lunedì 18 dicembre 2023

Il collegio La Delizia di Renato Simoni e Antonio Rubino

"Il collegio La Delizia" di Renato Simoni (che si firma con lo pseudonimo di RE SI) e con trenta tavole illustrate da Antonio Rubino è un libro in rima pubblicato nel 1985 che originariamente uscì a puntate sul Corriere dei Piccoli nel 1913, un piccolo pezzo di storia che ho voluto recuperare visto che non ne ho mai sentito parlare.

Sopra: Sulla copertina compaiono il Direttore Pandispagna e Saetta, il quale stringe in mano il cartello con scritto "Libri e pane", motto della futura rivolta scolaresca.

La storia nasce come parodia sulla vita in collegio e come beffa alla minaccia dei genitori di mettere i propri pargoli in collegio se non si fossero comportati adeguatamente: "La minaccia di essere mandato in collegio era, infatti, allora, per un ragazzo svolgiato o impertinente, molto più grave degli scapaccioni e delle cinghiate che il suo babbo non gli lesinava [...]. Il collegio aveva fama di significar disciplina continua ed esigente, mai temperata dalle tenerezze materne; bacchettate impietose dispensate da maestri che, in loco parentis, applicavano vigorosamente la pedagogia della verga; cibi manipolati da cucinieri  che tutt'al più avevano imparato l'arte nelle caserme del Reggio Esercito; vessazioni innumerevoli, infine, come pesi, divieti di parlare con i compagni, esclusioni dalla ricreazione, e via di seguito."
I due autori "s'impegnarono dunque a smantellare quella bieca reputazione. e per venticinque puntate diedero vita a una pirotecnica di sberleffi, senza risparmiare nessuno, nè docenti, nè collegiali, nè bidello, nè materie di studio...". Il Collegio La Delizia infatti è una specie di Pese dei Balocchi di collodiana memoria, un luogo in cui non si studia n'è si legge, ma dove ci si riposa, ci si diverte, si gioca e si mangiano un sacco di dolci.

I.
"Nel paese di Cuccagna
c'è il Collegio <<La Delizia>>,
direttore: Pandispagna,
e bidello: Liquerizia.

Il programma della scuola, 
cari amici, è presto detto:
a poltrir tra le lenzuola
la mattina si sta a letto.

Sia ciascuno preparato,
al suonar dei dieci tocchi,
per un corso accellerato
di rottura dei balocchi.

Poi si studia matematica,
che, per dirla senza ciarle,
è la scienza dolce e pratica
di contar chicche e mangiarle.

Poi c'è un corso di pittura
con gran premio a chi è più destro
a dipinger sulle mura
il ritratto del maestro.

Con un po' d'inappetenza
a pranzare ognun si pone:
dieci punti in diligenza
a chi fa un'indigestione."

Come potete leggere i testi sono tutti in rima alternata (AB AB) per cui tutta la storia risulta sempre molto orecchiabile e piacevole da ascoltare, pur utilizzando a volte dei termini che per noi oggi possono risultare un po' inconsueti.
Tutto sembra filare liscio nel Collegio, finché uno dei bambini fa scoppiare una rivolta: "sotto il segno della fiducia verso i lettori, dunque, si sviluppano gli episodi della congiura, di stampo romantico e carbonaro, e della ribellione che avviene in un clima culturale ed eroico nel quale affiorano reminescenze classiche, ciceroniane e manzoniane per esempio, memorie di fatti storici rinascimentali, ma anche freschi ricordi della guerra di Libia conclusasi l'anno prima". Ma perchè scoppia una rivolta? Ebbene un bambino di nome Saetta, stufo di mangiare solo dolci e di giocare, chiede al bidello di poter leggere un libro. Ciò provoca un grande scandalo tra i professori, che condannano il comportamento del bambino, ma ben presto anche altri si uniscono a lui per dar vita a una rivolta.

XIV.
"Dissipata la paura,
tornan tutti al loro posto,
e ripiglian la congiura.
L'orator riprende tosto:
 
<<Siamo stanchi di dolciumi,
di balocchi e di pigrizia.
Noi vogliam pane e volumi,
nel Collegio <<La Delizia>>.
 
<<Quatti quatti ora scendiamo,
ad armarci fino ai denti,
e d'assedio circondiamo
direttore ed insiervienti.
 
<<Quuesta vita molle, apatica
finirà domani stesso!
Studieremo la grammatica!
Mangeremo il manzo allesso!>>
 
Cento mani n un momento
s'alzan verso il cielo scuro,
e con alto, fiero accento
gridan tutti: <<Giuro! Giuro!>>.

