemmeno una cerbiatta.>>
<<E come ti senti?>> domandò Scott, accigliato.
<<Una guerriera. Ecco come. Ma un giorno, quando capiranno chi sono davvero, mi cambieranno il nome. Mi piacerebbe chiamarmi Yeris!>>
Scott e Jackie guardarono Niabi con un'espressione interrogativa. 
<<"Aquila." Perché le aquile sono forti e coraggiose>> concluse Niabi, sorridendo"
Il signor De Vannes è un gesuita giunto in America quando era giovane, anche se prima era un moschettiere, e che ha passato cinque anni assieme agli Uroni, diventando fratello di sangue di uno di loro, il quale un giorno gli chiede di tenere al sicuro a casa sua figlia Niabi, una ragazzina dai grandi occhi nocciola.
Ci sono poi i capitoli dedicati al pirata Black Bill e alla sua nave, la Moringa Blade, il quale sta progettando di rubare un carico d'armi assieme ad un altro pirata chiamato Sette Infermi, il quale lavora per qualcuno di potente.
Poi vi sono le altre storie, come quella del villaggio degli Uroni, da dove proviene Niabi, dal quale sono spariti quattro bambini, rapiti dal Wendigo: "Un mostro alto più di tre metri che camminava eretto, sulle zampe posteriori.
Il suo corpo era interamente coperto da una fitta pelliccia bianca e le sue mani terminavano con degli artigli affilati, più grandi e più letali di quelli di un orso. Dalla testa grossa e massiccia, sbucavano due grandi palchi di corna, ramificate come quelle dei cervi, mentre le fauci erano piene di zanne."
Poi vi è anche un capitolo dedicato a Keme, il fratello rapito di Niabi, che si ritrova costretto a scavare dei tunnel assieme ad altri bambini Uroni rapiti da varie tribù; quello sulla nave Hamilton e il suo giovane capitano, costretto ad affrontare l'attacco dei pirati che vogliono impossessarsi delle armi; quello che mostra l'arrivo del capo di Sette Inferni  ...
Il narratore ama raccontarci e mostrarci gli episodi più salienti della storia che accadono a vari personaggi, non solamente dei protagonisti, anche degli antagonisti, il che è molto interessante e non è una cosa che si vede spesso. In genere infatti le narrazioni, soprattutto se per ragazzi, amano focalizzarsi su un unico personaggio, si solito il protagonista, così da fare entrare in sintonia ed empatizzare maggiormente i lettori.
I tre ragazzi hanno tutti un proprio passato e una propria personalità, ma assieme formano un bel gruppo unito, capace di combattere contro i bulletti del villaggio.
Interessante anche il personaggio di De Vannes, gesuita ex moschettiere che decide di insegnare ai ragazzi, oltre a varie nozioni, anche l'arte della spada e a duellare.
Ero curiosa di vedere come sarebbe stato questo personaggio, il quanto "il maestro" è una figura che nella letteratura per l'infanzia può assumere sia connotati positivi che negativi. Egli poteva essere il maestro severo e autoritario, prepotente, con pregiudizi, che ostacola i ragazzi e insegna loro solo cose nozionistiche; invece si è rivelato essere uno di quegli adulti speciali tanto importanti nelle storie per l'infanzia. Un vero maestro severo e autorevole, ma anche saggio e comprensivo, capace di comprendere i reali bisogni dei suoi studenti e di soddisfarli, insegnando loro sia cose teoriche ma anche con risvolti pratici. Un adulto che guiderà i ragazzi nella loro crescita rendendoli persone migliori.
In seguito ad alcuni sogni di Jackie, che vede il fratello di Namie dirgli di essere in pericolo, lui e i suoi due amici decidono di partire per la Miniera di Lacrime e di cercare di salvare loro stessi il bambino e gli altri ragazzini rapiti dal Wendigo. Sarà là che le due storie principali, quella di Jackie e i suoi compagni e quella del capitano pirata Black Bill, si incontreranno, stringendo un'alleanza un po' strana ma vantaggiosa per entrambi con lo scopo di liberare i piccoli prigionieri. Naturalmente il pirata ha le sue ragioni per fare ciò, anch'egli è un personaggio piuttosto interessante e sfaccettato, uno di quelli che dovrebbero essere cattivi ma in fondo hanno anche dei lati positivi, uno di quegli uomini che comunque rimane fedele ai suoi ideali (ad esempio non sopporta la schiavitù, soprattutto se esercitata su dei bambini).
Un bel romanzo per ragazzi a partire dai 9/10 anni, ambientato nel 1600, all'epoca dei moschettieri e dei pirati, in America, un'America però appena conquistata, ancora selvaggia e profondamente immersa nella natura, che domina feroce e incontrastata, nonostante i pochi e piccoli villaggi di europei che iniziano a sorgere qua e là (come quello dove vivono Jackie e Scott), e dove vivono ancora numerose tribù indiane. Un romanzo ricco di avventura, azione, combattimenti, magia, ma anche molto incentrato sull'amicizia, anche tra persone di popoli diversi, che si ritrovano unite da un obiettivo comune.

Quest'opera è stata pubblicata nel 2024 dalla Mondadori Editore, ha 320 pagine, la copertina rigida e misura 22,3 cm d'altezza e 14,5 cm di lunghezza e costa 17 euro.
 
Tutti i diritti appartengono ai legittimi proprietari, non vi è alcun intento di infrangere il copyright. Le immagini e i testi sono utilizzati a scopo puramente informativo.

mercoledì 25 settembre 2024

L'estate dei segreti di Chiara Carminati

"L'estate dei segreti" di Chiara Carminati è un libro che narra una storia di vita quotidiana che vede come protagonista un ragazzino di 11/12 anni di nome Dario che deve trascorrere con la sua famiglia tre settimane a casa della zia, che abita in una casa abbastanza isolata vicino a un piccolo villaggio tranquillo e un po' sperduto.
 
Sopra: In alto vediamo in primo piano Dario e alle sue spalle Simone mentre sta pescando. In realtà se osserviamo ben da vicino il viso di Simone possiamo intuire qual è il suo "segreto".
 
Dario viene obbligato a passare le vacanze a Dandelion, la vecchia casa degli zii, isolata nella campagna vicino a un grande fiume.
"Io non ci volevo venire, a Dandelion. 
Pensavo che saremmo andati in campeggio con Vittorio, come ogni anno. Dai tempi dell'asilo, cioè da quando io e Vittorio siamo amici, abbiamo sempre passato le vacanze insieme alla sua famiglia, in montagna. A Dandelion invece non ho nessun amico. Anzi, peggio ancora: non c'è proprio nessuno con cui fare amicizia.
Dandelion è la casa dei miei zii
 Sta in pianura, vicino a un fiume, a chilometri si distanza da qualunque forma di vita interessante."
Durante un tentativo di fuga, Dario incontra Simone, dallo sguardo indecifrabile e dall'aspetto selvatico, che lo porta a scoprire il fiume, tra avventure in canoa, sentieri nascosti e leggendari pesci siluro.
Ma Simone nasconde un segreto: e quando Dario lo scoprirà, sarà costretto a venire a patti con i suoi pregiudizi, col rischio di perdere un'amicizia preziosa e inaspettata.
 
