giovedì 16 luglio 2020

Atlante di botanica poetica di Francis Hallé

In questo post vi parlerò di un'altra opera divulgativa sul mondo vegetale: "Atlante di botanica poetica" di Fancis Hallé, un biologo e botanico tra i maggiori specialisti nell'ecologia delle foreste pluviali tropicali e nell'architettura degli alberi.

Sopra: La copertina di "Atlante di botanica poetica" ci mostra il disegno, realizzato dallo stesso Francis Hallè, di una Gunnera, una pianta che cresce anche sull'isola di Robinson Crusoe.

Come viene spiegato nell'introduzione: "Quest'opera presenta una selezione di piante particolari", che Hallé ha esaminato durante il suo lavoro nelle foreste tropicali. Piante, come lui le descrive, "dalle caratteristiche strane, dall'estetica bizzarra, dall'inattesa comicità o per la poesia che gli ronza intorno come le api di un alveare [...]."
Come precisa l'autore egli ha "messo da parte gli alberi ad alto fusto per presentare piante più piccole e più facilmente accessibili". Lo scopo di questo lavoro è infatti quello di presentare la foresta equatoriale come "un universo quasi magico dove si può vivere piacevolmente, a patto di guardare con empatia le piccole meraviglie che si offrono quasi a ogni passo al visitatore occasionale, il quale potrà soddisfare ampiamente le sue esigenze in fatto di bellezza, spaesamento e poesia."
L'opera è divisa in cinque parti, ognuna delle quali tratta piante che presentano un aspetto particolare, che si può intuire dai titoli dei vari capitoli:
  • "Record ed esuberanza": tratta di piante con caratteristiche e aspetti particolari. Piante quali: il Giacinto d'acqua (che vanta un'incredibile capacità riproduttiva), l'Albero della gomma (dal quale si ricava il caucciù), il Moabi (il più grande albero dell'Africa), la Raflesia (il fiore più grande del mondo)....
  • "Adattamenti": affronta piante che hanno sviluppato caratteristiche molto particolari che hanno permesso loro di adattarsi al meglio al loro ambiente. Tra queste piante potremo conoscere: la Gesneriacee a foglia unica (una pianta fatta di una sola foglia che vive aggrappata a una superficie verticale per evitare di finire sotto un mare di foglie e rami morti), la Helosis Cayennensis (la cui infiorescenza appassita la fa sembrare un fungo, per adattarsi all'assenza di luce), la Microelia Caespitosa (un'orchidea priva di foglie e di steli, che fa la fotosintesi con le radici, per evitare le perdite idriche, poiché essa non vive a terra ma sugli alberi)...
  • "I misteri del comportamento": descrive piante che presentano comportamenti all'apparenza strani o addirittura anomali, ma in realtà dettati da precise esigenze. Alcuni esempi di queste piante sono: l'Albero della Gomma delle Nevi (un eucalipto che non riesce a perdere le proprie foglie morte, le quali finiscono per proteggerlo dal freddo e dalla neve), la Vite dell'Amore (una pianta appartenente alla famiglia degli allori che parassita altri alberi), la Pianta Telegrafo (capace di muovere le sue foglie in presenza di rumori)...
  • "Coevoluzione tra piante e animali": parla di piante che si sono evolute in particolare sintonia con altri esseri viventi, tanto da creare delle simbiosi con questi ultimi. Tali piante sono: la Liana del Colibrì (una liana dalle cui urne vengono ad abbeverarsi colibrì e pipistrelli, i suoi impollinatori), la Barteria Fistulosa (un albero dai rami cavi che ospitano al loro interno formiche le cui dolorose e pericolose punture scoraggiano chiunque dall'avvicinarsi alla pianta, proteggendola), la Gurmania Lingulata (una pianta che si trova sulle cime degli alberi ad alto fusto, capace di riempirsi d'acqua e al cui interno si sviluppa quindi un vero e proprio ecosistema, creando una sorta di acquario sospeso)...
  • "Singolarità biologiche": tratta di vegetali che presentano aspetti biologici molto interessanti e particolari. Alcuni esempi sono: la Grande Felce Arborea Africana (una felce che, tramite i propri stoloni, può creare foreste di suoi cloni), la Victoria Amazzonica (una ninfea dalle foglie gigantesche, capaci di reggere il peso di un bambino), il Fico Strangolatore (che strangola tra le sue radici l'albero su cui è germogliato, facendolo morire e trasformandolo così in una fonte di nutrimento)...
La presentazione di ogni pianta è ricca di informazioni chiare e dettagliate, in cui l'autore utilizza un linguaggio piuttosto preciso e con termini specifici (di cui spesso fornisce comunque anche una spiegazione). Ogni descrizione, comunque, non è formata solo da dettagli tecnici, ma Hallé ha inserito anche racconti di esperienze ed opinioni personali. Vi riporto alcuni esempi.

