mercoledì 14 agosto 2024

SPECIALE: libri non illustrati (IL GIALLO DEI RAGAZZI: Hardy Boys e I Tre Investigatori)

Dopo avervi parlato (sempre in un altro speciale dove tratto dei libri non illustrati che mi capita di leggere) di Nancy Drew, questa volta affronterò altri titoli della collana dei "Il giallo dei ragazzi". Essa era una collana editoriale di tascabili per ragazzi della casa editrice Mondadori, iniziata ad essere pubblicata nel 1970.
La collana riuniva varie serie di gialli per ragazzi tra cui "Nancy Drew", di cui ho già parlato (qui), ma anche gli "Hardy Boys", "I tre investigatori", "Rossana", "Pimlico Boys", ecc..
Tre dei titoli di cui vi parlerò appartengono alla serie degli "HARDY BOYS" due ragazzi, i fratelli Joe e Frank Hardy, che agiscono come investigatori dilettanti, risolvendo casi che hanno sconcertato le loro controparti adulte. Frank ha diciotto anni (sedici nelle prime versioni) e Joe ha diciassette anni (quindici nelle prime versioni). Vivono nella città di Bayport a Barmet Bay con il padre, il detective Fenton Hardy, la loro madre, Laura Hardy e la loro zia Gertrude. Quest'ultima è descritta come: "la sorella zitella del signor Hardy e abitava con loro già da qualche tempo. Era alta, con un temperamento tutto pepe, ma nonostante le apparenze era di animo gentile e amava profondamente i nipoti."
Ecco invece cosa scrivono a proposito del padre nel volume di "La nave pirata": "Fanton Hardy era un famoso detective privato; aveva prestato servizio presso il dipartimento di polizia di New York, e in seguito aveva lasciato la metropoli per mettersi in proprio con enorme successo. I figli oltre ad aver ereditato l'abilità naturale, avevano imparato da lui i più moderni metodi scientifici per l'investigazione."
A differenza dei libri di Nancy, dove la ragazza spesso collabora o è a contatto con maschi (di solito ragazzi dai 20 ai 30 anni molto carini), ho notato che nei libri degli Hardy Boys la presenza femminile è molto limitata e di solito non c'è nessuna ragazza che collabora attivamente nei casi. Le uniche ragazze che compaiono sono Lola, sorella di Chet, e Callie Shaw, la sua amica, che si limitano però a fare brevi comparsate per dei saluti, per suonare ai ragazzi qualcosa o per preparare loro qualcosa da mangiare.
Nei libri che ho letto inoltre i casi avvengono sempre durante le vacanza estive, così i due ragazzi non sono mai impegnati con la scuola.
I personaggi furono creati dallo scrittore americano Edward Stratemeyer, mentre i libri stessi furono scritti da diversi ghostwriter sotto lo pseudonimo collettivo Franklin W. Dixon.
In realtà gli Hardy Boys nacquero nel 1927, ma da allora hanno continuato ad evolversi, tanto che nel 1959 i libri furono ampiamente rivisti (soprattutto per eliminare gli stereotipi razziali). In italiano furono pubblicati dalla Mondadori tra 1970 e il 1984,  ma in inglese la loro pubblicazione è continuata a lungo, tanto che l'ultima loro serie risale al 2013.
Un volume invece è il primo della collana di "I TRE INVESTIGATORI": I Tre Investigatori, i protagonisti di questa storia, sono tre ragazzi, fondatori di una agenzia di investigazioni. Essi sono: Jupiter Jones, il capo nonché primo investigatore; Pete Crenshaw, il suo secondo investigatore; e Bob Andrews, l'addetto alle ricerche e alla documentazione.
Caratteristica di quasi tutti i romanzi della serie è quella di mescolare la storia gialla con elementi soprannaturali che, a seguito di indagini dei protagonisti, vengono svelati come messe in scena perfettamente razionali, poste in essere dal colpevole di turno. 
Tra l'altro ho scoperto che esiste anche una community e un sito internet italiano dedicato proprio ai Tre Investigatori: http://www.treinvestigatori.com/home.asp.