 Sopra: In alto due pagine di cui in quella a destra è possibile vedere un'illustrazione che mostra il primo incontro tra Dario (il ragazzino più indietro) e Simone (quello con la torcia in mano).
 
I testi sono accompagnati dalle illustrazioni di Alfio Buscaglia, le quali sono tutte a colori e a pagina intera.
Sono immagini dai colori accesi e brillanti, anche piuttosto intensi, che rappresentano scene descritte nel testo: come il primo incontro tra Simone e Dario nel bosco la sera, i due amici che pescano nel fiume, i due che vanno in canoa, Simone che mostra la canoa regalatagli del padre a Dario, ecc...
In effetti la maggior parte delle scene rappresenta praticamente sempre i due ragazzi insieme mentre svolgono qualche gioco o qualche loro attività per passare il tempo, mentre non ho mai visto rappresentati i membri della famiglia dei due ragazzi, nonostante vengano spesso citati. Probabilmente l'artista non ha ritenuto le scene con loro abbastanza interessanti da essere rappresentate.
I disegni sono piuttosto carini, abbastanza semplici ma dall'aspetto realistico e piuttosto curato, con scene a pagina intera dove, oltre ai due ragazzi, vediamo anche gli ambienti che loro esplorano, soprattutto la zona del bosco e del fiume, mentre gli ambienti più domestici (casa e giardino) non sono mai rappresentati, tranne con l'unica eccezione del garage di Simone, quando quest'ultimo mostra a Dario la sua canoa.

 

Sopra: In alto alcune delle illustrazioni interne, tutte a pagina intera e dai colori accesi, vivaci e brillanti.
 
Fin dall'inizio il protagonista, che racconta la storia in prima persona, esprime i propri problemi al lettore, in particolare quello di sentirsi incompreso e poco importante agli occhi dei genitori, i quali sono più concentrati sulla sua sorella minore. Dario infatti spiega: "Martina è mia sorella, quella piccola. Da quando è nata, la casa si è trasformata a sua misura. Non avevo idea che un neonato potesse provocare tanti sconvolgimenti nel territorio. [...] E adesso mi toccava rinunciare al campeggio. Ho cercato di agire sul loro senso di protezione, volgendolo a mio favore. [...] Non mi ascoltavano. Non mi ascoltano mai. Avevano già ricominciato a parlare tra loro di cosa mettere in valigia. A casa mia, io conto come un germoglio si soia in un'insalata mista: cioè, niente. Da quando è nata Martina poi, ho spesso l'impressione di essere diventato trasparente."
Non è che Dario odi la sorellina, questo lo mette ben in chiaro, anzi lei la trova deliziosa e simpatica. No, il problema è proprio l'atteggiamento dei genitori: "... non sopporto che facciano ruotare tutta la nostra giornata intorno alle pappe e ai suoi riposini, non sopporto che diventino di burro ogni volta che sorride."
Effettivamente i primi tempi passati a casa della zia sono piuttosto noiosi e il ragazzino mette in atto fin da subito alcuni tentativi di fuga, gusto per d'estate un po' l'attenzione dei genitori. I primi due non vanno a buon fine, mentre durante il terzo, dopo essere stato inseguito da un grosso cane, Dario inciampa e finisce con la caviglia dolorante incastrata sotto un tronco. È qui che Dario incontra un altro ragazzino della sua età, che diventerà il suo nuovo amico: Simone.
 In realtà il primo incontro non è proprio idilliaco, in quanto Dario scopre che Simone ha rovinato il suo piano di fuga (dicendo alla sua famiglia che si sarebbe fermato a merenda da lui), e scopre pure che il ragazzino (suo vicino di casa a quanto pare) è anche piuttosto permaloso e non gli piace molto essere contraddetto, altrimenti mette il muso.
Non essendoci comunque altri ragazzi della loro età, e non sopportando più di dover rimanere a casa tutto il giorno, alla fine i due ragazzi iniziano a frequentarsi... Vanno a pesca assieme, Simone gli mostra la sua canoa e navigano con essa, gli fa conoscere un amico pescatore che vive in una barca galleggiante ...
In tutto questo intanto Dario deve continuare a sopportare la sua famiglia, che già prima era composta prevalentemente da femmine (con sua madre, sua sorella maggiore e la sorellina minore), ed ora che sono a Dandelion si sono aggiunte anche sua zia e sua cugina. Dario è convinto che le femmine siano abbastanza insopportabili, come spiega a Simone: "E non ne posso più di tutte queste femmine! Beato te che non sai cosa significa. Le femmine sono insopportabili."
Per fortuna che c'è il suo amico Simone così si fanno compagnia, anche se a volte si comporta in modo strano, ad esempio non nuove fare il bagno, dicendo di non sapere nuotare, sebbene sappia andare in barca. Alcune cose a Dario non tornano e un giorno scoprirà qual è il segreto che nasconde il suo amico.
Per inciso, il segreto viene svelato a circa metà del libro, quindi neanche verso la fine, ma in realtà io avevo già intuito quale fosse questo segreto solo guardando con attenzione la copertina, e il mio sospetto è stato poi confermato dopo i primi capitoli. Un bambino meno attento comunque potrebbe non farci troppo caso.






INIZIO SPOILER 
Allora, il segreto di Simone consiste nell'essere, in realtà, una femmina. Veramente Simone non ha mai detto a Dario di essere una femmina o un maschio, gli ha semplicemente lasciato credere che fosse un ragazzo perché lui inizialmente l'ha scambiata per un maschio. E quando Dario si mostra arrabbiato e contrariato perché lei non gli ha detto niente, Simone semplicemente gli spiega: "E tu sei uno stupido! Solo perché andavo in giro nel bosco da sola, per te dovevo essere un maschio. Il signorino non ha mai conosciuto ragazze che camminano nei boschi, che fanno capanne sugli alberi, che pescano e hanno un canoa. Certo, il signorino ha una visione molto limitata del mondo, ma noi dobbiamo sopportarlo."
A quanto pare gli altri membri della famiglia sapevano che era una femmina, e forse hanno dato per scontato che anche Dario lo sapesse, anche se forse avrebbero potuto farsi venire qualche dubbio quando lui chiamava l'amico Simone anziché Simòn.
Alla fine comunque Dario dovrà ammettere che forse le sue idea sulle femmine non erano del tutto giuste, tanto da arrivare a pensare che Simon: "É una femmina, ma in certi momenti me lo devo ripetere più volte per crederci."
FINE SPOILER




Storia carina di vita quotidiana, adatta dagli 8/9 anni che vede come protagonista un ragazzino che si sente un po' trascurato dai suoi genitori e che passa le vacanze estive conoscendo e facendo amicizia con un altro ragazzino conosciuto a Dandelion, il paese un po' sperduto dove abitano sua zia e la cugina. Un'estate in cui Dario imparerà di non fermarsi alle apparenze e che a volte le cose sono più complesse di quanto pensiamo.
Ad esempio avendo due sorelle e una cugina, oltre che una zia e una madre, Dario pensa che le tutte le femmine siano delle rompi scatole, idea che condivide anche col suo nuovo amico Simone, mentre imparerà che in realtà ciascuno è diverso e che anche le ragazze possono essere divertenti.
Una storia carina che parla di rapporti familiari, di amicizia, di maschi e femmine, ma anche di inquinamento (il fiume di Dandelion è molto inquinato, per cui non ci si può fare il bagno), di bulli (c'è un ragazzo più grande che perseguita un po' Dario e Simone prendendoli in giro), di un segreto, anzi, in realtà c'è anche un mistero che verrà risolto verso la fine della storia e che riguarda una tomba in cui Dario era incappato inizialmente quando si era perso.
 
