Dopo Machen, Chambers e Stoker, ecco entrare nella collana di
classici gotici e fantastici Edgar Allan Poe, con il suo romanzo più
celebre: "Le avventure di Arthur Gordon Pym" di Edagar Alla Poe con le illustrazioni di Daniele Serra.
Scritto fra il 1837 e il 1838 sull’onda dell’interesse
suscitato dalle grandi spedizioni antartiche, è la storia di un giovane amante dell’avventura che si imbarca di nascosto su una nave e da lì avranno inizio le sue sventure.
Sopra: Sulla copertin sui toni del bianco, del grigio e del nero, con scritte e decori blu metallizzato, vediamo un veliero e la testa di un orso polare.
Le avventure di Arthur Gordon Pym
è la storia di un giovane amante dell’avventura, figlio di un
commerciante di beni marittimi di Nantucket, che si imbarca
clandestinamente a bordo della baleniera Grampus. Una volta preso il
largo, si ritrova a vivere mille peripezie, tra tempeste, naufragi e
ammutinamenti.
Inizialmente il piano è di imbarcarsi clandestinamente su di una nave con l'aiuto di un amico (figlio del comandante della nave), che lo nasconde nella cala poppiera dove gli ha preparato un rifugio con delle provviste: "Poi con un fiammifero accese una candela che sistemò in un lanterna cieca, e si infilò in quell'apertura dicendomi di seguirlo. [...]
Il quale, dopo essersi infilato e aver girovagato tra innumerevoli passaggi, mi condusse infine davanti a una cassa con rinforzi in ferro, come quelle che vengono talvolta usate per imballare del vasellame costoso. Era alta quasi quattro piedi, lunga ben sei, ma molto stretta. [...]
Venni a sapere più tardi che Augustus, aiutato da un solo individuo, che non sarebbe partito col brigantino, di proposito aveva stivato in quel modo la cala, allo scopo di offrirmi un nascondiglio completamente sicuro.
Quindi il mio amico mi fece vedere che uno dei lati della cassa poteva essere rimosso a volontà. Infatti lo fece scivolare di fianco e mi mostrò l'interno, che mi divertì molto. Il fondo, coperto da un materasso preso da una delle cuccette della cabina, conteneva quasi ogni articolo di conforto che siera potuto sistemare in un così breve spazio, concedendomi al tempo stesso posto sufficiente per stare comodo, sia seduto che completamente disteso. Tra le altre cose vi erano libri, penna, inchiostro e calamaio, tre coperte, una grossa brocca piena d'acqua, un caratello di gallette, tre o quattro immense mortadelle, un enorme prosciutto, una coscia di montone arrostito, e sei o sette bottiglie di cordiali e liquori."
Arthur rimane lì nascosto per giorni, finché non inizia a preoccuparsi per la scomparsa del suo amico, iniziando a temere che sia successo qualcosa. Purtroppo le riserve di cibo e di acqua stanno finendo e, quando prova ad uscire dal nascondiglio, trova che la botola da cui è entrato è stata bloccata, per cui si ritrova a dover vivere al buio, senza più acqua, con poco cibo, con l'unica speranza che il suo amico riesca a trovare un modo per tirarlo fuori e gli spieghi che cosa sta succedendo.
Questo è solo l'inizio di una rocambolesca e incredibile avventura, in cui le imprese marinaresche si intrecciano così a spettrali
apparizioni, come quella che attende il protagonista in prossimità del
Polo Sud, sul finire della vicenda.
Sopra: Alcune tra le prime pagine del libro, dove a sinistra vediamo la pagina con i testi e destra una con un'illustrazione di Serra che mostra una barca in balia delle onde.
La particolarità di questa pregiata edizione è l'aggiunta delle tavole a colori opera dell'artista Daniele Serra, il quale predilige l'acquerello, come lui stesso spiga alla fine del volume: "L'acquerello è lo strumento che preferisco. Lo trovo magico. Perchè non puoi mai averne il pieno controllo nè conoscere fino all'ultimo la resa finale. Mi permette di stupirmi di fronte a quello che faccio. M'impedisce di annoiarmi."
Le illustrazioni di Serra sono molto belle e curate, anche se hanno un
aspetto moderno esse si adattano visivamente perfettamente alla storia
di Poe, grazie alle loro atmosfere cupe e macabre. Sono immagini a
pagina intera e talvolta anche a doppia pagina, che vanno a
rappresentare scene o ambienti della storia, come ad esempio la nave su cui naviga Arthur in balia delle onde del mare, il cuoco mentre uccide con un ascia alcuni membri dell'equipaggio, il protagonista mentre si guarda allo specchio travestito da fantasma, un cadavere in decomposizione mentre viene mangiato da un gabbiano, ....