Tra i volumi che ho scelto ho cercato quelli che contenessero qualche elemento "pauroso" o soprannaturale, o comunque ambientazioni un po' tenebrose e misteriose, vista la mia predilezione, come sapete, per l'horror.
 

15 - "IL SEGRETO DEL VECCHIO MULINO" di Franklin W. Dixon con 131 pagine, edito nel 1971 dalla Arnoldo Mondadori Editore (costo di 350 LIRE. Titolo originale: "The secret of the Old Mill", 1962). 
Il vecchio, imponente mulino viene completamente rimesso a nuovo e destinato ad abitazione del personale di servizio di una grande industria elettronica, nel perimetro della quale è dislocato. Come dice Joe: "È un netto contrasto. Una compagnia che si occupa di ricerche segretissime per missili spaziali in un modernissimo edificio vicino ad un vecchio mulino abbandonato." Fin qui nulla di strano: ma il giorno in cui i due Hardy Boys si accorgono che la ruota del mulino ha la straordinaria e inconsueta abitudine di mettersi a girare da sola quando qualcuno le si avvicina troppo, allora le cose si fanno alquanto più complicate. 
"Avevano appena passato il lato nord dell'edificio quando, con un cigolio lamentoso, la ruota del mulino si rimise in moviment.
- Ci deve essere qualcosa che non va nel meccanismo - disse Frank. - La ruota non è stata usata per molti anni e rimetterla in moto dopo tanto tempo può aver causato danni.
- Faremmo meglio a fare sapere agli uomini che sta funzionando - propose Joe.
I ragazzi ritornano sui loro passi verso l'entrata del mulino. Quando arrivarono, la ruota smise di girare. Esterrefatti i due si volsero a sinistra dove la grande ruota immobile si stagliava contro il cielo della notte.
- È spettrale, non è vero? - commentò Joe."
Se a ciò si aggiunge che l'industria elettronica in questione sta procedendo a ricerche segretissime, e che una banda di spie è disposta a tutto pur di trafugarne i progetti, si potrà capire il vivo interesse dei due giovani investigatori per il vecchio mulino dalle strane abitudini, e per l'enigmatica gente che lo abita.
Già prima comunque di imbattersi nel mistero del mulino i due investigatori avevano qualcosa per le mani: al loro amico Chet infatti è stata scambiata una banconota falsa da genti dollari, per cui i ragazzi vengono a conoscenza che in città circola una banda di falsari.
Il gioco questa volta è pericoloso, perchè le spie credono fermamente nella capacità persuasiva delle armi da fuoco e di tutti gli arnesi esplosivi in generale, e non esitano ad avvalersene anche a sproposito.
Ad accompagnare i due detective nelle indagini c'è il loro giro amico Chet, che li scarrozza in giro sulla sua vecchia automobile gialla che ha chiamato "Regina". Chet si appassiona sempre a qualcosa di nuovo e questa volta ha deciso di comprarsi un costoso microscopio, inoltre decide di offrirsi di lavorare durante l'estate per la Elekton, così da mettere da parte qualche soldo.
Un caso appassionante che vede coinvolti degli attentatori che cercano di sabotare i progetti della Elekton e dei falsari, i quali hanno escogitato un furbo stratagemma per nascondere il loro laboratorio... qualcosa che ha a che fare con il vecchio mulino che di notte a volte ruota e a volte no. Caso che vedrà coinvolti i nostri investigatori e anche loro padre, assunto dalla Elekton come detective, e dove verranno messe in pericolo le loro vite, anche se alla fine riescono sempre tutti a cavarsela e i manigoldi non arrivano mai fino in fondo, per cui l'avventura è adatta ad essere letta anche dai 9/10 anni.

     
Sopra: A sinistra, più grande, la copertina dell'edizione italiana edita dalla Mondadori (in cui vediamo comparire il logo della collana "Il giallo dei ragazzi"). Successivamente altre copertine di edizioni inglesi/americane del 1962.
 
26 - "IL CASTELLO DEL TERRORE" di Robert Arthur con 143 pagine, edito nel 1971 dalla Arnoldo Mondadori Editore (costo di 800 LIRE. Titolo originale: "The Phantom Freighter", 1973). 
