venerdì 26 maggio 2023

Ivanhoe di Walter Scott

"Ivanhoe" è un romanzo storico di Walter Scott ambientato in Inghilterra intorno al 1194 ed è considerato dagli studiosi come il primo vero esempio di genere storico. 
L'edizione che ho letto io, e di cui vi parlerò, fa parte di una collezione di volumi che escono in edicola pubblicati dalla Hachette Fascicoli. La collana, che conta in totale 65 uscite, si intitola "I grandi romanzi d'avventura" e permette al lettore di scoprire: "le opere fondamentali dei più grandi scrittori di romanzi d'avventura riunite in una edizione prestigiosa".
 
Sopra: La copertina dallo sfondo blu, in cui al centro compare l'immagine di due cavalieri che di stanno battendo in un torneo.
 
Una sera a Rotherwood, nel castello di Cedric, un nobile sassone, si presentano alcuni ospiti che cercano rifugio da una tempesta. Si tratta del priore Aymer e del cavaliere templare Brian de Bois-Guilbert, entrambi normanni, in viaggio verso Ashby, dove si sarebbe tenuto un importante torneo. Essi si erano precedentemente imbattuti nel porcaro Gurth e nel buffone Wamba, servi di Cedric, i quali avevano dato loro indicazioni sbagliate, ma a guidarli sulla strada giusta era poi stato un pellegrino di ritorno dalla Terra Santa, che è in realtà Ivanhoe. Durante il banchetto con il quale il padrone di casa accoglie gli ospiti, si presenta a chiedere ospitalità per la notte anche Isaac di York, un ebreo famoso per la sua ricchezza e la sua avarizia. Ad un certo punto si unisce al banchetto anche la splendida Lady Rowena, un'orfana adottata da Cedric. Durante la cena, il discorso cade sulla guerra in Palestina e Bois-Guilbert, ancora furioso per una sconfitta avvenuta con Ivanhoe, sfida quest'ultimo, anche se tecnicamente "assente" ad un nuovo scontro: sia il pellegrino, sia Rowena, chiaramente innamorata di Ivanhoe, si rendono garanti che il cavaliere "assente" non sfuggirà allo scontro. Quando, finita la cena, gli ospiti si ritirano nelle stanze loro assegnate, Lady Rowena chiede al pellegrino ulteriori notizie di Ivanhoe e questi le fa comprendere che il giovane sarebbe presto tornato in Inghilterra. All'alba del giorno seguente il pellegrino salva Isaac di York dall'agguato che gli era stato organizzato da Bois-Guilbert e dai suoi servi saraceni, e l'ebreo decide a sua volta di aiutare il pellegrino, nel quale ha riconosciuto un cavaliere, a procurarsi un cavallo ed un'armatura per il torneo di Ashby-de-la-Zouche. 
Esso si svolge alla presenza del principe Giovanni, che sta esercitando il potere in assenza di re Riccardo, ma che sta anche progettando di usurpare il trono. La prima giornata prevede lo scontro tra alcuni campioni e tutti i cavalieri che intenderanno sfidarli, a loro scelta con armi letali o con armi dette “di cortesia”, le cui punte sono protette, onde evitare gravi danni ai contendenti. Tra gli spettatori al torneo vi è anche Rebecca, figlia di Isaac di York, la quale è una ragazza molto bella e saggia, e per nulla avara (a differenza del padre). Anche Ivanhoe partecipa al torneo, ma senza svelare ancora la sua identità, così gli spettatori gli attribuiscono il nome di “Diseredato”, visto che sullo scudo vi è l'effigie spagnola “Desdichado”. Inizialmente Ivanhoe risulta vincitore, ma successivamente egli viene ferito.
Dopo il torneo i personaggi prendono stade diverse, preparandosi ad entrare nella terza e penultima parte della storia, che li vede poi riunirsi tutti e scontrarsi in battaglia al castello di Torquilstone.
 
