Oggi analizzerò un'altra raccolta di racconti del ciclo arturiano: "Storie di Re Artù e dei suoi cavalieri" di Franco Cardini (docente universitario di storia medievale) e con le illustrazioni di Cecco Mariniello.
Sopra: La copertina, dai colori intensi e pastosi, mostra due cavalieri a cavallo mentre osservano un castello che spicca in lontananza, posto nel lato opposto della pagina. Sopra i cavalieri è invece posto il titolo a caratteri dorati.
Questa raccolta di storie del ciclo arturiano è stata (ri)scritta da Franco Cardini, uno "storico di grande esperienza con rispetto per le fonti letterarie originali", come viene riportato sul retro di copertina.
In questo caso l'autore si è ispirato al ciclo Lancillotto-Graal, detto anche "Lancillotto in prosa", opera di vari autori (tra cui Chretien de Troyes), il quale è un ciclo di romanzi in francese antico composti nella prima metà del XIII secolo e appartenenti al ciclo arturiano.
Tale opera è stata suddivisa in 3 parti:
- La leggenda di Re Artù: i capitoli presenti in questa prima parte trattano della nascita di Merlino, di Uter Pendragon, della nascita e della giovinezza di Artù, di come conobbe Ginevra, dell'origine della Tavola Rotonda e della sorte di Merlino.
- Le imprese di Lancillotto: qui si narra di come Lancillotto giuse a Camelot, e di alcune sue imprese (come quella nella Dolorosa Guardia), nonché dell'inizio della sua relazione con Ginevra.
- Il destino della Tavola Rotonda: questa terza e ultima parte inizia con la scoperta del tradimento di Lancillotto e Ginevra, della fuga di quest'ultima, dell'assedio alla Gioiosa Guardia nel tentativo di riprendersi la regina e, infine, della battaglia di Salisbury e lo scontro tra Artù e Mordret, dove entrambi periranno.
Alla fine vi è anche un Epilogo sulla fine della cavalleria.
Vi riporto qui di seguito il famoso episodio dell'estrazione da parte di Artù di Excalibur:
"Alla vigilia di Natale tutti i baroni si riunirono a Londra. [...] I cavalieri assistettero alla messa di mezzanotte, poi a quella del giorno successivo e quando uscirono dalla chiesa dinanzi ai loro occhi si parò una visione straordinaria: una roccia con sopra un'incudine di ferro, nella quale era fissata una spada. Sulla pietra era scritto: "Colui che riuscirà a estrarre la spada sarà re". Subito tutti i cavalieri si dettero a tentar di estrarre l'arma dalla pietra, ma essa non si muoveva di un millimetro. [...]
I cavalieri organizzarono allora un torneo: il vincitore avrebbe avuto il regno. Keu era stato nominato cavaliere da poco, chiese al più giovane di prendergli la spada. Artù andò a cercarla nella locanda, ma non riuscì a trovarla. Mentre se ne tornava triste dal fratello, passò accanto alla roccia e, mosso da una forza irresistibile, impugnò la spada che vi era fissata e la estrasse senza difficoltà alcuna. Saputo del prodigio, Antor rivelò ad Artù i suoi natali e il suo destino di re...".
Sopra: Il momento che mostra l'estrazione di Excalibur dall'incudine da parte di Artù.
I testi sono accompagnati dalle illustrazioni di Cecco Mariniello, le quali sembrano dei dipinti ispirati all'arte rinascimentale (come quelli di Piero della Francesca o Paolo Uccello), con immagini "carnose" e dai colori pastosi (forse eseguite colori ad olio), spesso anche molto intensi e dalle tinte vivaci e brillanti.
Spiccano in particolare come tinte molto brillanti e intense il rosso e il blu, anche se non mancano tinte quali il verde, che caratterizza la vegetazione e, di conseguenza, gli splendidi paesaggi boschivi.
Le illustrazioni, che sono a pagina intera oppure a doppia pagina, ritraggono tutte scene descritte nei testi come: il momento in cui Merlino consegna al cavaliere Antor Artù, affinché questo e la moglie se ne prendano cura; il momento dell'estrazione della spada dall'incudine; il torneo in cui gareggia Lancillotto; i cavalieri di Artù durante una riunione attorno alla Tavola Rotonda...