Primo titolo della serie di "I tre investigatori", il quale venne pubblicizzato come romanzi scritti da Alfred Hitchock. Infatti nel libro è presente una prefazione che dovrebbe essere stata scritta proprio da quest'ultimo: "Io sono Alfred Hitchcock. Ciò dovrebbe bastare a presentarmi, credo. Voi siete i prossimi lettori di questo giallo. Innanzitutto una piccola raccomandazione: non lasciatevi impressionare dal titolo. A mio modo di vedere, infatti, di terrore in questo volume ce n'è davvero poco, a meno che non si voglia definire terrificante qualche bazzecola tipo un cadavere che all'improvviso ha deciso di tornare in vita. C'è qualcuno tuttavia che non è assolutamente d'accordo con me: e si tratta proprio de I Tre Investigatori, cioè dei protagonisti di questa storia. Essi sono: Jupiter Jones, il capo; Rete Crenshaw, il suo secondo, e Bob Andrews, il ricercatore. I tre baldi giovani, fondatori di una agenzia di investigazioni, sono riusciti con inenarrabile faccia tosta a strapparmi una presentazione e anche il loro primo incarico. Cosi ora stanno cercando per me un castello adatto alla realizzazione di un mio film. Suppongo che riusciranno a trovarlo, almeno prima della fine di questo giallo: ma qualcosa mi dice che si tratterà  di un castello fin troppo adatto allo scopo. Ah, ah, ah!"
Bob e i suoi amici Pete e Jupiter hanno appena fondato un club di investigatori, chiamato "I tre investigatori" e a quanto pare Jupiter ha già trovato un caso: "- Parla tu, Pete... - aggiunse poi, dato che il "caso" nasceva da un'informazione avuta dal padre di Pete, che lavorava come tecnico del suono in uno studio cinematografico di Hollywood.
- Be'... mio padre sa per certo che Hitchcock cerca una casa per il suo prossimo film. Ma dev'essere una casa con un fantasma.
- Una casa con un fantasma? - Bob era strabiliato.
- E noi, scusa, cosa c'entriamo?
- Possiamo trovare la casa che gli serve - rispose puntualmente Jupiter. - Ed accettare che i fantasmi siano veramente autentici, che non ci sia trucco, insomma! Sai che pubblicità per la nostra agenzia! Ne parlerebbero tutti i giornali.
La prima cosa da fare quindi è convincere Hitchcock ad affidare a loro tale compito. Alla fine il regista accetta, visto che Jupiter gli spiega che non si farebbe pagare, ma gli basterebbe che lui facesse una presentazione dei libri che il padre di Pete, giornalista, scriverebbe sui tre investigatori: "- Noi abbiamo trovato qualcuno disposto a parlare di noi, se lo meritiamo, naturalmente. Il padre del nostro terzo socio è un giornalista in gamba ed è disposto a scrivere un libro sul nostro primo caso. Se lei ci affida l'incarico di trovarle la casa con fantasma e se ne viene fuori qualcosa di buono, ci basterebbero due righette di presentazione..."
L'abitazione adocchiata da Jupiter come "casa infestata" è il Castello Terrill, fatto costruire dall'attore cinematografico Stephen Terrill famoso ai tempi del cinema muto, specializzato nell'interpretare le parti dei mostri. La sua carriera venne stroncata dall'avvento del cinema sonoro e un giorno la sua macchina venne trovata giù da una scogliera, si pensò a un suicidio ma il corpo dell'attore non venne mai ritrovato.
Quando i ragazzi entrano nel castello iniziano a notare delle cose strane: voci, un quadro che lo segue con lo sguardo, in freddo anomalo... Così i due ragazzi decidono di darsela a gambe, ma proprio  mentre stanno fuggendo sentono un urlo: "... da un punto imprecisato alle loro spalle si levò un grido lacerante. Era un urlo strano con una nota falsa, come uno scoppiettio prolungato, qualcosa insomma che lo rendeva innaturale!"
I ragazzi, in macchina, ricevono poi addirittura una chiamata da una voce strana, che gli intima di "stare lontani", lontano dal Castello del Terrore ovviamente.
