lunedì 28 novembre 2016

The Tickle Tree di Chae Strathie e Poly Bernatene

"The Tickle Tree" è un albo scritto da Chae Strathie e illustrato da Poly Bernatene nel 2010, un libro che parla di luoghi incredibili, personaggi bizzarri e di sogni.

Sopra: La copertina di "The Tickle Tree" mostra l'Albero del Solletico e il bambino protagonista della storia, colui che sogna i sogni rappresentati all'interno del libro.

"Have you ever been (Sei mai stato) there where the Tickle Tree (Albero del Solletico) grows and laughs as it jiggles its twigs (ramoscelli) on your toes?" oppure "Have you sat on the back of a giant galumph and let out (emettere) a "whoop" as you slid (scivoli) down its hump (gobba)?".
Queste sono le domande che questo libro illustrato pone al lettore all'inizio e, se come dice questo albo, la risposta è no, non dovete disperarvi perché "I'm sure that there's some way for you to get there".
"Have you leaped like spring bungle up to the star and said "howdy-do!" to the Grimgles on Mars?", No? Beh, farlo è semplice, ma se volete scoprirlo dovrete aspettare ancora un po'…
"Have you had a pink puffalunk's last piece of pie or climbed (salito) a free fangdangle up to the sky?"
Non ditemi che non l'avete mai fatto… Va bene ve lo mostrerò, ma prima chiudete gli occhi, perché altrimenti come farete a sognare? Già perché, sennò, in quale altro posto, se non i vostri sogni, potreste trovare e fare tutte queste cose fantastiche?
Questo è, a grandi linee, il modo in cui si dipana la storia di questo albo, nel quale l'autore parla direttamente col lettore, ponendogli delle domande dirette, reagendo alle possibili risposte e dandogli la promessa di avere delle risposte, che arriveranno, ma solo alla fine.
I testi dell'opera, come avrete capito, seguono una struttura particolare, composta da una serie di interrogativi posti al lettore, e di risposte e commenti da parte dello scrittore. Come avrete potuto notare da alcune delle frasi del libro che ho riportato precedentemente, questo albo ha dei testi in rima, in particolare in rima baciata (A A B B):
"Have you scratched (grattato) an old crabbysnap under its chin (mento)
or slept through the sound of a boomjangle's din (baccano)?"
Oltre a questo i testi sono pieni di parole bizzarre e inventate (come crabbysnap, boomjangle, blubbalub, springbungle, frink, ecc…), spesso composte dall'unione di due termini.

Sopra: Una delle immagini che mostra un sogno in cui i bambini scivolano sulla schiena del galumph emettendo un "Wooop", come descritto nel testo.

Le illustrazioni presenti nell'opera sono belle, colorate, ricche di particolari, di fantasia e molto importanti poiché di supporto ai testi. Esse, infatti, rappresentano visivamente quanto spiegato (e anche più), fornendo un supporto alla comprensione dei testi, i quali, come ho detto poco prima, hanno molte parole inventate e quindi potrebbero risultare di difficile comprensione.
In queste immagini, oltre agli elementi fantastici e inventati che appartengono al sogno, vediamo sempre anche dei bambini, in particolare un ragazzino vestito con un pigiama arancione a pois gialli (il protagonista del libro, cioè il sognatore di questi sogni) e una bambina dai capelli corti biondi (forse la sorella o la migliore amica del protagonista, o comunque una persona importante per quest'ultimo).
Le sequenze che rappresentano il mondo dei sogni, in cui vediamo divertirsi questi bambini, sono poi molteplici e molto variegate: città abitate da un gigante di cui è possibile utilizzare la schiena come scivolo, un mondo fatto di dolciumi, lo spazio pieno di stelle in cui è possibile incontrare strane creature, prati verdi in cui fare una gara in groppa a degli insetti …


Sopra: Queste due illustrazioni mostrano alcuni dei sogni che il bambino sta realizzando e che rappresentano visivamente quanto descritto nei testi. Notare come, oltre al protagonista, in queste immagini siano presenti anche altri bambini, in particolare una con una camicia da notte rosa e i capelli corti e biondi.

Le immagini, tuttavia, non si limitano a supportare la storia, ma sono parte integrante di essa e, inoltre, presentano alcuni elementi molto interessanti, ad esempio si può notare che le illustrazioni che rappresentano la città in cui vive il protagonista (quindi quelle che mostrano la realtà, e che intervallano quelle in cui vediamo i sogni del bambino), sono degli ingrandimenti, dei focus. Ciascuna di queste immagini sulla città mostra infatti in modo sempre più ravvicinato quando rappresentato nell'illustrazione precedente. All'inizio si parte con l'Albero del Solletico (il Tickle Tree), dove la città è presente a destra nello sfondo; poi l'inquadratura si focalizza sulle abitazioni, mostrandole però ancora da lontano; qualche pagina dopo ci viene ancora mostrata la stessa città, ma ora solo alcune case vengono comprese nell'illustrazione. Nell'immagine ancora successiva l'osservatore è così vicino da poter vedere dentro la finestra di una di esse, in cui si scorge un bambino addormentato nel suo letto e, infine, l'artista, con la sua ultima illustrazione, fa entrare l'osservatore direttamente nella stanza, così da vedere il bambino frontalmente e riconoscere nei suoi tratti quelli del ragazzino presente in tutte le illustrazioni dei sogni, inoltre, dalla finestra della camera, si può ammirare l'Albero del Solletico, con cui il lettore aveva cominciato la lettura, nella prima pagina.