Prendon qualche accordo ancora,
e ad armarsi corron poi...
Nel cortile, dopo un'ora,
pronti son cinquanta eroi".


Sopra: L'inzio della storia, dove a sinistra si vede un'illustrazione che rappresenta proprio il collegio.

Il libro contiene 30 tavole illustrate da Antonio Rubino, le quali ricordano molto lo stile dei cartoni degli anni Venti, con personaggi dai tratti tondeggianti e molto caricaturali che conferiscono loro un aspetto buffo. Sono soprattutto i professori coloro che hanno un aspetto maggiormente esagerato, mentre per gli studenti tutto sommato la cosa è meno accentuata, anche se pure loro mantengono dei nasi molto lunghi e sporgenti (ad eccezione di Saetta che invece ha un piccolo naso a patata), una testa molto tondeggiante e delle orecchie molto grandi.
Per colorare le tavole sono stati scelti solamente tre colori: il bianco, il nero e un rosso/arancio, il quale è usato a volte in modo più intenso, ad esmepio quando tinge degli abiti o oggetti, oppure in modo più delicato, quando serve per colorare gli sfondi (muri e pavimenti)
Segnalo che in un paio di tavole compare anche una persona africana, per cui di pelle scura, rappresentata in un modo che, attualmente, verrebbe etichettato come razzista, in quanto disegnata secondo degli stereotipi razziali, con una caricatura dei tratti somatici tipici delle persone africane, la cosiddetta "blackface": la testa rasata, una pella molto scura, praticamente nera, delle labbra molto grandi, sporgenti e rosse, un grosso nasone, grandi occhi sgranati bianchi, e le mani di colore chiaro (anche se non vengono fatti indossare dei guanti bianchi). All'inizio non si capisce bene come mai in un paio di disegni compaiano queste persone così rappresentate, in quanto non sembrano studenti della scuola, poi in una delle filastrocche ci si riferisce a loro con il termine "Ascari". A quanto pare l'ascaro era un militare eritreo dell'Africa Orientale Italiana inquadrato come componente regolare nei Regi Corpi Truppe Coloniali (le forze coloniali italiane in Africa). Questi personaggi sono quindi un riferimento dell'illustratore alla guerra in Libia che, come scritto nell'introduzione, si era conclusa l'anno prima (nel 1912). 
Ricordiamoci comunque che, quando i disegni furono pubblicati inizialmente (nel 1913) la blackface non era ancora diventata sinonimo di stereotipo razziale, sarà solamente negli anni Sessanta, con il movimento dei diritti civili degli afroamericani e con Martin Luther King, che essa verrà giudicata in tal senso, portando tra l'altro anche alla censura di diversi cartoni, risalenti ai primi decenni del Novecento, in cui se ne faceva ampio uso, magari per prendere in giro la popolazione e la cultura africana (intento che l'illustratore di questo libro illustrato invece evidentemente non aveva). Se volete conoscere alcuni cartoni in seguito censurati e vietati guardatevi questo video: "11 cartoni proibiti".

 

 
Sopra: Alcune tavole disegnate da Rubino (probabilmente nel 1939, poichè quando la storia uscì sul Corriere dei Piccoli nel 1913 aveva altre illustrazioni) colorate di bianco, nero e rosso. In quella in alto a sinistra si vede la scena del processo a Saetta, a destra e in basso a sinistra alcune scene della rivolta, mentre in basso a destra si vede il processo degli studenti ai professori. Notate come nella penultima immagine, tra i ranghi degli studenti soldato, compaiano anche de i soldati della Libia, rappresentati con delle blackface.
 
