lunedì 22 dicembre 2025

Un bambino chiamatao Natale di Matt Haigg e Chris Mould

In vista del Natale ho voluto recuperare (con gli sconti Salani di ottobre) un libro perfetto per il periodo: "Un bambino chiamato Natale" scritto da Matt Haigg e con le illustrazioni di Chris Mould. Un libro che parla di Babbo Natale... quando era ancora un bambino.
 
 Sopra: Sulla copertina dallo sfondo azzurro spicca il bianco del titolo e, al centro, il protagonista vestito di rosso e bianco.
 
Adesso lo sanno tutti, chi è Babbo Natale. Ma c’è stato un tempo in cui, anche se sembra incredibile, non lo conosceva proprio nessuno. È stato quando era solo un ragazzino di nome Nikolas, che viveva nella seconda casa più piccola di tutta la Finlandia, con un padre che faceva il taglialegna, una zia che aveva un bruttissimo carattere e una bambola-rapa, che poi è misteriosamente scomparsa.
"[...] Nikolas era un bambino che credeva nella felicità come credeva ai troll e ai folletti, ma non aveva mai visto nè un elfo, nè un troll nè un folletto; e non aveva mai visto la vera felicità. Quanto meno, non la vedeva da tanto. La sua non era una vita facile. Il Natale per esempio. [...]
La vertà era che la vita di Nikolas era dura. ma lui ne tirava fuori il meglio.
Non aveva fratelli nè sorelle con cui giocare e la città vicina, kristiinankaupunki, era in realtà molto lontana. Per arrivarci ci voleva ancora più tempo che a pronunciarne il nome."
Questa è la sua storia vera, un’avventura piena di neve, rapimenti, renne scontrose, topi sognatori, e poi ancora neve, elfi, troll, sempre neve, di nuovo neve e magia, tanta magia. La magia, se ci si crede, non tradisce mai!
 
 Sopra: Un disegno a doppia pagina  in cui vediamo l'interno della casa del protagonista con dentro Nikolas, suo padre e un cacciatore. 
 
I testi sono accompagnati dalle illustrazioni in bianco e nero di Chris Mould che sono solitamente collocate in mezzo ai testi, sebbene le loro dimensioni siano abbastanza grandi, tanto che a volte possono arrivare ad occupare anche metà pagina o quasi due pagine. Troviamo comunque anche disegni a pagina intera e anche a doppia pagina, come quelli in cui ci vengono mostrati il negozio di giocattoli, l'interno della casa di Nikolas con lui e suo padre assieme ad un cacciatoee, o la cena di Natale degli elfi.
Sono disegni dai tratti sbarazzini ma comunque curati e ricchi di dettagli, con uno stile che mi ricorda un po' quello di Chris Riddel, anche se Mould ritrae i suoi personaggi in modo più pittoresco e con delle proporzioni talvolta alquanto particolari. Il protagonista Nikolas, ad esempio, ha un aspetto magro e allampanato, con un viso molto espressivo, la testa tondeggiante e gli occhi grandi a palla con due  semplici palline nere come pupille. Anche le renne sono rappresnetate con una testa piccola, un corpo magro e slanciato, e con dei grandi e lunghi palchi di corna sulla testa.
Il protagonista tuttavia è quello che ha un aspetto tra i più normali, a differenza di molti elfi, che hanno un corpo estremamente tozzo, di forma praticamente quadrata, su cui sopra poggiano delle teste (senza collo) dalla forma di una palla da rugby, dai grossi nasi e dagli occhietti neri (a volte a palla altre volte che invece consistono in due semplici pallini neri). Non tutti gli elfi sono così tuttavia, in quanto l'artista si è impegnato per cercare di realizzarli tutti con un aspetto differente, per cui alcuni (soprattutto quellli giovani e i bambini) hanno un corpo più magro e slanciato, dagli arti sottili e lunghi. L'aspetto dei troll è tozzo, grosso e robusto, con gambe corte e grassocce, braccia lunghe e grosse, un naso prominente e un grande mento. La Fata della Verità è invece mostrata con un corpo magro e affusolato, con braccia e gambe molto magre e una testa tonda su cui spicca un folta chioma di capelli lunghi che schizza verso l'alto.
I disegni servono a illustrare scene descritte nei testi, ma anche a mostrare al lettore l'aspetto dei vari personaggi, i quali sono tutti piuttosto pittoreschi e strampalati da ammirare. In certi casi, in disegni più ad ampio respiro, comunque l'artista ha rappresentato i personaggi assieme agli ambienti, come l'interno di alcuni edifici (tipo il negozio di giocattoli, la casa di Nikolas o la sala da pranzo degli elfi) o boschi innevati della Finlandia.
 


