"Le cronache di Prydain" scritte da Lloyd Alexander è una raccolta di 5 romanzi fantasy basata fondamentalmente sulla maggior parte delle leggende contenute nel Mabinogion, il testo mitologico più importante della letteratura gallese; la stessa ambientazione è un Galles immaginario. Tuttavia, come spiega lo stesso autore: "Questa cronaca della Terra di Prydain non intende essere una trasposizione in termini nuovi della mitologi gallese: Prydain non è il Galles, o almeno non lo è del tutto. L'ispirazione da cui è nato il racconto è sorta da quella splendida terra e dalle sue leggende ma, essenzialmente, Prydain è un luogo che esiste soltanto nel mondo dell'immaginazione".
Sopra: La copertina di questa raccolta riprende l'immagine che compare sul primo volume dell'edizione americana edita da Rinehart and Winston (1964-1968). La copertina (e anche i bordi delle pagine) rossa con immagini e scritte dorate risulta di grande impatto.
La saga è ambientata in una terra fantastica, che ricorda fortemente l'antico Galles. Prydain è una terra verde e in buona parte vergine, piena di
foreste misteriose, rilievi montani e brughiere, similmente a come in
passato era il Galles.
Politicamente, Prydain è una realtà frammentata, poiché la strega Achren, un tempo sovrana assoluta della terra, è stata tradita e detronizzata da Arawn Signore della Morte, un tempo suo allievo. Gli uomini si sono divisi in numerosi piccoli potentati chiamati Cantrev, ciascuno governato da propri sovrani, fra loro spesso in lotta. Solo un gruppetto di insediamenti denominati Commot
sono liberi da questo ordinamento, governandosi ciascuno per conto
proprio. Dalla lontana Terra d'Estate proviene la stirpe dei Figli di
Don, che hanno imposto nella città di Caer Dathyl come Sommo Re Math
figlio di Mathonwy, che cerca di governare e difendere i regni degli
uomini, ma che nei fatti ha un'influenza limitata nei confronti dei
sovrani minori. Un altro insediamento di rilievo è Caer Dallben, sede
del potente e saggio mago Dallben, nonché dimora di Taran e Coll. Infine, nella tetra landa di Annuvin domina l'oscuro mago Arawn, portatore della Corona di Ferro, che ripetutamente minaccia e attacca la terra di Prydain.
Tale raccolta contiene tutto il materiale che riguarda questa saga fantasy, composta da 5 libri e da 8 racconti:
- "Il libro dei tre": Il giovane Taran, "assistente-guardiano di maiali" di Dallben, si fa scappare la scrofa magica Hen Wen incontrando, nel corso della ricerca per ritrovarla, il principe Gwydion. Durante la ricerca della scrofa i due vengono però rapiti dai figli del Calderone (soldati morti viventi) e portati al castello di Achren (una potente strega). Qui Taran viene separato dal principe ma trova dei nuovi compagni con cui cerca di rintracciare la scrofa, della quale il Re dalle Lunghe Corna (il campione di Arawn Signore della Morte, antagonista principale della serie) brama di impadronirsi. Tali compagni di viaggio sono: Gurgi,
una strana creatura, simile ad un uomo con pelliccia e tratti
animaleschi, che vive in solitudine nella foresta; Eilonwy, una ragazzina dotata di poteri magici, allieva di Achren; Fflewddur Flam, un aspirante bardo, che però ha fallito gli esami per diventarlo e girovaga assieme ad un'arpa magica (a cui si rompono le corde quando il suo padrone mente).
- Il Calderone Nero (1965): Taran viene coinvolto in una spedizione organizzata dal principe Gwydion, per sottrarre al malvagio mago Arawn un calderone magico, col quale egli risveglia i morti da rendere schiavi immortali al servizio del suo esercito. Assieme a Taron e Gwydion partiranno con anche dei vecchi amici (Coll, Fflewddur Flam, Doli e, in seguito si uniranno anche Gurgi e Eilonwy) e nuove conoscenze come: re Smoit (un omaccione grande, grosso e simpatico, ma avventato), re Morgant (abile combattente freddo come il ghiaccio), il principe Ellidyr (che entra subito in attrito con Taran) e Adaon (un abile cavaliere e futuro bardo).
