mercoledì 4 settembre 2024

Una mano bianca nel lago nero di Chiara Rapaccini

"Una mano bianca nel lago nero" scritta e illustrata da Chiara Rapaccini, che fa parte di una collana delle Edizioni El chiamata "Le letture", suddivisa per fasce d'età: rossa per chi comincia a leggere, verde per chi si sente un po' più bravo, blu per chi legge con facilità, giallo per chi vuole qualcosa di difficile e arancio per chi ormai legge tutto, o quasi.
Come potete vedere dalla copertina, questo volume è nella fascia arancione e vede come protagonista Michele, detto Lele, che si mette a rivolgere un mistero legato ad un lago.
 
 
Sopra: La copertina con bordo arancione indica che il libro è indicato per lettori già esperti, anche se l'illustrazione di copertina, per quanto il soggetto sia un po' inquietante, farebbe pensare che il libro, erroneamente, sia indirizzato ad un pubblico decisamente più giovane.
 
Durante le vacanze in giugno al lago di Nemi insieme al padre Francesco e alla sua compagna Betty, che ha portato con sé la figlia Vanessa, Lele, 10 anni e mezzo, tenta di far luce sull'inquietante scomparsa nel lago di alcuni bambini. 
È vero che Lele se ne intende di morti, ma questa volta è alle prese con un mistero misteriosissimo, nascosto in un piccolo lago fuori Roma: "Quello di Nemi poi è molto profondo perché di origine vulcanica. Le sue acque sono scure e limacciose e pare che nascondano tanti segreti. Gli abitanti del posto parlano di cadaveri di annegati mai ripescati che di notte ululano alla luna, ma sono solo scemenze."
Assieme a Lele e ai suoi parenti c'è anche Lourdes, la tartaruga domestica del ragazzino, che gli è "apparsa ad agosto sulla spiaggia della Versilia (luogo divinoooo!) all'improvviso, come la Madonna a Bernadette."
Dove sono andati a finire i bambini scomparsi sulle rive del lago di Nemi? Sono davvero annegati? La soluzione galleggia in quelle cupe acque melmose. Tutto alla fine sembra risolversi, ma poi...
 È vero che Lele se ne intende di morti, ma questa volta è alle prese con un mistero misteriosissimo, nascosto in un piccolo lago fuori Roma. Dove sono andati a finire i bambini scomparsi sulle rive del lago di Nemi? Sono davvero annegati? La soluzione galleggia in quelle cupe acque melmose e Lele è deciso a trovarla, specialmente dopo che scompare all'improvviso anche la sua sorellastra.
Tutto alla fine sembra risolversi, ma poi...
 
 
 Sopra: Un disegno della Rapaccini che raffigura Michele, in compagnia della sua tartaruga Lourdes, il quale ha un'espressione sorpresa dopo aver visto delle gambe in acqua che non si sa a chi appartengono.
 
 La storia è accompagnata dai disegni in bianco e nero di Chiara Rapaccini, quindi opera della stessa autrice. Rapaccini è un'artista, illustratrice, designer e scrittrice italiana, laureta in pedagogia nel 1978.
Sono dei disegni dallo stile assolutamente non realistico, con personaggi dai volti spigolosi, dalla forma dei visi a triangolo rovesciato, quando visti di fronte, mentre se visti di lato sono il naso e il mento ad essere praticamente dei triangoli, in quanto le loro punte sono molto appuntite. Altra cosa che caratterizza il volto di queste persone solo le guance colorate e la punta del naso paonazza, quindi un po' più scura rispetto al resto della pelle, se vista di lato.
Il resto del copo è composto da linee nette e ben definite, anche se nell'insieme la figura risulta abbastanza curata, pur assumendo a volte delle pose un po' spigolose oppure, al contrario, delle linee molto tondeggianti, soprattutto per quanto riguarda quelle del sedere e delle cosce.
I disegni possono essere sia a pagina intera che a mezza pagina e, nel primo caso, vengono ritratti anche gli sfondi, i quali sono dipinti anch'essi con un aspetto piuttosto semplice, caratterizzati da pochi elementi tratteggiati con linee nette e spesse che possono essere, ad esempio: un triangolo per fare una montagna, delle linee ondulate per le onde del mare, dei triangolini più lunghi e sottili per fare delle alghe, un rettangolo per una porta, ecc...
 