Questo volume è stato pubblicato nel 2012 dalla Einaudi Ragazzi (Edizioni EL), ha una copertina flessibile, ha 208 pagine, misura 18,3 cm d'altezza e 10,8 cm di lunghezza e costa 10,50 euro.

Tutti i diritti appartengono ai legittimi proprietari, non vi è alcun intento di infrangere il copyright. Le immagini e i testi sono utilizzati a scopo puramente informativo.

lunedì 23 settembre 2024

La pineta delle anime mozzate di Maurizio Novigno

"La pineta delle anime mozzate" è un libro di paura/ironico scritto da Maurizio Novigno e illustrato da Carlo Molinari, che vede come protagonista un padre e un figlio in sella a una macchina nuova fiammante, e che vivranno un'avventura che mai avrebbero pensato.
 
Sopra: Nella copertina l'attenzione del lettore si focalizza nell'angolo in basso a destra dove si vedono dall'alto i due protagonisti, mentre più dietro si vede la macchina rossa e in alto e a sinistra, anche se in modo incompleto, si vede una figura spettrale.
 
Bab e Gii, padre e figlio, decidono di intraprendere una vacanza a bordo della nuova auto del padre: "Dunque, padre e figlio vanno in vacanza insieme.
- Ho comprato qualcosa apposta per le vacanze.
Seguimi, Gii.
Che cosa avrà comprato? Il genitore davanti e il figlio dietro scendono le scale di casa che portano alle cantine e al garage. [...]
Bab svolta verso la porta del garage. Dietro la porta di metallo ci sono tutte le macchine di chi abita nel palazzo.
- Pronto?-  Con la mano sulla maniglia, aspetta ad aprire. - Reggiti bene sulle gambe... - E apre.
Gii vede le solite auto, nulla di nuovo. Sta per rivolgersi a suo padre, quando in un angolo luccica del metallo rosso. Sulla destra, accostati alla parete, due fari slungati su un muso rosso aguzzo hanno lo sguardo di una donna sconosciuta. Scintilla un raggio di sole sul paraurti: una dentiera forte e mansueta d'acciaio..
- Ecco che cosa ho comprato: una Amethyst Shaft ultimo modello!- esclama Bab
Gii è senza fiato davanti alla bellezza. [...]
- Bellissima. - Il ragazzino fissa affascinato la vernice rossa, lustra, liscia, forse ancora liquida.
È una tremila, 32 valvole, sovralimentata con doppio turbocompressore. Fra trecento lanciata e raggiunge i cento all'ora in sei secondi."
Dentro un bolide rosso Gii parte con il padre per una vacanza in montagna, anche se il figlio sogna il mare e un'amica bionda, la più bella della scuola, la quale gli ha lasciato l'indirizzo di dove passa le vacanze... al mare appunto, ma suo padre vuole passare le ferie on un hotel in montagna, in compagnia solo delle mucche.
Mentre si stanno dirigendo all'hotel Bab è costretto a fermarsi per una ragazza in mezzo alla strada, che non parla la lingua dei protagonisti, ma fa capire loro che una sua amica è ferita e deve essere portata in ospedale. Il padre di Gii fa quindi una deviazione, ma ad un certo punto deve frenare nuovamente e le due ragazze ne approfittano per scendere dall'auto e svignarsela. 
Ormai è tardi per arrivare all'hotel che Bab aveva prenotato, così sono costretti a fermarsi al mare, parcheggiando l'auto all'interno di una pineta, visto che alla macchina si è accesa una spia e Bab non sa di preciso di cosa si tratta, e non ci sono meccanici aperti a cui chiedere.
E nella misteriosa pineta... ombre, incubi, fantasmi, mettono alla prova l'auto e l'amicizia tra padre e figlio.
 
 Sopra: Due pagine che segnano l'inizio di un nuovo racconto, di cui nella pagina a sinistra possiamo vedere il titolo, mentre in quella destra è presente un'illustrazione di Molinari.
 
I tesi sono accompagnati dalle illustrazioni in bianco e nero di Carlo Molinari che sono piuttosto belline e rappresentano scene descritte nei testi e nella storia con un certo phatos.
Lo stile dei disegni è abbastanza realistico, dinamico, con prospettive particolari, che focalizzano immediatamente l'attenzione del lettore su un determinato oggetto o persona, e con personaggi rappresentati in maniera piuttosto curata, nonostante l'artista vada spesso a rappresentare scene e situazioni soprannaturali e spesso spaventose come: ragazze che compaiono in mezzo alla strada, orde di scheletri viventi, fantasmi che svolazzano, uomini dall'aspetto poco raccomandabile...
Ogni disegno è a pagina intera e mostra sia i personaggi (i quali sono molto espressivi, mostrando con chiarezza espressioni di rabbia, felicità, entusiasmo, terrore, preoccupazione...) che gli ambienti circostanti, dando al lettore una prospettiva completa della situazione.

 

 Sopra: In alto la scena con la ragazza che si mette in mezzo alla strada per fermare la macchina, a destra un esercito di scheletri riemerge dal terreno su cui è parcheggiata la macchina e infine, in basso, un disegno dedicato alla storia della principessa che si innamora del principe rivale dei propri fratelli.
 
