Visto che si sta avvicinando il periodo di Halloween, quale occasione migliore per parlarvi di questo libro? "Scary stories to tell in the dark" di Alvin Schwartz.
Sì, ho detto libro e non film, perché quest'ultimo è in realtà tratto da una serie di 3 volumi pubblicati tra il 1981 e il 1991, illustrati da Stephen Gammell, ciascuno dei quali raccoglie diverse brevi storie di paura.
Sopra: La copertina riprende la locandina del film (uscito nel 2019). Di solito non apprezzo (diciamo pure che le trovo inguardabili) le copertine basate su locandine di film, tuttavia questa, avendo un che di pittoresco e tenebroso, non mi dispiace neppure troppo. Certo, le copertine in inglese erano più belle, avendo i disegni di Gammell (anche se probabilmente per me le più belle sono quelle dell'edizione illustrata da Helquist), ma questa non è tra le peggiori.
"Scary Stories to Tell in the Dark" è appunto una serie di tre libri di racconti horror per bambini, scritti da Alvin Schwartz . I titoli dei libri sono: "Scary Stories to Tell in the Dark" (1981), "More Scary Stories to Tell in the Dark" (1984) e "Scary Stories 3: More Tales to Chill Your Bones" (1991).
L'opera di cui vi parlo io è un'edizione italiana della DeAgostini che raccoglie tutti e tre i volumi inglesi, infatti il libro italiano è diviso in 3 parti: Libro I, Libro II e Libro III.
Ciascuno dei tre libri presenta numerosi racconti di genere horror ispirati a racconti del folklore e alle leggende metropolitane: "Raccontare storie spaventose è una cosa che si fa da migliaia di anni, perché a tanti di noi piace questo tipo di paura. Considerando che non c'è alcun periodo vero, la cosa ci diverte. le storie spaventose sono tante. Fiabe di fantasmi. Favole con streghe e demoni, orchi, zombie, vampiri. Leggende di creature mostruose e di altri pericoli. Ci sono persino racconti così spaventosi da farci scoppiare a ridere. Alcune di queste narrazioni sono antichissime e si raccontano in tutto il mondo. Spesso hanno un'origine comune. Si basano su fatti che qualcuno ha visto, udito o vissuto... o crede di aver visto, udito o vissuto".
Tra le influenze riconosciute risultano autori quali: William Shakespeare, T.S. Eliot, Mark Twain, Joel Chandler Harris, Bennett Cerf e Jan Harold Brunvand.
Le storie sono tutte molto brevi e si leggono (o raccontano) in pochi minuti ciascuna, a volte anche solo alcuni secondi. La cosa interessante è che alcune storie contenute nel volume non sono dei veri e propri racconti, ma possono essere anche filastrocche, ballate o canzoni.
Questa ad esempio è una filastrocca che si intitola "Un uomo che abitava in Inghilterra":
"Un uomo che abitava in Inghilterra
riempì di semi la sua serra.
E tutto sbocciò e divenne bianco e lieve
come coperto da un manto di neve.
La neve si sciolse e quella serra allora
era come una nave rotta e senza prora.
La nave prese dunque a veleggiare
come sospesa su un immenso mare. [...]
Guarda la porta. Senti? Ha scricchiolato
nella schiena ho un coltello conficcato!
Sangue ovunque, non te ne sei accorto?
(Spegni la luce.)
Che sono morto, morto, MORTO!"
...
Sopra: Due pagine interne del volume, su quella a destra potete vedere il titolo del racconto "Le ossa di Aaron Kelly" mentre nella pagina a sinistra c'è un'illustrazione di Gammell che mostra la bizzarra danza di un uno zombie.
Le storie sono accompagnate dalle illustrazioni di Stephen Gammell, che ha illustrato anche i tre libri originari della serie tra il 1981 e 1991, poichè erano raccolte di racconti pensate per essere destinate ad un pubblico di ragazzini.
Sebbene pensate per un pubblico piuttosto giovane non aspettatevi di trovare delle immagini tutto sommato family friendly, anzi, tutt'altro. Lo stile di Gamelle è molto inquietante e spaventoso, direi raccapricciante, e crea delle immagini dai contorni imprecisi e sfumati, quasi come se le sue immagini fossero delle apparizioni incorporee, pronte a dissiparsi nell'oscurità.
I disegni di Gamelle mi ricordano un po' dei negativi fotografici, dove i toni invertiti oppure complementari all'originale, anche se nel caso dei disegni dell'artista non è che i colori siano invertiti, ma hanno un aspetto un po' etereo ed sovraesposto.
Sopra: Due spaventose e raccapriccianti immagini opera di Gamell; a sinistra uno spirito del racconto "La casa infestata", a destra un salice mostruoso di "La mano morta".
Le illustrazioni sono tutte in bianco e nero, il che dona loro un senso di inquietudine e di mistero in più, che ben si adatta alle atmosfere macabre dei racconti .
Le immagini sono spesso grandi circa metà pagina, inserite prima o dopo i testi, oppure a pagina intera; vi sono però anche casi di disegni che occupano due mezze pagine.
Spesso vengono rappresentati mostri, ma anche ambienti spaventosi oppure vere e proprie scene narrate nelle storie, anche se spesso lo fa reinterpretandoli per donare alla scena un tocco macabro e di mistero in più.