Il gruppo è convito che la maledizione di Stephen Terrill sia vera, così Jupiter decide di parlare con qualcuno che lo conosceva quando era ancora vivo, come Jonathan  Rex, agente cinematografico, amministratore e segretario del defunto attore. Costui confessa ai ragazzi che anche prima che l'attore scomparisse il castello sembrava abitato da fantasmi dannati: "Quando Stephen Terrill cominciò a costruire la sua casa volle farsi arrivare, da tutte le parti del mondo, oggetti e materiali che avevano già la fama di essere stregati."
I ragazzi poi decidono di ritornare al castello e si accorgono che qualcuno altro lo ha visitato, tanto che vedono pure due uomini scappare fuori da esso e perdere una torcia elettrica con sopra inciso l'anagramma E.S.N, cioè Edmund Skinny Norris, un altro ragazzo geloso dell'attività di investigatori del trio e a cui piace ficcare il naso nei loro affari, come spiega Pete: "Skinny è un gran ficcanaso, sempre in giro a combinare pasticci e a tentare di soffocare il successo agli amici. Farebbe qualsiasi cosa per apparire superiore agli altri, e ate in modo particolare."
Una storia carina anche se già la situazione iniziale mi è parsa fin da subito un po' sopra le righe, ma credo che sia una cosa voluta. Voglio dire, già il fatto che ci sia questo piccolo genio, Jupiter, che decide di fondare questo club di investigatori, con tanto di biglietto di presentazione, è una cosa un po' particolare; poi vi è il fatto che il primo caso su cui lavorano riguarda il trovare una dimora per girare un film per Hitchcok, che infatti dice ai ragazzi di non aver bisogno di loro in quanto ha già degli agenti immobiliari che stanno lavorando per lui e hanno individuato case infestate. E poi non dimentichiamoci che qui Jupiter ha a disposizione un autista privato e una Rolls-Royce, un premio che ha a disposizione per un mese in quanto ha vinto un concorso indetto da una ditta che noleggia auto. che poi si tratta di una Rolls-Royce qualsiasi, ma di una super accessoriata, anche se vecchia:"... splendeva tanto da abbagliare gli occhi. I fregi e el rifiniture metalliche, compresi parafanghi e paraurti, erano infatti placcati d'oro. La vecchia Rolls-Royce sembrava davvero un gioiello. [...]
- Ho il piacere d'informarla che questa macchina è completa di bar e telefono. Tutto a sua diposizione, signore.
- Grazie, Worthington - rispose Jupiter con la massima naturalezza. Evidentemente si stava già abituando a comportarsi come la situazione richiedeva. Davanti al suo sedile c'era uno sportello. Lo aprì e ne trasse un telefono, placcato d'oro anche quello. Al posto del disco per comporre il numero, l'apparecchio aveva un pulsante.
- Vedi, Pete, si preme qui e risponde il centralino che ti passa la comunicazione - spiegò Jupiter e poi ripose l'apparecchio, quasi a malincuore."
Gli spostamenti d'altronde sono sempre un problema in questo tipo di gialli per ragazzi, in quanto spesso un'investigazione necessita appunto di dover raggiungere e passare in diversi luoghi, ma essendo i protagonisti minorenni non possono guidare auto o altri mezzi di trasporto (gli Hardy Boys ad esempio avendo quindi/sedici anni potevano almeno spostarsi coi motorini, oppure c'era il loro amico a fare loro da autista), il che è abbastanza una scocciatura per l'autore. Diciamo che l'idea del premio per il concorso è anche carina, sebbene un po' sopra le righe, ma forse è proprio anche questo a renderla simpatica, dopotutto è un'opzione possibile anche se un po' improbabile e particolare.