L'artista quindi non esita nel mostrare anche alcune scene piuttosto violente o perturbanti, cme lui stesso spiega: "Non credo sia un caso, considerato il fascino che l'orrore e il gotico hanno esercitato su di me fin dall'adolescenza. Da quel momento tutte le mie letture, le mie visioni, gli ascolti, hanno continuato a gravitare intorno alla sfera del perturbante, del fantastico e dell'indistinto."
Anche i colori scelti rispecchiano questo gusto per l'orrore e il gotico, in quanto le tavole sono colorate con tinte piuttosto cupe, mai accese o brillanti, ma sempre scure, con una predominanza del nero (l'artista stesso infatti afferma: "Da autodidatta ho finito per sviluppare una mia tecnica basata su un forte uso del nero"), il quale è il colore predominante nella maggior parte delle tavole, assie al bianco, al blu, all'azzurro/grigio e al marrone. A volte compare anche il rosso, usato soprattutto per tingere il sangue che sgorga dalle ferite o per le parti interne dei cadaveri, un'altra volta invece è stato utilizzato per dipingere i deliri di alcuni uomini caduti in preda ai fumi dell'alcool.
I colori comunque non sono stesi in maniera precisa all'interno di confini ben definiti, anzi, essendo appunto degli acquerelli i colori sbordano e spesso si mischiano, creando delle scene intense e potenti, di forte impatto visivo.
"Per illustrare questa edizione ho voluto pormi nella prospettiva di un osservatore esterno, che cerca di avvicinarsi più che può agli eventi senza interferire. Non amo le illustrazioni didascaliche, preferisco creare nuovo mondi a partire dalla storia, lasciando spazio all'immaginazione del lettore. Mi sembra più interessante."


"Le avventure di Arthur Gordon Pym" di Edagar Alla Poe con le illustrazioni di Daniele Serra è una storia coinvolgente, emozionante e intrigante, narrata dal punto di vista del protagonista, che trascina i lettori nelle sue avventure, o disavventure piuttosto, con grande coinvolgimento emotivo. Ad esempio già la situazione iniziale si rivela essere molto emozionante e, allo stesso tempo, claustrofobica per i lettori, che vedono il protagonista prima iniziare a preoccuparsi della scomparsa del suo amico, quindi della conseguente riduzione delle provviste (particolarmente preoccupante in particolare l'esaurimento della scorta d'acqua), dell'impossibilità di vedere, poiché non ci sono più fiammiferi e candele a disposizione, di conseguenza viene inficiata anche la possibilità di muoversi nella cala per dirigersi verso l'uscita. Durante il percorso inoltre il protagonista trova alcuni ostacoli che sono caduti sul suo passaggio, che ora non è più sgombro, infine si scopre che la botolo per uscire è bloccata, per cui ad Arthur non resta che sperare nel ritorno del suo amico. Nel frattempo però viene da chiedersi cosa sia successo ad Augustus, del perchè non torna, e se fosse morto? Cosa ne sarebbe del protagonista?
E questo è solo l'inizio, in quanto poi il nostro protagonista dovrà affrontare un ammutinamento, una tempesta, un naufragio, un viaggio verso il Polo Sud e una tribù cannibale.
La storia è quindi molto avvincente e incalzante, nonostante Poe utilizzi un linguaggio molto preciso e a volte proprio tecnico, ad esempio quanto parla di mettere in panna un vascello: "Un vascello si mette alla cappa o in panna per vari motivi e questa operazione si effettua in varie maniere. Quando il tempo è abbastanza tranquillo una nave si mette in panna semplicemente per fermarci e attendere un altro bastimento, o per qualche motivo del genere. Se il vascello, che vuol mettersi in panna, ha tutte le vele spiegate, la manovra generalmente si compie disponendo le vele a capanna, in modo che le forze opposte si elidano e la nave si fermi. Ma noi adesso parliamo di un bastimento che vuol mettersi in panna durante un fortunale. A questa misura si ricorre quando il vento è in testa e troppo violento perchè sia possibile mantenere una vela senza correre il pericolo di ribaltare; qualche volta anche quando il vento è moderato, ma il mare troppo grosso perchè il vascello possa correre avanti. Se si naviga vento in poppa, con un mare molto grosso, generalmente si incorre in guai, perchè il vascello imbarca acqua a poppa, e subisce dei violenti colpi di beccheggio."
Poe è infatti molto preciso quando scrive, per cui nel libro sono presenti varie parti descrittive, ad esempio riguardanti gli animali avvisati o incontrati ma anche il viaggio stesso, in particolare quello verso il Polo, dove Poe non dimentica di annotare i gradi di longitudine e latitudine per fare capire al lettore dove il protagonista si trova: "... In quindici giorni raggiungemmo le isole Tristan d' Acunha, a 37° e 8' latitudine sud, 12° 8' longitudine ovest.
Questi gruppo molto conosciuto, e che è formato da tre isole rotonde, fu scoperto dai portoghesi e visitato in seguito dagli olandesi nel 1643 e dai francesi nel 1767. [...]