  

  

Sopra: Queste immagini mostrano sempre più da vicino una parte del paesaggio del mondo reale, focalizzandosi prima sulla città, poi su alcune case, poi sulla finestra di una casa, e infine mostrando l'interno della camera da letto del protagonista del racconto, mentre fuori dalla finestra, in lontananza, è possibile vedere l'albero presente all'inizio della storia.

Questa è un'opera molto piacevole sia da guardare che da ascoltare (grazie ai testi in rima), e particolarmente adatta come storia della buona notte, grazie alle immagini dalle atmosfere a tratti calme e rassicuranti (quelle del mondo reale, di notte), e altre volte (le sequenze dei sogni) allegre, dinamiche, energiche, stravaganti e fantasiose. Un libro che può essere un ottimo spunto per viaggiare con l'immaginazione, mostrando e proponendo al lettore varie situazioni fantasiose e divertenti, tra l'altro poco strutturate, probabilmente così da lasciargli una maggiore libertà espressiva.

Questo albo è stato edito nel 2010 dalla Parragon, ha 24 pagine, la copertina rigida e misura 24,7 cm d'altezza 24,5 cm di lunghezza; costa circa 9 euro.

Tutti i diritti appartengono ai legittimi proprietari, non vi è alcun intento di infrangere il copyright. Le immagini e i testi sono utilizzati a scopo puramente informativo.

martedì 22 novembre 2016

The wonder di Faye Hanson

"The wonder" di Faye Hanson è un albo illustrato che vuole mettere in risalto la fantasia e l'immaginazione dei bambini, due cose che spesso, in questo mondo molto pragmatico, vengono sottovalutate e dimenticate, o comunque limitate.

Sopra: La copertina di "The wonder" mostra il piccolo protagonista del racconto, posto in un anonimo sfondo bianco, disegnato con una paletta di marroni e bianchi dai pacati toni pastello. E' evidente che ciò che si voleva far risaltare, in questa copertina, fosse il titolo, cioè la parola "wonder" (meraviglia), le cui lettere sono state rese tutte con una scrittura e uno stile diversi, e rese molto allegre e colorate, circondate pure da dei fuochi d'artificio.

Nella prima pagina conosciamo il piccolo protagonista della storia, che ci viene presentato, mentre la madre lo prepara per andare a scuola, con questa frase: "This is a boy whose head is filled with wonder".
Il racconto prosegue con il percorso del bambino, a piedi, attraverso un parco, verso la fermata dell'autobus, poi con quello in autobus verso un'altra fermata e infine da quest'ultima fermata verso la scuola. Durante questo tragitto al protagonista capiterà di vedere per tre di volte degli elementi della sua fantasia, ed tutte le volte ci saranno degli adulti (prima un giardiniere, poi l'autista e infine un vigile che dirige il traffico) che rimprovereranno il ragazzino accusandolo di avere la testa tra le vuole e di essere distratto, intimandogli di stare più attento e di svegliarsi.
Anche a scuola le cose non andranno meglio: ancora prima di varcare il cancello di entrata (il quale il protagonista immagina subito essere una sorta di portale verso un mondo straordinario) un'insegnate lo accoglie con questa frase: "No daydreaming today!"; e neppure con il maestro di scienze andrà meglio. Sarà solamente durante l'ora di arte, quando la maestra lascerà gli studenti liberi di usare la loro immaginazione davanti a un foglio bianco, che il bambino potrà lasciar volare la sua fantasia, trasportando il lettore in un altro mondo, pieno di meraviglia…
Quando il tempo finisce, e la maestra ferma i lavori e chiede chi vuole mostrare il proprio, il protagonista si alza e fa vedere il suo foglio all'insegnate, la quale esclama: "How wonderful! (…) What an incredibile imagination you have." Il che è vero, visto che questo bambino, come si è detto all'inizio, ha la testa piena di meraviglia, abbastanza per condividerla con tutti…

Sopra: Quest'immagine riporta le scene in cui il protagonista prende il bus, e in cui l'autista lo rimprovera dicendogli di svegliarsi dopo che il bambino ha urtato un'altra passeggera. In alto a destra dell'immagine si possono vedere degli oggetti, frutto della fantasia del bimbo, che si notano subito per il loro colore più acceso, e che riprendono elementi che il protagonista aveva guardato nella scena precedente (macchine, fili di lana, una bicicletta …).

I testi del libro sono composti da frasi semplici e brevi che accompagnano le varie illustrazioni. Da quando il bambino esce di casa fino all'ora di arte i testi seguono uno schema preciso: vi è una prima parte della frase, collocata in alto a destra, che descrive cosa il protagonista sta facendo o dove si trova ("Waiting for the bus", "In his science class"…), la seconda parte della frase, collocata invece in basso a sinistra, descrive cosa il protagonista si sta chiedendo mentre osserva ciò che lo circonda (queste frasi infatti cominciano sempre con la parola "He wonder…", si chiede). Nella facciata a destra sono invece presenti i discorsi diretti degli adulti, i quali si rivolgono al bambino per intimargli di fare attenzione e di non essere distratto ( "Wake up, daydreamer!" grumbles (brontola) the bus driver as the boy bumps (urta) into another passenger").
Quando comincia la pare in cui il bambino si lascia trasportare dalla sua immaginazione non vi sono frasi di testo, e l'intero spazio delle pagine è occupato solo ed esclusivamente dalle immagini.
Alla fine del libro (dopo il dialogo della maestra di arte) viene poi ripresa la frase iniziale "… this is a boy whose head is filled with wonder", a cui, girando pagina, viene aggiunto anche un altro pezzetto: "Enough to share (condividere) with everyone".