Per il resto storia carina, avvincente e curiosa, con un mistero non banale né scontato, con questi tre ragazzino che cercano di svelare cosa cade veramente in questo Castello del Terrore. Belline le scene di paura che si verificano ogni volta i ragazzi tornano nel castello di notte, cosa che avverrà diverse volte, e ogni volta si rivelerà più spaventosa della precedente con: un organo che suona, un fantasma azzurro, un fantasma di donna che appare in uno specchio, passaggi segreti, urla misteriose... In realtà le indagini le svolgono principalmente Jupiter e Pete, in quanto sono gli investigatori sul campo, mentre Bob si occupa delle ricerche per cui di solito non è mai presente quando accade qualcosa di concreto e la sua presenza nella storia è decisamente più limitato rispetto alle parti dedicate agli altri due, anche se anche lui qualche volta si rivela essenziale. Tutti i tre ragazzi comunque hanno dei compiti e un'identità ben precisi: Pete ad esempio è a volte è un po' spaccone ma anche un po' pauroso e si lascia trascinare dalla situazione; Bob ha un'indole più tranquilla, è più assennato e ama fare ricerche; Jupiter invece è sicuramente un tipo intelligente e perspicace, dotato di una vasta cultura e conoscenza, e per questo appare sempre come un po' come un "so tutto io", inoltre cerca sempre di comportarsi in modo controllato e un po' saccente, quindi diciamo che non è proprio il personaggio con cui i lettori entrano più in sintonia e con cui empatizzano maggiormente nel trio. Anche Jupiter tuttavia dovrà imparare ad essere meno sicuro di sé e a dare meno cose per scontate, senza concentrarsi troppo su una teoria rischiando di trascurare altre possibilità... Ma chissà, dopotutto non sempre tutto è come sembra.
 
Sopra: A sinistra, più grande, la copertina dell'edizione italiana edita dalla Mondadori (in cui vediamo comparire il logo della collana "Il giallo dei ragazzi") e subito dopo quella, sempre italiana di una ristampa del 1989. Successivamente altre copertine di edizioni inglesi/americane del 1964.
 
29 - "IL FORTE STREGATO" di Franklin W. Dixon con 144 pagine, edito nel 1971 dalla Arnoldo Mondadori Editore (costo di 350 LIRE. Titolo originale: "The Hauted Fort", 1965). 
Jefferson Davenport denuncia la scomparsa di due quadri, custoditi nella scuola d'arte da lui finanziata. I due dipinti sono opera di un suo celebre antenato, il generale Jason Devenport, valoroso combattente della guerra di seccessione: "Il Prigioniero ha dipinto solo vedute di Senandaga, non ha mai scelto altro soggetto. Senandaga in tutte le ore del giorno e da tutti punti di vista possibili!
- E perché mai? - chiese stupito Frank.
- Perché cominciò a dipingere solo in prigionia. Era un uomo d'azione, condannato all'ozio forzato. La pittura lo aiuto a ingannare il tempo. I suoi carcerieri non gli fecero mai mancare il necessario per mandare avanti quest sua nuova attività.
I quadri hanno un valore più storico che artistico, ma forse possono rivelarsi molto più preziosi di quanto a prima vista si potrebbe pensare.
In essi, infatti, pare che sia celato l'indizio indispensabile al ritrovamento del favoloso tesoro del forte Senandaga. Come spiega lo stesso Devenport: "Jason Devenport ha scoperto il tesoro di Senandaga!
I tre ragazzi non s'erano aspettai niente di simile e rimasero ammutoliti dallo stupore. Il vecchio signore continuò.
- Il Prigioniero dipinse diciotto quadri e in uno di questi c'è l'indicazione del nascondiglio segreto. In cosa consista esattamente l'indizio che cerchiamo, non lo so!"
Frank e Joe Hardy, incaricati di scoprire l'autore del furto, si trovano così in piena caccia al tesoro: "- Poco fa, al telefono - disse Frank - il nostro caro Chet mi sembrava molto eccitato. Non mi ha detto tutto, ma sembra che ci sia da fare per noi: e forse ci scapperà anche una vacanza fuori programma, in un forte infestato dai fantasmi..."
Ma sulla loro strada incontrano qualcuno ben deciso a far sì che non riescano a mettervi le mani sopra. Appena si apprestano a partire, ad esempio, i ragazzi si vedono lanciare nel giardino di casa un oggetto che sembra uno scalpo con attaccato un biglietto di minacce che recita: "Badate alla vostra testa! State lontani da Crown Lake"
Ovviamente le minacce finiscono nel vuoto e i tre amici si mettono a fare ricerche su Crown Lake, scoprendo che un quadro del forte è custodito al museo di Bayport, ma appena arrivati sul posto i ragazzi assistono al furto del dipinto "La veduta di Senandaga": "A Bayport cone a Millwood, i ladri di opere d'arte prendevano di mira lo stesso autore. Poteva trattarsi di una semplice coincidenza?"