"La pineta delle anime mozzate" di Maurizio Novigno è una storia che inizia subito con una scena spaventosa: "Padre e figlio non volevano vedere quello che vedevano. Stavano acquattati nel buio dietro i cespugli, però sapevano che non erano nascosti. Quella cosa lì poteva vederli anche lei, quando volva. Bastava che girasse i suoi occhi verso di loro. Se quella cosa lì aveva gli occhi... Un buco nero, questo si vedeva al posto degli occhi. Un vuoto spaventoso perchè quel vestito bianco nella notte era appoggiato su un corpo. E cieco non era perchè camminava. o volava.
Anche le gambe non si vedevano, Eppure avanzava e poi, a caso, con una giravolta, tornava indietro. Come inghiottito da un buco nero."
Un inizio quindi in medias res, per poi tornare indietro, con la pellicola che si riavvolge per partire effettivamente dall'inizio del racconto, quando un padre, detto Bab e un figlio, detto Gii, decidono di intraprendere una vacanza assieme, a bordo di un'auto nuova fiammante.
La vacanza però non va come previsto e Bab e Gii invece che in montagna si ritrovano a dormire in macchina dentro una pineta in una località marittima, dopo aver accompagnato verso l'ospedale dei ragazze di cui una lamentava si essere ferita, ma che poi sono scappate all'improvviso.
Dentro questa pineta, detta "delle anime mozzate" i due iniziano a incontrare un sacco di gente strana, tra cui anche degli spettri, come quello della sposa scheletrica, oppure vampiri e scheletri.
Ma incappano anche in una vecchia che abita in un camper dalle ruote sgonfie e che a volte farfuglia storie senza senso: di essere stata una principessa il cui amato fu ucciso dai propri fratelli in quanto era un principe rivale, e che da allora lei si nasconde nel bosco aspettando che un principe vada a salvarla. 
Novigno racconta una storia che più che fare paura è quasi divertente per quanto a volte sembri sconclusionata, dovuto forse anche al modo di narrare dell'autore, che spesso fa il simpaticone. Questo ad esempio è un dialogo del padre: "Tra quattro ore siamo in montagna e arriviamo le quattro ruote motrici, i rapporti ridotti, vrum e scaliamo le vette come stambecchi. L'albergo è su un piano dove ci sono solo mucche. Non vedi quante cose qua attorno? Troppe. Io ho voglia di vedere solo mucche. Di sentire solo mucche. Muuuuh. Come dice? Muuuuh. Sono d'accordo con lei, proprio muuuuh. Mucche e basta. Ho voglia di pestare una cacca di mucca."
Altra cosa che i lettori dovrebbero trovare simpatica è il fatto che Bab, il padre, è sempre preoccupato per la sua nuova auto, la quale subirà invece parecchi danni durante la notte, anche se molti provocati in realtà dall'uomo stesso, che si ritrova costretto a sacrificare la sua uto nuova per salvare la sua vita e quella del figlio, oltre che quella dei personaggi che abitano la pineta.
Libro interessante anche se mi aspettavo qualcosa di diverso: essendo un'opera rivolta ai minori di 14 anni mi aspettavo una serie di racconti di paura (almeno un po' spaventosi) che avessero come cornice e filo conduttore i due protagonisti, padre e figlio, che viaggiano in auto. In realtà, come ho detto, il libro non fa propriamente paura, nonostante l'inizio possa ingannare, poiché le creature che i protagonisti incontrano nella selva non sono né mostri né fantasmi, ma qualcos'altro. Un qualcosa di abbastanza inaspettato devo dire... E letterario, se così vogliamo dire.
Boh, storia particolare, simpatica per certi versi, a tratti presenta anche delle scene di paura, ma a tratti è anche un po' ridicola, ma penso si un ridicolo volontario (basta vedere anche solo i nomi dei due protagonisti), inoltre l'idea di base è interessante e originale. Non facendo poi così paura secondo me è adatta a essere letta anche a partire dai 10/11 anni visto la brevità della storia e la presenza dei disegni.
 
Il volume è stato edito nel 2000 dalla Giunti Edizioni, ha 128 pagine, una copertina flessibile, e misura 19,5 cm d'altezza e 13 cm di lunghezza e costava 10.000 Lire o 5,16 euro.

Tutti i diritti appartengono ai legittimi proprietari, non vi è alcun intento di infrangere il copyright. Le immagini e i testi sono utilizzati a scopo puramente informativo.

venerdì 20 settembre 2024

Paura a Gravenstein castle di Pierdomenico Baccalario e Alessandro Gatti

"Paura a Gravenstein castle" è un libro giallo scritto da Pierdomenico Baccalario e Alessandro Gatti che fa parte della collana "Candy Circle", il Candy Circle è il nome di una società segreta composta da agenti tra i sette e i quattordici anni londinesi che si occupa di risolvere misteri e problemi.
Qui vediamo alcuni membri della società imbattersi per caso in un castello miserioso e che nasconde un segreto.
 
 
Sopra: In copertina vediamo Betz e Willy, due dei membri del Candy Circle.
 
Risolvere i problemi del mondo con una società segreta che ha per copertura una boyband: il progetto di Mister Candy sembrava impossibile ma lo "Stregone del Suono" Fergus McAmbrose ha accettato di registrare il nuovo album dei Candies nel castello di Gravenstyne, dove ha il suo megastudio avveniristico: " - Angus Mac Ambrose - proseguì Mister Candy -  ha registato alcuni dei più spettacolari album di musica elettronica del mondo.  [...] E quindi, per farvela breve, ha accettato di registarre il prmo album ufficiale dei Candies, nello studio di registrazione ipertecnologico che ha costruito nel suo castello scozzese."
Tra i membri del Candy Circle ci sono: Willy, Cheese, Profeta, Betz, Tobias, Sloggie, Muso Duro, Annie Cuor di Zolfo, Jimbo, Boiler, Amleto, Googolo, le gemelle Jelly-Nelly, Darwin.
Non tutti i ragazzi comunque partiranno: Cheesse e Profeta accompagneranno Mister Candy nel ruolo di produttore, assieme ai membri della band composta da Willy (chitarra), Betz (voce), Annie (basso) e Muso Duro (batteria). Jimbo si offre di organizzare il viaggio, affidandolo a suo zio Horace, e parte anch'egli col gruppo.
Ma non tutti gli agenti arrivano a destinazione, perché sbagliano... castello! Mentre Mister Candy con Cheese e Profeta giungono senza difficoltà al castello di McAmbrose, gli altri partiti col viaggio orgnizzato dallo zio di Jumbo sbagliano posto e si ritrovano a Gravensteyn, in un maniero apparentemente disabitato, ma opportunamente infestato, come ogni castello scozzese che si rispetti..
"... si ritrovarono tutti quanti a fissare quello strano castello. La luce del giorno stava ormai cedendo il passo all'oscurità, rendendo ancora più cupo l'aspetto della costruzione. E come se non bastasse, un rauco gracidio di corvi giunse ad allietare l'ambiente. [...]
Strappata la torcia elettrica dalle mani di Annie, l'agente dalla coda rossa fece luce sulle pagine e si concentrò nella lettura ignorando i commenti degli altri.
- NOOOOOO!!!! - esclamò alla fine, con il tono sbalordito di chi ha appena visto una tartaruga accendersi un sigaro.
- "Nooooooo!" cosa?! - la incalzò Willy.
- Non posso crederci! Non VOGLIO crederci!- Bertz sembrava sconvolta.
- Si può saere che c'è?!- esplose Annie.
Betz buttò la rivista per aria e si sedette sull'ultimo gradino della scalinata, tenendosi il capo tra le mani.
- C'è che ABBIAMO SMAGLIATO CASTELLO!
- COOOOSA?! - fecero in coro gli altri.
Lei indicò le lettere incise nella pietra. - Il catsello di Angus Mac Ambrose si trova in un villaggio chiamato GravenS-T-Y-N-E, mentre noi, qui, ci troviamo a Graven- S-T-E-I-N!"
I ragazzi non avranno scelta che rimanere nel castello, mentre pensano a un modo per contattare qualcuno. Mentre si trovano all'interno del castello però continauno a succedere fatti strani...