Le illustrazioni, grande punto di forza di questo albo, sono molto belle e interessanti da osservare: l'illustratrice ha infatti scelto di utilizzare per la realtà una tavolozza di colori marroni e bianchi, sfumati con grande maestria per ottenere un gran varietà di particolari e di luci e ombre (guardare ad esempio le pieghe delle stoffe degli abiti o dello zaino). La monotonia della realtà contrasta fortemente con gli elementi fantastici immaginati dal protagonista, i quali sprizzano invece colore e allegria.
Questi elementi cominciano a comparire fin dalle prime pagine, in mezzo agli ambienti della realtà, ma solo a piccole dosi, poiché limitati dai rimproveri degli adulti verso il protagonista. Va notato che tutto ciò che il piccolo immagina parte da un elemento della realtà, cosa che l'autrice ha voluto farci capire tramite delle scenette che precedono quella in cui compare un elemento di fantasia: ad esempio, poco dopo essere uscito di casa, lungo la strada per prendere il bus, vediamo il protagonista mentre osserva un uccello, e nella pagina accanto, in cui il custode del parco rimprovera il ragazzino dicendogli di di avere la testa fra le nuvole, l'elemento immaginario che compare è appunto un cigno (quindi un uccello) adornato da piume colorate (che gli fanno da copricapo e da sciarpa) e gioielli.

Sopra: Mentre si dirige alla fermata del bus il bambino, passando per un parco, nota un uccello che vola, e così, nella pagina accanto, mentre il guardino gli intima di stare più attento per non calpestare l'erba, il protagonista vede un uccello (un cigno) dalle intense e vivaci sfumature arancioni, adornato da piume e gioielli, frutto della propria fantasia.

Per più di metà libro, cioè fino a quando il bambino non potrà sfogare la propria immaginazione, vedremo questi elementi di meraviglia continuare a comparire nelle illustrazioni, donando un tocco di colore e di vivacità alla scena, in cui predominano invece delicate sfumature marroni e bianche.
Prima di entrare nelle pagine in cui vedremo la fantasia del protagonista scatenarsi, ce ne saranno un paio di transizione, che preparano il lettore a questo passaggio: dal mondo reale a quello dell'immaginazione, dove domina la meraviglia.

Sopra: Ecco le pagine che rappresentano il momento di transizione tra la realtà e il mondo immaginario del bambino. A sinistra, con una prospettiva dall'alto vediamo il protagonista che comincia a disegnare, mentre degli uccelli colorati (dello stesso tipo che abbiamo visto nell'illustrazione con il guardiano del parco) guidano l'occhio del lettore verso destra, invogliandolo a girare la pagina (così come sta facendo l'uccello con l'angolo in alto a destra).

Quando infine entreremo in questo mondo immaginario il lettore non potrà non stupirsi di fronte alle splendide illustrazioni a doppia pagina così ricche di colori e di dettagli. Ciascuna illustrazione rappresenta un differente luogo e momento, con differenti situazioni e personaggi; tuttavia, ciascuna sarà ispirata agli elementi che il protagonista aveva cominciato a immaginare durante la mattinata, elementi che vedremo espandersi per dar vita a luoghi meravigliosi e incredibili. In queste tavole sarà inoltre possibile ritrovare comunque riferimenti all'esperienza reale del bambino: in alcune illustrazioni vediamo infatti comparire alcuni adulti che il protagonista aveva incontrato quel giorno (il guardiano del parco e l'insegnante di scienze), oppure alcuni elementi come il gelato del gelataio o l'insegna della scuola.

Sopra: Questa è la prima illustrazione che rappresenta le fantasie del bambino, e come si può vedere essa riprende il momento in cui il protagonista attraversava il parco dove aveva incontrato il custode, il quale è anch'egli presente in quest'immagine, e dove si era immaginato quell'uccello arancione ornato da piume e gioielli, lo stesso tipo di volatile che possiamo vedere anche qui sopra.

Come ho detto poco sopra queste illustrazioni a doppia pagina sono molto colorate, a differenza delle scene in cui era rappresentata la realtà, tuttavia ogni tavola è caratterizzata da una scelta differente di colori: in una sono molto accesi, intensi e brillanti, in un'altra vi è una netta predominanza dei blu, dei rossi e dei bianchi, e in un'altra ancora dei blu e dei bianchi dai toni più smorzati, anche se sempre brillanti e luminosi.


Sopra: Le illustrazioni a doppia pagina in cui il protagonista si lascia trasportare dalla sua immaginazione sono ricchissime di elementi, dettagli e colori, tuttavia per ogni tavola l'artista a scelto delle tinte differenti. Nell'immagine più in alto predominano i colori primari e secondari, brillanti e accesi, mentre in quella più in basso vi è una predominanza di blu e bianchi.

Il lettore, una volta che il bambino, finita l'ora di arte, torna alla realtà, potrà notare nei disegni una maggior presenza di colori: non più solo sfumature marroni e bianche, ma anche pacati rossi, gialli, viola, arancioni, verdi ...