 
Sopra: Una delle prime scene del libro, in cui il priore Aymer, in viaggio verso Ashby, cerca di fermare il cavaliere templare Brian de Bois-Guilbert dal ferire il porcaro Gurth e il buffone Wamba.
 
Un ulteriore elemento di pregio di queste edizioni uscite in edicola è la presenza delle illustrazioni che c'erano anche nelle prime pubblicazioni di fine Ottocento e inizio Novecento. Come viene spiegato anche sul sito della Hachette fascicoli: "I grandi romanzi d’avventura scritti tra il XIX e il XX secolo, grazie al contributo di grandi maestri dell’illustrazione, sono diventati dei veri e propri gioielli illustrati. Questa collezione raccoglie all’interno delle sue pagine incisioni di grandi artisti, tra i quali ricordiamo Bayard, Meryon, Vierge, Morin, Roux o Finnemore". In ogni romanzo sono infatti presenti delle incisioni in bianco e nero, ben fatte, molto dettagliate, che solitamente mirano a raggiungere un certo realismo, anche se ognuna presenta uno stile differente in base all'artista che l'ha realizzata. Come riportato sul sito: "La tecnica dell’incisione fu particolarmente fruttuosa nel periodo del Romanticismo, quando acquisì il suo pieno status di genere artistico. La sua tecnica e la sua esecuzione hanno permesso di dare libero sfogo ai sentimenti, alle paure e ai desideri di ogni romanzo, dotandoli di una propria personalità". 
Nel caso di questo volume i disegni in esso presenti sono opera di C.E. Brock e S. Schneider  e sono poco più di una dozzina. Sono delle incisioni in bianco e nero a tutta pagina, piuttosto dinamiche, belle e dall'aspetto realistico e minuzioso. Ho notato ad esempio che Rebecca, pur essendo disegnata come una bella donna, viene rappresentata con un naso aquilino, un tratto fisico che veniva attribuito solitamente agli ebrei (il padre di Rebecca infatti lo ha).
Sono immagini che rappresentano personaggi e scene narrate nei testi, tanto che ognuna di esse è accompagnata anche da un frase tratta appunto da questi ultimi.

 
 
 
 Sopra: Alcune illustrazioni in bianco e nero e a tutta pagina opera di C.E. Brock e S. Schneider. In alto a sinistra una scena della battaglia nel castello di Torquilstone, a destra vediamo Rebecca che spia lo svolgersi della battaglia e riferisce quanto succede ad Ivanhoe, che giace ferito. In basso a sinistra vediamo Lady Rowena che parla con Ivanhoe che però è travestito da pellegrino, mentre a destra vediamo Rebecca portata di fronte al tribunale dei templari, accusata di stregoneria.
 
