"La spada nella roccia" di Terence Hanbury White è un libro per ragazzi pubblicato nel 1938 inizialmente come volume autonomo, anche se poi diventerà il primo della tetralogia "Re in eterno" composta dai seguenti titoli:
- "La spada nella roccia" del 1938
- La regina dell'aria e delle tenebre (The Queen of Air and Darkness) del 1939 (pubblicato separatamente in una forma diversa come The Witch in the Wood, cioè La Strega nel bosco);
- Il cavaliere malfatto (The Ill-Made Knight) del 1940;
- La candela nel vento (The Candle in the Wind), pubblicato per la prima volta nella versione della raccolta, nel 1958.
- Il libro di Merlino racconta le ultime lezioni di Re Artù ricevute da Mago Merlino prima della sua morte e fu pubblicato separatamente, dopo la morte di White.
Di recente (2021) Mondadori ha pubblicato tutti i volumi assieme in un unico tomo dal titolo: "Il Re che fu, il Re che sarà: il ciclo completo del re in eterno".
Sopra: Sulla copertina compare la famosa scena (la cui illustrazione non è presente all'interno el libro) emblematica dell'infanzia di Artù, in cui egli estrae la spada dall'incudine/roccia
Il romanzo di White racconta la crescita di Artù col suo padre adottivo Sir Ector, la sua
rivalità ed amicizia con suo fratello adottivo Kay, più grande di 2 anni, e l'inizio
dell'addestramento con Merlino, un mago che vive il tempo al contrario.
Tutto ha inizio quando l'istitutrice di Artù (che in questa edizione è chiamato "Turacciolo", come diminutivo di Arturo, anche se in inglese è chiamato
"Wart", ossia "Bitorzolo") e Kay viene licenziata, così Sir Ector si mette in mente di trovare un altro insegnante privato per i ragazzi. Per andare a recuperare un falco che è scappato in un bosco, Artù fa il suo primo incontro con Merlino, che si proporrà di venire ad abitare a casa del ragazzo per fargli da mentore.
Merlino, conoscendo il destino del ragazzo, gli insegna cosa significa essere un buon re
trasformandolo in vari tipi di animali: un pesce, un falco smeriglio, un serpente e un gufo. Ognuna delle trasformazioni ha lo scopo di insegnare a Turacciolo una lezione, per prepararlo alla sua vita
futura.
Sopra: Un'illustrazione che mostra una conversazione tra Merlino e il giovane Artù/Turacciolo, mentre il gufo Archimede assiste alla scena dall'alto.
Il romanzo, in questa edizione Mursia della collana "I corticelli" ("La collana italiana che ha il privilegio di far conoscere ai giovani, in edizione integrale e in veste elegante e sobria, testi classici e moderni di alto valore letterario") è accompagnato dalle illustrazioni di Ad vander Elst.
Tutti i volumi di questa collana sono accompagnati da illustrazioni, solitamente a pagina intera ed a colori, anche se in questo caso le immagini sono molto poche, soprattutto considerando la lunghezza complessiva della storia.
Tutti
i diritti appartengono ai legittimi proprietari, non vi è alcun intento
di infrangere il copyright. Le immagini e i testi sono utilizzati a
scopo puramente informativo.
In tutto il libro ci sono infatti solo 4 illustrazioni (a colori e a pagina intera), le quali rappresentano sempre scene descritte in un determinato
capitolo, con i vari personaggi che ne prendono parte come ad
esempio un momento di dialogo tra Merlino e Artù (a cui sta assistendo anche Anacleto),
oppure l'incontro tra Artù e il cavaliere Pellinore (che indossa un'armatura bianca).
La rappresentazione dei personaggi, degli animali ma anche degli
elementi di sfondo è bidimensionale, ricordando quindi
gli arazzi medievali, e quindi parecchio particolare
A colpire però il lettore è l'uso dei
colori, che sono sempre molto chiari, vividi, accesi e
brillanti; tra le tinte più utilizzate troviamo il blu, il rosso, il fucsia, il bianco e il verde (talvolta c'è anche qualche tocco di giallo). Soprattutto quando si tratta di sfondi tali tinte sono utilizzate in modo poco inerente alla realtà, con muri di castelli blu e pareti di case (in legno) azzurre.