Sopra: Questa è la prima illustrazione in cui il protagonista ritorna alla realtà, che ora appare comunque più colorata rispetto a prima, come possiamo vedere dalla presenza di altri colori oltre al marrone e al bianco (le sedie viola, i capelli arancioni della bambina in primo piano, le rose rosse vicino all'insegnate, gli addobbi colorati ….)

Come si può già capire anche da ciò che ho scritto in precedenza, questa è un'autrice che presta molta cura nei dettagli, e infatti voglio segnalarvi una piccola cosa che ho notato a proposito dell'ultima illustrazione del libro, in cui vediamo il protagonista, ormai cresciuto, mentre espone in un grande edificio una sua opera, ammirata da migliaia di persone: ebbene, se guardate bene tra le persone del pubblico, potrete notare che molti di questi sono personaggi che avete incontrato durante la lettura: vi sono infatti (oltre ai genitori del protagonista)  i vari insegnanti del ragazzo, l'autista, il guardiano del parco, perfino i passanti e anche (probabilmente) alcuni compagni di scuola del protagonista, ora cresciuti anche loro.



Sopra: In alto la scena finale del libro, con il protagonista cresciuto che sta esponendo una sua opera, mentre tra il pubblico (che vi mostro più da vicino nell'immagine più in basso) possiamo vedere alcuni personaggi che abbiamo incontrato nel corso della storia: con le frecce rosse ho indicato i maestri del ragazzo, con quelle gialle gli adulti incontrati dal bambino lungo il tragitto verso la scuola che lo avevano ripreso, e con quelle verdi alcuni passanti.

Quest'opera si presenta come un bell'albo di qualità, con testi curati e illustrazioni dalle linee morbide in cui viene sfruttato sapientemente l'uso del colore. La storia narrata è tanto semplice quanto importante, e invita gli adulti a considerare l'importanza che l'immaginazione e il senso di meraviglia ricoprono nella vita di un bambino (e anche in quella degli adulti stessi). Una storia che probabilmente ci vuole inoltre far capire come sia importante coltivare il proprio talento e la propria immaginazione, oppure sostenere coloro che ce l'hanno (penso ad esempio ai genitori di questo bambino, che nelle poche illustrazioni in cui compaiono ci vengono mostrati sempre premurosi e attenti nei confronti di quest'ultimo) in modo che questi possano poi condividerla con tutti.
Mi pare che questa storia voglia però anche comunicare il fatto che comunque non sempre è possibile seguire la propria fantasia, che ci sono momenti in cui è invece necessario prestare attenzione anche alla realtà (come quando il vigile richiama il bambino che sta attraversando le strisce chiedendogli di fare attenzione, oppure quando il maestro di scienze rimprovera il protagonista spiegandogli che non si può essere distratti in un laboratorio). L'importante è che ci siano anche degli spazi e tempi, durante la giornata, in cui poter dar libero sfogo alla propria creatività, spazi e tempi come l'aula e l'ora di arte (in questo caso), in cui il bambino ha potuto finalmente lasciarsi trasportare dalla propria immaginazione senza correre pericoli.
Talvolta, tuttavia, si tende a trascurare l'importanza (e la necessità) di questi momenti, classificandoli come inutili e come una perdita di tempo. A tale proposito mi viene in mente anche il libro illustrato de "I colori dimenticati e altri racconti illustrati" di Sivia G. Guirado, in cui si sottolinea l'importanza dell'arte nelle nostre esistenze, e, soprattutto, quello de "La inspiracion dormida. Regreso a los colores olvidados" sempre di Sivia G. Guirado, in cui la protagonista sta perdendo la propria ispirazione e la propria voglia di disegnare, e quindi anche la sua felicità e serenità, a causa dei troppi impegni quotidiani. Se volete conoscere meglio quest'ultimi due titoli potete dare un'occhiata ai post in cui ne ho parlato: qui (per il primo) e qui (per il secondo).

Quest'opera è stata pubblicata in inglese nel 2014 dalla Templar books, ha 40 pagine, e misura 29,5 cm d'altezza e 25,5 cm di lunghezza. L'albo è dotato di una copertina rigida e di una sovracopertina e costa 16,99$ (circa 15,50 euro), esiste comunque anche un'edizione con al copertina flessibile che costa dai 5 ai 9 euro.

Tutti i diritti appartengono ai legittimi proprietari, non vi è alcun intento di infrangere il copyright. Le immagini e i testi sono utilizzati a scopo puramente informativo.

lunedì 14 novembre 2016

The art of Amy Brown

"The art of Amy Brown" è un volume che raccoglie al suo interno  diverse illustrazioni di questa artista che ha cominciato a dipingere fate nel 1992, e da allora non ha più smesso, diventando una famosa illustratrice fantasy. I suoi dipinti sono ormai presenti su vari oggetti: oltre che in artbook o in libri da colorare, possono essere trovati anche su tazze, magliette, calendari, borse, cuscini, oppure riprodotti con tatuaggi o statuette.

Sopra: La sovracopertina di questo artbook ci mostra un dipinto intitolato "Mystique".