- Il castello di Llyr (1966): Eilonwy viene mandata all'isola di Monna per essere educata dalla regina Teleria per imparare ad essere "una vera principessa". Durante il viaggio lei e Taran conosceranno anche il principe Rhun, figlio della regina Taleria, inviato per accompagnare Eilonwy durante il viaggio in mare, un ragazzo vivace e solare, anche se parecchio goffo, ingenuo e non proprio furbo. Taran e i suoi amici tentano poi di salvare la principessa dai tentativi di rapimento della strega Achren, che la vuole rapire per i suoi loschi scopi.
- Taran il girovago (1967): Taran, assieme al suo compagno Gurgi, intraprende un lungo e pericoloso viaggio per Prydain, alla ricerca delle sue origini. Peccano che nessuno abbia la minima idea di chi possano essere i suoi genitori, così il ragazzo cerca di ottenere informazioni dalle tre streghe Orddu, Orwe e Orgoch, che gli diranno di provare a cercare lo Specchio di Llunet, che potrebbe trovarsi sui monti Llawgadarn, ma nessuno ne ha mai sentito parlare.
- Il Sommo Re (1968): Arawn Signore della Morte sferra l'attacco finale per sottomettere Prydain, e Taran e i suoi compagni tentano in ogni modo di fermarlo.
Sopra: In questa illustrazione, tratta dal primo libro, è possibile vedere circa tutti i componenti della compagnia con cui taran si mette in viaggio per poter salvare la terra di Prydain. Nell'immagine sono presenti: Doli (davanti a tutti con la torcia in mano, Taran (il secondo della fila), Gurgi, Eilonwy e Fflewddur Flam, che porta per le briglie la cavalla Melyngar.
Nel volume sono presenti anche poche illustrazioni (una per ogni libro, quindi 5 in tutte le 700 pagine del volume) in bianco e nero, realizzate da P.J. Lynch, un artista irlandese e illustratore di libri per bambini, che ha vinto
numerosi premi, tra cui due Kate Greenaway Medal e tre Christopher
Awards. Sono immagini a tutta pagina, molto dettagliate, che rappresentano dei personaggi mentre stanno compiendo qualche scena narrata nella storia. Sono interessanti perchè permettono di poter vedere l'aspetto di alcuni dei personaggi della saga, tra cui quello di Taran, Eilonwy e Gurgi e di alcune ambientazioni.
Sono disegni dallo stile molto "fantasy", con un aspetto molto dettagliato ma non propriamente realistico, ma capace di trasmettere una certa atmosfera incantata, ma anche un po' brutale. Sarebbe stato bello vedere qualche altra immagine all'interno del volume, anche a colori (l'artista è conosciuto per il suo eccezionale range di texture e colori), ma immagino che sia già tanto che abbiano inserito queste.
Sopra: Tre illustrazioni in bianco e nero prese dall'interno del libro (tratte rispettivamente dal secondo, dal terzo e quarto libro), opera del rinomato artista inglese P.J. Lynch.
"Le cronache di Prydain" scritte da Lloyd Alexander narrano una storia che di base presenta una trama molto classica dei fantasy: il protagonista Taran è un giovane ragazzo di bassa estrazione sociale che sogna un futuro migliore e pieno di gloria, mentre lui inizialmente è meno di guardiano di maiali. Il suo destino cambierà quando incontra il principe della terra di Prydain, venendo così catapultato di una grande avventura che vede coinvolte forze malvage e soprannaturali e la salvezza della stessa terra di Prydain.
Sicuramente la saga presenta una solida base fantasy classica, ma introduce anche alcuni elementi interessanti che già dall'inizio apportano qualche elemento, se non di novità, almeno curioso. Particolare il fatto che qui l'elemento magico sia rappresentato da una scrofa magica, che scappando mette in moto l'avventura del protagonista. Quest'ultimo è abbastanza il classico protagonista fantasy: un ragazzo sulla soglia dell'età adulta, di buon cuore ma ancora ingenuo e con poca esperienza, che sogna in grande e desidera vivere un'avventura, accorgendosi poi, una volta iniziata, che la tranquilla vita che viveva forse non era poi così male. Taran viene fin da subito descritto come un ragazzo con dei grandi sogni, che si sente oppresso dal suo tutore, che cerca di proteggerlo impedendogli però anche di fare esperienza. E' proprio questa mancanza d'esperienza che rende il personaggio fin da subito, agli occhi del lettore (ma anche di altri personaggi), molto ingenuo, spesso impulsivo e poco riflessivo, il che lo porta spesso a commettere degli errori anche sciocchi. Leggendo l'inizio della storia mi è anche venuto da chiedere se in effetti il suo tutore, Dallben, non avrebbe potuto insegnargli almeno qualcosina in più, ad esempio a imparare a difendersi con un'arma, cosa che gli sarebbe decisamente servita, invece sembra quasi che il vecchio lo abbia voluto tenere nell'ignoranza più assoluta. Perlomeno Taran dimostra di avere conoscenze mediche riguardo alle erbe curative, che usa più volte per curare i suoi compagni, quindi almeno qualcosa di utile gliela hanno insegnata. Che ho capito che, specialmente all'inizio, Taran non è proprio una cima, ma proprio per questo forse necessitava di un'istruzione più completa. Il ragazzo tuttavia matura molto nel corso della saga, sopratutto nel quarto libro, che è proprio incentrato sulla sua creascita interiore, visto che in questa parte Taran vuole scoprire le proprie origini e chi è lui veramente.