Le persone sono colorate in modo abbastanza preciso, ma non proprio realistico, con delle forme piuttosto semplici e spigolose, senza che i
colori fuoriescano dai bordi. Gli sfondi risultano invece molto più generici e poco particolareggiati, a volte con un paio di tinte mischiate e sovrapposte assieme con degli schizzi, mentre altre volte le tinte che contraddistinguono i vari elementi dello sfondo sono tenute ben separate, ma anche in questo caso l'effetto è piuttosto astratto e poco realistico, anche a causa dei colori talvolta un po' psichedelici.
Sopra: Le altre tre immagini presenti all'interno del romanzo, le quali rappresentano alcune scene narrate nei testi e alcuni personaggi quali Sir Ettore, Kay, Turacciolo/Artù, Merlino e Pellinore. Da notare i colori accesi e brillanti, le figure umane dall'aspetto non molto realistico, ma preciso e dai tratti spigolosi, mentre gli sfondi sono più astratti.
"La spada nella roccia" di Terence Hanbury White è un libro per ragazzi che narra la prima parte della vita di Re Artù, cioè la sua infanzia e il suo primo incontro con Merlino, nonché i suoi primi insegnamenti e lezioni. Il libro inizia come un leggero racconto sulle avventure del giovane
Artù, sulle lacune di Merlino sulla magia e sull'interminabile ricerca
di re Pellinore della "Bestia che Latra" o "Mostro Brac" (in originale Questing Beast), un animale che la sua famiglia caccia da sempre. Alcune parti di questo libro sono una parodia delle leggende su Artù grazie alle virtù della prosa di White, che si basa molto sugli anacronismi. Lo stesso Merlino spesso cita cose, oggetti o avvenimenti provenienti da epoche future, addirittura legate alla nostra contemporaneità; ad esempio quando Artù vede il mago per la prima volta lo sente esclamare: " - Sembra impossibile che uno non possa avere di meglio, dopo tanti anni di studi, che un benedetto pozzo e un benedetto secchio, a qualsiasi benedettissimo prezzo! Uffa" - aggiunse il vecchio signore, sollevando con sforzo il secchio dal pozzo e gettando a quest'ultimo una occhiataccia. - Quanto vorrei avere l'impianto elettrico e l'acqua potabile comunale! -".
Da questo romanzo Walt Disney ne trasse l'omonimo lungometraggio animato del 1963, dove il personaggio di Artù prende il soprannome di "Semola" nel doppiaggio italiano. Il cartone riprende molto bene l'umorismo e il lato comico dell'opera e ne trasporta alcune parti in modo piuttosto fedele e molto divertente, rendendo addirittura alcuni personaggi indimenticabili e memorabili, ancora di più che nel libro (tipo il gufo Anacleto). Anche certe scene sono rese nel cartone secondo me più divertenti, grazie al dinamismo dato dall'animazione (che quindi offre al lettore un'esperienza sia sonora che visiva) e dalle canzoni (leggendarie quelle ad esempio di "Questo il mondo fa girar" o "Higitus Figitus").
All'interno del volume è presente anche l'episodio con Maga Magò, che nel libro invece è chiamata Madama Mim, che ho scoperto avere alcune differenze rispetto alla versione animata, tra cui l'aspetto della maga, che viene descritta essere molto bella con "un'aria tutta zucchero e miele" ma "falsa come una moneta falsa". La strega inoltre riesce a intrappolare non solo Artù, ma anche Kay, il quale è stato "pizzicato ben bene per vedere se era bello grasso" e gli sono state date anche delle "gran pacche per sentire se sonava bene" ("come fanno i macellai con i capi di bestiame"). La donna infatti rinchiude i due ragazzi in delle gabbie con l'intenzione di mangiarseli (un po' come voleva fare con Semola, che però aveva le sembianze di un uccello, nel cartone), iniziando prima da Turacciolo, che spoglia prima di dargli un colpo in testa, poiché gli abiti dei ragazzini "vengono via meglio, se li spogli vivi, e a chi mai verrebbe in mente di arrostire un ragazzo con tutti gli abiti, sciupando la pietanza"?". Il ragazzo riesce a salvarsi grazie all'aiuto di un capro che lui riesce a liberare dalla gabbia e che corre ad avvertire Merlino, che quando arriva dà inizio al duello di magia (presente anche nel cartone, anche se Madam Mim nel libro è più corretta rispetto a Maga Magò). Inoltre mentre nel cartone Maga Magò semplicemente si ammala, nel libro viene proprio uccisa, poiché Merlino si tramuta in rapida successione rispettivamente "nei microbi (non ancora scoperti) della varicella, della scarlattina, degli orecchioni, della tosse asinina, del morbillo e della rosolia".