All'inizio del libro è presente un'introduzione di Charles de Lint, nella quale si parla un po' dell'artista, si racconta di come sia in grado di creare tramite semplici materiali le sue illustrazioni ("Put a pigment on paper in such a manner that you feel ad though you're a a window, peeking into a real world."), del suo bisogno di rappresentare ciò che sente e che vede nella sua testa ("Often there are days when I really don't want to paint, I HAVE to paint. The urge to create is almost a wild, living entity trapped inside me, clawing to escape"), e degli inizi della sue carriera, quando ancora lavorava in una galleria d'arte e il suo capo le chiese di dipingere qualcosa per riempire uno spazio rimasto vuoto.
Dopo l'introduzione di un paio di facciate, si susseguono l'una dopo l'altra più di un centinaio di illustrazioni realizzate dall'artista, poste in ordine alfabetico in base al titolo del disegno. Sotto ogni dipinto è presente un breve commento di una o due righe della Brawn.

La Brown, come ho già detto, è un'artista specializzata nel fantasy, ella rappresenta in particolare fate, tuttavia tra i suoi lavori, e in quelli di questa raccolta in particolare, sono presenti anche altri soggetti come: sirene, unicorni, angeli, draghi, spiritelli, folletti. Come lei stessa spiega nella pagina del suo sito (qui) le fate hanno cominciato ad acquisire per lei un significato più complesso ed evoluto rispetto alla semplice e tipica definizione di "ragazze alate che svolazzano in giro nei boschi o nei giardini". Per lei le fate sono creature sagge, maestose e bellissime, talvolta anche terribili e crudeli; esse incarnano la grazia, il mistero, la meraviglia, il miracolo, ma anche l'inganno e il desiderio. 
La maggior parte delle creature rappresentate dall'artista sono alate (fate e angeli), poiché per quest'ultima le ali possono essere simbolo di libertà, illuminazione e crescita spirituale, ma anche di potere o di forza (le piume, in particolare, possono essere attribuite agli spiriti liberi o essere associate ad una natura oscura e triste). Le corna e i palchi, (altro elemento presente nei suoi lavori), invece, suggeriscono una saggezza senza tempo, la grazia, oppure, in certi casi, anche la malizia e la furbizia.

  
Sopra: L'immagine a sinistra, che rappresenta una creatura alata, si intitola "Lighting the Way" e secondo la descrizione sotto di essa questo angelo ha il compito di guidarci verso i nostri destini. Quella a destra, invece, è una donna con le corna, che per la Brown rappresentano la saggezza senza tempo; quest'ultima illustrazione si intitola "Forest Spirit", ed è stato uno dei primi tentativi della Brown di affrontare uno sfondo pieno e completo.

Lo stile della Brown è immediatamente riconoscibile e può essere facilmente ricondotto a lei: i tratti del viso e del corpo, l'uso dei colori ad acquerello, la ricchezza di dettagli e la presenza di alcuni elementi particolari che caratterizzano i soggetti dei suoi lavori (come le calze a righe, i tatuaggi o piercing). La ricchezza di dettagli può essere ad esempio apprezzata osservando alcuni elementi come le ali, gli abiti o talvolta anche i paesaggi, a cui l'artista ha dedicato molta attenzione, rendendo ogni soggetto unico.
Le creature da lei dipinte sono molto graziose, delicate, eleganti, spesso maestose. I suoi lavori sono solitamente molto colorati, anche se non mancano immagini con tonalità ed atmosfere più cupe o fredde; come Charles de Lint dice nell'introduzione: "There are shadows (ombre) whispering (che sussurrano, bisbigliano) at the edges (bordi) of the lighter subjects, and some of the subjects are far more worldly (mondane, terrene) than the preatty faeries you'll find elsewhere (altrove), in the work of her peers (coetanei) as well as in some paintings of this book."

  
Sopra: Una cosa che caratterizza le fate e gli angeli della Brown è la presenza di elementi quali calze (a righe solitamente) e tatuaggi. Nell'immagine a sinistra, intitolata "Gargoyle II", possiamo chiaramente vedere questo primo elemento, mentre in quella a destra, "Blue angel", è presente il secondo, sul braccio dell'angelo.

  
Sopra: L'immagine a sinistra ("Tempus fugit") è un ottimo esempio delle illustrazioni della Brawn molto colorate e con colori brillanti, mentre in quella a destra ("Memory of wings") le tinte utilizzate sono cupe e tetre. In entrambe si possono comunque apprezzare la ricchezza dei particolari e la cura dei dettagli (osservare ad e sempio gli abiti e le ali). 

Come ho giù accennato, i soggetti preferiti dalla Brown sono solitamente personaggi femminili come fate o angeli (ma anche sirene ogni tanto), e talvolta queste sono ritratte in compagnia di altre creature come cavalli, unicorni, draghi o folletti. Inoltre, sebbene i personaggi rappresentati siano solitamente sempre diversi, può capitare anche che, qualche volta, a uno solo siano dedicati più quadri, come ad esempio le illustrazioni intitolate "Gargoyle", o quelle della regina Mab.
I protagonisti dei suoi dipinti, tuttavia, possono ispirarsi a varie fonti, ad esempio nel libro sono presenti alcune illustrazioni di fate ispirate a fiori (come "Forget me not", "Foxglove" o "Primrose") oppure agli elementi ("Fire dance", "Fire element", "Night winds" o "Water element"), alle stagioni ("Autumn daydream", "Autumn Whispers", "Snow queen", "Spring queen"), ai colori (Green Sprite, Green Woman) ecc….

