"La sposa cadavere" di Friedrich August Schulze in realtà è un racconto, scritto da Schulze, che originariamente faceva parte di una raccolta di storie di fantasmi pubblicata tra il 1811 e il 1815. Tale raccolta è particolarmente importante perchè la versione francese, pubblicata sotto il titolo di "Fantasmagoriana" nel 1812, influenzò autori come Byron, Mary Shelley, Percy Shelley e Polidori. Come scritto nella prefazione del volume edito dalla ABEditore: "tale antologia contiene in tutto otto racconti: due di Apel, uno di johann Karl August Musaus, uno di Heinrich Clauren e ben quattro di Schulze, tra cui La sposa cadavere".
Come scritto invece dalla Caravaggio Editore: "La sposa cadavere è una spiazzante storia gotica costruita alla
maniera delle scatole cinesi e si può leggere in lingua tedesca
all'inizio del secondo volume del "Gespensterbuch" (1811) di Apel e
Schulze. La presente edizione propone la traduzione del racconto dalla
celebre e piuttosto fedele versione francese di Eyriès ("La Morte
Fiancée", 1812) che fece conoscere la storia soprattutto in Gran
Bretagna."
Qui vi parlerò di due edizioni diverse dello stesso racconto scritto da Schulze, come scritto dalla ABEditore: "per la prima volta in Italia tradotto dall'originale." La prima edizione è quella edita dalla Caravaggio Editore, pubblicata a gennaio del 2024, mentre l'altra è quella della ABEditore edita a marzo del 2024.
Sopra: A sinistra la copertina dell'edizione Caravaggio, a destra quella della A editore, di un formato un po' più piccolo rispetto all'altra.
Il racconto di Schulze inizia in una città termale, dove un gruppo di persone sta aspettando l'arrivo di un certo marchese per farsi raccontare una storia: "in generale, la sua natura e i suoi modi di fare avevano un che di misterioso; inoltre la sua figura pallida e allungata e il suo sguardo scuro e sinistro erano così poco invitanti che lo avrebbero sicuramente evitato tutti se non fosse stato a conoscenza di un certo numero di storie, che risultavano assai utili nei momenti di noia.. i generale, però, si diceva che per lo più i suoi racconti richiedessero un po' troppa fede da parte degli ascoltatori."
Ecco un confronto tra i testi delle due versioni dell'inizio della storia:
Versione della Caravaggio Editore (2024): "L'estate
era magnifica; inoltre, a memoria d'uomo, non avevamo giammai vedute
così tante persone alle acque termali. Eppure le sale delle riunioni
erano lungi dall'essere pien, non v'era allegrezza in esse. L anobiltà
si teneva in disparte, i militari facevano la medesima cosa, e la
borghesia sparlava di entrambi. tante riunioni parziali dovettero
necessariamente ostacolare unadunanza generale. [...]
<<Molto
volentieri; ma vorrei prima sapere se qualcuno di voi conosce le cose
sorprendenti che si raccontano sulla Sposa cadavere.>>
Nessuno ricordava di averne sentito parlare.
Il
marchese sembrava vole aggiungere ancora qualch'altro preambolo; ma la
contessa ed altre persone amnifestarono così apertamente la loro
impazienza, che il marchese incominciò il suo cìracconto con siffatte
parole:
<<Da molto tempo avevo progettato d'andare a far visita al conte Gobloda nelle sue terre in Boemia."
Versione della ABEditore (2024): "Era
una magnifica estate e nella città termale non si erano mai visti, a
memoria d'uomo, così tanti visitatori. Tuttavia, sebbene le sale comuni a
volte traboccassero di oscpiti, il divertimento non era sempre
assicurato. i nobili se ne stavano per conto loro, i militari anche e i
borghesi facevano commenti maligni su entrambi. Con così tanti gruppetti
diversi, si èerdeva inevitabilmente ogni possibilità di radunarsi tutti
insieme. [...]
<<Non
mi negeherò, >> disse il marchese. <<Ma prima vorrei
sapere: per caso qualcuno di voi conosce già la strana leggenda della
sposa cadavere?>>
Nessuno si ricordava di averne sentito parlare.
Un
colpo di tosse impaziente della contessa e di alcuni altri fece sì che
il marchese, il quale sembrava voler fare un'ulteriore premessa,
iniziasse a raccontare senza indugio: <<Da tempo desideravo
visitare il conte Globoda nelle sue terre."Il marchese decide di narrare la "strana leggenda della sposa cadavere", una storia a cui lui stesso è stato testimone, quando aveva deciso di recarsi in visita dal conte Globoda a casa sua, un "castello dalla posizione estremamente romantica".
Il conte ha due figlie gemelle, entrambe molto belle: Libussa e Hildegrade, le quali si distinguono solo per il fatto che quest'ultima ha una voglia a forma di fragola sul collo. L'anno precedente tuttavia Hildegrade è morta, notizia che il marchese apprende poco dopo essere arrivato.