Sopra:Alcune illustrazioni interne che rappresentano vari momenti della storia, da notare i colori pastosi e spesso intensi e brillanti soprattutto il blu e il rosso, ma anche il verde). Trovo particolarmente interessante e inedita la prospettiva e il modo in cui l'artista ha scelto di mostrare i cavalieri attorno alla Tavola Rotonda, che sono ritratti dall'esterno mentre un falco passa fuori dalla finestra.
"Storie di Re Artù e dei suoi cavalieri" di Franco Cardini è un'ulteriore raccolta di leggende arturiane. Come saprete se avete visto qualcun altra delle mie recensioni riguardo
il ciclo arturiano, esso è una raccolta di varie storie, poemi e leggende, trascritte
in epoche diverse e frutto di diversi autori quali, ad esempio: Goffredo di Monmouth che scrisse nel 1138 Historia Regum Brittoniae (ispirandosi a sua volta alla Historia Brittonum
del IX secolo); oppure anche Chretien de Troyes che scrisse alcuni
episodi de "Lancillotto in prosa", introducendo nel ciclo arturiano personaggi quali Lancillotto e
Parsifal, come pure il Sacro Graal; Robert de Boron invece introdurrà la
storia della nascita di Merlino e alcuni eventi riguardo la gioventù di
Artù; Thomas Malory nel 1470 rielaborerà tutto il ciclo bretone, usando come fonti quasi tutti i romanzi e le poesie inglesi e francesi, scrivendo "La morte di Artù".
Tale raccolta si ispira in particolare al ciclo Lancillotto-Graal, riportando vari episodi interessanti, tra cui anche quello della nascita di Merlino, che avevo trovato solo nella raccolta di "Merlino, Artù e i cavalieri della Tavola Rotonda" di Sara Marconi. Anche se in questo caso non viene detto chi sia il padre di Merlino, ma si fa vedere solamente di come già appena nato il neonato fosse gia dotato di strabilianti abilità. Pur con qualche differenza gli episodi riportati nel libro sono fedeli a quanto concerne il ciclo arturiano, come le vicende che hanno portato alla nascita di Artù. Tutto inizia con Uther Pendragon che si innamora di Igerne, moglie del duca di Hoel, stringendo un patto con Merlino: "Merlino promise a Uter che gli avrebbe fatto ottenere l'amore di Igraine in cambio di un dono, senza precisare quale dono avrebbe preteso. Uter accettò subito il patto. Merlino ne mutò magicamente l'aspetto e lo rese identico al duca Hoel. Sotto queste sembianze Uter si presentò al castello dove viveva Igerne e trascorse una notte con lei. Al ritorno Merlino gli chiese in dono il figlio che quell'unione avrebbe generato".
Un altro episodio interessante qui presente e che vedo raramente proposto è quello in cui Lancillotto affronta la Dolorosa Guardia, un castello maledetto che ha ridotto in schiavitù gli abitanti che vi abitavano vicino. Vi è poi un altro episodio piuttosto inedito nelle altre raccolte: quello che riguarda Galeotto, signore delle Isole Lontane e figlio di una gigantessa, e che aveva mosso guerra a marchese di Galore per dimostrare il proprio valore. Diventerà in seguito amico di Lancillotto, favorendo il suo amore per Ginevra, ed è così che il suo nome ha assunto il significato antonomastico che ancora oggi gli si attribuisce.
Lo stile di Cardini è abbastanza asciutto, con pochi dialoghi,
tuttavia spiega con chiarezza e in modo corretto i vari episodi del
ciclo arturiano che si sono voluti proporre in questa raccolta, anche se talvolta le vicende sembrano essere narrate in modo un po' troppo veloce.
Il libro è stato pubblicato nel 2012 dalla Carlo Gallucci Editore; ha una copertina flessibile, misura 20,3 cm d'altezza e 17 cm di lunghezza, ha 126 pagine e costa 16,50 euro.
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