Sopra: Le creature della Brawn talvolta sono ritratte insieme ad altri animali, tra cui draghi o cavalli, come nel caso di questa immagine (di cui si può ammirare anche la ricchezza dei particolari) dal titolo "Rhiannon 2001", che rappresenta la regina delle fate Rhiannon in sella al suo cavallo grigio.

  
Sopra: A sinistra vi è il dipinto intitolato "Foxglove", ispirato appunto al fiore della digitale, mentre a destra vi è un'illustrazione basata sull'elemento del fuoco, dal titolo "Fire element".

Quest'opera contiene 153 illustrazioni della Amy Brown, cui 152 interamente a colori. I dipinti ad acquerello dell'artista sono molto belli: i soggetti, pur essendo per lo più fate, sono comunque molto diversi fra loro, ricchi di dettagli e con degli splendidi colori. 
Come la stessa Brown spiega nel suo sito, l'obbiettivo del suo lavoro è quello di catturare un certo momento ed offrirlo allo spettatore, in modo che quest'ultimo possa immaginare una propria storia. Ogni opera è fatta per suscitare una reazione o per raccontare una storia, infatti, come spiega sempre l'autrice, è come se ogni suo pezzo le parlasse e le dicesse qualcosa, e la speranza della Brawn, il suo intento, è che ciò accada anche con chi osserva le sue opere.

Questo artbook è stato pubblicato nel 2003 dalla Chimera Publishing; ha la copertina rigida imbottita ed è fornito anche di una sovracopertina (ma e disponibile anche un'edizione con la copertina flessibile sempre del 2003); misura 25 cm d'altezza e 31 cm di lunghezza, ha 160 pagine e costa 30$.
P.S. Nel 2005 è uscito anche un secondo volume "The art of Amy Brown II".

Tutti i diritti appartengono ai legittimi proprietari, non vi è alcun intento di infrangere il copyright. Le immagini e i testi sono utilizzati a scopo puramente informativo.

lunedì 7 novembre 2016

Tutte le fiabe (nuova edizione 2016) di Charles Perrault

"Tutte le fiabe" è una raccolta delle fiabe originali di Charles Perrault, tradotte da Maria Vidale, alle quali si accompagnano le illustrazioni dell'artista francese Elodie Nouhemn. L'edizione che prenderò in considerazione è quella più recente, e aggiornata, del 2016, alla quale è stata aggiunta anche una fiaba inedita, che nella precedente edizione del 2011 non compariva.

  
Sopra: Le copertine delle due differenti edizioni della raccolta di fiabe di Perrault "Tutte le fiabe". A sinistra la prima versione, pubblicata nel 2011, che mostra un'illustrazione di "Pelle d'asino", e a destra la seconda, del 2016, nella quale compare l'illustrazione di Pollicino mentre indossa uno degli stivali delle sette leghe dell'orco.

L'opera si apre con una nota alla seconda edizione, nella quale Bianca Lazzaro spiega che la decisione di  offrire ai lettori una nuova versione di questo testo, cinque anni dopo la prima, si deve a vari motivi: prima di tutto il successo della precedente edizione e, poi, anche il desiderio di presentare ai lettori una nuova fiaba, quella de "I desideri strampalati", una storia in versi composta da Perrault nel 1693, comparsa per la prima volta nella rivista "Mercure Galant".
Dopo la nota ve n'è un'altra, sempre scritta dalla Bianca Lazzaro, che era presente anche nella prima edizione, dal titolo: "Un paradosso e due buone ragioni". In questa parte introduttiva all'opera, la Lazzaro spiega i motivi che hanno portato alla decisione di pubblicare una nova edizione delle fiabe di Perrault, nonostante in giro ce ne siano già moltissime. L'autrice si domanda (e ci domanda) infatti: "In più di tre secoli di vita, è difficile tenere il conto delle edizioni di queste storie apparse in ogni lingua del mondo: e dunque, perché mai insistere?". La risposta è che, di tutte queste edizioni in circolazione, solo una parte molto esigua sono raccolte integrali, più facilmente si tratta di raccolte parziali, e che magari comprendono anche racconti di altri autori fiabeschi, e che vengono pure pubblicate anche con titoli generici. La raccolta originaria di Perrault (quella de "I racconti di Mamma l'Oca") è quindi diventata molto difficile da trovare, specialmente se ben tradotta e ben illustrata, per cui da qui deriva la decisione di questa nuova edizione integrale dei racconti di Perrault, con una nuova traduzione che vuole essere all'altezza dei testi originali in francese.
Quest'opera è infatti composta dalle otto fiabe originarie del volume "Racconti e storie del passato" ("Histoires ou contes du temps passè"), il cui sottotitolo era "I racconti di Mamma l'Oca": "La bella addormentata nel bosco", "Cappuccetto rosso", "Barbablù", "Mastro gatto ovvero Il gatto con gli stivali", "Le fate", "Cenerentola o la scarpetta di cristallo", "Ricchetto dal ciuffo"e " Pollicino".

  
Sopra: Due illustrazioni realizzate dalla Elodie Nouhen per le fiabe di Cappuccetto Rosso (a sinistra) e di Cenerentola (a destra). Nella prima immagine è interessante notare come questa artista abbia deciso di ritrarre la protagonista che si è spogliata e che è salita sul letto della nonna, come appunto accade nella fiaba, una scelta che solo pochi illustratori hanno fatto. Nell'illustrazione di Cenerentola possiamo invece notare come a predominare siano i colori freddi, in particolare l'azzurro, ad eccezione dell'arancione acceso della grande zucca trasportata da Cenerentola, che troneggia al centro della scena.