"Ivanhoe" di Walter Scott è un bel romanzo storico di ambientazione medievale, che ero molto curiosa di leggere poiché da piccola vedevo sempre un film d'animazione tratto da questo romanzo. 
Nonostante la storia sia stata scritta nel 1820 essa è molto scorrevole e intrigante, in quanto, sebbene succedano molti avvenimenti che mettono in gioco tanti personaggi, tutto è raccontato con ordine e con i tempi giusti. Diciamo che la storia può essere suddivisa in 4 parti: la prima si svolge al palazzo di Cedric e serve ad introdurre la maggior parte dei personaggi e inquadrare la situazione; la seconda è la parte dedicata al torneo di Ashby-de-la-Zouche, in cui ci viene presentato qualche altro personaggio importante (come il principe Giovanni, Rebecca, il cavaliere Nero, Robin Hood, ecc..) e la trama continua a proseguire prima di entrare nel vivo, con la terza parte. Essa è quella ambientata al castello di Torquilstone, ed è quella più concitata e in cui avvengono molti avvenimenti, anche perchè inizialmente, siccome i personaggi si dividono, l'autore dedica a ciascuno di loro dei capitoli diversi per permettere al lettore di stare al passo e rimanere informato di ciò che accade ai vari personaggi, che sono destinati comunque a incontrarsi nuovamente al castello di Torquilstone, che sarà scena di un assedio e di una battaglia. La quarta e ultima parte vede come protagonista della vicenda Rebecca, la quale, in seguito all'assedio al castello, è caduta nelle mani del cavaliere crociato Bois-Guilbert e che quindi deve essere liberata e salvata.
Come potete leggere ogni parte è ricca di molti avvenimenti, tutti perfettamente incastrati e che vedono come protagonisti vari personaggi. Una cosa particolare e che ho apprezzato, infatti, è che, nonostante il protagonista dovrebbe essere Ivanhoe (come deduciamo dal titolo) in realtà l'autore dedica vari capitoli anche a parlare delle gesta di molti altri personaggi, tanto che per diverso tempo Ivanhoe (che è rimasto ferito e deve guarire) rimane praticamente in secondo piano, scalzato dal ruolo di protagonista.
Tutto ciò ha permesso inoltre all'autore di caratterizzare bene molti dei personaggi presenti nella storia, a cui il lettore finisce per affezionarsi: Ivanhoe è un giovane cavaliere forte, coraggioso, abile con la spada e fedele al suo signore Riccardo Cuor di Leone; lady Rowena è una fanciulla bella, virtuosa, gentile, decisa e raffinata; Wamba e Gurth sono due servi fedeli ma anche ingegnosi e abili ecc... Isaac di York viene descritto con dei tratti (sia fisci che caratteriali) che riprendono dei classici stereotipi sugli ebrei (il naso aquilino, l'avarizia, ma anche l'abilità negli affari): "un vecchio alto e magro che tuttavia aveva perso molta della sua altezza per l'abitudine di star curvo [...]. I suoi lineamenti sottili e regolari, con il naso aquilino e gli occhi neri e penetranti, la sua fronte alta e rugosa, i lunghi capelli grigi e la barba si sarebbero potuti dire belli se non fossero stati caratteristici di una fisionomia peculiare a una razza che, negli anni oscuri, era detestata dal volgo credulo e pieno di pregiudizi e perseguitata dalla nobiltà ingorda e rapace...". Isaac tuttavia dimostra che egli, anche se con grande sforzo, riesce a mettere da parte la sua avarizia (il suo maggior difetto) in favore dell'affetto che prova per sua figlia Rebecca.
È tuttavia proprio quest'ultima il personaggio che ho trovato più interessante ed affascinante, in quanto rompe alcuni degli stereotipi legati agli ebrei (ricordiamoci che il romanzo fu scritto nell'Ottocento). A questo punto vi avviso infatti che, essendo un romanzo storico, in esso vi è spesso la presenza di ebrei, i quali in periodo medievale non godevano di buona reputazione, e la cosa traspare chiaramente durante il racconto di Scott: "I famigli dell'abate si segnarono, con sguardo di pio orrore, e perfino i saraceni infedeli, quando Isaac si avvicinò a loro, si arricciarono i baffi pieni di sdegno e misero la mano all'elsa dei loro pugnali come se fossero decisi a liberarsi con questo mezzo disperato della temuta contaminazione di una sua più stretta vicinanza". Se Isaac, pur mostrando dei tratti positivi, presenta anche molti stereotipi negativi tipici degli ebrei (l'avarizia), per Rebecca, sua figlia, non è affatto così. Ella, pur essendo ebrea, viene descritta come una fanciulla, oltre che