 
Sopra: A destra si vede l'inizio del secondo capitolo, il cui titolo è decorato con una specie di rovi, presenti anche attorno al numero della pagina e in alto nella pagina. A sinistra vediamo alla fine di un capitolo un'illustrazione con due membri del Candy Circle dietro una tomba.

Il libro contiene diverse illustrazioni in bianco e nero opera di Iacopo Bruno, le quali non rappresentano vere e proprie scene o parti del testo, ma hanno più un aspetto decorativo. Esse sono poste alla fine dei capitoli (neanche tutti) e consistono nel disegno di una lapide da cui dietro spuntano alcuni memri del Candy Circle, i quali variano di volta in volta (in cui cambia l'aspetto della lapide, i personaggi e la loro posizione attorno ad essa), fino a sei versioni differenti che poi si ripetono ciclicamente per tutto il racconto. Tali immagini sembrano essere realizzate a computer e, oltre ad essere abbastanza piccole, non danno l'idea di essere particolarmente curate.
L'opera contiene anche delle parti aggiuntive come un fumetto e delle schede sui personaggi, cioè i vari ragazzini membri che costituiscono la società del Candy Circle. I disegni di queste parti sono opera di Riccardo Crosa. Anche in questo caso le immagini sono tutte in bianco e nero, ma hanno un aspetto più curato ed accattivante, con uno stile dalle linee nette e precise e che ricorda un po' quello dei manga, con personaggi dagli occhi molto grandi ed espressioni molto esagerate, soprattutto per esprimere sorpresa, stupore o terrore.




Sopra: In alto un'altra illustrazione di fine capitolo con dei membri del Candy Circle dietro una tomba, Al centro delle pagine tratte dalla sezione dei personaggi, dove vediamo disegnato ogni componente del Candy Circle e descritte alcune sue caratteristiche, oltre a dove è stato protagonista. Più in basso delle pagine del fumetto presente alla fine della storia.

"Paura a Gravenstein castle" di Pierdomenico Baccalario e Alessandro Gatti è una storia carina he vede come protagonisti una serie di personaggi già comparsi in altri volumi, quelli dedicati alla collana del Candy Circle.
Il Candy Circle è un club segreto, fondato da Mr Candy, che ha la sua sede in una fabbrica di caramelle abbandonata, a cui si arriva dal palazzo che ospita la Fondazione MacNamara attraverso uno scivolo nascosto dietro lo scaffale della biblioteca della Fondazione: "Lì si trovava l'ingresso segreto alla sede del Candy Circle, un grande scivolo nascosto dietro un finto scaffale di libri: uno ad uno i ragazzi affondarono in una folle scivolata e atterrarono sui materassi di sicurezza, nel cuore di una fabbrica di caramelle in disuso.
Solitamente il Candy Circle deve risolvere dei misteri e risolvere dei problemi, anche se in questo capitolo il problema da risolvere è un imprevisto dovuto a uno sbaglio di uno dei membri del gruppo, Jimbo, o meglio dell'agenzia a cui si è affidato, che ha portato lui e i membri della banda nel castello sbagliato. Jimbo è il componente "pacioccoso" del gruppo, quello simpatico, un po' sciocco e chiacchierone, ma a cui gli altri mettono sempre i piedi in testa, o lo ignorano, perchè purtroppo non è molto affidabile ed è piuttosto imbranato, oltre che fifone, anche se vuole farsi credere uno tosto.
Nonostante i personaggi siano parecchi per i lettori è piuttosto facile distinguerli, oltre per i nomi, anche per il loro carattere ben definito o delle caratteristiche peculiari che ciascuno di loro ha: oltre a Jimbo, ad esempio Muso Duro ha dei capelli rasta ed è il più "tosto" del gruppo, oltre a essere quello cinico che ha la lingua più pungente e che fa più battute ironiche; Boiler è quello più previdente e dotato di senso pratico, che si è portato dietro lo zaino con tutti i gadget; Annie Cuor di Zolfo è una ragazza spigliata, suona il basso e ha un caschetto bicolore, intonato ai suoi anfibi; Willy è un ragazzino vivace, con gli occhi di diverso colore, i capelli sempre spettinati, suona la chitarra e ama giocare ai videogiochi; Betz è una ragazza sportiva e allegra, con i capelli rossi e gli occhi verdi; Googol è l'esperto di computer, ...
All'interno del castello i nostri amici si ritrovano a dover affrontare varie insidie, dovute, sembrerebbe, a un fantasma che muove armature e lancia libri, topi meccanici, strane urla nella notte, ecc... Insomma, qualcuno disposto a tutto pur di mandare via gli intrusi indesiderati. Ma i ragazzi scoprono che il proprietario del castello ha un motivo per essere così scorbutico, un grave torto che gli è stato fatto anni prima, e a cui il Candy Circle vuole porre rimedio.
La storia è articolata seguendo i punti di vista di più personaggi, che si trovano in luoghi diversi: ad esempio alcuni capitoli sono dedicati a Mister Candy con Cheese e Profeta (che si trovano nel castello di Mac Ambrose), altri allo zio Tweedy, l'inventore, e a Miss Butterworth, la segretaria (che si trovano in vacanza su una spiaggia), ci sono quelli che seguono le vicende dei membri della band e di Jimbo, costretti a stare nel castello di Gravenstein e infine ci sono dei capitoli che raccontano il punto di vista dell'ombra, il padrone del castello.
Il racconto è abbastanza corale, in quanto non c'è un vero e proprio protagonista, ma si vede il punto di vista e si seguono le vicende di vari personaggi, i quali molto spesso collaborano pure tra loro.
Storia piacevole e divertente, adatta dai 9 anni, in cui il fatto di trovarsi nel castello sbagliato in realtà funge un po' da pretesto per far entrare la storia nel suo vivo svolgimento, che si basa più su una questione di regolamento di conti, condannare un'ingiustizia e far trionfare la verità. Una storia in cui troverete molti clichè narrativi già visti (tipo la società segreta di ragazzini supportati da un magnate, il castello infestato che non è veramente infestato, il personaggio dell'inventore scorbutico tradito che ha deciso di isolarsi, il tradimento nei confronti dell'amico/inventore e l'appropriarsi delle sue invenzioni, far credere a qualcuno che la sua casa sia infestata e che la questione si risolverà solo se confesserà i suoi misfatti, l'uso di congegni tecnologici alla James Bond...), ma che comunque messi insieme funzionano regalando ai lettori una storia divertente e capace di tenere desta l'attenzione dei lettori.

Il volume è stato edito nel 2006 dalla Mondadori Edizioni, ha 256 pagine, una copertina rigida con sovracopertina, e misura 21 cm d'altezza e 15 cm di lunghezza e costa 13 euro.