Lungo la strada per arrivare a Crown Lake i ragazzi riconoscono pure il ladro incontrato precedentemente al museo e si mettono a inseguirlo, ma senza riuscire a prenderlo, mentre appena arrivati al castello qualcuno sgancia il freno della loro auto che rischia di precipitare giù da un pendio.
Intanto i furti e i tentativi di convincere i giovani ad andarsene e smettere di indagare continuano, tanto che i ladri riescono a rubare tutti i 12 quadri in possesso di Davenport e custoditi nella sua scuola d'arte.
Nel frattempo, per cercare di venire a capo della faccenda i giovani si interessano anche alla storia del castello stregato, scoprendo che però esistono varie versioni di ciò che vi successe e di chi lo conquistò: "- Così si allunga la lista dei sospetti -  esclamò Joe - e anche quella dei miseri! Chi fu il vincitore di Senandaga? Il marchese di Chambord o Lord Craig?
- E quale sarà il vero nome del forte? - aggiunse Frank ridendo. - Senandaga o Fort Royal oppure Fort du Lac?"
Avventura intrigante in cui i protagonisti dovranno raggiungere due obiettivi: scoprire e catturare i ladri di dipinti e scoprire il segreto che si cela all'interno di questi ultimi, per poter ritrovare un antico tesoro (una catena d'oro).
Ad accompagnare i due investigatori nell'indagine ci sarà anche il loro amico Chet, che fungerà principalmente da autista, ma che si scoprirà anche artista, tanto che spesso lascerà da soli i nostri protagonisti per dedicarsi alla pittura di un quadro che vorrà esporre alla mostra. Peccato che, oltre ai furti, ai vari sabotaggi a barche, macchine a altri mezzi di trasporto, anche il quadro di Chet verrà sabotato poco prima della mostra. Questa è una delle sottotrame che accompagnano la storia, tra cui la scontrosità da parte di uno dei pittori della scuola d'arte (un certo Ronnie Rush) o le scottanti e velenose recensioni da parte di Gilman, un critico d'arte (pittore fallito) che è riuscito ad acquistare uno dei quadri di Devenport, con grande astio di quest'ultimo.
La vicenda, ricca di colpi di scena, di agguati e di trappole mortali, si avvierà alla conclusione nei sotterranei del vecchio forte, luogo molto apprezzato a quanto pare anche da qualche "fantasma" dai modi non troppo amichevoli. 
Mi è piaciuta particolarmente l'ambientazione in cui si svolge la storia: questo castello abbandonato vicino a un lago e a una scuola d'arte è molto suggestivo. Tra l'altro i protagonisti assisteranno pure ad un avvistamento del fantasma: "La strana apparizione, tutta avvolta nel suo nero sudario ondeggiante, sembrava sospinta dal vento: la testa chiusa in un ampio cappuccio, le braccia tese in avanti, sfiorava la superficie del lago in un gran luccichio di riflessi, venendo verso riva."
 
     
Sopra: A sinistra, più grande, la copertina dell'edizione italiana edita dalla Mondadori (in cui vediamo comparire il logo della collana "Il giallo dei ragazzi"). Successivamente altre copertine di edizioni inglesi/americane del 1965 e del 1980.

68 - "LA NAVE PIRATA" di Franklin W. Dixon con 143 pagine, edito nel 1973 dalla Arnoldo Mondadori Editore (costo di 800 LIRE. Titolo originale: "The Phantom Freighter", 1947/1970).  
I due ragazzi ricevono una lettera dall'eccentrico signor McCkintock nella quale scrive: "Ho saputo che siete due giovani in gamba e mo farebbe piacere avere un colloquio con voi. Se vi interessa, potrei offrivi un lavoro interessante."
Al colloquio il signor McCkintock invita Frank e Jac ad accompagnarlo in vacanza, lasciando ad essi la cura di organizzare il viaggio e di stabilire la destinazione. L'Uomo dice che vuole farsi accompagnare da due giovani perché il dottore gli ha detto di cambiare stile di vita e lui cerca "gente giovane, che mi tenga allegro", e potrebbe dar loro anche qualche mistero da risolvere, oltre a una generosa ricompensa, inoltre le spese saranno naturalmente a carico suo.