 
 


   
Sopra: Alcune illustrazioni della Rapaccini, quelle più in alto a pagina intera con sfondi, mentre quella in basso a sinistra è a mezza pagina.
 
"Una mano bianca nel lago nero" di Chiara Rapaccini, nonostante le illustrazioni dall'aspetto un po' infantile e abbastanza simpatico, è una storia misteriosa e un po' inquietante.
Già l'aspetto del lago dove Lele si trova in vacanza non è molto invitante: "Come descrivere l'acqua del lago? Cominciamo dal colore. É quello del cielo plumbeo che ci si riflette. Quindi colori grigio talpa con riflessi marroni. Trasparenza, zero assoluto. Non puoi vedere la tua stessa mano a pochi centimetri sotto il pelo dell'acqua. Passiamo a un altro senso.  Il tatto. Provate a immergervi seminudi in un minestrone tiepido. [...] Aggiungete un odore fetido di acqua stagnante che ben ricorda quello dell'odiata minestra. Ecco il lago."
E in questo lago sembrano avvenire dei fatti piuttosto strani, come quando Lele avvista delle gambe che però sembrano non appartenere a nessuno: "Sto per tornare in superficie ma scorgo a una decina di metri le gambe di Vanessa. Mi avvicino e le pizzico. Torno su, non vedo l'ora di vedermi la sua faccia terrorizzata. Ma lei non c'è. Vanessa non è in acqua. È a riva seduta su una roccia, china sul Tamagotchi. Non capisco, se non erano di Vanessa, si chi erano quelle gambe?"
E un'altra volta gli capita di pescare, assieme a un'altra bambina, un braccio!: "... Ecco sta venendo su... Ma è un pezzo di stoffa a quadretti rossi... é una manica... dentro c'è qualcosa... ecco... Dio mio... ma è un braccio! Ahhhhhhh! Ho appena fatto in tempo a vedere tra le onde un braccio umano. Mollo all'istante l'orribile presa, non voglio sapere a quale corpo sia attaccata e mi metto a remare come un forsennato contro la corrente."
Senza contare che dalle parti del lago sembrano sparire parecchi bambini. Peccato però che Lele sia convinto che il braccio pescato nel lago non fosse quello di un cadavere, sembrava quello di una persona viva... ma come sarebbe possibile?
Lele si mette a indagare con l'aiuto della sua nuova amica Carlotta, mentre cerca di liberarsi dalla pesante presenza della sorellastra: Vanessa, una bambina piuttosto petulante e abbastanza rompi scatole, di quelle che si sopravvalutano credendosi super brave e buone, sminuendo gli altri (prende in giro Lele perchè a volte balbetta un po'), e che vogliono comandare gli altri ed aver sempre ragione: "No, voglio fare il bagno. Con te. Ha detto la mamma che è ora che tur ti occupi un po' di me. Ha detto che siccome io sono buona, anche tu potresti diventarlo, invitandomi. Poi ha aggiunto che se tu diventi più buono ti insegna il passo a due..." 
Ovviamente se lei si comporta così è colpa della madre, Betty, che lei non esita a chiamare appena ha qualche battibecco con Michele. Betty inoltre è una donna a cui piace fare shopping ed è fissata con la danza, le diete, il cibo sano, mentre il padre si Lele è un archeologo, per cui i due adulti non sembrano una coppia molto ben assortita, cosa che entrambi i figli percepiscono: Lele vorrebbe che il padre tornasse assieme alla madre, mentre Vanessa afferma che sua madre starebbe meglio con qualcuno della TV.
"- Ma Betty, io mi annoio al museo! E poi oggi c'era Saylor Moon alla tele... Dio che posto squallido, solo cocci e piattini...
- Povero amore mio, hai ragione Vanessina, anch'io detesto i musei, specialmente quelli romani che sono tutti identici... ma sai com' è Francesco, lui adora la cultura...
- Mamma, te l'ho detto che lui non è l'uomo per te. E a me. Lui pensa solo a quella stupida, inutile arcologia...
- Archeologia...
- Beh, quello che è. E pensare che per te io sognavo qualcuno della Tv, un presentatore o un ballerino, o magari un calciatore... così ci si poteva divertire un sacco, in giro per il mondo a fare compere..."