Dopo questa, come superficie, viene l'isola che si trova più a occidente del gruppo, quella chiamata l'Inaccessibile. La sua posizione precisa e 37° 17' latitudine sud, 12° 24' longitudine ovest. Ha una circonferenza di 7 o otto miglia e presenta in ogni suo lato un aspetto scosceso, inespugnabile."
Tali indicazioni così precise comunque sono presenti nella seconda parte del romanzo, in quanto nella prima, come lo stesso protagonista spiega, egli non aveva modo di verificare in che punto del mare si trovasse, essendo rimasto per diverso tempo nascosto dentro la barca oppure disperso in mezzo al mare.
Si può infatti dividere il romanzo in due parti: nella prima Arthur si trova a bordo della Grampus, mentre nella seconda egli viene salvato e preso a bordo della Jane Guy. Nel momento in cui viene salvato dalla Jane Guy segue un certo periodo di calma, che si conclude con l'inizio del viaggio verso il Polo Sud e, in particolare, con l'incontro di un gruppo di indigeni che abitano nelle zone antartiche. Indigeni dalla pelle scura che sembrano amichevoli e ben disposti nei confronti della ciurma, ma ci potrà davvero fidare?
Un'avventura ricca di avvenimenti emozionanti e coinvolgenti, nonché di avventura, mentre mancano gli elementi soprannaturali, al massimo si può parlare di fatti misteriosi, resi tali perchè il protagonista, non essendo un narratore onnisciente, non può spiegare. Ad un certo punto ad esempio Arthur avvista una nave che vede essere piena di cadaveri in putrefazione, è un fatto misterioso che anche in seguito il protagonista non è riuscito a spiegare, visto che non è riuscito a vedere il nome della nave con cui poter chiedere qualche informazione, e può solo supporre che le persona a bordo siano morte a causa di una qualche pandemia fulminante.
Nonostante la mancanza di elementi soprannaturali non mancano però elementi di violenza, sia umana che contro gli animali, i quali sono visti come fonte di cibo o di commercio (si parla ad esempio di caccia alle balene o alle foche per la loro pelliccia). Anche i comportamenti violenti nei confronti delle persone non scherzano comunque, in quanto vediamo gente uccisa con un'ascia, atti di cannibalismo, imboscate, accoltellate, ecc...
L'elemento pauroso della storia è quindi dato da un lato dalla violenza e dalla crudeltà che le persone possono manifestare le une nei confronti degli altri, dall'altro lato da situazioni di pericolo (dovuto sia alla presenza di persone pericolose che di situazioni pericolose) e di incertezza, in cui non si sa se si morirà da un momento all'altro o se si arriverà al giorno successivo. In questa storia quindi l'elemento di paura è più di tipo psicologico, in questa storia Poe non ha bisogno di creature soprannaturali per stimolare il terrore, in quanto sono gli stessi umani dei potenziali mostri, pronti a farsi fuori l'un l'altro, per non parlare dell'incertezza degli eventi, dell'uomo in balia dei capricci del fato, in quanto una forte tempesta può distruggere la nave su cui si sta viaggiando rendendoci dei poveri naufraghi soli in balia dell'oceano, senza cibo e acqua.
Il finale è un po' particolare e strano, quasi onirico, come lasciato in sospeso in quanto, a quanto pare, l'autore (lo stesso Arthur Gordon Pym) è deceduto prima di poter consegnare gli ultimi capitoli del libro al proprio editore, per cui gli ultimi capitoli dell'opera risultano dispersi, e l'opera dà in effetti l'idea di essere incompleta. Un finale sicuramente originale e bizzarro, ma starà a ogni singolo lettore giudicarlo, dandogli un'opportunità.
Sorta di discesa agli Inferi e
capostipite dell’horror psicologico, il romanzo di Poe è stato
d’ispirazione per autori quali Stevenson, Melville, Conrad e Jules Verne, il quale ha deciso di scrivere un seguito a questo romanzo di Poe, intitolato "La sfinge dei ghiacci", uscito nel 1897.
Il libro illustrato è stato pubblicato nel 2025 dalla Ippocampo Edizioni; ha una copertina rigida, misura 24,5 cm d'altezza e 17 cm di lunghezza, ha 320 pagine e costa 25 euro.
Ecco gli altri titoli finora editi dall'Ippocampo Edizioni nella nuova collana collana di
letteratura fantastica: “Il re in giallo” di Robert W. Chambers e “Il grande Dio Pan” di Arthur Machen entrambi illustrati da Samuel Araya (aprile 2024), "Dracula" (2024) di Bram Stocker e illustrato da Christian
Quesnel.

Sopra: Le copertine delle delle altre due opere edite nella medesima collana della Ippocampo Edizioni, prima di "Le avventure di Arthur Gordon Pym".
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