 
 
   
Sopra:
 
"Un bambino chiamato Natale" di Matt Haigg e con le illustrazioni di Chris Mould è un libro molto carino e interessante che narra della gioventù di Babbo Natale, e di come sia diventato il Babbo Natale che noi tutto conosciamo.
Tutto ha inizio quando Nikolas ha 11 anni, ed è un bambino estremamente povero che però cerca di ricavare il meglio da quel poco che ha, cerca di comunque di essere felice, nonostante la sua vita sia già stata segnata da fatti piuttosto tragici. Oltre ad essere molto povero e ad avere poco o niente da mangiarel a Nikolas è morta la madre, caduta in un pozzo in seguito all'aggressione di un orso.
Sua madre era una donna sempre allegra, gioviale e che amava la vita ed essere gentile, ed è a lei che Nikolas si ispira e a cui desidera assomigliare: qualcuno che riesce a trarre il meglio dalla vita per essere felice e donare felicità agli altri. Perché, come spiega lo stesso Nikolas, nel mondo c'è già abbastanza dolore, sofferenza e ingiustizia.
Nikolas in effetti è un bambino molto buono, ma l'autore è stato bravo nel non rendere il personaggio troppo sdolcinato o smielato. Il protagonista infatti viene percepito dal lettore come genuinamente buono, una di quelle persone che cerca sempre di fare del bene, anche se a discapito di un proprio tornaconto personale; tuttavia egli non è immune dalla sofferenza o dal dolore, ed è consapevole della cattiveria che esiste nel mondo.
Egli ad esempio conosce la cattiveria e la crudeltà della zia, la quale lo faceva dormire fuori all'aperto e gli ha cucinato la sua bambola rapa, l'unico regalo, nonché ricordo, della madre defunta: "Passava le giornate, come gli diceva la zia Carlotta, in cerca di cibo, dalle prime uci dell'alba finchè non faceva buio. [...]
<<Dov'è la mia bambola rapa?>>
Zia Carlotta sorrise. Era un sorriso vero, che ben presto divenne una risata. Poi lo disse.
<<L'hai appena mangiata>>.
<<Cosa?>>
Ci volle un secondo. No, forse due. Magari tre. Tre e emzzo. No, apsetta, Solotre, Ma poi Nikolas capì cosa ave appena detto. L'unico giocattolo che possedeva si trovava nel suo stomaco. Corse fuori e vomitò nella latrina.
E Nikolas si renderà conto anche dell'egoismo degli uomini e perfino degli elfi.
E ci sono dei momenti in cui perfino lui, un concentrato di fiducia e di speranza, si sentirà perduto e senza speranza: "Continuò a scavare bella neve a mani nude ma alla fine, congelato e tremante, scoppiò in lacrime.
<<E' tutto inutile!>> disse a Miika che sbirciava dalla tasca, con la testolina che tremava dal freddo.
<<Non serve a niente. Probabilmente è morto. Dobbiamo tornare indietro>> Gridò poi più forte, rivolto a Lampo: <<Dobbiamo andare a sud. Scusatemi tutti e due, non varei mai dovuto portarmi con me. E' troppo difficile, trppo pericoloso perfino per una renna. Torniamo da dove siamo venuti.>>"
Nonostante la storia sia piuttosto breve molti personaggi sono piuttosto ben caratterizzati, presentando delle personalità non solo bianche e nere ma anche grigie, tra cui ad esempio il personaggio del padre, che è un brav'uomo che sembra però aver ceduto al lato oscuro a causa di una ricompensa in denaro e alla prospettiva di una vita migliore per sé e per il figlio: "Si accigliò, frustato, e tornò a rivolgersi a Nikolas. Be', devi imparare come funziona il mondo, figlio mio. Tu sei un bambino, io no, e io il mondo lo conosco. E' un psoto pieno die goismo, Nessuno pensa a te, devi badare a te stesso. Ed è quello che sto facendo, no? Nessuno è mai stato gentile con me. Nessuno mi ha mai fatto un regalo. Piagevo ogni Natale perchè nessuno mi regalava niente. Gli altri bambini ricevevano almeno un piccolo regalo dai genitori. Io e Carlotta non avevamo niente. [...]>>"
Una cosa che devo dire che non mi sarei aspettata.
C'è da dire che l'autore (altra cosa che ho apprezzato) non ha esitato ad inserire all'interno della storia anche elementi un po' cattivelli e violenti quando necessario: vi ho già parlato della cattiveria e della crudeltà della zia, ma c'è anche un troll pronto a fare fuori Nikolas, oppure una Fata della Verità che si diverte a vedere le teste delle persone esplodere grazie a un'erba. E in effetti vi avverto che a qualcuno nel corso della storia esploderà la testa...
Tra l'altro non è la prima volta che incontro in un libro per bambini/ragazzi un personaggio del piccolo popolo che ama fare esplodere le teste delle persone, ma che non può mai mentire (uno lo avevo già incontrato nel libro "La foresta d'ombra", dove una specie di folletto dava a chi incontrava una zuppa da mangiare fatta con l'erba cervellina, che faceva appunto esplodere il cervello di chi la mangiava). Mi viene quindi da chiedere se questo non sia un personaggio del folklore popolare Inglese. 
È molto interessante anche il modo in cui l'autore introduce e spiega tante cose riguardanti la figura di Babbo Natale che noi conosciamo: tante piccole cose sparse durante tutta la storia. Partendo ad esempio dal suo nome: "Natale" è infatti un soprannome datogli dal padre dovuto al fatto che Nikolas è nato il giorno di Natale (e poi verrà spiegato anche il perché di "Babbo"). Oppure anche del perché egli sia così buono, perché ami fare regali, come mai è magico, perché le sue renne volano, perché è amico degli elfi e perché questi lavorano per lui...
Ho apprezzato il fatto che questa figura leggendaria nel libro non sia diventata come la conosciamo oggi all'improvviso, ma che sia il risultato di più di sessant'anni di vita e di scelte. Una volta finita infatti l'avventura principale verso la fine del libro ci sono diversi salti temporali che ci mostrano varie evoluzioni della figura di Babbo Natale.
Un libro molto carino, adatto ad essere letto a partire dagli 8 anni, che offre un'avventura appassionante e che dà ai lettori una possibile spiegazione a come è stata l'infanzia di Babbo Natale e di come egli sia diventato come ora noi tutti lo conosciamo.