Come ho detto questo è in realtà solo il nono libro della serie "Candy Circle", composta dalle seguenti opere:
  1. Pronti partenza... crash! (2005)
  2. Attenti al guru (2005)
  3. Salsicce e misteri (2005)
  4. Tutti addosso al drago rosso (2005) 
  5. Quando il bomber fa cilecca (2005)
  6. Pecore alla deriva (2005)
  7. Faccia di menta (2006)
  8. Chi ha paura del Candy Circle? (2006) 
  9. Paura a Gravenstein castle (2006)
  10. Il tempio degli scorpioni di smeraldo (2008)
 
     

     
 
 
Sopra: Le copertine della serie hanno disegnato sopra una sorta di muro di mattoni colorato di volta in volta di un colore diverso, su cui spicca la scritta bianca "Candy Circle". Come potete vedere le copertine degli ultimi due titoli hanno subito un grosso cambiamento di stile.

Tutti i diritti appartengono ai legittimi proprietari, non vi è alcun intento di infrangere il copyright. Le immagini e i testi sono utilizzati a scopo puramente informativo.

mercoledì 18 settembre 2024

Tre per un topo di Toti Scialoja

"Tre per un topo" di Toti Scialoja è il primo libro realizzato da questo scrittore, poeta nonchè scenografo e pittore. Il libro nacque per essere destinato alle due nipotine Barbara e Alice, ed è una raccolta di poesie e filastrocche senza senso.
 
 Sopra: In alto sulla copertina dallo sfondo completamente bianco spiccano questi tre tipini con gli occhi rossi, rossi come il nome dellìautore e come alcune sfumature delle scritte del titolo.

Toti Scialoja (Roma, 1914-1998) è stato pittore, scenografo e poeta. Pubblicò molti libri di filastrocche e poesie illustrate dedicate ai bambini, tra cui ricordiamo: "Amato topino caro" (1971); "La zanzara senza zeta" (1974); "Una vespa! Che spavento" (1975); "Ghiro ghiro tondo" (1979). Il suo secondo libro, quello sulla zanzara, fu tra i primi ad essere pubblicato nella collanaTantibambini, edita nel 1972 da Einaudi, diretta da Calvino e la cui grafica era affidataa Munari. Una collana che attualemnte viene molto esaltata e in cui, secondo Roberta Favia, alcuni "vi individuano l'origine della nostra letteratura per l'infanzia contemporanea." (p. 183, R. Favia, Attraverso il libro, Edizioni Il leone verde, Torino, 2023).
Ma "Tre per un topo", l'album originale con la copertina rossa, fu realizzato prima di tutti questi libri. Dedicato alle due nipotine Barbara e Alice fu a loro consegnato nel 1969, e da loro amorevolmente conservato fino ad oggi. Lo pubblichiamo qui per la prima volta con la coincidenza del centenario della nascita dell'autore. "Tre per un topo" è l'origine, il prototipo di tutte le successive raccolte di Toti Scialoja per l'infanzia.
Come dicevo all'inizio questa è una raccolta di poesie scritte e illustrate da Scialoja, le quali appartengono al genere del nonsense, il quale non va molto di moda in Italia, anche se solitamente i bambini lo apprezzano. 
Sono filastrocche che infatti, più che sul senso letterario, ammaliano per la loro fonetica, per i giochi di parole e per le assonanze e allitterazioni che presentano, e anche per le rime, di solito in forma baciata (AA BB).
 
"Quanto è buffa 
la ranocchia
se ti adocchia;
si rannicchia
poi si tuffa
nella muffa"
 
"Chien méchant, cane di francia,
quando abbaia vuole la macia,
si controlla alla bilancia
e così non mette pancia."
 
"Uno due tre quattro
passa un gatto quatto quatto.
quattro tre due uno,
era un gatto di nessuno"
 
 "Sono sola in una stanza
e c'è un'anatra che avanza,
a tre metri di distanza
fa un inchino, com'è usanza."
 
 
 Sopra: Le prime pagine del libro, dove si trova la dedica alle nipoti di Scaloja, Barbara e Alice Drudi, che conservano ancora oggi l'originale di questo testo.
 
 Le poesie sono accompagnate dalle altrettanto bizzarre illustrazioni opera dello stesso Scialoja, disegnate da lui a mano. Disegni che raffigurano gli animali protagonisti delle sue bizzarre poesie: rane, cani, ippopotami, zanzare, conigli, pipistrelli, orsi, formiche, corvi, anatre e, soprattutto, tanti topi.
Gli animali disegnati da Scialoja a volte hanno un aspetto anche realistico (anche se mai iper realistico o estremamente curato e dettagliato come i disegni che ci aspetterebbe di trovare, ad esempio, in un'enciclopedia), mentre altre volte presentano caratteristiche antropomorfizzate, andando ad indossare abiti o scarpe umane.
Le sue sono figure di animali tratteggiati ( a volte in modo netto e sicuro ed altre con dei segni più incerti e tremolanti) a china con pochi segni di colore, steso in modo molto delicato all'interno delle linee che compongono i soggetti.
 



Sopra: Alcune delle pagine interne che mostrano le poesie con le rispettive illustrazioni, il tutto realizzato, scritto e disegnato a mano da Scialoja.
 