Mentre il marchese si trova in visita dal suo amico giunge alla tenuta anche un certo Duca di Marino, di cui il marchese aveva assistito al fidanzamento a Venezia. Il giovane duca è giunto alla tenuta di Globoda per chiedere il sposa la giovane Libussa, che afferma di aver visto a Parigi, al museo del Louvre, anche se i genitori della giovane affermano che la ragazza, e tanto meno loro, si sono mai recati a Parigi così di recente. Come spiega il conte al duca: "Libussa non è mai uscita dalla sua patria natia, e io stesso non vedo Parigi da più di diciassette anni."
Cosa ancora più strana, il giovane duca afferma che la donna che lui ha visto era identica a Libussa e aveva una voglia sul collo, proprio come la defunta Hildegrade, il che mette in agitazione il padre della giovane, che va perfino a controllare la tomba della figlia, trovandola al suo posto e intatta.
Nonostante la stranezza della vicenda al duca viene concessa la mano di Libussa, nonostante le perplessità del marchese, il quale spinge il giovane a parlare al conte di Globoda della sua precedente fidanzata, che il marchese non riesce a sapere che fine ha fatto. Per spingere Marino a confessare si mette pure a raccontare ala famiglia una storia, un'altra variante di "La sposa cadavere", che vede come protagonista due giovani che si sono fidanzati a Venezia: Filippo e Klara, i quali si spingono addirittura a stringere un patto di sangue: "Questi giunsero persino a tagliarsi le braccia e a mescolare il loro sangue in un bicchiere pieno di champagne bianco. "le nostre anime saranno inseparabili come questo sangue!" esclamò Filippo, bevendo metà del vino e porgendo il resto a Klara."
Tornato a casa tuttavia Filippo non mantiene la promessa decidendo di sposare un'altra ragazza bella e più ricca di Klara, di nome Kamilla. Durante la festa di fidanzamento in maschera, tuttavia, tra gli ospiti se ne conta uno in più: si tratta di una dama elegantemente vestita e adornata con i medesimi gioielli della futura sposa, che si rifiuta di togliersi la maschera per farsi riconoscere. Intanto la madre di Klara aveva informato il giovane che la figlia era deceduta. Il giorno del matrimonio con Kamilla Filippo continua a dire di vedere il fantasma di Klara accanto a lui, tanto che il matrimonio viene reinviato, ma il giovane muore poco tempo dopo in preda alle convulsioni.
Conclusa anche questa terza storia nella storia, Marino è ancora deciso a non rivelare nulla della sua precedente fidanzata, così è il marchese a svelare il fatto ai genitori di Libussa, i quali comunque accettano la cosa e perseverano nel voler far sposare la figlia al giovane. Peccato che il giorno del matrimonio Marino viene trovato morto nella camera nuziale con il volto "sfigurato dal terrore".
Entrambe le edizioni sono illustrate, con delle incisioni in bianco e nero.
L'edizione della Caravaggio Editore presenta delle illustrazioni in bianco e nero che si caratterizzano per un aspetto piuttosto realistico, dove gli ambienti e gli oggetti sono riprodotti in modo estremamente minuzioso e ricco di dettagli, oltre che inquietante, a causa di molte zone scure, a volte anche completamente nere, presenti nelle immagini.
Le illustrazioni di questa edizione sono a pagina intera e rappresentano ambienti, oggetti o personaggi collegati ai testi (il personaggio di Libussa, la cripta dove è stata seppellita Hildegrade, candele, un bicchiere di vino, una delle sale del Louvre...), mentre non sono mai rappresentate scene dinamiche, con più personaggi che interagiscono o che agiscono. Ogni disegno è come uno scatto di qualcosa di immobile ed fissato sulla pagina in eterno.
Sopra: Alcune delle illustrazioni in bianco e nero presenti all'interno dell'edizione della Caravaggio.
L'edizione della ABEditore presenta invece alcune incisioni
collocate nella prefazione e nella postfazione, quindi prima e dopo il
racconto principale. Probabilmente sono incisioni realizzate
nell?Ottocento da qualche artista anonimo, diventate magari ormai di
dominio pubblico, in quanto non ho trovato alcun riferimento o nome
dell'artista che le ha realizzate. I disegni sono pochi, neanche una
decina in tutto il libro, e rappresentano ad esempio donne vestite da
sposa, oppure donne con il volto da scheletro, alcuni disegni invece
sono puramente a scopo decorativo, per abbellire la pagina o il testo.
Sopra: Alcune pagine illustrate presenti nella edizione ABEditore, che non ha però veri e propri immagini della storia, ma più che altro disegni decorativi.