L'avventura vissuta da Taran comunque si rivela ricca di avvenimenti e costellata da incontri interessanti, sia positivi che negativi: ad esempio i Figli del Calderone, pur essendo dei semplici sottoposti, col fatto di essere dei non morti, sono piuttosto inarrestabili e costituiscono una bella spina nel fianco visto che non si può ucciderli ed è difficile toglierseli dai piedi.
Eilonwy è una ragazzina dal carattere sbarazzino, un po' petulante ma comunque utile, anche se un po' esasperante, che insegnerà al protagonista che non è bene sottovalutare le femmine, in quanto ella si dimostra fin da subito molto determinata a portare a termine i suoi obiettivi, oltre che molto agguerrita e testarda. Anche Gurgi è una figura interessante, in quanto all'inizio ci viene presentato semplicemente come una creatura debole, codarda e un po' approfittatrice, che si autocommisera e che cerca sempre di farsi dare un po' di cibo con ogni scusa. Nel corso della storia però imparerà a diventare un compagno leale, superando anche le proprie paure e imparando a condividere. Fflewddur Flam rappresenta invece l'elemento comico della compagnia, pronto a gettarsi in ogni impresa, anche la più pericolosa, peccato che le sue effettive capacità non siano all'altezza delle sue aspettative e della sua temerarietà; ama inoltre spesso indorare la pillola e "spararla grossa" (facendo costantemente saltare le corde della sua arpa).
Nel primo volume (e anche nel secondo tutto sommato) ho anche apprezzato che non ci fosse nessuna sottotrama romantica tra Taran e
Eilonwy, speranza che purtroppo ho (quasi) dovuto abbandonare. Già all'inizio del secondo
volume temevo che ce l'avrebbero inserita, invece fortunatamente per la maggior parte della storia non si fa accenno a questo aspetto, che viene un po' più sviluppato nel terzo, anche se comunque sempre in maniera molto soft e delicata (per mia fortuna). La storia d'amore in realtà è trattata in modo molto blando (anche se l'eroe
che alla fine si innamora dell'amica compagna di squadra, nonché unica
donna della compagnia, è piuttosto cliché), tanto che tutto sommato non ha infastidito più di tanto neanche me, che personalmente non amo molto l'inserimento
dell'elemento romance nei fantasy, anche se so che è una scelta
abbastanza gettonata. L'autore poi fa evolvere la
vicenda veramente molto lentamente: un'amicizia che si evolve pian piano in qualcosa di più (una cotta, da parte di Taran), senza sfociare in qualcosa di eclatante, ma che è sempre mantenuta molto leggera, quasi accennata, almeno fino al finale. Un po' probabilmente anche per l'immaturità dei protagonisti, soprattutto di Eilonwy in questo caso, che solo alla fine del terzo libro si deciderà a imparare a "diventare qualcosa di più di ciò che è" e iniziare a studiare per "diventare una vera signora". Si tratta comunque di un amore molto puro, in cui Taran sente la mancanza di Eilonwy e il desiderio di proteggerla (e si ingelosisce se qualcun altro vuole frequentarla e fidanzarcisi), in cui non emerge mai un desiderio fisico.