"Tre per un topo" di Toti Scialoja è un libro molto particolare, per tutto, a partire dalle poesie nonsense, dai testi scritti a mano, alle illustrazioni dallo stile molto particolare e un po' bizzarro.
E' stato il primo albo scritto dall'autore, che finora non era mai stato edito e che ora è stato pubblicato in coincidenza del centenario della nascita dell'autore. Infatti, come si legge alla fine, questa altro non è che la riproduzione fotografica integrale dell'originale manoscritto conservato da Barbara e Alice Drudi, le nipoti dell'artista per cui il libro fu scritto.
Essendo una riproduzione fotografica di un testo del 1969 è per questo che le scritte all'interno non sono fatte col computer ma a mano, a volte in stampatello maiuscolo ed altre in minuscolo.
La cosa interessante è che io questo libro l'ho scoperto perchè un altro testo dell'autore ("Versi del senso perso") veniva consigliato nella guida "Letture imperdibili tra 0 e 14 anni" di Roberta Fava  nella sezione di poesia per la fascia 6-10 anni. Tra le guide sulla letteratura per l'infanzia Scialoja è menzionato anche in "Amici ed Eroi: grandi libri per giovani lettori" di Beatrice Garau, a pagina 42, nella parte di "Filastrocche e poesie vecchie e nuove" indicata dai quattro ai sei anni.
Fatalità poi, leggendo invece il saggio "ABC delle figure nei libri per ragazzi", alla lettera Z ho trovato menzionato un altro titolo dell'artista: "Zanzara senza Z". Come scritto dalla Vassalli in quest'ultimo saggio: "La poesia di Toti Scialoja fa dono di parole <<come gioco>> che diventano enigma, mistero, esorcismo e assenza di significato, pur rimanendo <<una delle chiavi di lettura che aprirà la porta al mistero della vita adulta>>"
Sempre questo autore è citato pure in "Racconti (di)Versi" di Rita Valentino Merletti, a pag.53, riguardo alla parte in cui si analizza il suono di una poesia; ed è menzionato pure nel saggio "Letteratura per l'infanzia e l'adolescenza" della Silvia Blezza Picherle a pagina 83, quando lei parla di di autori precursori e innovatori nel genere della poesia. Di lui la Blezza dice: "rifacendosi alla tradizione inglese dei nonsense e dei limerick, inventa testi poetici che sono giochi linguistici, proiettati in una dimensione dell'assurdo, ricchi di sottile ironia, eppure dotati di significati sottili e impliciti. Si tratta tutti gli effetti di un precursore dell'autentica poesia per bambini, quella dirompente, che esiste per se stessa, per divertire e liberare i lettori (Boero, De Luca, 1995)."
Ho trovato citazioni a questo autore pure nel saggio "Attraverso il libro", scritto sempre dalla Roberta Favia, inserito nel capitolo dedicato al nonsense, in cui si spiega che: "Contrariamente a quanto si potrebbe pensare, il nonsense richiede una logica ferrea sella costruzione della trama e/o personaggi. Non si tratta di una logica "normale", ma una logica ferrea deve esserci e deve essere portata alle estreme conseguenze, soprattutto dal punto di vista delle strutture narrative e della composizione linguistica se si tratta, ad esempio, si un componimento in rima come nel caos di Seuss e di Scialoja."  (p. 110, R. Favia, Attraverso il libro, Edizioni Il leone verde, Torino, 2023).
È presente anche nel saggio dedicato alla poesia "Perlaparola" di Chiara Carminati, dove viene citato a pagina 50 parlando delle parole come dei semi da far germinare, parole che lui definisce<<parole melagrana>> "che sembrano contenere i chicchi di suono di tutte le altre".
Come scritto anche nella guida della Fava la poesia di Scialoja si inserisce in quella tradizione "di chi prammaticamente privilegia il senso del suono della lingua a scapito della ricerca del contenuto sensato, e che in Italia ha poco seguito. La raffinatezza delle composizioni di Scialoja è talmente limata da risuonare naturale all'orecchio dei bambini. Va alle radici foniche della lingua tirandone fuori ciò che è solo un orecchio acerbo può ancora percepire da adulto, segue una rielaborazione metrica (l'esametro e il limerick dominano) e ritmica di grande cultura. [...] La ricerca del senso nel suono non è assenza di senso bensì ricerca di un senso diverso, di-verso, se volete. A parte il divertimento puro, il gioco linguistico può dare origine e spazio a una quantità di giochi in classe che sono invece pieni di senso per avvicinarsi alla lingua da una strada secondaria non meno importante, decisamente meno frequentata ma ricchissima di spunti: quella fonetica..." (R. Favia, Letture imperdibili tra 0 e 14 anni Caissa Italia Editore, Bologna, 2024).
Le poesie di Scialoja hanno tutte per protagonisti animali, il che aiuta ancora di più i bambini ad entrare in sintonia con le poesie. Esse sono molto musicali anche se bizzarre, e suoneranno sicuramente alle orecchie dell'adulto molto particolari, se non strane, bizzarre, poiché di genere nonsense. Poesie come queste infatti privilegiano la fonologia, quindi il suono delle parole, con cui il poeta gioca e fa giocare e divertire anche i giovani ascoltatori, a discapito del senso della frase. D'altronde questo tipo di poesie sono fatte puramente con lo scopo di divertire e divertirsi, come scrive Favia "Li si legge e basta."
 
Il volume è stato edito nel 2014 dalla Quodlibet, ha 112 pagine, una copertina rigida, misura 21 cm d'altezza e 15 cm di lunghezza e costa 18 euro.

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lunedì 16 settembre 2024

Il richiamo della foresta di Jack London e Paolo Barbieri

"Il richiamo della foresta" di Jack London è un classico della letteratura scritto nel 1903 (ma giungerà in Italia solo nel 1924), entrato ormai da tempo anche nei classici della letteratura per l'infanzia e per ragazzi. L'edizione di cui vi parlerò oggi, con la traduzione di Fedora Dei, ha la particolarità di essere illustrata da Paolo Barbieri e di appartenere alla collana "Classici illustrati" della Mondadori.
 
   
Sopra: A sinistra l'edizione in mio possesso, uscita nel 2017, mentre in centro trovate la copertina dell'edizione originale, del 2010. A destra invece la coeprtina di un'altra ristampa del 2016 per la collana "Oscar Junior Classici".
 
La vita di Buck, cane di razza abituato al clima mite e alla tranquillità degli Stati Uniti del Sud scorre tranquilla: "Buck non era cane da salotto nè da canile. L'intero reame era suo. [...] Re di tutto ciò che camminava , volava e strisciava nella tenuta del giudice Miller, esseri umani compresi.
Suo padre, Elmo, un enorme San Bernardo, era stato compagno inseparabile del giudice Miller: Buck stava chiaramente seguendo le orme paterne. Pesava circa sessantacinue chili, ma non era grosso come il padre, perchè sua madre, Shep, era una femmina di pastore scozzese. Ma quei sessantacinque chili, cui si aggiungeva la dignità che viene dal bel vivere e dal rispetto universale, lo mettevano in grado di comportarsi veramente da re."
La sua esistenza agiata ha un'improvvisa svolta quando, per una scommessa persa, è venduto da Manuel, uno degli aiuto giardinieri del giudice Miller, e spedito al Nord, come cane da slitta. Piegato all'obbedienza da un esperto allevatore, riesce a far fronte alle nuove esigenze e a sopravvivere alle privazioni e al clima inclemente: "Era stato battuto (lo sapeva), ma non spezzato. Aveva capito, una volta per tutte, che di fronte a un uomo con un bastone non c'è niente da fare. Aveva imparato la lezione e non la dimenticò mai più, per tutta la vita. Quel bastone fu per lui una rivelazione. Fu il bastone che lo introdusse nel regno dive vigeva la legge più primitiva; da quel preciso momento, i fatti della vita presero un aspetto più crudo: e lui li affrontò non intimidito, li affrontò con tutta l'astuzia latente nella sua natura, ora ridestata."
Conosce la «legge della zanna e del bastone», attraverso la quale viene picchiato selvaggiamente e aggiogato a una muta guidata dal cane Spitz, diventando infine, volente o nolente, un cane da slitta. Col passare del tempo, Buck impara a difendersi dagli altri cani, e arriva addirittura a uccidere Spitz e diventare capo della muta. Cambiano presto i padroni, ma non diminuiscono i maltrattamenti. Dopo essere stato al servizio di tre cercatori d'oro litigiosi e incapaci, Buck sta per essere ucciso, ma viene salvato dal cercatore d'oro John Thornton, che diviene invece un suo caro amico. Buck lo salva più volte da situazioni pericolose e infine gli fa vincere una grossa somma in una scommessa, tirando da solo una slitta con un carico di mille libbre. 
Alla fine c'è anche una parte dedicata agli approfondimenti e alle curiosità con notizie a proposito dell'autore.
 