Oltre a queste, questo volume comprende anche la storia in versi di "Pelle d'asino", di cui si era quasi smarrita la memoria a causa di una traduzione in prosa circolata nel Settecento alla quale si sono ispirate altre versioni, scordandosi quella originale. Per questo motivo la fiaba di "Pelle d'asino" che troveremo invece in questa raccolta, tradotta in versi come quella originale, è qualcosa che ci suonerà completamente nuovo (io stessa, pur conoscendo la storia non l'avevo mai sentita narrare in versi). 
A proposito della traduzione di questa fiaba, è interessante andare a leggere i commenti della traduttrice Maria Vidale riportanti in fondo all'edizione. Quest'ultima spiega, infatti, che, per mantenere la sonorità e la rima della versione originale, ha riadattato la lunghezza dei versi. Come lei stessa chiarisce: "Dopo aver letto ad alta voce il testo di Perrault, mi ero ripromessa, sempre per essere fedele alla scuola del rispetto, di attenermi alla prosodia del testo originale, consistente in una quasi regolare alternanza di settenari, ottonari e alessandrini. E invece, già al secondo verso,  che seguiva il classico "C'era una volta un re", subito mi si è presentato, naturalmente, l'endecasillabo: "Il più grande mai visto sulla terra". Dopodiché non c'è stato più niente da fare: per quanto tentassi di sottrarmi, l'endecasillabo tornava inesorabilmente…". Così la traduttrice ha deciso di abbandonare la prosodia del testo di partenza per passare a quella che appartiene alla tradizione della lingua d'arrivo.
La Vidale, poi, come lei stessa continua a spiegare, sempre nella fiaba di "Pelle d'asino" ha modificato e aggiunto piccoli elementi. Ad esempio, quando Perrault descrive la principessa chiusa nel suo stanzino a rimirarsi con i suoi abiti sontuosi compiacendosi della propria bellezza, la Vidale spiega: "Il mio sguardo ha indugiato un po' più a lungo e ha aggiunto un dettaglio che l'occhio di Perrault non aveva colto: "Una fanciulla bella come il sole / si guardava allo specchio e sorrideva". Lei stesa si è chiesta se fosse giusto aggiungere quel particolare, tuttavia non se ne pente, in quanto, come dichiara, preferisce che Pelle d'asino sia fissata così, nella sua innocente vanità.
Dopo "Pelle d'asino", in questa seconda pubblicazione, come ho detto all'inizio, è presente anche un'altra fiaba: quella de "I desideri strampalati", composta (sempre in versi) nel 1693 e mai inserita ne "I racconti di Mamma l'Oca". Rispetto a tutte le altre fiabe, questa è quella che tradisce maggiormente l'origine popolare dei racconti di Perrault. D'altra parte, l'intento dichiarato dell'autore era quello di "contaminare" la cultura e la letteratura del tempo col recupero di credenze pagane e dei motivi superstiziosi e magici del folklore, e fu proprio così nel 1697 Perrault trasformò alcune storie della tradizione orale in racconti letterari.

Sopra: L'illustrazione, tratta dalla fiaba di "Pelle d'asino", ritrae la principessa mentre indossa la pelle dell'asino per fuggire dal proprio palazzo per non sposare il padre.

Sicuramente è un bene che questa edizione esista, perché, mentre alcune fiabe di Perrault sono molto famose (come ad esempio Cenerentola), altre sue versioni sono alquanto sconosciute e introvabili: la fiaba di "Cappuccetto rosso" nella quale alla fine la protagonista non si salva, ma viene mangiata dal lupo (punita per la sua imprudenza); oppure quella de "La bella addormentata nel bosco", dove il principe ha dei figli con la principessa prima di presentarla ai genitori, e in cui, inoltre, la madre del principe è un'orchessa (la quale vuole mangiarsi la nuora e i nipoti); oppure storie rare da sentire e da trovare in giro, come quelle de "Le fate"o di "Rocchetto dal ciuffo" (come pure quelle di "Pelle d'asino" e de "I desideri strampalati") .
Le fiabe che compongono la raccolta presentano anche delle morali scritte sempre da Perrault, in rima, alla fine di ciascuna. Molte di queste morali, anche se scritte nel Seicento, sono ancora oggi alquanto attuali, o comunque in larga parte condivisibili, come quella di Cappuccetto Rosso che recita:

"Questa favola avverte le bambine,
specie se son graziose ed innocenti,
di non prestar ascolto alle moine
dei lupi travestiti da passanti.
Si sa che i lupi non sono tutti uguali
e che fra tutti i più pericolosi
sono quelli che a forza di regali,
di promesse e di discorsi zuccherosi
convincono le prede con le buone
a lasciarsi mangiare in un boccone."

Trovo particolarmente interessante una delle due morali della fiaba di "Barbablù", infatti, se nella prima l'autore si limita a mettere in guardia le ragazze dall'essere curiose ("… Trattasi dunque di un difetto vile (la curiosità) / che costa molto più di quel che vale"), la seconda recita invece così:

"Chi ha esperienza del mondo ha già capito
che questa storia è del buon tempo andato.
Oggi non trovi più nessun marito,
per quanto iroso, scontento e poco amato,
che dalla moglie non sia più che ammansito.
che abbia le barba gialla, blu o marrone,
non si capisce più chi sia il padrone."