Questo volume è stato pubblicato originariamente nel 2015 col titolo "A boy called Christmas", ed è stato edito in italiano nel 2016 dalle Edizioni Salani. Il volume ha una copertina rigida, ha 288 pagine, misura 21 cm d'altezza e 14 cm di lunghezza e costa 14,90 euro. 
 
Se volete vivere altre avventure vi segnalo due seguiti di questo libro: 
  • "La bambina che salvò il Natale" (2017): Nel mondo sta scomparendo la magia, nessuno sembra più crederci, e questo rischia di compromettere la festa più bella dell'anno... Lo sa bene Babbo Natale, che ha già tanti problemi da risolvere nel suo regno incantato che tanto incantato rischia di non essere più, tra renne che non riescono a volare, elfi che scioperano e troll sul piede di guerra. Ma la sera della Vigilia si avvicina e non c'è tempo da perdere: anzi, è proprio il tempo che va fermato, per riuscire a consegnare i regali a tutti i bambini nel mondo. C'è solo una ragazzina che può aiutare Babbo Natale, una ragazzina che ha un desiderio importantissimo che solo lui può esaudire. Dall'autore di "Un bambino chiamato Natale!, una storia magica piena di orribili verruche, pipì di renna, crudeli orfanotrofi e perfino una regina!
  • "Io e Babbo Natale" (2020): Penserete senz'altro che non ci sia niente di più bello che vivere nel villaggio degli elfi insieme a Babbo Natale, magari abitando nella sua divertentissima casa, piena i magie. Lo pensa anche Amelia, che è stata adottata proprio da lui e da sua moglie Mary, Mamma Natale. Lo pensa, o meglio... lo pensava. Perchè in realtà la vita quotidiana tra gli elfi può essere molto difficile se, come Amelia, sei tanto più alta di loro e capisci pochissimo delle loro bizzarre materie scolastiche: "educazione al riso quando sei nei guai" o "danza stuzzichina". Quando poi combini un pasticcio proprio nella materia in cui eri convinta di essere brava, il pilotaggio di slitte, la situazione può solo precipitare. Amelia però non ha troppo tempo di pensare ai propri guai, visto che il maligno Babbo Vodol sta tramando nell'ombra per eliminare il Natale, spargendo odio e calunnie grazie al suo giornale, la Gazzetta della Verità, e a un nuovo alleato dalle lunghe orecchie pelose. Questa volta sembra davvero che non si potrà festeggiare il giorno più bello dell'anno... Ma siccome impossibile nel mondo di Babbo Natale è una parolaccia, Amelia si lancerà in una pericolosa avventura, piena di slitte volanti, renne bizzose, gatti pasticcioni, fate petulanti e monete di cioccolato... al salvataggio della festa più magica che ci sia!
 
  
Sopra: Le copertine dei seguiti, il primo con lo sfondo rosso e una bambina al centro; il secondo verde con al centro Babbo Natale.

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