Nel suo insieme la saga, pur essendo stata scritta negli anni Sessanta, rimane ancora oggi una buona storia fantasy, adatta ai ragazzi (dai 10/11 anni, anche se le dimensioni del tomo unico non credo aiutino a regalarlo o farlo scegliere a ragazzi di tale età), ma che può essere apprezzata anche dagli adulti che amano il fantasy. I personaggi sono tutti piacevoli e, se non tutti sfaccettati, tutti hanno qualcosa che li rende memorabili, chi più e chi meno (tipo le tre streghe del secondo volume, pur comparendo solo per pochi capitoli, mi sono piaciute molto come sono state descritte). È una storia che parte con il classico protagonista ingenuo che sogna di essere un eroe e che alla fine finisce davvero per diventarlo, anche se non nel modo in cui lui pensava, chiamato a cercare di salvare la terra in cui vive da una grande minaccia esterna. C'è da dire che comunque Taran non è il classico eroe predestinato dei fantasy, in quanto l'inizio della sua avventura è dovuta abbastanza al caso e anche nel corso degli eventi non ci sarà nessuna rivelazione incredibile riguardo a lui. Inoltre nei libri passa proprio il messaggio che "l'unione fa la forza", in quanto, poiché anche il protagonista non è in grado di fare tutto (non è uno di quei protagonisti suber bravi, abilissimi e intelligentissimi che sembrano dei super eroi), impara a lavorare assieme ai propri compagni (che non sono perfetti neanche loro) per portare a termine le varie imprese. Taran è un eroe che imparerà a cavarsela solo con le proprie capacità (e con quelle dei suoi amici) di semplice uomo senza nessuno strumento magico, super potere o abilità particolare, e pure senza un titolo prestigioso, antenati nobili o grandi risorse a disposizione. In effetti credo che Taran sia uno dei pochissimi (se non l'unico) protagonisti di una saga fantasy a essere una semplice persona senza poteri o abilità particolari ed inoltre di bassa estrazione sociale.
Uno dei messaggi che traspare dal libro infatti è proprio quello che non conta il proprio status sociale, ciò che rende una persona nobile e degna sono solo e soltanto le proprie azioni, ciò che decide di fare e come decide di comportarsi nei confronti degli altri. Come realizza di principe Rhun nel terzo volume: "<<Fra voi non c'è nessuno che non sarebbe disposto a dare la propria vita per un compagno. [...] Un bardo, un'umile creatura della foresta, un Assistente Guardiano di Maiali.>> I suoi occhi incontrarono quelli di Taran e aggiunse, con voce bassa e triste <<Se io, che sono principe, non posso essere alla vostra altezza, allora dubito che riuscirò mai a essere considerato un vero principe, salvo che in questo>>".
P.S. Uno dei motivi che mi ha invogliato a iniziare a leggere questo libro è stato il fatto che io da piccola amavo il film "Taron e la pentola magica", che aveva mille difetti, ma adoravo la sua atmosfera e i disegni. Infatti, nel 1985, la Walt Disney Company produsse il lungometraggio animato "Taron e la pentola magica" (The Black Cauldron) basandosi liberamente sui primi due volumi della saga ("Il libro dei tre" e "Il calderone nero"). Dovendo condensare molto materiale in 50 minuti i cambiamenti sono stati tanti, tuttavia è stato bello leggere gli elementi rimasti fedeli al libro e da dove abbiano preso spunto per il film. Devo dire che tutto sommato libro e cartone hanno in comune più cose di quanto pensassi.
Sopra: La locandina inglese di "Taron e la pentola magica", che è più bella rispetto a quella italiana (che già chiamare il calderone "pentola" fa perdere molto pathos al titolo).
Tale raccolta è stata pubblicata dalla Mondadori nel 2022 per la collana "Oscar draghi". L'opera ha una copertina rigida, ha 756 pagine e
misura 24,7 cm d'altezza e 17,5 cm di lunghezza e costa 28 euro.
In realtà singoli volumi della saga e pure qualche raccolta erano stati editi in italiano anche in passato: "Il libro dei tre" fu edito nel 1993 dalla Salani; "Il calderone nero" fu edito nel 1986 dalla Mondadori e nel 1989 dall Editrice Nord; "La saga di Prydain" (che contiene i primi tre volumi) fu edito dalla Editrice Nord nel 1986 mentre "Taran di Prydain" (che contiene gli ultimi due libri della saga) è stato edito nel 1989 dalla Editrice Nord.
Sopra: In alto le copertine dei primi due titoli pubblicati in italiano e poi quelli delle raccolte dei primi tre e poi degli ultimi 2 volumi. In basso una raccolta inglese che comprende tutti e cinque i volumi della saga.
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