Mi sono soffermata a raccontarvi l'episodio su Madam Mim, confrontandolo con quello del cartone, anche perchè ho scoperto che esso è presente solo nelle edizioni originali, mentre fu tagliato nelle stesure revisionate. Sappiate dunque che in questa edizione della Mursia l'episodio è presente se siete curiosi di leggerlo (non so invece se nell'omnibus Mondadori di "Il re che fu, il re che sarà" esso ci sia oppure sia stato eliminato).
Come dicevo all'inizio nel 2021 Mondadori ha pubblicato tutti i volumi della saga "Re in eterno" assieme in un unico tomo dal titolo: "Il Re che fu, il Re che sarà", con la traduzione di Maria Benedetta De Castiglione. L'edizione che ho letto io è invece quella del 1964 della Mursia della collana "I corticelli": "La collana italiana che ha il privilegio di far
conoscere ai giovani, in edizione integrale e in veste elegante e
sobria, testi classici e moderni di alto valore letterario". Questa fu la prima traduzione italiana e per molto tempo anche l'unica; nella presentazione del volume ci viene spiegato: "Queste pagine narrano come e perchè un ragazzo a nome Arturo, da tutti chiamato affettuosamente Turacciolo, divenne il famoso re Artù dell'antica favola inglese. [...] Il lettore italiano ha ora l'occasione di conoscere questo libro che, nel suo genere, è stato giudicato un capolavoro, in una traduzione integrale che ha voluto rispettare le caratteristiche letterarie dell'originale. Il traduttore si è limitato ad aggiungere note o commenti soltanto in alcuni punti, nei quali un chiarimento poteva forse giovare. Per il resto, il testo rimane ciò che l'Autore desiderava: un'avventura proposta al lettore".In effetti le note a piè di pagina sono spesso molto utili, in quanto necessarie per chiarire alcuni termini che potevano essere facilmente noti ai lettori inglesi, poiché tipici della loro cultura, ma di cui il lettore italiano difficilmente ne sarebbe stato a conoscenza (termini e usanze ad esempio inerenti la falconeria, la caccia o i tornei). Alcune note spiegano anche alcuni termini tecnici tipo: "logoro" (con cui non si intende il verbo, ma un pezzo di cuoio che induce un rapace a tornare sul guanto), "mezzo gozzo", "barbacane", "scanizzare", "balteo", "stallare" ...
Nonostante le note e le spiegazioni a volte è comunque difficile riuscire a conoscere tutte le parole e i termini utilizzati dall'autore (tipo "tignuola", "capro", "bica", "balenio", "stanghe", "muda", "mazzolata", "sicumera", "schidione", ecc ...) forse anche a causa della traduzione che comunque è degli anni sessanta e attualmente si sente essere un po' vecchiotta.
La storia narrata comunque risulta semplice ma affascinante e piacevole (magari con qualche alto e basso, in quanto devo dire che un paio di capitoli li ho trovati un po' noiosetti). Una storia di formazione, con elementi comici/ironici, con il protagonista che conosce diversi personaggi (dai nomi noti, ma che l'autore riscrive conferendogli nuove caratteristiche e connotati che li rendono comunque inediti), affronta varie lezioni trasformandosi in diversi animali e vive alcune avventure, come quella con Madama Mim, una con Robin Wood/Hood, la caccia all'orso, l'incontro con un gigante....
Sebbene il volume sia illustrato, i disegni di Ad vander Elst, anche se molto originali e colorati, sono così pochi da risultare abbastanza secondari e quasi irrilevanti.
Per il linguaggio abbastanza complesso consiglierei la lettura autonoma a partire dai 10 anni in sù, ma anche assieme ad un adulto credo che ci sarà bisogno di un vocabolario durante la lettura.
Il volume è stato pubblicato originariamente nel 1938 col titolo "The Sword in the Stone" dalla Viking Books for Young Readers. L'opera è stata poi edita nel 1964 dalla Ugo Mursia Editore; ha 278 pagine, la copertina rigida, misura 21 cm d'altezza e 14 cm di
lunghezza e costava 20000 lire.
Sopra: In alto altre due edizioni, sempre della Mursia, di "La spada nella roccia", quella a sinistra del 1995 e quello a destra del 2001. In basso la nuova edizione del 2021 edita invece dalla Mondadori, che raccoglie tutta la saga di "Re in eterno".
Nessun commento:
Posta un commento