lunedì 5 giugno 2023

Il viaggio di Dante: un'avventura infernale di Virginia Jewiss e A. Cantono di Cerva

Di testi e rivisitazioni sull'opera di Dante ne ho viste parecchie, ma quella di cui vi parlerò oggi è piuttosto speciale, in quanto indirizzata a bambini anche molto piccoli: "Il viaggio di Dante: un'avventura infernale" scritta da Virginia Jewiss e illustrata da A. Cantono di Cerva.

 Sopra: La copertina (che mostra Dante e il pupazzo Virgilio mentre stanno scappando di casa, pronti a iniziare il loro viaggio) ha una forma lunga e stretta, questo perchè il libro non si sfoglia da sinistra a destra, ma dal basso verso l'alto.
 
Nel mezzo della notte un Dante bambino guarda il suo pupazzo Virgilio, e così gli dice: "Di star qui non mi va, / sempre sgridato da mamma e papà". Così Dante, assieme al suo pupazzo, decide di scappare di casa, peccato che finiscono per arrivare in una selva oscura, in cui trovano una certa porta... che conduce direttamente all'Inferno.

"Cammina, cammina, lontano arrivò.
"Dove siamo finiti?" d'un tratto esclamò.
"Virgilio, accidenti, ci siamo smarriti!"
Della loro avventura eran già un po' pentiti.

Eccoli adesso in una selva oscura,
e il buio è tale da fare paura!
Dante frena, e poi trema: "Meglio di no.
Entrare li dentro? Io no, non ci sto."
"Dai", dice Virgilio "Ti manca il coraggio?
Pensavo volessi far questo viaggio"."
 
E così il nostro protagonista, accompagnato dalla sua guida, si addentra nell'Inferno, dove conosce Caronte, vede Cerbero e incontra molti dannati come: i golosi, gli avari (coloro che "tengon tutto per sè"), gli iracondi (coloro che "si arrabbiano troppo e senza motivi"), i violenti ( le "persone violente / dall'anima troppo, troppo bollente"), i fraudolenti (che qui vengono indicati più generalmente come "bugiardi") e i traditori.
Dopo questa visita ai dannati Dante decide di ritornare a casa a dormire nel suo letto: "Torniamo a casa!" dice Dante, deciso. / "In confronto a costì lì sto in paradiso". 
Come avete potuto leggere i testi sono scritti in rima baciata e, proprio come la "Divina Commedia" di Dante, anche questo albo illustrato è suddiviso in cantiche, anche se ovviamente molto più brevi, da 6 versi ciascuna.
 
 Sopra: L'illustrazione che mostra il momento in cui Dante e il suo pupazzo Virgilio si ritrovano di fronte alla porta dell'Inferno. Da notare come sulla porta siano effettivamente riportate le parole, tratte dalla Divina Commedia, che comparivano sulla porta che vede anche il Dante adulto.
 
Come ho detto, proprio come la "Divina Commedia" di Dante anche questo albo illustrato è suddiviso in cantiche, ognuna delle quali accompagnata da un'illustrazione di A. Cantono di Cerva.
Lo stile della Cerva è abbastanza particolare, non molto realistico, con personaggi dall'aspetto abbastanza esagerato, semplificato e dalle forme tondeggianti. Dante e Virgilio, in particolare, sono resi attraverso delle forme abbastanza semplici, triangolari per il torso e le gambe, rettangolari per le braccia e tonde per viso. Con questo stile i personaggi rappresentati hanno un aspetto spesso piuttosto pacioccoso, anche se molto espressivo, tuttavia alcune rappresentazioni dei dannati riescono a mantenere un certo senso di inquietudine che comunque fa comprendere al lettore che non se la stanno vedendo tanto bella.
Molto interessante anche l'uso dei colori, che sono molto pastellosi e saturi, in effetti danno l'idea di essere come dei pastelli ad olio. Una tinta molto importante è il rosso, che ci accompagna dall'inizio dell'avventura, poichè lo stesso Dante è vestito con un pigiama di tale colore, mentre Virgilio è vestito di azzurro. Se nel mondo umano/reale predominano però i colori freddi come il blu e il verde (Dante è l'unico ad essere rosso), dentro all'Inferno sono maggiormente presenti anche colorazioni più calde, tra cui appunto il rosso, ma anche il marrone, il giallo o il rosa. Non mancano comunque anche all'Inferno elementi azzurri, anche se essi sono usati non direttamente per i dannati (ad eccezione di quelli dell'ultimo girone, che sono congelati) o le creature infernali, ma più per gli sfondi, ad esempio per le acque o le nuvole.