"Il collegio La Delizia" di Renato Simoni è un bel libro che narra, in rima, una storia divertente ed ironica che vuole parodizzare la vita in collegio. Se i collegi avevano fama di essere luoghi molto severi, in cui bisognava studiare ed essere ligi al dovere e alle regole, quello proposto da Simoni è tutto il contrario. È un luogo in cui ci si diverte, si poltrisce quanto si vuole, si può disegnare sui muri, rompere i giocattoli e mangiare dolci in gran quantità. Ma prima o poi anche dei dolci, se si mangiano solo quelli, ci si stanca, e ci viene voglia magari di mangiare del semplice pane, peccato che Saetta non ne trovi da nessuna parte e, quando desidera bere dell'acqua per riprendersi da tutti quegli zuccheri nel sangue, il bidello gli porti solo bevande zuccherate. Ad un certo punto perfino di giocare e distruggere cose si stanca, così gli viene voglia di leggere un libro, cosa che nel Collegio La Delizia è severamente proibita, così i ragazzi mettono in atto una rivolta.
Come scritto nell'introduzione: "I ragazzi (è questa la tesi?), insomma, sono golosi, dosobbedienti, pigri, gli piace divertorsi, sdegnano lo studio, ma se gratti un po' questa crosat di luoghi comuni trovi che sanno di lettere e storia e magari di scienze, e che partecipano con slancio patriottistico, sia pure con le mdoalità che sono loro più congeniali agli eventi sui quali l'Italianetta fonda le proprie speranze di diventare grande".
I testi sono composti da rime alternate, che li rendono molto piacevoli da ascoltare in qaunto molto musicali all'orecchio,  pur utlizzando a volte dei termini che per noi oggi possono risultare un po' inconsueti in quanto "vecchi": balocchi, ciarle (chiacchere), chicche (per indicare le ciambelle), verzura, m'impippo, marameo, pinocchiato (dolce a base di pinoli e zucchero caramellato), sollucchero, marenata (antica merenda della tradizione piacentina), poscia, ligneo palafreno, guantiera (contenitore per guanti), giocondo, allesso (per dire lesso), fantaccini, scuria (frusta),... 
I testi sono comunque ricchi di termini che non rientrano nel vocabolario di base dei bambini di oggi, e che risultano per loro già un po' più ricercati: inappetenza, torpore, lavabo, stridio, crinale, schietta, tedio, mestizia, sdegno, acume, convittori, biasimo, ardisce, ingombre, carponi, apatica, oratore, crogiolandosi, bofonchia...
I testi quindi possono benissimo rappresentare un'ottimo spunto per poter apprendere dei nuovi vocaboli e per riscoprirne alcuni caduti in disuso: da quanto tempo non sentivo la parola "Marameo"!, mentre del pinocchiato e della marenata non avevo mai sentito parlare.
I testi sono suddivisi in trenta parti, ognuna delle quali accompagnata da un'illustrazione in bicolore di Antonio Rubino. I disegni mostrano una scena narrata nei testi (e i testi che si riferiscono ad essa vengono proprio riportati sotto l'illustrazione), con dei personaggi rappresentati in modo abbastanza caricaturale, anche se molto curati e facendo ben attenzione a cosa riportano i testi.  Ad esempio quando nei testi si dice: "manda gli ascari ad accendere in cantina i caloriferi" nella vignetta compare un soldato eritreo dell'Africa, una rappresentazione che richiama i tratti della così detta "blackface", oggi considerata una rappresentazione offensiva degli africani, poichè stereotipata e fonte di stereotipi razziali. Antonio Rubino probabilmente non voleva offendere le persone africane e ha rappresentato così questi soldati africani perchè all'epoca (primi decenni del Novecento) si usava disegnarli in quel modo, ricordo infatti che anche gli altri personaggi hanno un aspetto caricaturale, sebbene non così standardizzato. Essi inoltre sono stati inseriti come citazione e riferimento culturale della guerra di Libia (conclusasi l'anno prima, ricordiamo) e non come parodia degli africani.
Tenendo presente questo disclaimer sulle blackface (cosa che probabilmente i bambini neanche noteranno, così come accade in un altro albo illustrato, in cui è stato inserito un'avviso all'inizio riguardante proprio la blackface: "La storia Pik Badaluk") consiglio comunque questo libro, che presenta una storia divertente, ironica, ma che comunque fa riflettere, e che in un certo senso si intreccia alle vicende storiche dell'epoca. Nel finale tutto si conclude per il meglio, grazie all'intervento di un certo Buonsenso, che rimprovera per il loro comportamento entrambe le fazioni (professori e bambini), anche se loda la rivolta "contro la poltroneria", tanto che il Collegio La Delizia si trasformerà nel Collegio Il Dovere: "Il Collegio "La Delizia" / niun potrà mai più vedere; / un Collegio ora s'inizia / ch'ha per titolo <<Il Dovere>>".
Finale forse un po' buonista, nell'introduzione viene definito "pinocchiesco" e anche un po' ipocrita ("Il Buonsenso, che dà l'avvio a un finale un po' pinocchiesco, con tanti buoni proponimenti e persino la trasformazione del "Collegio La Delizia" nel "Collegio Il Dovere"), ma che tutto sommato si fa apprezzare e che sicuramente piacerà agli adulti.

Questa raccolta è stata pubblicata nel 1985 dalla Giunti MAZZOCCO, ha 107 pagine, la copertina rigida e misura 24,7 cm d'altezza e 17 cm di lunghezza e costava 15 000 lire.

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