Accontentare l'uomo però non è facile (non gli piacciono le macchine, i treni, né le navi da crociera) quindi i due ragazzi optano per una nave cargo con servizio di trasporto passeggeri.
Ma ecco che i due fratelli si trovano coinvolti loro malgrado in un misterioso affare. C'è qualcuno che cerca di impedire che si imbarchino. D'altronde la Hawk, la nave che inizialmente i ragazzi avevano adocchiato, non sembra essere disponibile a trasportare passeggeri, ma il loro cliente si incaponisce a volerci salire per forza a bordo, per cui i fratelli prima cercano di raggiungerla a bordo di un motoscafo e poi cercando di prevederla nel prossimo porto in cui attraccherà, ma tutto si rivela inutile. Anche altri tentativi di salire a bordo di navi mercantili sembrano fallire, in quanto i posti vengono tutti già prenotati prima oppure i capitani si rifiutano proprio di farli salire.
Però qualcuno sulla nave potrebbe avere qualche legame con un'inafferrabile banda di ladri e di falsari che imperversa nelle abitazioni private. La famiglia Hardy, a partire da un pacco che avrebbe dovuto essere consegnato alla zia Gertrude, si accorge infatti che alcuni pacchi vengono consegnati a persone che si spaccano per chi non sono, presentandosi al postino come i proprietari di casa, quando in realtà i proprietari sono assenti. Il signor Hardy sospetta che potrebbero essere ladri che contrabbandano merce rubata: "La gang può in tal modo spedire roba di valore da uno stato all'altro, e usando i nomi e indirizzi di altre persone eliminano praticamente il rischio di venire rintracciati."
Qualche vecchio lupo di mare afferma poi di aver visto una nave fantasma, che sia la verità o si sono fatti ispirare un po' troppo dalla superstizione? Forse non si tratta di una nave fantasma ma di una vera e propria nave pirata.
Ecco cosa dichiara di aver visto il capitano Harkness: " - Poco dopo il tramonto - incominciò il capitano - ho deviato leggermente dalla mia rotta abituale dopo essere stato in alto mare. Improvvisamente ho visto una nave da carico dritta: mi sono subito reso conto che se rimanevo la stessa direzione saremmo entrati in collisione. Ho virato completamente il timone, ma non riuscivo a controllare bene la mia barca sul amre piuttosto mosso; mi rendevo conto che avrei urtato quel  cargo, ma non potevo farci assolutamente nulla.
- Così l'ha speronato? - domandò Joe.
Il capitano Harkness scosse il capo. - Sì e no, dovrei dire che sono passato attraverso, sì, l'ho proprio attraversato! [...] 
Dapprima la vedevo chiaramente davanti a me, grande come una montagna, con tutte le luci accese, un attimo dopo era completamente scomparsa e la mia barca si allontanava ondeggiando a nord dei Barmet Shoals."
I fratelli Hardy cercando di intraprendere un viaggio su una nave mercantile in circostanze misteriose si ritrovano così coinvolti in un giro di contrabbando, scoprendo che nei mari lì attorno si aggira una nave utilizzata per contrabbandare documenti contraffatti, pelli bovine e motori elettrici.
Insomma, in questo romanzo c'è tantissima carne al fuoco già a partire dalle prime pagine, in cui vedremo i ragazzi catapultati in tutta una serie di missioni: trovare dove portare il signor McCkintock in vacanza, poi procurarsi i posti a bordo di una nave mercantile, recuperare il pacco della zia, poi indagare su dei ladri che rubano documenti e si spacciano per altre persone, aiutare il loro amico Chet a recuperare 45 dollari di una canna da pesca, aiutare i postini a fare luce sulla sparizione di alcuni pacchi dal loro magazzino (probabilmente trafugati dai ladri),  inseguire marinai finendo pure in mare nel tentativo di acchiapparli...