 
 Sopra: A sinistra l'inizio del primo capitolo, a destra un'illustrazione tratta sempre dal primo capitolo, in cui Buck cerca di scappare dai nuovi padroni a cui è stato ceduto.
 
I testi sono accompagnati dalle illustrazioni in bianco e nero di Paolo Barbieri dallo stile delicato, accattivante e coinvolgente, capace di rendere affascinati le figure dei cani, che appaiono come delle bestie forti e quasi maestose, in particolare Buck, con la sua stazza grande e possente.
Le persone e gli animali disegnati da Barbieri hanno un aspetto realistico e curato, ricco di dettagli che emergono anche dalla sfumature a matita e dai bianchi e neri che caratterizzano ogni immagine. Per questa storia l'artista ha cercato di mantenere uno stile realistico e non troppo sopra le righe, soprattutto visto che lui è un artista specializzato nel fantasy, quindi nel creare creature immaginarie e bizzarre.
I cani e le persone in questa storia non hanno invece ovviamente nulla di fantastico, in quanto London narra una storia realistica e Barbieri vi si è attenuto, rappresentando scene arrate nei testi, spesso a pagina intera e a volte con disegni inseriti in mezzo ai testi, con scene in questo caso che si focalizzano nel mostrare Buck, principalmente da solo.

   
 
 
 Sopra: Alcune illustrazioni in bianco e nero opera di Paolo Barbieri, la maggior parte a pagina intera, anche se ce n'è qualcuno più piccola, grande mezza pagina (come quella in basso a destra, quella sinistra invece ha un formato un po' insolito, a tre quarti, ed è l'unica fatta così).
 
"Il richiamo della foresta" di Jack London è un romanzo breve diventato ormai un classico della letteratura per ragazzi nonché una delle più famose storie con protagonista un cane: in questo caso Buck, un incrocio tra un San Bernardo e un pastore scozzese, di grossa taglia, con muscoli forti e il pelo lungo e caldo. Caratteristiche che lo rendono subito molto appetibile agli uomini che stanno cercando cani da mandare verso Nord come cani da slitta. 
Inizialmente per lui abituarsi non è facile, essendo abituato a uno stile di vita completamente diverso, come viene detto: "Ogni ora aveva in serbo il suo trauma e la sua sorpresa. L'avevano strappato dal cuore di un mondo per catapultarlo nel cuore di un mondo primitivo. Quella non era vita d'ozio in una terra baciata dal sole, con null'altro da fare che andare a zonzo e annoiarsi. Non c'era pace qui, né riposo, né un solo momento di sicurezza. Tutto era agitazione e trambusto; ogni istante ti ritrovarvi a rischiare una zampa o la vita stessa. Era indispensabile stare sempre all'erta perchè quegli uomini e quei cani non erano uomini e cani di città- Erano selvaggi, tutti, e non avevano altra legge che quella del bastone e della zanna."
Ma anche in Buck qualcosa cambia: nel suo comportamento riaffiorano istinti sopiti e primordiali. Buck sente crescere, sempre più forte, il contrasto tra natura e educazione, tra amore per il padrone e slancio incontenibile verso la libertà, i vocaboli da usare e quelli da evitare. 
Una storia non troppo lunga ma per questo emozionante e incisiva, una storia che prende fin da subito i lettori trasportandoli in fretta in un mondo a loro sconosciuto, primitivo e freddo, in cui vige la legge del più forte e del più furbo, mentre per gli altri non c'è pietà. Il lettore segue con interesse e trepidazione gli apprendimenti di Buck, che impara grazie all'esperienza e, come si diceva Wilde, essa è il tipo di insegnate più difficile: prima ti fa l'esame e poi ti spiega la lezione. 
I lettori saranno portati a entrare profondamente in connessione con Buck: si indigneranno con lui per i maltrattamenti subiti, tiferanno per lui durante le lotte, saranno tristi con lui per le ingiustizie subite, disprezzeranno assieme a lui gli uomini che lo maltrattano, saranno preoccupati per lui quando dovrà affrontare un pericolo...
Leggere la storia di Buck è molto soddisfacente perchè osserviamo nel protagonista un'evoluzione: quella da cane un po' viziato, abituato ad avere molta libertà e a fare la bella vita agiata, a un cane coraggioso, determinato, forte, combattivo, ma anche furbo, capace di osservare e di imparare in fretta. Come constata anche François: "Buck era l'eccezione. Lui resisteva ad ogni fatica e prosperava, rivaleggiando con gli husky sia per la robustezza sia per la ferocia e l'astuzia. Era dunque un cane che poteva ambire alla supremazia del gruppo. E quello che lo rendeva pericoloso era il fatto che il bastone dell'uomo con l maglia rossa aveva cacciato da lui non il desiderio di dominio, bensì la smania cieca di conquista a ogni costo e subito. Soprattutto era diventato astuto, sapeva aspettare e aspettava con la pazienza che era né più né meno quella degli esseri primitivi."
Una storia che parla anche di rivincita e di libertà, e che in certi punti ti fa proprio "gasare", per esempio devo dire che ho provato molta soddisfazione quando Charles, Hal e Mercedes, tre tizi che vorrebbero fare i cercatori d'oro, che si sono fatti portare in giro con la slitta per kilometri e kilometri carichi di bagagli pretendendo di non muovere un muscolo (e facendo quasi morire di fatica i cani, come scrive London: "Era gente incapace non solo di governare i cani, ma persino di badare a se stessa."), finiscono annegati perchè il ghiaccio di un lago si rompe, cosa di cui erano stati chiaramente avvertiti e a cui non hanno voluto dare retta.
Proseguendo nella storia il legame con gli uomini di Buck si fa più sottile, mentre quello verso la foresta e la libertà si fa sempre più forte, fino a prevalere del tutto quando Thornton viene ucciso dagli indiani, in quanto non c'è più nulla che tenga il cane legato alla vita civile. 
Finalmente Buck può vivere liberamente e, dopo tanto tempo passato a ubbidire e subire, finalmente può vivere come gli pare, seguendo il suo istinto e la sua natura più primitiva.
Una bella storia e una bella edizione dall'aspetto compatto e solido, con all'interno le illustrazioni in bianco e nero, che sembrano essere realizzate a matita, di Paolo Barbieri, molto belle e curate, anche se non sono a colori. Carina anche la parte dedicata agli approfondimenti sull'autore, che aiuta i lettori ad approfondire la biografia di uno scrittore importante della letteratura americana.
 
Quest'opera è stata pubblicata originariamente nel 1903 dall'editore Macmillan col titolo "The call of the wild". Tale testo è stato edito dalla Arnoldo Mondadori Editore per la prima volta nella collana "Classici illustrati" nel 2010, mentre l'attuale edizione, in copertina rigida, è del 217, ha 144 pagine, la copertina rigida e misura 18,8 cm d'altezza e 21 cm di lunghezza e costa 20 euro.
Nel 2016 è stata fatta un'ulteriore edizione nella "Oscar junior classici".
 
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