Parte divulgativa: "Queste piante non sono parassite ma epifite, il che significa che crescono sui rami, lontano dal suolo [...] Le orchidee Microcoelia non hanno foglie nè steli, ma soltanto radici disposte a stella al centro delle quali si trovano dei graziosi fiori bianchi con un lungo sperone trasparente, parzialmente riempito di nettare. Le piante che vivono in assenza di suolo non hanno modo di conservare l'acqua, quindi devono limitare le perdite idriche. Poiché è l'evaporazione a disidratarle attraverso le foglie, è logico che le epifite abbiano di solito foglie piccole o addirittura ne siano del tutto prive."("Orchidee senza foglie" p.52)
"I tronchi delle felci sono collegati tra loro da stoloni, steli di piccolo diametro e con pochissime foglie, la cui funzione è la moltiplicazione vegetativa della pianta; nascosti sotto le radici, gli stoloni svolgono anche il ruolo di stabilizzatori. Ogni stolone fuoriesce da tronco e procede verso il basso; giunto al suolo inizia un tragitto di quattro o cinque metri che percorrerà sottoterra, poi si risolleva, esce dal terreno e diventa il tronco di una nuova felce." ("Una foresta di cloni" p.108)

Opinioni, esperienze e pensieri personali: "Nel 1962, risalendo il fiume Mana in Guyana, mi imbattei in quello che allora mi sembrò un fungo rosso, dal cappello non ancora aperto; il giorno dopo era morto. [...] Decisi allora di restare sveglio per osservare, e quella notte ebbi modo di assistere a fenomeni assai curiosi" ("La pianta travestita da fungo" p.44).
"Il Cirad di Montpellier mi aveva chiesto di andare a visitare il giardino botanico di Xishuangbanna, che si trova nel sud della Cina, nei pressi della frontiera con il Laos. Il giardino era stato creato in epoca Mao, e nessun europeo aveva ancora avuto modo di entrarci. [...]
E' convinzione diffusa che la scienza progredisca per accumulazione, ma purtroppo non è sempre così: a volte si fanno scoperte che la generazione successiva dimentica. Mi rattrista che nella botanica capiti spesso." ("La pianta che danza" p.66 e 69)

Sopra: Le pagine del libro che parlano della Pianta Telegravo, anche detta "la pianta che danza", poiché le sue foglie reagiscono e si muovo in presenza di rumori.

Le illustrazioni che accompagnano i testi sono funzionali a questi ultimi, in quanto sono state inserite allo scopo di far vedere al lettore i vari tipi di piante di cui l'autore parla.
Le immagini, personalmente, non mi entusiasmano, forse anche perché si vede che non sono state realizzare da un vero artista, ma bensì da Francis Hallé stesso, il quale è un biologo e un botanico, ma non un artista.
L'autore ha in realtà spiegato nell'introduzione la scelta di preferire i disegni alle fotografie: "Il tempo, in queste due arti, non ha lo stesso valore. Catturare un momento effimero, come accade al fotografo, vuol dire rassegnarsi, accontentarsi di un'informazione limitata; il tempo lungo del disegno è invece quello di un dialogo con la pianta, il tempo della riflessione -oltremodo necessaria se siamo di fronte a un alieno! Il disegno è un'opera del pensiero umano, e il dialogo con il "soggetto" disegnato ha bisogno di pensiero; se nell'osservare un alieno sorge una domanda, per me è importante che l'incontro duri il tempo necessario perché arrivi la risposta.[...]
Vediamo già profilarsi un secondo motivo per preferire il disegno alla foto. [...] Un disegno invece fa appello al cervello e alla mano del suo artefice, è pienamente opera del suo autore, senza intermediari. [...]
Ed ecco una terza ragione per preferirlo alla foto: [...] riconoscere che il disegno botanico è parte di quelle tradizioni preziose che è importante rispettare, far rivivere e arricchire."
Per Hallé, quindi, il disegno è un modo per lui per esplorare meglio la pianta a cui si trova davanti, qualcosa che gli dà il tempo di osservare e di riflettere su quest'ultima, nonché una forma d'arte preziosa da non perdere.