Comunque, per quanto possa essere fastidiosa Vanessa, anche Lele è d'accordo nell'affermare che non merita di sparire nel nulla, così assieme alla sua nuova amica Carlotta decide di andare a cercarla sul fondo del lago, con una tuta da sub, convinto che anche lei, come gli altri bambini, non sia morta.
Storia piuttosto intrigante, con bambini scomparsi che sembrano riapparire misteriosamente nelle acque del lago, relitti sommersi appartenuti all'imperatore Caligola, un lago dalle acque scure e melmose, un tesoro sommerso, e qualcosa nascosto nelle profondità del lago...
Mi è dispiaciuto comunque vedere come tutti abbiano incolpato della scomparsa di Vanessa Lele, il quale stava giocando con Carlotta e la sorellastra, appunto, nel lago, quando quest'ultima semplicemente si è immersa e non è più riemersa. Quindi non si può dire che sia stata colpa sua se la bambina è scomparsa, anche perché non era lui che doveva sorvergliarla, ma la madre al massimo, non trovo giusto che si addossino ai bambini responsabilità di adulti. Anche il fatto che il padre lo metta in punizione ha poco senso: non è che l'ha fatto apposta a o che sia stato lui a far sparire la sorella, mentre qua sembra che la colpa sia tutta sua. Se ci si pensa neanche quando a un genitore sparisce il figlio egli viene punito in qualche modo, neanche dalla legge, perchè appunto possono essere cose che capitano, quindi perchè un bambino di 10 anni dovrebbe essere punito per questo?
Vabbeh che francamente non mi sono trovata d'accordo con diverse scelte educative attuate dal padre di Lele, tipo quando Francesco rimprovera il figlio dicendogli: "Ma è possibile che in questi pochi giorni che possiamo stare assieme tu non possa comportarti da uomo? E poi che dire dei continui litigi con Vanessa? E' piccola, non capisci? Devi avere pazienza con lei e smetterla una volta per tutte di metterti al suo livello!" Allora, primo, già pretendere che uno di dieci anni si comporti da uomo non ha senso, non si può pretendere che un ragazzino si comporti da adulto, tra l'altro quando spesso sono gli stessi adulti a non comportarsi come tali (vedere atteggiamenti di Betty, la nuova compagna che il padre ha scelto). Secondo, questa cosa che un bambino più grande deve essere paziente con uno più piccolo non ha molto senso, comunque sono entrambi bambini, e poi la cosa può valere se si parla di bambini di 0-3 anni, ma la sorella di Lele ne ha sette e mezzo, è in grado di intendere e di volere, se si comporta male o l'adulto la deve riprendere oppure lasci che il bambino di 10 anni risolva la faccenda a modo suo, anche perchè gli scherzi di Vanessa sono voluti, non sono comportamenti dettati dall'ingenuità o commessi per sbaglio, cosa che potrebbe giustificare il fatto che è piccola.
Ovviamente, se già il comportamento del padre di Lele mi lascia perplessa, non è possibile sperare in un atteggiamento maturo da parte di Betty, che è sconvolta per la perdita della figlia e se la prende con Lele, ma arriva anche a offenderlo, in un momento in cui tra l'altro lui cercava di essere gentile con lei, chiamandolo "Schifoso lurido e grasso bambino!" e gli tira un pure un ceffone. Anche il padre di Lele comunque gliene avrebbe volentieri tirato uno, se non fosse che il bambino lo ha schivato, per aver rovesciato il budino sulla tovaglia (cosa che in realtà ha fatto apposta come segnale per Carlotta). Comunque il padre di Lele ha tirato una sberla anche a Betty dopo che quest'ultima ha offeso ulteriormente Lele dicendogli che è un buono a nulla e dando della sgualdrina a sua madre. In effetti non capisco come il padre di Lele non abbia mollato immediatamente questa donna dopo che tra l'altro lei lo ha chiamato "piccolo uomo insignificante che non farà mai carriera e non sarà mai qualcuno", dicendogli che le fa pena e che lei avrebbe potuto avere di meglio...