Un punto di vista molto interessante, specialmente se si pensa che questa morale è stata scritta da un uomo del Seicento, anche se Perrault non era certo un uomo qualunque, e il suo intento era probabilmente più quello di divertire che di educare, animando discussioni e conversazioni di corte con considerazioni anche anticonformiste.

  
Sopra: Ho qui voluto mettere a confronto due illustrazioni che rappresentano la medesima scena tratta dalla fiaba di Barbablù. Quella a sinistra, dalle tinte più delicate e fredde, è opera della Nouhen, mentre quella a destra è della Alessandra Cimatoribus (tratta dall'opera di "Barbablù" di Nicola Cinquetti di cui avevo parlato in questo post).

Come ho detto all'inizio, questa raccolta è accompagnata dalle illustrazioni di Elodie Nouhen, un'artista francese, della quale la Bianca Lazzaro, nella nota alla prima edizione, parla così: "Dopo decine di celeberrime prove d'autore su ogni singola fiaba di Perrault, un'artista sua contemporanea rinnova la sfida di illustrarle tutte insieme, restituendo loro l'originario pregio dell'integralità e soffiando tra le pagine quella ventata di aria fresca capace di sollevare, senza disperderlo, qualche nugolo di polvere del tempo che fu".
Lo stile della Nouhen è molto particolare: dal tratto fine e delicato; tinte pacate; poca tridimensionalità; un modo di disegnare gli occhi che li rende piccoli e stretti, molto distanziati tra loro; persone dalla pelle molto chiara (solitamente bianca, poi sfumata con  qualche altro colore), fronti ampie e sporgenti, e con guance nere e rosse.  E' molto probabile che lo stile di quest'artista non incontrerà l'approvazione di tutti, io stessa, pur riconoscendo l'originalità e la bellezza di queste illustrazioni, non posso dire di riuscire ad apprezzarle del tutto. Le sue tavole rimangono comunque un'aggiunta importante, bella e preziosa ai testi di questo libro, ai quali sono, inoltre, molto ben integrate.

  
Sopra: Queste due illustrazioni provengono dalla medesima fiaba ("Le fate"), ed è interessante notare come nella prima l'illustratrice abbia scelto una (praticamente totale) predominanza del rosso (colore caldo), mentre nella seconda è l'azzurro (colore freddo) a dominare la scena, ad eccezione del vaso che la ragazza tiene in braccio, che è invece rosso. In questa immagine, così come nelle altre che ho riportato, si possono vedere i tratti particolari che caratterizzano i personaggi disegnati da questa artista: le fronti ampie e sporgenti, gli occhi piccoli e sottili, la pelle diafana e le guance dipinte di rosso e nero.

  
Sopra: A sinistra vediamo il principe de "La bella addormentata nel bosco" mentre attraversa il bosco, i cui alberi sembrano dotati di occhi, per giungere al castello della principessa. Nell'immagine a destra sono invece ritratti i due protagonisti della fiaba di "Ricchetto dal ciuffo", di cui il ragazzo (Ricchetto) è brutto ma molto intelligente, mentre la ragazza (una principessa) è molto bella ma anche molto stupida. E' interessante notare come l'artista abbia disegnato la chioma di quest'ultima come una specie di gabbia semi vuota (con tanto di uccellino dentro) per rappresentare visivamente la mancanza di doti intellettuali della ragazza. Infatti, in un'altra scena, dopo che quest'ultima sarà diventata intelligente per merito di Ricchetto, la sua chioma sarà dipinta del tutto colorata (con tanto di uccello che vola via).

Questa edizione, che raccoglie praticamente tutte le fiabe originali di Perrault, è un prodotto di pregio, curato e ben fatto, a cui si è prestata molta attenzione alla traduzione (che sappia, come recita il testo della nota introduttiva, "restituire brio, sagacia e smalto al novellare di Mamma l'Oca e di papà Perrault"), alla scelta delle illustrazioni che accompagnano i testi, e alle fiabe stesse in essa contenute. Fiabe scritte pensando non solo ai piccoli, ma anche ai lettori che popolavano i salotti e la corte di Parigi  del Seicento, colleghi con cui Perrault aveva ingaggiato la polemica letteraria nota come "Querelle degli Antichi e dei Moderni", e in cui egli si schierò a favore dei secondi, con la convinzione che per realizzare la Modernità bisognasse conferire dignità letteraria ai temi e ai motivi del folklore popolare. 

Questa edizione è stata pubblicata in francese nel 2015 dalla Editions Grund, mentre la prima edizione, dal titolo "Les contes de Perrault" risale al 2010. La prima edizione è stata edita in italiano dalla Donzelli Editore nel 2011 e nel 2016 è stata pubblicata quella nuova. La raccolta ha una copertina rigida dotata anche di una sovracopertina; misura 21, 2 cm d'altezza e 15 cm di lunghezza, ha 206 pagine (mentre quella precedente ne aveva 195) e costa 25 euro. 

Tutti i diritti appartengono ai legittimi proprietari, non vi è alcun intento di infrangere il copyright. Le immagini e i testi sono utilizzati a scopo puramente informativo.