Sopra: Il disegno realizzato da Francis Hallé per il Giacinto d'acqua ha dei tratti preci e uno stile molto semplice ed essenziale, che serve a illustrare quanto spiegato nel testo.

Comunque, per quanto riguarda i disegni dei fiori e delle piante di Hallé direi che essi sono piuttosto buoni: precisi e realistici, anche se semplici e quasi minimalisti, ma comunque capaci di svolgere egregiamente la loro funzione rappresentativa e il loro scopo. Apprezzo meno invece il modo in cui l'artista ha disegnato le persone, che sono state inserite con lo scopo di fornire al lettore un'unità di misura da cui poter capire la grandezza delle varie piante. Le persone, infatti, a differenza delle piante, non vengono quasi mai colorate, ma sono lasciate in bianco e nero.
I colori utilizzati per la vegetazione non presentano nulla di particolare, sono dei semplici colori a matita usati per colorare le immagini in modo da dare al lettore un'idea del colore che hanno gli alberi e i fiori descritti e rappresentati.
Vi sono anche dei disegni lasciati in bianco e nero, utilizzati di solito per spiegare alcuni concetti particolari nei testi, infatti tali immagini appaiono più dettagliate rispetto alle altre.
Direi che i disegni di Hallé sono funzionali ai testi, ma non riesco a reputarli "artistici", poiché non mi trasmettono quella sensazione del bello che invece delle illustrazioni, anche botaniche (perchè le piante sono creature dall'aspetto meraviglioso e molto affascinante), dovrebbero riuscire a trasmettere.


 
Sopra: Le illustrazioni di Hallé delle piante sono buoni, semplici e funzionali, mentre non piace molto il modo in cui ha disegnato le persone (seconda immagine in cui si vedono due bambini vicino alla Rafflesia). Da notare inoltre come alcuni disegni siano stati colorati, per far capire al lettore i colori di una certa pianta, mentre altri, che servono a spiegare un concetto del testo, siano stati lasciati in bianco e nero (come la terza immagine, che serve a spiegare come funziona la Margravia Umbrellata).

"Atlante di botanica poetica" di Fancis Hallé è un'opera molto bella, interessante e ben scritta sotto il profilo divulgativo. Le informazioni in essa contenute sono molte e sono state scritte e riportate in un modo preciso e interessante, capace di suscitare la meraviglia e la curiosità del lettore.
Le illustrazioni di Hallé (corrette, chiare e semplici), che accompagnano i testi, svolgono egregiamente la loro funzione: rappresentare ciò che nei testi è spiegato, in quanto mostrano in modo realistico le varie piante. Tuttavia non li trovo pienamente soddisfacenti in quanto non riescono a trasmettermi quel senso di bello, di stupore e meraviglia, che la visione di tali incredibili piante dovrebbe invece far nascere.
Direi che comunque lo scopo dell'opera prefissato da Hallé ("Il mio sogno è che il lettore possa trarre da quest'opera un'immagine rinnovata delle grandi foreste equatoriali") sia stato raggiunto.

Questo albo illustrato è stato edito per la prima volta in francese nel 2018 col titolo "Atlas de botanique poétique" dalla Flammarion ed è stato pubblicato in italiano nel 2019 dalla L'Ippocampo Edizioni. Il libro ha 152 pagine, una copertina rigida, misura 26,5 cm d'altezza e 19 cm di lunghezza e costa 19,90 euro.

P.S. Collegato a questo volume c'è n'è anche un altro incentrato però sugli animali: "Atlante di zoologia poetica " di Emmanuelle Pouyedebat e illustrato da Julie Terrazzoni, le cui illustrazioni trovo che siano belle e decisamente soddisfacenti.

Sopra: La copertina di "Atlande di zoologia poetica" ci mostra un particolare cavalluccio marino, capace di mimetizzarsi tra i coralli.

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