Insomma, i ragazzi non sono ancora saliti bordo si nessuna nave che già si ritrovano nei casini e in mezzo a un bel po' si situazioni complicate, con ritmo forse anche troppo veloce e concitato. Tra l'atro il personaggio della zia Gertrude non ha molto aiutato, in quanto vorrà pure bene e stravederà per i nipoti quanto vuoi, ma in questo libro ho trovato a tratti il suo personaggio irritante ed estremamente petulante, sempre a insistere con sto pacco che le deve arrivare e che contiene dei documenti di famiglia. Pacco per cui tra l'altro uno dei ragazzi ha quasi rischiato la vita cercando di recuperare da un incendio (sfortunatamente si trattava del pacco sbagliato) ... e questa continua a lamentarsi : "- Con tre investigatori in famiglia, un caso del genere non dovrebbe costituire un grosso problema! - esclamò.
- Ce ne siamo occupati, zietta - rispose Joe, per quanto dovesse ammettere che il risultato lasciava a desiderare.
- Il pacco si trovava con ogni probabilità nella stalla - continuò la signora Hardy. - Avete frugato fra i resti dopo l'incendio?
- Sarebbe stato un lavoro inutile scavare tra le rovine - rispose Frank - Il fuoco aveva ridotto in cenere ogni pezzo di carta.
- Ma non le medaglie militari - replicò la zia. - C'era un paio di medaglioni antichi fra quelle carte. Insomma vorrei proprio sapere che fine ha fatto il mio pacco." E ovviamente i due ragazzi vengono spediti a controllare, come se non avessero già altre mille cose da fare. Che poi non capisco perchè non ci vada lei stessa a controllare, anche facendosi accompagnare in macchina, visto che ci tiene tanto. No... rompiamo le scatole ai protagonisti, che devono stare un'ora a frugare tra i resti inceneriti con le mani "nere di fuliggine e le camicie coperte di cenere."
Ovviamente i documenti scomparsi sono legati al caso dei pacchi rubati, per cui sono effettivamente connessi alla trama, in quanto alla fine il loro contenuto viene ritrovato in vendita diversi negozi d'antiquariato, però che pesantezza la zia!
Libro sicuramente avventuroso e ricco di avvenimenti e colpi di scena, anche se devo dire che mi aspettavo di leggere qualcosa di diverso: pensavo più a una storia ambientata in mare, a bordo di una nave in cui accadono cose strane o su cui i protagonisti avrebbero avuto a che fare con un imbarcazione fantasma o pirata. Invece i protagonisti non riusciranno mai a salpare a bordo di nessuna nave (se non proprio verso la fine) e la vicenda gira soprattutto attorno alla questione dei pacchi con i documenti rubati e dei falsari. 
La richiesta di McCkintock poi mi è sembrata un pretesto un po' forzato per spingere i ragazzi a cercare di imbarcarsi su una nave mercantile, cosa che non riusciranno a fare fino al penultimo capitolo del libro. La questione della vacanza è un po' debole e l'autore avrebbe potuto inventarsi mille altre motivazioni più valide, tipo un caso che un cliente voleva affidare loro ... invece no, il tipo vuole far organizzare ai ragazzi una vacanza e poi magari gli avrebbe proposto un caso da risolvere. A questo punto tanto vale che gli proponesse direttamente il caso invece di continuare a stressarli con la storia della vacanza!
Comunque anche questi detective hanno lo stesso (brutto) vizio di Nancy Drew: quello di rifiutare ogni ricompensa loro offerta: "- Che ne direste invece, come ricompensa, di un'automobile nuova o di qualcos'altro?
I due Hardy non gli lasciarono aggiungere altor. - L'aver potuto contribuire a mettere questa gang al sicuro e fare un viaggio è già una ricompensa sufficiente per noi - replicò Frank."
Caso sicuramente intricato e intrigante, che tiene i lettori con fiato sospeso, peccato che alcune cose forse avrebbero potuto essere gestite meglio perchè alcuni atteggiamenti di certi personaggi (zia Gertrude, McCkintock, per non parlare poi degli stessi malviventi) rendono alcune parti del libro un po' pesanti.
 
   
Sopra: A sinistra, più grande, la copertina dell'edizione italiana edita dalla Mondadori (in cui vediamo comparire il logo della collana "Il giallo dei ragazzi"). Successivamente le copertine di un paio di edizioni inglesi/americane.

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