Diciamo che la situazione familiare affrontata nella storia è abbastanza pesante, con il protagonista deciso a ritrovare la sorellastra anche per liberarsi della sua colpa... che poi al massimo quelli che sarebbero da rimproverare sarebbero gli adulti, è vero che lui era insieme a Vanessa quando è scomparsa, ma non era responsabile di quanto le è accaduto e comunque non era sua responsabilità sorvergliarla. 
A livello di linguaggio e termini si vede che il libro è stato scritto negli anni Novanta, in quanto il protagonista a volte usa dei termini non esattamente eleganti, a parte la parola "tette" che ok, magari non è un termine elegante ma è corretto, il protagonista dice anche "sfottermi", "bastardo", "rompe le palle" e "che palle", termini non proprio edificanti, che magari a qualcuno potrebbero dare fastidio, anche se comunque il libro è indirizzato a una fascia di lettori già grandicelli (ma non è uno young adult).
A tale proposito la scelta dello stile delle illustrazioni, che poi è anche quello del disegno in copertina (che mi ricoda un po' quello dell Nicoletta Costa la quale, per dire, crea libri di età prescolare), forse è troppo infantile, non pienamente adatto alla storia, che dovrebbe essere indirizzata a una fascia d'età di 9/10 anni.
La storia è anche interessante, avvincente e sicuramente ha delle parti adrenaliniche, segnalo però che trovo la relazione genitori/figli un po' pesante e disfunzionale (e non sono sicura che l'autrice volesse davvero rappresentarla in questo modo, almeno per quanto riguarda la figura del padre, mentre quella di Betty è ovviamente volutamente negativa). Inoltre alla fine, quando la situazione si risolve, l'autrice non descrive la reazione di Francesco o Betty al salvataggio operato da Michele, non so... dopo averlo colpevolizzato così tanto sarebbe stato il caso di vedere un dialogo con loro, magari far vedere che Betty si scusa. 
Alcune parti della trama poi sono un po' forzate, come il fatto che due bambini riescono a trovare al primo colpo una nave in fondo a un lago dopo che, in anni di ricerche, centinaia di persone e di esperti subacquei hanno provato a cercala fallendo; oppure il fatto di scrivere un messaggio di aiuto per la polizia affidandolo a una tartaruga; per non parlare della facilità con cui il cattivo si lascia convincere a fuggire lasciando tutti gli ostaggi. Anche la storia dietro la scomparsa dei bambini è abbastanza pazza, ma qui possiamo far entrare in gioco in parte la sospensione dell'incredulità, rendendola accettabile, anche se bizzarra (vi dico solo che ha a che fare con uno scienziato pazzo). Alcune cose però sono lasciate un po' troppo all'incredulità del lettore, semplicemente da accettare senza farsi ulteriori domande: tipo come funziona la storia dell'iniettarsi sangue di bambini per mantenersi giovane, o come hanno fatto alcuni bambini a riuscire a fuggire (il luogo dove si trovano è in profondità sott'acqua, come hanno fatto a risalire in superficie senza bombola di ossigeno?) in un primo momento (quando Michele ha visto le gambe e il braccio) per poi essere riacchiappati subito dopo senza che nessuno si accorgesse di nulla. La figura dell'antagonista è sicuramente piuttosto crudele e malvagia, una persona senza scrupoli che non si fa problemi a far soffrire dei bambini, però è anche molto piatta e monodimensionale, per nulla approfondita.
Il finale poi racchiude un colpo di scena, decisamente inaspettato, un po' di quelli alla Piccoli Brividi che però boh, non dico che non abbia proprio senso, però mi lascia perplessa...
 
Quest'opera è stata pubblicata nel 1999 dalle Edizioni EL, ha 160 pagine, la copertina flessibile e misura 17,5 cm d'altezza e 10,8 cm di lunghezza e costa 11.000 LIRE.
 
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