Sopra: Le
immagini sono spesso grandi circa metà pagina (come quella in alto a destra e in basso), inserite prima o dopo i
testi, oppure a pagina intera (come il disegno a sinistra); vi sono però anche casi di disegni che
occupano due mezze pagine. Spesso vengono rappresentati mostri (come nelle due immagini più in alto), ma anche ambienti spaventosi o scene descritte nei testi.
"Scary stories to tell in the dark" di Alvin Schwartz è un'interessante raccolta di brevi/brevissimi racconti horror tratti da leggende metropolitane o dal folklore. Effettivamente le storie sono molto brevi, e infatti ho letto di più persone lamentarsi per questo aspetto, a me tutto sommato non è dispiaciuto, in quanto una storia seppur breve può comunque trasmetterti un brividino di paura o un senso di inquietudine e tensione, anche se solo per poco. Talvolta poi le storie molto brevi, specialmente se rivolte ad un pubblico giovane, possono rivelarsi più efficaci di quelle lunghe e costruite piano paino.
Devo dire comunque che alcune storie, venendo semplicemente lette, non hanno molto senso, ad esempio c'è un racconto che si intitola "La passeggiata", che dura solo una facciata, in cui due tizi che si trovano a percorrere la stessa strada e ognuno inizia ad avere paura dell'altro, ma nessuno dei due osa parlare. La storia si conclude così: "Ma continuarono a camminare, inoltrandosi nella foresta. C'era sempre più buio. E l'uomo guardò mio zio. L'uomo era terrorizzato da mio zio, e mio zio era terrorizzato da... (adesso URLA!)". Ecco, una storia di questo tipo al massimo può essere raccontata a voce, non ha senso di essere letta perché l'effetto sarà per forza di cose deludente.
Altri racconti iniziano invece in modo inquietante e poi si concludono in modo divertente, come la storia "Il punitore" in cui un'anziana vedova riceve per tre volte la chiamata di un uomo che si presenta come "il punitore" e che la informa che sta arrivando e che presto sarà da lei. Alla fine la vedova apre la porta e si ritrova davanti a un uomo che le dice: "Sono il punitore. Deno punire i venri delle finesnre".
Sono storie che si prestano bene ad essere raccontate oralmente ma, se le leggerete dal libro, non potrete non apprezzare le splendidamente macabre, spaventose, inquietanti e raccapriccianti illustrazioni in bianco e nero di Stephen Gammell. Il punto forte di queste immagini è quello di riuscire a far entrare il lettore nell'atmosfera del libro, così l'effetto pauroso delle storie risulti amplificato dalla presenza delle immagini, tra l'altro parecchio numerose all'interno dei capitoli.
Sono storie che si prestano bene ad essere raccontate oralmente ma, se le leggerete dal libro, non potrete non apprezzare le splendidamente macabre, spaventose, inquietanti e raccapriccianti illustrazioni in bianco e nero di Stephen Gammell. Il punto forte di queste immagini è quello di riuscire a far entrare il lettore nell'atmosfera del libro, così l'effetto pauroso delle storie risulti amplificato dalla presenza delle immagini, tra l'altro parecchio numerose all'interno dei capitoli.
La cosa più interessante del libro riguarda il lavoro che c'è stato dietro, infatti come spiega Schwartz la maggior parte di questi racconti sono folkloristici oppure leggende metropolitane che l'autore è riuscito a raccogliere da varie fonti, tanto che alla fine fa i ringraziamenti "alle persone che hanno condiviso con me le loro storie e ai bibliotecari e archivisti del folklore dell'Università del Maine (Orono), dell'Università della Pensylvenia e dell'Università di Princeton per l'aiuto prestato alle mie ricerche". Il libro quindi ricopre anche una certa importanza culturale, se così vogliamo dire, in quanto raccoglie parte della cultura popolare americana. Alla fine del libro ho trovato molto interessante che l'autore abbia messo tutte le varie fonti e riferimenti in cui viene spiegato come egli sia entrato in possesso di una certa storia, che origini questa potrebbe avere e in quali versioni è raccontata, se vi sono delle varianti.
L'edizione della De Agostini è molto buona, compatta, solida (con la sua copertina rigida) e corposa, riunendo in un unico volume tutti e tre i libri della serie. Una lettura carina consigliata a partire dagli 11 anni, ma l'età può abbassarsi a 8/9 per bambini poco impressionabili (specialmente per i disegni), alcune storie, specialmente quelle che finiscono in modo "divertente" possono anche essere raccontate a bambini più piccoli, evitando di lasciare nelle loro mani però l'intero volume.
Tale libro illustrato è stato pubblicato nel 2019 dalla De Agostini; ha una copertina rigida dotata di sovracopertina, misura 20,6 cm d'altezza e 14,5 cm di lunghezza, ha 318 pagine e costa 10,90 oppure 16,90 euro.
P.S. Esiste, in inglese, anche un'altra edizione di "Scary stories to tell in the dark", con le illustrazioni però di Brett Helquist, le quali sono comunque belle, anche se ovviamente con uno stile differente rispetto a quello di Gamell, magari meno raccapricciante e particolare.
Sopra: In alto le copertine della trilogia "Scary stories to tell in the dark" illustrata da Brett Helquist, mentre in basso due illustrazioni di Helquist realizzate per la serie.
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