"La sposa cadavere" di Friedrich August Schulze è un racconto che ben due case editrici, a distanza di pochi mesi, hanno deciso di pubblicare come libro singolo. Entrambi i libretti che ne sono usciti risultano piuttosto piccolini infatti, come si può dedurre anche dal costo abbastanza contenuto di entrambi (sotto i 10 euro).
Inoltre entrambe le versioni presentano del materiale aggiuntivo per poter arrivare ad avere un libro di almeno un centinaio di pagine. Ad esempio l'edizione Caravaggio presenta "una
sintesi particolareggiata della leggenda ebraica del XVI secolo dal
titolo "Il dito", alla quale Tim Burton si è chiaramente ispirato nel
suo adattamento cinematografico del 2005."
Come dicevamo la storia di Schulze è abbastanza complessa in quanto si caratterizza per una struttura a matrioska in cui una storia è inserita dentro un'altra storia in cui si narra un'altra storia ancora, struttura che mi era capitato di vedere, ancora più complessa a volte, in "Le mille e una notte", dove c'è Sherazade che narra una storia al sovrano e sovente capita che all'interno della sua narrazione ci sia qualche altro personaggio (spesso anche più di uno) che inizia anch'esso a raccontare delle storie. Una struttura che magari rendeva la vicenda più interessante ed appetibile per i lettori ottocenteschi, ma che forse per il lettore moderno non è detto che apprezzi appieno, anche se il racconto rimane comunque carino da leggere, offrendo appunto anche più versioni della storia della "Sposa cadavere".
La storia del fantasma della fidanzata abbandonata che torna dalla tomba per vendicarsi dell'amante infedele è abbastanza un classico nelle storie di fantasmi, anche se in una delle versioni di Schulze ci viene presentata anche un'alternativa più originale: con la donna infedele condannata a ingannare gli uomini per testarne la fedeltà.
Diciamo che comunque la nuova sposa, e in particolare Libussa e i suoi genitori, alla fine un po' se lo meritano che il futuro marito della figlia muoia, dopotutto loro erano stati avvertiti che l'uomo aveva brutalmente lasciato la precedente fidanzata e non voleva ammettere niente, sperando che non lo scoprissero. Questo Conte di Martino non mi sembrava proprio una persona affidabile e fedele, anzi direi che ha dimostrato di essere piuttosto pusillanime e ingannevole, eppure sia per i genitori che alla ragazza va tutto bene: "Avete ragione, dovrei essere duro e cacciare via il duca dalla mia casa. Ma cosa ci guadagnerebbe la fidanzata che ha abbandonato, se lui comunque non la vuole rivedere? [...] Quanto tradimenti vengono commessi al mondo, che vengono perdonati quando avvengono in circostanze particolari!" In un certo senso forse il fantasma potrebbe pure aver salvato la futura sposa da un matrimonio infelice. Una versione che sicuramente la maggior parte delle persone non conosce, essendo differente da quella del film di Tim Burton, il quale viene citato in entrambe le edizioni, e che è giusto che venga letta e conosciuta, anzi sarebbe bello se venissero portati in Italia anche gli altri racconti contenuti nei volumi delle "Storie di fantasmi"del 1811/1815.
Una storia breve ma piacevole, una piccola chicca che fatalità ben due case editrici hanno tradotto e portato in Italia a distanza di pochi mesi l'una dall'altra, entrambe in due edizioni molto carine e graziose, ben curate e con illustrazioni in bianco e nero. L'edizione Caravaggio Editore è un po' più carina, in quanto presenta più illustrazioni e un formato leggermente più grande. Tuttavia essa ha solo una breve introduzione e poi, come materiale aggiuntivo, presenta un riassunto della leggenda ebraica del XVI secolo dal
titolo "Il dito". L'edizione ABEditore è comunque graziosa anche se proprio piccolina, tipo un tascabile, con una copertina dall'aspetto più semplice ed essenziale, la cui particolarità sono i decori i sovraimpressione incisi su tutta la copertina. Questa edizione ha però più materiale aggiuntivo, in quanto presenta una prefazione che fa da introduzione al racconto, con la biografia dell'autore e perchè il racconto è importante, e una postfazione in cui si approfondiscono, e chiariscono, alcuni aspetti della storia, come il ruolo delle donne, le altre versioni della leggenda...
La prima edizione è stata pubblicata a gennaio del 2024 dalla Caravaggio Editore nella collana "Classici ritrovati pocket", ha 112 pagine, la copertina flessibile e misura 16,5 cm d'altezza e 12 cm di lunghezza e costa 8,90 euro.
L'altra edizione è stata pubblicata a marzo del 2024 dalla ABEditore nella collana "Piccoli mondi", ha 120 pagine, la copertina flessibile e misura 15,7 cm d'altezza e 10 cm di lunghezza e costa 6,90 euro.
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