 
 
 Sopra: In alto vari incontri che Dante ha all'Inferno. In alto quello con Caronte, poi quello con gli gli iracondi, i violenti e, infine, con coloro che sarebbero i traditori, ma che nel libro vengono definiti come coloro che non sanno amare.
 
"Il viaggio di Dante: un'avventura infernale" scritta da Virginia Jewiss si può considerare un adattamento dell'Inferno dantesco per bambini già dai 4/5 anni e, sentendo una cosa simile, a più di qualcuno verrebbe già da mettersi le mani nei capelli, perché com'è possibile proporre una storia come quella del viaggio all'Inferno di Dante a bambini così piccoli?
Beh, Jewiss invece ha dimostrato che si può fare in maniera valida, apportando dei cambiamenti, ma fatti in modo intelligente, perchè servono a rendere la storia più fruibile a bambini piccoli, ma comunque rispettando lo spirito originale dell'opera. Quella che l'autrice opera in effetti non è una semplice riduzione, ma proprio una riscrittura, una reinterpretazione: prima di tutto Dante non è più un uomo di 35 anni che si perde in un bosco (perchè difficilmente dei bambini potrebbero rivedersi in uomo adulto), ma un bambino, proprio come i lettori. Dante inoltre non è un bambino modello, ma anzi piuttosto vivace, il che contribuisce a renderlo ai lettori bambini anche più simpatico, tanto che quando il pupazzo gli dice "Sei troppo cattivo!" lui gli risponde con "Macchè, sono solo super creativo!". E non ha neanche tutti i torni, in quanto i bambini, soprattutto quelli piccoli, spesso combinano dei guai non per cattiveria, ma perchè sono intenti a esplorare il mondo e non si rendono conto delle conseguenze.
In questa versione quindi ciò che porta Dante a perdersi nel bosco è la sua fuga di casa, poichè il bambino è stufo di essere rimproverato dai genitori, un motivo insomma in cui ogni bambino può facilmente rivedersi o comunque comprendere.
L'autrice inoltre non ha riportato tutte le varie pene che Dante originariamente descrive, ma solo quelle che potrebbero riguardare o interessare dei bambini, come ad esempio il fatto di essere golosi, di dire le bugie, di arrabbiarsi, di alzare le mani e, infine quella, stavolta rivolta più ai genitori, della "mancanza d'amore".
Le pene dei vari dannati sono descritte in modo molto rapido e abbastanza soft, ma comunque efficace e corretto con quanto scritto nella Divina Commedia, inoltre, sebbene le parole siano poche, ci sono comunque le immagini che servono a mostrare al lettore cosa spetta alle anime dannate: gli avari devono trasportare dei pesanti massi, gli iracondi si capisce che hanno una pena che ha a che fare col fuoco (anche se a loro sembra essere stata assegnata la pena che spetta agli eretici, infatti sembrerebbero posti dentro delle tombe incandescenti, anche se nel libro non vengono rappresentate), gli iracondi sono a bagno in quella che sembra lava (anche se in realtà è sangue bollente), i traditori sono congelati nel ghiaccio...
Le illustrazioni della Cantono di Cerva hanno uno stile abbastanza particolare, non molto realistico, con personaggi dall'aspetto abbastanza esagerato e dalle forme tondeggianti. Con questo stile i personaggi rappresentati hanno un aspetto spesso piuttosto pacioccoso, tuttavia, come dicevo prima, le rappresentazioni dei dannati riescono comunque a fa comprendere bene al lettore che non se la stanno vedendo tanto bella. Molto interessante anche l'uso dei colori, che sono molto pastellosi e saturi, idando l'idea di essere proprio dei pastelli ad olio. 
Ne risulta un libro molto interessante, divertente, originale e ben fatto che, anche senza voler tirare in ballo la Divina Commedia di Dante, presenta sicuramente ai bambini un'avventura molto avvincente, che in un certo senso potrebbe farli riflettere sul fatto che, nonostante a volte si venga sgridati dai genitori, a casa con questi ultimi si sta comunque bene. L'intento dell'opera comunque non è puramente educativo, anche se sicuramente fornisce alcuni spunti interessanti su cui poter riflettere. Comunque in primo piano rimane sempre l'avventura vissuta dal Dante bambino, e il testo non scade mai nel diventare un racconto didascalico, pur facendo assistere a varie pene inflitte a coloro che si sono comportati male. Bello inoltre il fatto che l'albo illustrato sia scritto in rima baciata, il che da un lato è un omaggio all'opera originale e dall'altro fa risultare i testi molto più orecchiabili e graditi da ascoltare per i giovani lettori.
 
Questo libro è stato edito nel 2008 dalla Madragora; ha 24 pagine, una copertina rigida, misura 21 cm d'altezza e 29,3 cm di lunghezza e costa 10 euro.

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