Sopra: La copertina di "Oz" mostra una Doroty particolarmente emaciata mentre si trova nel campo di papaveri del mondo di OZ.
Come ci spiega Bessoni stesso "Dopo le colline toscane di Pinocchio di Collodi e le campagne inglesi di Alice di Lewis Carrol era naturale fare un salto oltreoceano e compiere una personale scorribanda illustrata nella Terra di Oz". L'autore ha però deciso di lavorare solo con il primo libro (del 1990), poiché la complessità della trama e la quantità dei personaggi, meritavano un lavoro interamente dedicato.
Per creare questa sua personale versione de "Il meraviglioso mago di Oz" l'autore e artista si è basato su alcuni stralci di testo, che offrivano una linea narrativa di fondo, su cui ha eseguito una serie di disegni.
Come continua a spiegare Bessoni, la saga di Oz lo ha sempre attratto per la valenza simbolica dei numerosi personaggi e accadimenti, anche se, come lui stesso ammette "Nel disegnare e scrivere questa mia personale versione ho continuamente avvertito un leggero imbarazzo nei confronti dell'autore". Ciò è dovuto al fatto che, nell'introduzione del suo romanzo, Baum spiegò esplicitamente di volersi allontanare dalla natura spaventosa delle fiabe dei Grimm e di Andersen, eliminando qualsiasi cosa contribuisse a creare una morale terrorizzante. Tuttavia, come spiega lo stesso Bessoni, in realtà il mondo di Oz è ricco di elementi "terrorizzanti": streghe che schiavizzano popoli compiendo atti orribili, omicidi (tra cui quelli delle stesse streghe), mostri pronti a sbranare e squartare...
Bessoni, quindi, non ha fatto altro che mettere in risalto, calcando un po' la mano magari, su questi fatti, mettendoli in una chiave ancora più macabra, come si addice allo stile di questo autore e artista. In questa versione de "Il meraviglioso mago di Oz" possiamo trovare, ad esempio: streghe dall'aspetto orripilante; uno spaventapasseri con il naso dipinto di rosso come quello di un pagliaccio, una vecchia dentiera come bocca e due occhi di vetro; un uomo di latta che prima era un normale essere umano il quale è stato fatto a pezzi dalla sua stessa ascia colpita da un incantesimo (questo episodio, tra l'altro, è preso pari pari dalla versione originale); i Tamaruc, delle belve con la testa di tigre, il corpo di orso e artigli lunghi e affilati ....
Sopra: Il personaggio dello Spaventapasseri così come lo ha immaginato Stefano Bessoni.
Stefano Bessoni, oltre a riprendere parti del testo, ha anche rappresentato i personaggi del libro con il suo personale e riconoscibilissimo stile. Troviamo così una strega dell'Est mulatta, grassa, che cavalca una gallina nera, uno Spaventapasseri con una faccia simile a quella di una scheletro e con un occhio di vetro penzolante, un leone che sembra più un animale impagliato che non uno vivo e vegeto (con una grossa cucitura sulla pancia, con un occhio mancante e l'altro che sembra un bottone) ecc...
Ciascuna immagine realizzata dall'artista è collocata nella facciata accanto a quella con il testo, sebbene siano presenti anche alcune illustrazioni a doppia facciata. Nelle illustrazioni vengono rappresentati non solo i personaggi del libro, ma anche delle scene o degli episodi tratti dall'opera originale: come quella in cui Doroty si addormenta nel campo di Papaveri soporiferi (rischiando la morte), oppure quella in cui lo Spaventapasseri combatte contro i corvi inviati dalla Strega dell'Ovest, o, ancora, quella in cui Doroty osserva la Strega sciogliersi dopo che le ha rovesciato addosso un secchio pieno acqua.
Sopra: Nelle illustrazioni vengono rappresentati non solo i personaggi del
libro, ma anche delle scene o degli episodi tratti dall'opera originale:
come quella in cui lo
Spaventapasseri combatte contro i corvi inviati dalla Strega dell'Ovest (foto in alto),
oppure quella in cui Doroty osserva la Strega sciogliersi dopo che
le ha rovesciato addosso un secchio pieno acqua (immagine più in basso).
I personaggi di Bessoni sono, come al solito, grotteschi, bizzarri, sgangherati, macabri, talvolta quasi raccapriccianti e paurosi (molto spesso ad esempio sono alquanto scheletrici). Essi vengono mostrati su uno sfondo indefinito, astratto, in questo caso quasi sempre di colore grigio (ogni tanto un po' verdino) che lascia che l'attenzione del lettore si focalizzi tutta sui personaggi.
Non mancano nemmeno illustrazioni spiazzanti (come quella in cui viene mostrato l'Uomo di Latta fatto a pezzi e in fase di ricostruzione) e scene violente e sanguinarie (come quella in cui si vede l'Uomo di Latta che ha appena mozzato la testa a un lupo).
Anche in quest'opera si può vedere come lo stile dell'autore sia, come sempre, particolare e immediatamente riconoscibile: macabro, inquietante, affascinante, visionario e, talvolta, anche violento.
Sopra: I personaggi di Bessoni (che in quest'opera emergonoquasi sempre da sfondi indefiniti grigi) hanno, come al solito, un aspetto bizzarro, sgangherato, grottesco, macabro (vedere immagini sopra). Non mancano nemmeno illustrazioni
spiazzanti come quella in cui viene mostrato l'Uomo di Latta fatto a
pezzi e in fase di ricostruzione (immagine in basso a sinistra) e scene violente e sanguinarie come
quella in cui si vede l'Uomo di Latta che ha appena mozzato la testa a
un lupo (immagine in basso a destra).
"Oz" di Stefano Bessoni è un'interessante rivisitazione in chiave più macabra della storia originale de "Il meraviglioso mago di Oz", la quale in realtà non si discosta poi molto dai testi della versione originale (ad esempio la, macabra, vicenda dell'Uomo di Latta è la medesima presente nella storia originale, Bessoni non ha esagerato nulla).
Questo libro (la cui edizione presenta sia la lingua italiana che quella inglese) è stato pubblicato dalla Logos nel 2016; ha 64 pagine, una copertina rigida, misura 21,7 cm d'altezza e 15,5cm di lunghezza e costa 16 euro.
Tutti i diritti appartengono ai legittimi proprietari, non vi è alcun intento di infrangere il copyright. Le immagini e i testi sono utilizzati a scopo puramente informativo.
Tutti i diritti appartengono ai legittimi proprietari, non vi è alcun intento di infrangere il copyright. Le immagini e i testi sono utilizzati a scopo puramente informativo.
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