bellissima, anche piena di qualità: non è avara come il padre, è sempre pronta ad aiutare gli altri (tra cui Ivanhoe), è gentile, buona, caritatevole, ma anche saggia, acculturata, ponderata, abile nelle arti guaritrici e coraggiosa. Di lei viene detto: "La bella Rebecca era stata istruita in tutte le conoscenze proprie del suo popolo, e la sua mente agile e sicura le aveva ritenute, ordinate e ampliate oltre le normali possibilità della sua età, del suo sesso e anche dell'età in cui viveva". Addirittura vince a confronto anche con lady Rowena, un modello di perfezione femminile per l'epoca, che non possiede le sue capacità e conoscenze curative e che inoltre, in seguito al rapimento, alla fine cede al pianto, mentre Rebecca rimane ferma nei suoi buoni propositi minacciando il suo rapitore di preferire buttarsi dal castello piuttosto di permettere all'uomo di avvicinarla. Ecco come parla Rebecca al suo rapitore: "<<Ma per il cielo, a quale destino? Abbracciare la tua religione! Ma quale religione può essere quella che accoglie un tale scellerato? Tu la migliore lancia dei templari! Cavaliere codardo, prete rinnegato, io ti disprezzo e ti sfido! Il dio Abramo ha aperto una via di scampo a sua figlia. Anche da questo abisso di infamia!>> Così dicendo aprì la finestra che metteva sulla bertesca e un attimo dopo era in piedi sull'orlo del parapetto, senza il minimo schermo tra lei e il pauroso abisso".
Ecco invece come si comporta lady Rowena, in una situazione simile: "Fin qui Rowena aveva sostenuto la sua parte in questa scena penosa con audace fermezza, ma solo perchè non aveva considerato il pericolo come serio e imminente. Per natura il suo temperamento era quello che i fisionomisti considerano tipico delle complessioni bionde e di pelle chiara: mite, timido, e gentile; ma ella era stata temprata e fortificata dalla sua educazione. Abituata a vedere la volontà di tutti, perfino quella di Cedric così autoritario con gli altri, cedere ai suoi desideri, aveva acquistato quella sorta di coraggio e di confidenza in se stessi che sorge dalla consueta e costante deferenza dell'ambiente in cui si vive. [...] La sua altezza e la sua abitudine al comando costituivano dunque in lei un carattere fittizio, sovrapposto a quello naturale; ed ella se ne sentì improvvisamente spogliata non appena aprì gli occhi sulla sulla gravità del proprio pericolo [...]. E quando si accorse che la sua volontà [...] si trovava di fronte quella di un uomo forte, fiero e deciso che aveva su di lei ogni vantaggio ed era risoluto a valersene, ella perse dinanzi a lui ogni coraggio. [...] ella alzò le mani al cielo e si abbandonò a una crisi di dolore e pianto".
Direi che questo romanzo presenta Rebecca come uno dei migliori personaggi femminili, non protagonista, di cui abbia letto, la cui condotta rimane apprezzabile anche successivamente, quando ella viene rapita da Bois-Guilbert ed è costretta, per colpa di costui, a dover subire un processo ed essere accusata di stregoneria.
"Ivanhoe" è un bel romanzo di ambientazione medievale, in cui compaiono personaggi "famosi" come Riccardo Cuor di Leone, Giovanni Senza Terra o Robin Hood, ricco di avvenimenti che terranno sempre alta l'attenzione del lettore, nonostante la lunghezza della storia. Intriganti anche i vari personaggi, da quelli negativi come il principe Giovanni, a quelli più neutri (che presentano sia pregi che difetti come Isaac o Cedric) a quelli positivi come Ivanhoe, lady Rowena, Rebecca, Walba o Gurth. 
La traduzione usata per questa edizione è di Ugo Dèttore, su licenza Newton Compton editori, che comprende anche alcune note a piè di pagina e dei versi all'inizio di ogni capitolo tratti da altre opere (poesie, testi teatrali, ballate o poemi epici) ma in qualche modo inerenti a cosa si andrà a leggere in un certo capitolo.
 
Sopra: La locandina del cartone su Ivanhoe che vedevo da piccola, intitolato "Ivanhoe the King's night" del 1997, che in realtà presenta molti cambiamenti rispetto al romanzo.

Questo libro è stato edito nel 2022 dalla RBA Italia; ha 530 pagine, una copertina rigida, misura 24,8 cm d'altezza e 17,5 cm di lunghezza e costa 11,99 euro.

Tutti i diritti appartengono ai legittimi proprietari, non vi è alcun intento di infrangere il copyright. Le immagini e i testi sono utilizzati a scopo puramente informativo.

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